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Un ricordo del prof. Antonio Vincenzo Nazzaro recentemente scomparso

Nella notte fra il 2 e il 3 aprile è scomparso Antonio Vincenzo Nazzaro, professore emerito dell'Università Federico II, dove ha insegnato per più di trent'anni Letteratura cristiana antica. Commendatore al merito della Repubblica e Cavaliere dell'Ordine di San Gregorio Magno, aveva recentemente ricevuto la medaglia d'oro dell'Associazione Italiana di Cultura Classica.

Antonio Vincenzo NazzaroPietro Luciano - 15.04.2020 - Nato a San Giorgio del Sannio (BN) il 28. 04. 1939, si diploma in Paleografia Diplomatica e Dottrina Archivistica presso l’Archivio di Stato di Napoli nel giugno 1962 e, subito dopo, si laurea in Lettere classiche il 24.11.1962 con una tesi in Letteratura latina.

Nazzaro ha percorso quasi tutti i gradi del cursus honorum universitario nell’Università degli Studi di Napoli Federico II: borsista (1963); assistente volontario di Letteratura latina (1964); assistente incaricato (1965) e ordinario (dal 01.02.1967) di Grammatica greca e latina e  di Letteratura latina (dal 1970 al 1980); incaricato di Letteratura Cristiana Antica nell’Università della Calabria (dal 1974 al 1977) e nell’Università di Napoli (dal 1977 al 1980); associato della stessa universita federico IIdisciplina dal 1980 al 1987 e ordinario dal 1987 al 2009. Infine, diventa Professore Emerito dell’Università di Napoli Federico II (Decreto Ministeriale del 16 settembre 2010).

Molti gli incarichi che ha ricoperto nel corso degli anni: Presidente del Corso di laurea in Lettere, Direttore del Dipartimento di Discipline Storiche, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, è stato componente del Consiglio Universitario Nazionale e dell'IRRSAE della Campania. Socio ordinario dell'Accademia Pontaniana, di cui era Vicepresidente, e dell'Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti, di cui era Socio emerito dopo esserne stato più volte Presidente, nonché per un Logo Società di Arch.pngtriennio Presidente della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli; Socio Nazionale dell'Accademia dei Lincei e socio di molte altre Accademie italiane, socio fondatore dell'Associazione di Studi Tardoantichi, per molti decenni ha anche curato cicli pubblici di lezioni sui Padri della chiesa, prima con padre Giacinto Ruggiero e poi con suor Antonietta Tuccillo.

E’ stato anche Direttore o Componente del Comitato scientifico di collane e periodici: Comitato scientifico di «Vichiana» e «KOINONIA» (Napoli); «Siculorum Gymnasium» e Strenae Nolanae vol. II 19688363818«Commentaria Classica» (Catania), «Auctores nostri» (Foggia), «Corona Patrum Erasmiana» (Torino); «Civiltà Classica e Cristiana» (Genova) e «Vetera Christianorum» (Bari: fino al 2009).

Presidente del Comitato Scientifico del Centro di Studi e Documentazione su Paolino di Nola e Direttore della Collana di Testi e Studi «Strenae Nolanae» (12 volumi sinora pubblicati); Presidente della sez. di Napoli dell’A. I. C. C. (dal 1988 al 1992) e dell’Associazione Filellenica di Napoli “Marcello Gigante” (dal 28 dicembre 2001 al 6 luglio 2004); Componente e, poi, Presidente della Giuria del Premio di Poesia “Aeclanum” (Mirabella Eclano: dal 1980 al 2013); Giuliano DEclano e lIrpinia Cristiana A1lC3RssqULPresidente della Giuria del Concorso Internazionale “Echi di poesia dialettale 2017” (Centro di ricerca tradizioni popolari “La Grande Madre”, diretto da F. Molinaro); Componente del Comitato Scientifico degli Incontri di Studiosi dell’Antichità Cristiana (Istituto Patristico “Augustinianum” di Roma).

Allievo di Francesco Arnaldi, che era stato il suo relatore di laurea nel 1962, e collaboratore di Armando Salvatore e Marcello Gigante, è autore di oltre 400 pubblicazioni fra monografie e articoli sulla letteratura giudaico-ellenistica (Filone); su autori greco-cristiani (Origene, Basilio), autori latino-cristiani in prosa della tarda antichità (Tertulliano, Ambrogio, Girolamo, Agostino, Giuliano d’Eclano, Quodvultdeus), autori latino-cristiani in poesia giuliano declano2parafrastica biblica (Giovenco, Paolino di Nola, Sedulio, Aratore) e poesia agiografica (Paolino di Perigueux, Venanzio Fortunato); ma si è dedicato in particolar modo anche allo studio del Fortleben di Orazio e Virgilio per la letteratura cristiana antica, non trascurando la poesia in età umanistica (Sannazzaro). Infine i suoi studi non hanno trascurato la poesia italiana moderna (Carducci e Pascoli) e lo studio di autori moderni (Francesco De Sanctis).

Dai suoi studi si evidenziano le caratteristiche della sua produzione scientifica: il possesso dei tradizionali strumenti filologici e delle più raffinate metodologie critiche moderne, la capacità di attenzionare costantemente i realia e di approfondire gli intertesti. Mentre la sua disponibilità nell'insegnamento e la sua capacità di organizzare la ricerca e lo studio lo hanno fatto apprezzare da tutti.

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Coronavirus: Sommese, il medico e sindaco di Saviano ha perso la sua battaglia

In lutto le comunità di Saviano e quella dei medici chirurgi del Nolano e del Vesuviano.

ospedale moscati avellinoN.R. - 17.04.2020 - Carmine Sommese, ex consigliere regionale, sindaco di Saviano e chirurgo dell’Ospedale “Santa Maria della Pietà” di Nola, non c’è più. Aveva compiuto 66 anni a gennaio. E’ morto sul campo di battaglia, come altre decine di medici. Il politico e professionista si è così arreso al Coronavirus, dopo settimane di lotta.

Sommese era risultato positivo al tampone qualche settimana fa e da subito aveva mostrato febbre e problemi respiratori, riuscendo però a comunicare ancora una volta sui social network prima di aggravarsi.

carmine sommeseCosì aveva annunciato su Facebook di essere positivo al Coronavirus: «La mia professione di medico ed il mio ruolo di sindaco - aveva scritto - mi hanno inevitabilmente esposto ad un maggiore rischio di contagio. Spesso si rimane feriti da ciò che più si ama, dal mio aver combattuto, in prima linea e senza risparmiarmi, la battaglia che tutti noi stiamo vivendo. Attinto da una malattia silente e diventato paziente, rafforzo il mio amore per la medicina e la dedizione alla mia cittadina, perché la mia esperienza di contatti umani e di quanti a me si sono affidati mi ha reso migliore, oggi più di ieri. Tornerò presto a contrastare questa emergenza sanitaria, insieme ne usciremo vincitori». 

Questa mattina il decesso all’ospedale Moscati di Avellino, nell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati, dove il sindaco di Saviano era stato portato il 19 marzo scorso, dopo che le sue condizioni erano diventate disperateSono risultati inutili tutti i tentativi di salvargli la vita e il cuore si è fermato. I colleghi sanitari avevano provato anche ad estubarlo, ma i polmoni del chirurgo non si erano mai “riavviati”.

Tanti i messaggi di cordoglio, a cui si aggiunge anche quello de Il Meridiano.

Notizia tristissima per Ariano. E' morto Franco Lo Conte

Non ce l'ha fatta a vincere la sua battaglia contro il coronavirus. In lutto la politica arianese. Servizio di Gianni Vigoroso su ottopagine.it

franco lo conte e1585837785702Ariano Irpino – 2 aprile 2020 - E' una notizia tristissima che nessuno avrebbe mai voluto ricevere. Non ce l'ha fatta Franco Lo Conte. Il suo cuore purtroppo si è fermato. 68 anni, ne avrebbe compiuto 69 tra qualche giorno, il prossimo 19 aprile. Era stato ricoverato qualche settimana fa al Frangipane, trasferito in Rianimazione e successivamente risultato positivo al Covid-19. Aveva mostrato segnali di ripresa poi le sue condizioni si sono purtroppo aggravate. "Pregate per Franco - ci aveva detto due giorni fa suo fratello Carmine - è l'unica cosa che ci resta da fare in questo momento." Ma nessuno aveva mai perso la speranza. Oggi pomeriggio il triste annuncio che ha addolorato la città.

Politico navigato ma prima di tutto uomo e amante profondamente del suo territorio. Dal nobile uso delle parole, si esaltava quando era chiamato a riflettere della sua città e delle grandi potenzialità dell'Arianese e dell'Ufita in generale. E' stato il pioniere delle Radio insieme a Pietro Puopolo e delle fiere. Dalla prima campionaria nella sua città cominciata nel rione Martiri alle fiere della Campania, nella struttura di località Casone a lui tanta cara. Carattere forte, una persona poliedrica, che oltre a far politica a livello comunale e provinciale ha dato lavoro a tanti giovani. Questa era una delle sue priorità. Da sempre vicino alla gente e un rapporto particolarmente cordiale con la stampa.

Famiglia di persone perbene ed oneste, attivamente impegnane nel tessuto commerciale arianese. Ariano perde un galantuomo. 

Lo ricorda molto bene e puntuale Marcello Luparella: "Sarebbe riduttivo ricordare Franco Lo Conte solo per le sue iniziative politiche, le sue candidature, le sue liste che pure hanno contribuito a fare la storia del nostro Municipio. Io voglio qui ricordare l’imprenditore creativo, pionieristico, sempre capace di smuovere le acque, di creare entusiasmo, di stimolare le forze e le risorse migliori, di dare speranza a chi cercava una collocazione ed uno sbocco occupazionale, magari restando ad Ariano e contribuendo a favorirne la crescita e la vivibilità. In queste ore di dolore mi viene in mente, con un bel po’ di magone, Cine Radio Sud, metà degli anni 80, curavo quando potevo il notiziario, con Gerardo Del Vecchio, Raffaele Melito, Lello Di Stefano e Gerald Renzulli. Franco mi dava 100.000 lire al mese ed io, figlio di famiglia e studente fuori sede, con quei soldi mi sentivo un Nababbo. Le radiocronache delle partite dell’Ariano, con una prolunga telefonica lunga un paio di centinaia di metri (i cellulari erano ancora lontani), che per le partite al Renzulli collegavamo a casa di Nino De Cata, che abitava là vicino, mentre in trasferta speravamo di trovare qualche brava persona che abitava nei pressi dello stadio, altrimenti niente radiocronaca. Ricordo la Fiera Città di Ariano, il suo grande sogno, alla quale collaborai per qualche anno, traendone le risorse per le vacanze estive, che non mi pareva vero potermi finanziare con il mio “lavoro”. Ricordo il Centro Studi Ariano, tentativo di fare politica senza appiattirsi sulle posizioni allora dominanti. Ricordo le Fiere al Casone, raro esempio di vivacità imprenditoriale in un panorama asfittico ed economicamente sterile. Ricordo tanto altro. Addio Caro Amico. Grazie di tutto.

IL CORDOGLIO DELLA POLITICA

Cosimo Sibilia, deputato di Forza Italia, così ricorda la figura di Franco Lo Conte, “Un uomo generoso, autentico, innamorato della sua città e dell’intera provincia irpina. Ho avuto modo di apprezzare le sue doti umane nel periodo trascorso in Consiglio provinciale durante la mia presidenza. Lascia un grande vuoto. Alla famiglia le più sentite condoglianze”.

Fulvio Martusciello

Ho appreso con profonda tristezza la notizia della scomparsa dell’amico Franco Lo Conte. Uomo abile e determinato, appassionato interprete dei bisogni della gente del suo territorio. Politico navigato. Amava la sua Ariano, e portava avanti i suoi progetti con ambizione e determinazione. Uomo d’altri tempi, un amico sincero del quale serberò sempre un positivo ricordo. Esprimo la mia vicinanza ai familiari ed alla comunità di Ariano Irpino, per la perdita di un uomo straordinario.

Enrico Franza

Un commosso pensiero a una persona perbene, un uomo dialogante e sempre operoso a servizio della sua città. Un punto di riferimento per l'imprenditoria, la politica arianese e per tutto il territorio. Mancherà a tutti noi. Un abbraccio forte alla famiglia. Ciao, Franco

Oggi l'Irpinia piange un grande politico e un grande uomo. Io un grande amico. Buon viaggio Franco Lo Conte”. Lo scrive sul proprio profilo facebook, Raffaele Colucci, sindaco di Sirignano, portavoce del movimento "Persone e territori", commentando la scomparsa. 

"L'Ugl esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Franco Lo Conte. Oggi ci ha lasciato un grande uomo, un vero e proprio contenitore di esperienza e di valori. Ci stringiamo al dolore della sua famiglia". Così Costantinos Vassiliadis, segretario provinciale Ugl Avellino.

Fratelli d'Italia Ariano Irpino

 "La scomparsa di Franco Lo Conte sconvolge la comunità arianese che ha avuto modo di apprezzare non solo le sue qualità politiche e amministrative, ma soprattutto quelle di uomo buono e persona perbene.  La sezione di Fratelli d'Italia di Ariano si stringe al dolore che oggi colpisce così duramente i suoi familiari e chiunque abbia avuto l'opportunità di conoscerlo e volergli bene." Così in una nota il coordinatore, Pino Maraia, Dino D'Amato e l'ex consigliere di Fdi, Carmine Ruggiero.

Francesco Pionati e i dirigenti irpini di Adc: “Lo Conte farà sentire la propria mancanza. E’ stato un politico serio e di assoluta qualità, innamorato dell’Irpinia e della sua Ariano. Ha dato prova di impegno e passione civile, sia nei banchi del Consiglio provinciale di Avellino che in quelli del Comune di Ariano Irpino, ed ha dimostrato, inoltre, grande ingegno nella conduzione dell’Ente fieristico. Sempre disponibile verso i cittadini e attento alle dinamiche dello sviluppo locale, farà sentire forte la sua mancanza anche alla nostra provincia”.

Maurizio Petracca

«La notizia della scomparsa di Franco Lo Conte mi addolora moltissimo. Franco era persona appassionata, fortemente legata alla sua comunità, un amministratore e rappresentante istituzionale che ha sempre vissuto la politica come un servizio da rendere ai cittadini». Lo dichiara il consigliere regionale Maurizio Petracca, presidente della VIII Commissione del Consiglio regionale della Campania, che continua:«Ariano Irpino e l’Irpinia tutta perdono un riferimento importante, una persona che ha sempre lavorato per la valorizzazione delle nostre eccellenze, con l’obiettivo di individuare nuove prospettive di carattere produttivo per questa terra, dando risposte concrete alla comunità con uno spirito umile, che gli è sempre stato riconosciuto da tutti». «La scomparsa di Franco Lo Conte – conclude il consigliere Petracca - rende questa emergenza sanitaria legata al Covid-19 ancora più difficile e più triste, ma sarà anche in suo nome che continueremo, ognuno per il suo ruolo, a profondere il massimo sforzo possibile perché questa battaglia venga vinta su più fronti. Alla famiglia di Franco Lo Conte giungano le mie più sentite condoglianze».

Domenico Gambacorta

«Con Franco Lo Conte eravamo entrati insieme in Consiglio Comunale nel 1985, eletti nella lista della Democrazia Cristiana. Dieci anni insieme prima di scontrarci nel 2004 alle elezioni amministrative. Tutti e due candidati sindaco, io in rappresentanza del centro destra e lui del centro sinistra. Fu una battaglia aspra, ma leale senza offese gratuite come si è registrato nelle competizioni successive. Nel 2009 fummo ancora avversari nello stesso collegio elettorale Ariano-Zungoli ed entrambi fummo eletti in appoggio a Sibilia candidato presidente. Non posso dimenticare che Franco mi diede una mano nel 2014 sia candidandosi al Comune che alla Provincia. Fu molto contento di quella elezione perché dopo tanti anni un Arianese diventava di nuovo presidente della Provincia. Mi è stato ancora vicino alle ultime comunali. Alla moglie e ai figli le più affettuose condoglianze».

Domenico Biancardi

Il cordoglio del presidente Domenico Biancardi per la scomparsa di Franco Lo Conte. “La dipartita di Franco Lo Conte è devastante. Lo è per me, per i consiglieri provinciali, per il personale della Provincia che ha avuto modo di conoscere e apprezzare le qualità di un politico di razza, assai legato alla sua terra, durante i suoi trascorsi da assessore e autorevole rappresentante dell’assise di Palazzo Caracciolo. Franco conosceva ogni angolo dell’Irpinia e sapeva esaltarne le singole peculiarità. Un moderato autentico, sempre convinto della necessità di anteporre il dialogo allo scontro per costruire relazioni finalizzate a trovare soluzioni ai problemi delle comunità. D’accordo con i consiglieri provinciali lo ricorderemo nel corso della prima seduta utile del Parlamentino di Palazzo Caracciolo, quando questo maledetto nemico invisibile sarà finalmente sconfitto e farà uscire dalla morsa la straordinaria città di Ariano Irpino e l’intera Irpinia”.

Generoso Maraia, Luca Orsogna, Mario Iuorio:”La notizia della prematura scomparsa di Francesco Lo Conte ci rattrista profondamente. La nostra comunità perde un protagonista della scena politica di cui si sentirà la mancanza. Spesso in disaccordo o avversari, ma sempre nella consapevolezza del valore della persona e dell'uomo che oggi ha ci ha lasciato. Alla famiglia il più profondo cordoglio per la grave perdita”.

Generoso Cusano

Oggi un caro amico ci ha lasciato...da oltre trent’anni abbiamo condiviso tanti momenti, soprattutto di vita politica, che ci vedevano ora d’accordo e ora in disaccordo, ma sempre pronti alla discussione e a prendere decisioni che rendevano protagonista il territorio. Un uomo semplice, umano, pronto al sacrificio e sempre presente...ciao Franco, perdo un caro amico, ma il tuo ricordo sarà sempre con me. Abbraccio forte tutta la tua famiglia in questo momento così doloroso”.

La Federazione Provinciale di Avellino e il Circolo arianese del Partito Democratico:”Esprimiamo profondo cordoglio per la luttuosa circostanza che ha afflitto la famiglia Lo Conte per la perdita del caro amico Franco. Uomo di grandi doti umane, ha dato tanto alla politica, alle istituzioni, alla nostra terra, alla sua gente. Pragmatico e leale, sempre mosso da sentimenti nobili e da passione civile, ha fatto apprezzare il suo impegno nel mondo della scuola, della promozione dello sviluppo locale e del turismo.  La nostra vicinanza alla famiglia e alla comunità irpina tutta”.

Giuseppe Rubinaccio

Salutare un galantuomo non è mai semplice, se poi è stato anche Il compagno e maestro in una parte delle tue battaglie è ancora più arduo. Quella che si è chiusa da poco è una delle giornate più tristi dall'inizio di questo maledetto incubo che sta vivendo il mondo intero. Perché oggi il virus ha strappato all'affetto dei suoi cari e di tutta la comunità irpina un uomo eccezionale, sempre pacato anche se era un vulcano di idee, un grande amministratore ed un vulcano di iniziative. Con lui ho vissuto gli esordi nel Mir. Mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento scomposto. Grande amante della sua terra, che ora gli possa essere lieve. Così voglio salutare Franco Lo Conte, un politico, un amministratore, ma soprattutto un galantuomo”.

Francesco Maselli

La notizia della morte di Franco mi rattrista profondamente. Non posso fare a meno di ricordare cinque anni di amministrazione vissuti insieme. Da valido assessore all’Istruzione ed all’Edilizia scolastica, ha sempre lavorato con passione e impegno, mai facendo mancare il suo contributo alla risoluzione degli annosi problemi della Scuola. Farei un torto all’amico Franco, se non ricordassi anche la sua carica umana e la correttezza che caratterizzava i suoi comportamenti. In cinque anni non abbiamo mai avuto motivi di scontro. Anche quando le nostre idee non coincidevano, egli si poneva sempre in maniera costruttiva e comprensiva e, insieme, trovavamo sempre la soluzione migliore possibile. Perdo un amico, la comunità arianese e quella provinciale perdono un amministratore concreto, serio e di poche parole, ma la sua famiglia perde, anzitempo e per un male cinico e subdolo, un affetto insostituibile. Ad essa va il mio cordoglio e la mia
vicinanza
”.

 

E aggiungiamo, Giuseppe Silvestri Unpli Provinciale di Avellino:” La prematura morte di Franco Lo Conte ci lascia senza parole. Una persona pacata aperta al dialogo e al confronto e molto impegnata per la promozione non solo di Ariano Irpino ma di tutta l’Irpinia. Fra le numerose iniziative che ha ideato ed organizzato con successo voglio ricordare quella della promozione del nostro territorio presso le scuole di ogni ordine e grado della provincia di Avellino per avvicinare i giovani alla conoscenza dell’Irpinia a cui chiese e demmo la nostra collaborazione. Una manifestazione curata dalla allora Amministrazione Provinciale di Avellino. Una persona instancabile e sempre presente. È di qualche mese fa la sua telefonata garbata e convincente per incontrarci per l’organizzazione della Fiera ed il coinvolgimento delle Pro Loco. Manterremo in suo onore l’impegno che ci chiese. Manifestiamo il profondo dolore per la sua scomparsa e giungono alla famiglia le sentite condoglianze mie personali e di tutte le Pro Loco irpine”.

Baiano: Pannetti devozionali in onore di Santo Stefano e bandiere ai balconi

Confidando in un futuro senza virus. Foto da Baiano di Antonio Guerriero.

Diario images43ZBDSOMGianni Amodeo - 07\04\20 - Tempi tormentati e di sofferenza, quelli che trascorre l’umanità nella tenaglia, in cui si ritrova ristretta, per un verso, sotto gli implacabili e troppo spesso mortali colpi che l’aggressività del covid-19 viene infliggendo nel suo ineluttabile propagarsi nel mondo, e, per l’altro, nelle avvolgenti angosce ed invasive ansie, con cui si lascia precedere e s’accompagna, appropriandosi di pensieri, emozioni e stati d’animo. Uno scenario di prolungata e diffusa tristezza, che per l’immediato presente lascia soltanto ora trapelare spiragli di luce per le speranze di guarigione e di salute che con il suo operoso fervoreiorestoacasa imagesXXBTJWCZmedicina già infonde e consegna con le sue cure, mentre per il futuro prossimo la scienza dilata e focalizza al meglio possibile i suoi orizzonti di ardua e complessa ricerca, per approdare all’elaborazione del vaccino che debelli la crudele pandemia in atto. Sono un presente intessuto di fiduciosa attesa e un futuro palpitante d’amore e desiderio d’esistenza che fanno avvertire e vivere quell’essenza di spiritualità, a cui il sacro e il soprannaturale conferiscono la propria impronta, ravvivando e animando di calda devozione le ritualità e le tradizioni religiose, in cui le comunità si riconoscono. E si auto-rappresentano.  

20200405 190859 resizedA darne una conferma eloquente e significativa in questi giorni, che scandiscono la Settimana santa di preparazione alla Pasqua della Rinascita e della Redenzione, sono i pannetti, su cui è impressa l’icona a dimensione integrale di Santo Stefano - con la caratteristica tunica color cremisi trapuntata da fregi indorati- protomartire della cristianità e patrono della piccola comunità cittadina; sono pannetti, spuntati in questi 20200405 131503 resizedgiorni e che si osservano  in esposizione su balconi, finestre di case, corti, palazzi in alternanza con le bandiere del tricolore nazionale. Un’esposizione di buon augurio e auspicio, che, tuttavia, si carica di una singolare e spiccata valenza evocativa nel simbolico “linguaggio” dei pannetti che raffigurano il Santo Levita, segnatamente per la festa votiva che Gli è dedicata e che si rinnova di anno in anno il 26 febbraio. E’ la festa che ricorda la scomparsa del vaiolo, il terribile morbo virale che nel biennio del 1902-1903 devastò la comunità, mietendo vittime. E l’ultima - come raccontano le testimonianze e cronache d’epoca - si registrò il 25 febbraio del 1903, con la morte di un giovane che prestava 20200405 112234 resizedservizio nell’ufficio postale locale. Un’altra tragedia si era consumata e c’era da invocare l’aiuto divino con l’intercessione di Santo Stefano.

santo stefanoE così fu. Il giorno successivo la statua del Santo patrono fu condotta in processione nelle ore della tarda mattinata lungo le strade cittadine. Una corale testimonianza di fede e di popolo, per invocare la protezione del Taumaturgo verso il morbo. E fu monsignor Biagio Masi, oratore e predicatore sacro tra i più eruditi del tempo nella Diocesi di Nola, a pronunciare l’atto d’intercessione. E da quel 26 febbraio il vaiolo, non tormentò più la comunità. Una vicenda ch’è parte integrante della memoria collettiva e che si tramanda di generazione con immutato senso di devozione, ricordandola. 

20200405 190750 resizedE’- questa - la visuale, per la quale i pannetti esposti paiono rinnovare l’invocazione di oltre un secolo fa al Santo Levita, così come c’è chi proprio in questi giorni ha eretto nel giardino di casa una piccola edicola dedicata al Santo per chiedere aiuto a fronte del covid-19 che non conosce freni e ostacoli. Lo spirito dell’oggi è identico e comune a quello di ieri: invocare protezione e la salvezza per l’intera umanità, scongiurando ora le insidie del coronavirus come oltre cento anni orsono la richiesta di soccorso era per allontanare il virus del vaiolo. Sono storicamente dimensioni spaziali distinte e diverse, ma il sentire è comune e identico a se stesso.

20200405 131319 resizedE che il Santo Levita sia insediato radicalmente e nelle fibre intime del vivere della comunità cittadina, lo indica con nettezza di linguaggio e stile, l’avviso che da oltre un mese campeggia sulla saracinesca abbassata  - in segno di tassativa chiusura secondo le ordinanze e disposizioni dei vari istituzionali competenti per il divieto di assembramenti in questa fase di emergenza sanitaria- che protegge i battenti del Centro per gli anziani, la cui vita associativa si svolge negli ampi ed accoglienti locali del Palazzo municipale affacciati su corso Garibaldi. Scritto a pennarello con caratteri in rosso, annuncia: Chiuso. Si riapre quando Santo Stefano vorrà. Speriamo presto.

Chiuso per coronavirus 20200405 074831 resizedMessaggio chiaro e perentorio. E quel chiuso, a riprodurlo in scrittura fonetica alla napoletana, fa quasi risuonare il classico ed efficace … statevea casa anti-assembramento per evitare insidiosi contagi, mentre per la riapertura e la ripresa delle iniziative e attività del Centro, tutto - non c’è alcuna ombra di dubbio - è nelle mani e nelle volontà di Santo Stefano. Statene certi. E la comunicazione è diretta, va da sé, agli assidui e numerosi frequentatori del Centro. Se ne facciano una ragione. E c’è, l’invito con il premuroso auspicio .... che faccia presto, a porre le cose in ordine. E’ confidenzialmente ben più di una speranza, riposta nel Santo venerato con profonda dedizione.  

Diocesi di Aversa: Partito il Giubileo dell’Abbazia di San Lorenzo Fuori Le Mura

Nel XXV anniversario della riapertura, il vescovo Spinillo ha partecipato alla concelebrazione a porte chiuse: “Preghiamo per chi soffre e facciamo nostri gli insegnamenti di san Benedetto”.

san lorenzo 25 d 300x232N.R. - 23 Marzo 2020 – In occasione dell’inizio dell’anno giubilare nel XXV della riapertura della Basilica abbaziale, sabato 21 marzo 2020 il vescovo di Aversa mons. Angelo Spinillo ha presieduto la concelebrazione eucaristica di ringraziamento e supplica per la comunità di San Lorenzo.

“Purtroppo l’epidemia che sta colpendo il mondo intero ci impedisce di raccoglierci insieme, come avremmo voluto, per solennizzare l’inizio di questo nostro giubileo”, ha esordito mons. Spinillo nella sua omelia. “Ma anche se partecipiamo a distanza, oggi ci uniamo in preghiera, ricordando anzitutto i fratelli e le sorelle morti in questi giorni tanto difficili, e poi volendo sostenere i medici e gli operatori sanitari, i governanti e tutti coloro che, nella vita civile e religiosa, sono impegnati nella cura degli ammalati”.

san lorenzo 25 e 611x642Nell’invocare sulla comunità parrocchiale di San Lorenzo la benedizione del Signore, il vescovo si è affidato alle parole di San Benedetto: ‘Ascolta, figlio, gli insegnamenti del maestro e apri dolcemente il tuo cuore’: “Ecco, carissimi fratelli e sorelle, raccogliete questo invito affinché possiate essere sempre in ascolto della luminosa spiritualità che i monaci benedettini hanno vissuto in questa Basilica abbaziale. Possiate viverne gli insegnamenti e fare della vostra parrocchia un faro di luce evangelica nella storia della nostra umanità”.

Il Sommo Pontefice, Papa Francesco, ha concesso la Grazia giubilare della Sede Apostolica per la ricorrenza del XXV della riapertura della Basilica nell’anno 2020-2021, inviando un Rescritto della Penitenzieria Apostolica per l’Indulgenza plenaria. “Purtroppo l’aggressività del Covid-19 ha reso necessaria l’adozione di misure estremamente drastiche per la salvaguardia della salute dei cittadini, con la conseguenza che anche i festeggiamenti giubilari sono stati rimandati”, ha commentato il parroco mons. Ernesto Rascato. “Tuttavia, nel giorno della festa di San Benedetto patrono d’Europa, abbiamo comunque voluto fare grata memoria di un quarto di secolo in cui la Parrocchia dell’Abbazia di San Lorenzo, grazie all’opera dei sacerdoti, fedeli, catechisti ed operatori pastorali, ha vissuto una storia ricca di intense esperienze di fede, testimonianza della carità e vita culturale ecclesiale. Inoltre, abbiamo affidato all’intercessione della Beata Vergine, del martire san Lorenzo e del patriarca san Benedetto ogni famiglia perché il Signore liberi il mondo da ogni forma di pandemia”.

Facciata San Lorenzo 300x146INFORMAZIONI STORICO-ARTISTICHE

Il monastero di S. Lorenzo risale al XI secolo, preesistente alla nascita di Aversa, prima contea normanna in Italia. Il luogo eletto da Rainulfo Drengot, primo conte normanno, era nella regione in Octabo, quando già esisteva lì vicino un altro luogo ad Septimum, dove sorgeva da circa un secolo un piccolo cenobio benedettino dedicato al martire S. Lorenzo, fondato dai principi longobardi della vicina Capua.

Nel secolo XVI questo monastero benedettino viene quasi “rifondato” grazie all’unione con la Congregazione cassinese. Testimonianza di questo momento di straordinario rinascimento spirituale e culturale è la bellezza architettonica del complesso abbaziale con i due chiostri rinascimentali e la grande Basilica a tre navate d’impianto romanico, riconsacrata nel 1627. Il complesso conventuale, dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1807, divenne sede di un Orfanotrofio Militare.

La chiesa abbaziale di S. Lorenzo, chiusa per un secolo dal 1890, solo nel 1979 ne è avviata la ricostruzione, perché crollata in parte durante il terremoto del 11 maggio del 1931, con il restauro avviato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Caserta e diretti dall’arch. Giuseppina Torriero. Nella chiesa abbaziale il 20 giugno 1986 con decreto del vescovo di Aversa, Giovanni Gazza, è stata eretta canonicamente la nuova parrocchia “S. Lorenzo fuori le Mura”, riconosciuta civilmente il 6 settembre 1988, per una popolazione alle periferie tra tre comuni: Aversa, Casaluce e Teverola. Il 21 marzo 1995, festa liturgica del Transito di S. Benedetto Abate, l’allora vescovo diocesano mons. Lorenzo Chiarinelli ha riaperto solennemente al culto la Basilica rinnovata, recuperata come spazio di fede, di carità e di cultura per gli uomini del terzo millennio.