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Circum\Eav … Metropolitana leggera, ipotesi di alternativa alla tratta Baiano-Nola?
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24 Apr 2019
- Scritto da Gianni Amodeo
Dal traforo di collegamento tra la Valle caudina e la Valle dell’Alto Clanio, con proiezione verso l’asse autostradale dell’ A-16 e direzione verso Avellino e Napoli, alla metropolitana leggera, prefigurata quale alternativa di servizio migliorativa e di riqualificazione dell’attuale tratta della Circum, ora Eav, per i collegamenti tra Baiano e Nola, in esercizio dal 1885, correlando direttamente con Napoli significative e importanti aree interne sia della provincia di Avellino che del contesto nolano; una vitale connessione, quella che corre sui binari, consolidatasi e stratificatasi in circa un secolo e mezzo di attività, in virtù della rilevante gamma sia delle relazioni sociali, economiche, culturali che delle opportunità e ricadute occupazionali intessute dalle comunità locali con la città partenopea e l’area industriale di Pomigliano d’Arco.
Gianni Amodeo - 06.04.2019 - E se l’ ipotesi–traforo risale ai mesi scorsi, fortemente caldeggiata dal presidente della provincia di Avellino, Domenico Biancardi, quella della metropolitana leggera, sostenuta dal consigliere regionale Vincenzo Alaia, è stata appena calata sul tavolo del discorso pubblico, coinvolgendo i sindaci e gli amministratori comunali di Baiano, Avella, Sperone, Roccarainola, Cicciano, Camposano e Cimitile, i cui territori afferiscono alla tratta ferroviaria esistente da riqualificare con l’allestimento appunto della metropolitana leggera. Un primo approccio generico per l’ipotesi messa in campo, si è registrato nell’incontro nel palazzo comunale di Baiano, con la presentazione degli indirizzi e dei caratteri, con cui si connoterà la nuova realtà infrastrutturale, prospettata da Alaia, quale affidabile alternativa alle criticità dell’attuale tratta Baiano–Nola, su cui grava – perdurando lo stato di cose esistenti- il rischio di essere considerata “ramo secco”. Come per dire- è la logica e conseguente conclusione- da dismettere, a breve o nel medio o lungo termine, a seconda di quelle che potranno essere le decisioni dell’Ente Autonomo Volturno, la società vincolata alla Regione-Campania dal contratto di servizio per il trasporto pubblico su ferro sulla rete dell’ex-Circum.
Come sarà la metropolitana leggera
Stazioni demolite, eliminati i passaggi a livello
La metropolitana leggera immaginata contempla la messa in esercizio di treni con 250 posti, in circolazione a flusso costante e transito garantito ogni quarto d’ora nelle “fermate”, che saranno localizzate in numero congruo e in più siti dei Comuni serviti dall’attuale tratta, assicurando agli utenti garanzie di servizio all’interno dello stesso ambito territoriale. Una prospettiva concepita, per eliminare i passaggi a livello esistenti, garantendo la mobilità fluida, mentre per gli edifici delle attuali stazioni di servizio si procederà alla demolizione, non essendo funzionali alla metropolitana leggera, rendendo disponibili per altre destinazioni le aree di sedime secondo gli indirizzi di pianificazione edilizia e urbanistica dei Comuni interessati. E va da sé che per il prosieguo in direzione di Napoli, gli utenti possono utilizzare i treni di coincidenza nella stazione di Nola.
Se questi sono gli elementi caratterizzanti dell’alternativa costituita dalla metropolitana leggera, non è emerso, tuttavia e per quello che è stato possibile comprendere nell’incontro, quale possa essere il tracciato destinato al nuovo servizio o se sia correlato alla tratta esistente. Una tratta, sulla cui direttrice negli ultimi tempi urbanizzazione e edificazione sono ampiamente lievitate, tanto da costituire un “continuum” che “annulla” le stesse distinzioni dei territori comunali. Un processo che salda Baiano, Avella, Sperone, Roccarainola e Cicciano, in particolare.
Al primo approccio seguiranno altri, nei palazzi della Regione–Campania, per inquadrare la problematica sollevata e le possibili soluzioni tecnicamente praticabili. E se ne renderanno interpreti il consigliere Vincenzo Alaia e gli amministratori comunali coinvolti nell’ ipotesi–progetto.
Lasciare il certo per l’incerto, conviene?
Una questione che è tutta da far decantare. E resta fermo e chiaro, il punto per il quale lasciare il certo per l’improbabile e l’incerto, è una partita persa in partenza. E i profili dell’improbabilità e dell’incertezza non mancano, primo tra tutti quello dei notevoli investimenti economici che comporta la realizzazione della metropolitana leggera a doppio binario, anche rispetto all’utenza per un’area di circa 70 mila abitanti che non è di grandi numeri, per quanto rispettabili. Puntare sul raddoppio del binario dell’attuale tratta Baiano–Nola, con la riduzione degli attuali tempi di percorrenza, renderebbe ben appetibile il servizio ferroviario pubblico, come già avviene al meglio per la Saviano–Napoli, sarebbe una soluzione più praticabile, certamente meno dispendiosa, ponendo in valore l’esistente.
E che in materia di infrastrutture ferroviarie e pertinenze da realizzare con denaro pubblico, tanto più in tempi di magra, come quelli correnti, riserve e cautele siano d’obbligo, la dimostrazione è data dalla “storia” del progetto di riqualificazione della stazione della Circumvesuviana di Nola, per un iter iniziato nel 2009. Un progetto, che contemplava l’interramento della stazione, la realizzazione di locali per attività commerciali e ritrovo, mentre la vasta area antistante con la rimozione del fascio di binari sarebbe stata trasformata in mega-parco urbano con pista ciclabile. Un progetto finanziato dal Cipe con 120 milioni, nel quadro dell’Accordo con la Regione–Campania. I lavori per il grande intervento di trasformazione urbana di un’importante parte della città bruniana dovevano iniziare nel 2014….
… Nel maggio del 2016, la Regione–Campania procede ad una nuova programmazione per la stessa stazione da riqualificare, ma con investimenti previsti per 32 milioni, integrati da altri 10 milioni per l’eliminazione dei passaggi a livello, la messa in sicurezza e l’automazione, interessando la tratta Nola–Baiano. Finora non se n’è fatto nulla.
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