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Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli / Incontro con l’autore: Presentazione del libro “Della Vecchiaia ovvero il posto delle fragole”

23 gennaio 2018 -  Sala Conferenze Donato Marino, Villa Comunale

Della vecchiaia ovvero il posto delle fragoleC.S. – 23.01.2018 - Tornano gli incontri con l’autore alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, organizzati dal Comitato Scienza e Società. La Sala Conferenze Donato Marino ospiterà, martedì 23 gennaio, alle ore 17,00, la presentazione del libro “Della Vecchiaia ovvero il posto delle fragole” opera di Domenico Mazzullo, medico specializzato in psichiatria.

La pubblicazione, nata come sunto scritto delle lezioni tenute dall’autore nell’ambito di un Master organizzato dall’associazione biologi nutrizionisti italiani”, affronta i problemi emotivi, esistenziali e psicologici caratteristici degli individui che giungono a questa etàSi tratta di piccole, profonde riflessioni su un tema di cui molto si è detto e scritto sin dall’antichità e che, nelle parole dell’autore, oggi lo riguarda da vicino. Concetti chiari e semplici, frutto di una lunga esperienza di docenza, raccolti per la prima volta in un corpus organico che offre al lettore interessanti spunti di riflessione utili ad affrontare con serenità la terza età della vita.

MarzulloDomenico Mazzullo è nato a Roma, ove vive ed esercita. Laureato in Medicina e Chirurgia a Roma e successivamente specializzato in Psichiatria a Pisa, nei primi anni di professione è stato medico condotto e medico di bordo. Ha lavorato presso l’ospedale psichiatrico di Volterra e in varie strutture psichiatriche. Ospite di vari programmi televisivi è già autore di testi e pubblicazioni sia in ambito scientifico che divulgativo.

Con la sua presenza la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli apre nuovamente le porte ad argomenti di cultura scientifica non necessariamente legati al suo ambito operativo, nell’ottica di favorire un’inclusione multidisciplinare. Interverranno all’incontro, oltre all’autore, Enrico Alleva e Natale G. De Santo.

AvaNposto Numero Zero fondato e diretto da Egidio Carbone Lucifero presenta Viv le Ruà. Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori e…25, 59 e 70

La Storia di Napoli, attraverso le sue leggende in una produzione Gruppo KaotiKimia.

cs AvaNposto VivLeRuaN.R. – 21.01.2018 - Domenica 21 gennaio 2018, ore 19.00 Napoli, Via Sedile di Porto, 55 (Corso Umberto-Via Mezzocannone) all’AvaNposto Numero Zero si raccontano Napoli e la sua Storia.

In scena «Viv le Ruà. Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori e…25, 59 e 70», una drammaturgia di Ciro Pellegrino, con, Ciro Pellegrino, Paola Maddalena, Ciro Scherma, Carlo Liccardo, Olimpia Panariello, Diego Consiglio. Costumi e scenografia Alkimia 61. Assistente alla Regia, Riccardo Mattei. Regia, Ciro Pellegrino. Produzione Gruppo KaotiKalKimia.

Una rappresentazione divertente, che regala tante informazioni storiche, miste a miti e leggende, con scene oniriche, alchemiche e fantastiche della terra partenopea, intrecciate con il gioco delle carte napoletane, la magia dei numeri, il gioco del lotto e l’interpretazione dei sogni.

Sei personaggi in abiti settecenteschi, accompagnano il pubblico in un viaggio in un passato così remoto da intrecciarsi e confondersi con il ‘probabilmente accaduto’ evocando immagini e suggestioni remote.

Uno spettacolo sulla cultura napoletana: Eleonora Pimentel De Fonseca, Masaniello, Il mago Virgilio, Il miracolo di San Gennaro, la Peste, Il Principe di San Severo, il Vesuvio in Eruzione, i fantasmi. Se li sognate, giocateli sulla ruota di Napoli!

Contributo associativo 12€. Ingresso riservato ai soci. Botteghino: 366-1149276, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Viv le Ruà. Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori e…25, 59 e 70

Una drammaturgia di Ciro Pellegrino. Con, Ciro Pellegrino, Paola Maddalena, Ciro Scherma, Carlo Liccardo, Olimpia Panariello, Diego Consiglio. Costumi e scenografia Alkimia 61.

Assistente alla Regia, Riccardo Mattei.

Regia, Ciro Pellegrino.

Una produzione Gruppo KaotiKimia.

La Storia di Napoli, attraverso le sue leggende.

Domenica 21 gennaio 2018, ore 19.00

Nola / Presentazione del Progetto Artistico del Giglio dell’Ortolano 2018: Il rivestimento a quattro facce della grande macchina a spalla realizzato dal Maestro Nunzio Meo

Titolo: Dall’albero della vita “Sta festa tanne nasce quanne more”. Firmataria:  Santina Meo. Presidente onorario: Giuseppe Esposito. Maestri di festa: Giovanni Ambrosino, Vincenza Napolitano, i figli Raffaele e Giovanna, Wanda Nocerino, Salvatore Napolitano e Filomena De Gennaro, Domenico Fogarese e Carolina Ambrosio, Felice Scala e Giulia Napolitano, Luigi Canfora e Virginia Ambrosino.

 

Locandina Giglio dellOrtolanoPietro Luciano – 22.12.2017 - Il progetto del Maestro nolano Nunzio Meo, per il rivestimento del Giglio d’autore dell’Ortolano 2018 a quattro facce, promosso dai maestri di festa, è stato presentato alla cittadinanza  il 17 dicembre 2017, ore 19.30, in piazza Clemenziano, come un avvenimento sociale, antropologico e pedagogico.

L’idea è nata da un lungo e complesso iter progettuale, alla base del quale c’è la passione e la devozione per il Pastor de multis” San Paolino di Nola.

Il complesso lavoro è partito da un’idea-schizzo della signoraVincenza Napolitano, a cui ha fatto seguito un percorso artistico ricco di bozzetti grafici preliminari e attenti studi interdisciplinari. La misurata e originale sperimentazione del M.° Meo sul linguaggio artistico contemporaneo è ben nota da anni. E tali ricerche hanno portato a sviluppare la tematica del rivestimento del giglio, dal titolo “ Dall’albero della vita ‘sta festa tanne nasce quanne more’ ”.

N. Meo 8La festa dei Gigli, tra folclore, storia e leggenda entrata a far parte dei beni immateriali dell’Unesco dal 2013, non è solo un modo di celebrare l’identità culturare locale, ma rappresenta il dialogo universale di fede cristiana, che attraverso il “ simbolo” del giglio, il fiore donato a San Paolino dal popolo nolano, rappresenta l’adorazione del popolo verso il suo Santo Patrono, protettore e liberatore.

Il progetto del giglio dell’Ortolano, alto venticinque metri, pertanto, nasce da un prezioso coordinamento tra la corporazione, i maestri di festa, l’antica Bottega d’Arte dei Tudisco, dall’apporto tecnico-grafico degli architetti Luisa Mauro e Dario Esposito, dalla collaborazione di Angela Meo ed è stato concepito, per rispondere ai requisiti funzionali richiesti per le storichemacchine a spalla”, secondo un modello didattico che porta avanti il programma di W. Morris e poi di W.Gropius.

N. Meo 1In questo contesto si inserisce il senso dell’operazione di Meo, che sta alla base del suo progetto artistico per Nola, che è quello di “abbatterela barriera tra l’artigiano e l’artista, con la N. Meo 2riunificazione di tutte le discipline delle arti pratico-artistiche: scultura, pittura, arte applicata, architettura, artigianato, ingegneria. E’ il tentativo, quello del prof. Meo, di ricongiungere nel mondo contemporaneo l’artista e l’artigianato, mediante l’abolizione delle differenze tra lavoro concettuale e pratico-artistico.

Nelle botteghe rinascimentali si era, allo stesso tempo, creatori ed artisti senza essere degli abili artigianiafferma il critico d’arte prof. Massimiliano Coppola, che continua “La via maestra da seguire a Nola si identifica con la rivalutazione delle condizioni strutturali dell’artigianato tradizionale, in quanto l’artigianato locale è depositario di una sapienza creativa che costituisce il principio concreto dell’identità socio-culturale nolana.

 

N. Meo 4Il progetto del M° Nunzio Meo

L’artista ha progettato il grande albero della vita come piedistallo dal bulbo del fiore - giglio capovolto, la cui calotta sferica è accessibile al pubblico in corrispondenza dei quattro lati della base, così che lo spettatore può entrare fisicamente nell’opera.

La base è impreziosita dasei vasche con zampilli d’acqua (giardino dell’eden) che alimentano le sei aiuole e i sei petali del fiore, per la cui esecuzione Meo ha dovuto lavorare sotto sopra, per la sua configurazione. Le vasche sono alimentate da pompe idrauliche ad immersione, frutto di un lavoro tra artista, architetti, maestri artigiani ed ingegneri.

N. Meo 5In alto, il grande fiore-giglio bianco si apre e si chiude con un ingegno meccanico, con braccetti idraulici telecomandati a distanza.

Il giglio sta ad indicare la bellezza, il candore, la castità, la purezza della vita e dei costumi. Il giglio-fiore si apre, ed ecco che metaforicamente nasce la nuova festa.

I materiali utilizzati per il rivestimento sono molto leggeri, perché traforati in diverse parti, creano scenografici effetti luminosi. Non è casuale che il Meo viene considerato dalla critica l’artista della luce.

N. Meo 3L’osservatore attraverso itagli può vedere così il nudo e sacro legno del giglio, che rimanda all’albero della conoscenza da cui sarebbe stato preso il legno della Croce per la crocifissione di Cristo.

In alto si possono osservare gli otto angeli che rappresentano le otto corporazioni dei mestieri. Al vertice del giglio la statua di San Paolino, che arriva a Nola con la barca per benedire e proteggere il suo popolo.

 

 

La nota critica

N. Meo 9Meo, dice il prof. Coppola, con le sue immagini, quasi didascaliche, vuole riportare alla luce le radici laico religiose della festa e rendere un concreto servizio alla comunità nolana. Una creatività quella di Meo, continua il Coppola nella sua nota critica,  tesa all’integrazioni delle arti, una progettualità che esprime e tende all’opera d’arte totale, in cui si fondono i diversi linguaggi artistici, e dove si realizza un’unione e una parità tra arti maggiori e arti minori”.

N. Meo 12E prosegue:”L’artista ha messo in scena un ricco programma iconografico, un linguaggio lineare e stilizzato di grande raffinatezza, fatto di immagini dai caratteri che rimandano al tardo barocco e all’art nouveau, soprattutto alla secessione klimtiana. Immagini che denotano una decisa impronta simbolista e un estremo decorativismo, sostenuto da preziosi effetti spaziali e N. Meo 11cromatici (dal bianco, al bianco avorio) che ricordano le ceramiche di Capodimonte. Ne derivano figure e immagini religiose da molteplici sfaccettature, in un percorso  che racconta la storia nolana dei gigli, come un antropologo ed un etnologo.

E ancora:”Con il maestro Meo condividiamo da anni esperienze di formazione educativa dei giovani e promuoviamo la cultura artistica sul territorio campano, in una prospettiva di pura ‘contaminazione’ e rinascita tra le arti. Un esempio di queste attività didattico-artistiche è il primo premio di PaolinArte 2017di cui Meo è uno dei fondatori, dove studenti dei Licei Artistici italiani, N. Meo 10hanno potuto confrontarsi attraverso l’arte, con la figura di San Paolino e la Festa dei Gigli. Il progetto del Giglio dell’Ortolano si pone in linea di continuità con le precedenti iniziative speciali sui gigli promosse dal maestro incisore Vittorio Avella, che ha chiamato a Nola, nel N. Meo 6corso degli anni, per la realizzazione del Giglio d’autore, maestri contemporanei, di spessore nazionale ed internazionale. Grandi artisti che hanno realizzato il loro giglio d’autore, accomunati da un significativo rapporto di amore e di fede, con la Nola di San Paolino, tra cui ricordiamo, oltre a Vittorio Avella: Mimmo Paladino, Perino e Vele, Mario Persico, Antonio Cuono, Nella Tarantino, Guido Tatafiore, Geppino Cilento, Italo Scelza, Aulo Pedicini, Bruno D’Arcevia, Sergio Fermariello”.
Posizionamento del Giglio in Piazza Clemenziano
Infine, conclude il prof. Massimiliano Coppola, di Nunzio Meo possiamo apprezzare da alcuni decenni, la sua indole artistica scenografica e spettacolare e la sua virtuosistica abilità nel perseguire la seduzione dell’osservatore, come nella progettazione del Giglio dell’Ortolano. Nella società attuale dell’immagine, i cui strumenti e processi sono l’illusione e l’artificio, il maestro lavora per la fusione di linguaggi diversi. Si tratta di una ricerca spirituale continua del sublime e delle emozioni meditate dalle lezioni dei grandi maestri del passato”.

A Casamarciano “Incontro con l’Autore e la sua Terra”

Sussurri d’Immensità’ di Antonio Passero, edito da Il Laboratorio/Le edizioni per aiutare i malati “rari ma non invisibili” e le attività dell’Associazione Italiana per la Ricerca sull’Anemia di Fanconi.

locandina N.R. – 11.01.2018 - Un libro per beneficenza, un esperimento per promuovere la poesia e finanziare la ricerca scientifica sull’Anemia di Fanconi si svolgerà venerdì 12 gennaio, alle 18.00, nella tenuta Donna Clementina di Casamarciano (Na).

La  kermesse è nata per presentare il libroSussurri d’Immensità’ di Antonio Passero, edito da Il Laboratorio/Le edizioni, avvocato e scrittore nolano, per sensibilizzare il pubblico sull’Anemia di Fanconi, una malattia genetica rara.
‘Sussurri d’immensità’ è un libro di poesie d’amore, sentimento disincanto e magia, elemento che vanifica ogni paura;  ci sono tutti gli affetti, c’è un grido di protesta verso la guerra e c’è la natura, variopinta e descritta in tutte le forme e creature

copertina libroCon ‘Sussurri d’Immensità’, Antonio Passero completa un ciclo aperto con la pubblicazione della sua prima raccolta, ‘Echi di giovinezza’.

Lo scrittore ha scelto di devolvere l’intero ricavato della serata di presentazione del suo libro in beneficenza, per sostenere i malati “rari ma non invisibili” e le attività dell’Associazione Italiana per la Ricerca sull’Anemia di Fanconi (Airfa Onlus – www.airfa.it).

L’Airfa è un’associazione nata a Napoli nel 1989 per finanziare progetti di ricerca scientifica sull’Anemia di Fanconi, una malattia rara che colpisce prevalentemente i bambini ma anche gli adulti. La maggior parte dei pazienti presenta ritardi di accrescimento e malformazioni scheletriche e ha un rischio aumentato di sviluppare leucemie e tumori. La ricerca sull’Anemia di Fanconi è l’unica strada per trovare una cura che sia in grado di debellare la malattia e, allo stesso tempo, costituisce una chiave determinante per comprendere il processo biologico di base del cancro. Uno dei geni che determinano l’Anemia di Fanconi è infatti anche responsabile del cancro al seno.

I fondi raccolti grazie a quest’iniziativa contribuiranno a finanziare il progettoCaratterizzazione molecolare dei tumori solidi in pazienti affetti da Anemia di Fanconi”, condotto dai ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.

Lo studio dell’equipe della dottoressa Angela Mastronuzzi si propone di identificare precocemente i pazienti affetti da tumori solidi con caratteristiche fenotipiche compatibili con Anemia di Fanconi; di effettuare uno screening diagnostico iniziale mediante DEB test; di effettuare una caratterizzazione genetica dei pazienti affetti da FA e molecolare dei tumori solidi.

logo AIRFA 400x400Con l’autore, Antonio Passero, interverrà all’appuntamento del 12 gennaio a Casamarciano anche Albina Parente, presidente dell’Airfa. “Al momento non esiste una cura per sconfiggere l’Anemia di Fanconi – dichiara Parente – e il sostegno alla ricerca scientifica è l’unica strada per trovarla e salvare tanti bambini e pazienti. Negli ultimi anni, grazie anche al supporto dell’Airfa, la ricerca scientifica ha compiuto passi fondamentali, a partire dal netto miglioramento del tasso di successo dei trapianti, che hanno permesso alle persone affette da Anemia di Fanconi di accrescere la propria speranza di vita. Ci stiamo impegnando, quindi, a sostenere studi nuovi che si interroghino anche su quello che succede dopo il trapianto, dal trattamento dei tumori solidi ai problemi legati alla fertilità. In particolare, stiamo pensando di avviare un progetto di ricerca con le equipe mediche della Campania, proprio sul tema della fertilità. Si tratta di emergenze nuove che non possono spaventarci: solo qualche anno fa i nostri ragazzi con Anemia di Fanconi non sopravvivevano oltre l’età della pubertà; adesso i pazienti adulti sono sempre di più. La ricerca ha sicuramente fatto tanto ma tutto questo non ci basta: in Italia abbiamo eccellenze in questo campo che dobbiamo continuare a sostenere”.

A BAIANO APRE CASA TELETHON

Il 1, il 3 ed il 10 dicembre raccolta fondi da parte dei volontari per la cura delle malattie rare e ignote.

NA SANTARELLA 1N.R. - 01\12\17 - Work in progress per il programma di sostegno alle attività di ricerca scientifica della Fondazione Telethon. Ed ecco la prima parte delle iniziative in agenda. Si apre sabato primo dicembre,  nell’Auditorium  dell’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII”, in via Luigi Napolitano, in coincidenza con la rappresentazione dello commedia “ ’Na Santarella” con la regia di Franco Pinelli. Sarà presente un gruppo di volontari per la raccolta delle donazioni.

Logo TelethonDomenica 3 dicembre, in Piazza Francesco Napolitano, alle ore 9.00,  in caso di pioggia nelle vicina sede della Pro Loco, sarà allestito il gail gazebo informativo sulle attività di ricerca scientifica di Telethon per la cura delle malattie rare e ignote. Per la circostanza si raccoglieranno regali solidali e donazioni per la missione umanitaria di Telethon. Il gazebo resterà aperto fino alle ore 13.00.

Romeo LietoDomenica 10 dicembre, ore 10.30, presentazione nel Circolo “L’Incontro” del libro “Baianoinretrospettiva”, un interessante e intrigante collage di bozzetti e racconti, con cui Romeo Lieto rivisita la realtà e i costumi  della comunità cittadina dagli anni ’30 agli anni ’50 del secolo scorso, facendo rivivere uomini e donne che con la loro dimensione umana e popolare hanno incarnato il vissuto locale, lasciando di sé un diffuso retaggio di buoni ricordi per l’autenticità del sentire, la semplicità e cordialità, con infinita  dedizione al lavoro.

Le donazioni dedicate a “Baianoinretrospettiva” saranno devolute dall’autore  alla Fondazione Telethon.