Avellino / Le vie del Tempo perduto: Dall'Appia antica all'Avellino-Rocchetta
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21 Apr 2018
- Scritto da N.R.
Venerdì 20 aprile 2018, ore 17.00, presso l’Archivio di Stato di Avellino (ex Carcere Borbonico, Sala Ripa).
N.R. – 20.04.2018 - Ad Avellino, il 20 aprile 2018, inizio alle ore 17.00, presso la Sala Ripa dell'Archivio di Stato (nell'ex Carcere borbonico, in via Verdi, 15/17), convegno su “Le vie del tempo perduto: dall'Appia antica all'Avellino-Rocchetta”, con l'obiettivo di portare a conoscenza come questa struttura, ancora per poco residuale, è stata inserita nelle ferrovie turistiche con la Legge 9 agosto 2017, n° 128 (Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico).
Saluti dr.ssa Maria Amicarelli, direttrice dell’Archivio di Stato di Avellino; dell’ing. Luigi Sorrentino, componente del Direttivo Nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia; dell’ing. Ciriaco Iovine, segretario dell’Associazione HIRPUS; della dr.ssa Maria Fariello, presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione VELECHA; dell’arch. Claudio Rossano, consigliere dell’Associazione IRPINIA RITROVATA.
Introduzione dell’ing. Gerardo Troncone, presidente del Gruppo Archeologico Irpino; della dr.ssa Giuseppina Gioia, funzionario dell’Archivio di Stato su “L’Irpinia dal finestrino. Un viaggio sospeso fra spazio e tempo lungo la storica tratta”; dell’ing. Fabio Formato dell’Archivio di Stato su “La ferrovia di cartone. La linea ferroviaria Avellino-Rocchetta, capolavoro d’Ingegneria”; del prof. Paolo Speranza, presidente Associazione CINEMASUD, su In treno verso il futuro. La linea Avellino-Rocchetta nella Letteratura e nel Cinema. Conclude l’ing. Carlo De Vito, presidente FS - Sistemi Urbani su L’impegno delle Ferrovie dello Stato per il recupero della storica tratta”.
Segue dibattito. L’evento è accompagnato dalla Mostra fotografica “Le strade dirette al Mattino” con immagini di Mario Spagnuolo e testi di Gerardo Tronconelico, che resterà aperta al pubblico fino al 20 maggio 2018.
Organizzazione dell’evento: Lello Barbarisi, Fabio Formato, Giuseppina Gioia, Ciriaco Iovine, Giuseppe Palladino, Claudio Rossano, Gerardo Troncone, Valeria Zaccaria, in collaborazione con il personale dell’Archivio di Stato di Avellino.
Visite guidate a cura di Valentina d’Argenio, Angela Perillo, Gaia Tatone.
La Mostra fotografica “Le strade dirette al Mattino”, immagini di Mario Spagnuolo e testi di Gerardo Troncone:
-La ferrovia di cartone e il ponte Principe
-Appia regina viarum, La via Appia in Irpinia
-Le via di chi va in Puglia, la via Herdonitana
-Il viaggio di Orazio, la via Minucia-Traiana
-La via degli ultimi imperatori, la via Erculea
-L’acquedotto augusteo
-L’acquedotto sannita
-La valle dei Mulini ad Avellino
-Le vie della Neve
-Ponte della Lavandaia a Montella
Salerno: Presentati i numeri 38-39 della Rivista Salternum
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20 Apr 2018
- Scritto da N.R.
La pubblicazione edita dal Gruppo Archeologico Salernitano nell’Aula superiore del Complesso monumentale di San Pietro a Corte.
N.R. – 20.04.2018 - Lunedì 16 aprile 2018, con inizio alle ore 18.30, il Gruppo Archeologico Salernitano ha presentato nella suggestiva Aula del trono dei duchi e dei principi longobardi meridionali – Chiesa di San Pietro a Corte – Largo S. Pietro a Corte, 1 – Salerno (Centro storico) i numeri 38-39 della rivista Salternum giunta al XXI anno di pubblicazione.
Quest’anno è stata scelta, dunque, una location particolare e suggestiva: L’Aula superiore del Complesso monumentale di San Pietro a Corte, sede dei duchi e principi longobardi meridionali, orgoglio della Città di Salerno ed unico esempio in Europa di architettura civile longobarda.
Il Gruppo Archeologico Salernitano, che da oltre trenta anni è presente con i suoi Volontari in questo sito e si occupa di valorizzazione della cultura longobarda europea, si sente onorato ed orgoglioso di aver creduto per primo nella rinascita culturale del luogo, superando scetticismi ed ostacoli diffusi in Città.
Sono intervenuti: Mariaelva TORINO, Paleopatolaga UniSob, e l’Archeologa Monica VISCIONE. Hanno coordinato i lavori Chiara LAMBERT e Felice PASTORE.
La partecipazione costituiva attività formativa per i Tirocinanti delle Università degli Studi di Napoli e Salerno
In questo numero: 1) Editoriale: Estate 2017. Natura e cultura date alle fiamme. 2) Il tragico ‘bollettino di guerra’ degli incendi dolosi di Chiara Lambert. 3) Augusto e dintorni. Ovidio poeta d’amore. Divagazioni di Vincenzo Boni.4) Un vaso puteolano dall’antica Fratte (Salerno) di Sergio Cascella.5) Vita e svaghi di un aristocratico del V secolo. Il secondo libro dell’epistolario di Sidonio Apollinare di Francesco Montone. 6) Edifici a pianta trilobata in Italia meridionale. Tarda Antichità e Medioevo di Alessandro Luciano. 7) La Scuola Medica di Salerno e la sua fortuna sul mare di Giuseppe Lauriello. 8)Matteo Silvatico e la Filosofia della Natura nella Medicina e nella Botanica di Luciana Capo. 9) Spezierie a Salerno nel XVII secolo di Antonio Capano e Maria Antonietta Del Grosso. 10) Stefano delle Chiaje (1794-1860). La damnatio memoriae di uno scienziato. Un caso di spoils system dell’Italia unita di Marielva Torino. 11) Omaggio di un giovane filologo cavese a un pioniere dell’aviazione di Maria Rosaria Taglé.
Appunti di viaggio: Promenade ad Angkor Thom di Rosalba Truono Iannone.
Recensioni: Catilina di Barbara Levick di Francesco Montone.
Info: Gruppo Archeologico Salernitano
cell. 338.19.02.507
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AVELLA: PRESENTAZIONE DEL LIBRO ” LA DANZA DEI POMODORI” DI MELANIA DE MASI
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28 Feb 2018
- Scritto da N.R.
N.R. – 26.02.2018 - Venerdì 2 marzo, presso il Palazzo Baronale – Sala Alvarez de Toledo, inizio ore 18.30, presente l’autrice Melania De Masi, si parlerà del suo romanzo d’esordio “La danza dei pomodori”, Il quaderno edizioni. Ne discuteranno con l’autrice la dott.ssa Ida Franzese, psicologa psiterapeuta, e l’editrice, dott.ssa Stefania Spisto. La manifestazione è patrocinata dal Comune di Avella.
Il libro è un percorso nel cuore di Costanza, la protagonista, una sorta di viaggio in treno nella sua crescita, prima bambina, poi donna.
La trama - Costanza è una bambina di sette anni, che vive in punta di piedi tra adulti in perenne conflitto. La violenza sembra essere la soluzione ricorrente con cui vengono risolti continuamente i problemi tra Sandro e Lora, i genitori di Costanza. Una violenza che non risparmierà neanche lei. Sullo sfondo di una provincia napoletana degli anni ottanta, si dipana il viaggio esistenziale di Costanza nelle sue tappe della fanciullezza, adolescenza, maturità. A contatto con personaggi, alcuni destinati a rimanere, altri a passare come meteore, ma con un loro ruolo, Costanza vedrà affermarsi la sua personalità femminile, scoprirà l’amore ed altri sentimenti, tenendosi, tuttavia, sempre ad un passo da se stessa, rallentata dalle proprie insicurezze, dalle proprie fragilità.
L’autrice - Melania De Masi è nata il 13 giugno del 1971 in un piccolo paesino dell’Irpinia. Ha vissuto la prima parte dell’infanzia a Napoli, città d’origine della sua famiglia, per poi trasferirsi ad Avella, dove risiede tuttora. Laureata presso la Federico II di Napoli, esercita la professione di architetto, senza aver mai abbandonato la sua passione per la scrittura. Ama comporre poesie in dialetto napoletano.
Nola / Festa dei folli: Inaugurazione della 18ª edizione della rassegna teatrale VISIONI, l’affermazione di una tremenda e del resto ineluttabile necessità
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19 Mar 2018
- Scritto da N.R.
La manifestazione di quest’anno è dedicata alle donne: ”: 4 spettacoli, 4 rappresentazioni, 4 narrazioni dell’universo femminile nelle sue declinazioni; 4 modi di ESSERE, di affermarsi, di “differenza” femminile, di emancipazione, di liberazione dai ruoli precostituiti, dalla violenza.IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO darà il via allo spazio eventi nel Centro Storico di Nola.
N.R. – 01.03.2018 - Sarà la prima e unica data in Campania dello spettacolo IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO di Gabriella Pacini con la brava Laura Nardi e la regia di Armando Pinheiro a inaugurare, giovedì 1 marzo alle 20.30, la 18ª rassegna teatrale VISIONI, l’affermazione di una tremenda e del resto ineluttabile necessità dell’associazione culturale la Festa dei folli (www.lafestadeifollinola.wordpress.com), edizione teatrale dedicata alle donne.
“Abbiamo sentito l’urgenza di organizzare e dedicare VISIONI alle Donne, per gridare BASTA! alla quotidiana recrudescenza della violenza di genere: morale, psicologica, fisica, al femminicidio!”- dicono le organizzatrici.- “È una questione culturale”.
La festa dei folli, in tutti questi anni e per tutte le edizioni passate, ha sempre dato importanza e risalto alla drammaturgia contemporanea, sociale e comunitaria, creando, sin dall’inizio, un rapporto molto diretto e coinvolgente con il pubblico.
“Senza cultura non c’è scelta, non c’è crescita civile e sociale”- sostengono le organizzatrici – “La qualità degli spettacoli non solo produce valore per le persone e la comunità, ma stimola innovazione, vitalità, dialogo che possono aprire nuovi orizzonti, di creatività, di sogni”.
VISIONI, dunque, è un percorso, un viaggio, un ciclo, un cerchio, “΄a rota”: 4 spettacoli, 4 rappresentazioni, 4 narrazioni dell’universo femminile nelle sue declinazioni; 4 modi di ESSERE, di affermarsi, di “differenza” femminile, di emancipazione, di liberazione dai ruoli precostituiti, dalla violenza.
VISIONI ha inizio con il debutto campano di IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO, che non è solo uno spettacolo contro la violenza nel parto, ma contro la violenza sulla donna, in questo caso istituzionalizzata ed esercitata quando essa è più indifesa e spaventata: Anna è un’ostetrica di 45 anni, “fa” partorire in ospedale le donne da 25 anni. Sottopone le partorienti alle pratiche ospedaliere “di routine” senza mai mettere in dubbio il limite tra controllo medico e sadismo. Ma Anna un figlio non lo ha mai avuto, perché su quel lettino da parto non ci si è mai voluta mettere …
Prima volta in Campania, il 15 marzo, per EROS PERVERSI di e con Serena Gatti e Raffaele Natale, una serata di poesia erotica accompagnata da musica dal vivo e canzoni.
Dall’antica Grecia ai giorni nostri l’Eros è evocato con parole di intensa bellezza, la scelta dei brani offre un panorama di versi che vanno dal VII sec. A. C. ai poeti nostri contemporanei. È l’invito ad amare, a godere, è lo sguardo eccitato di fronte al corpo amato, l’invito al piacere dei sensi, al fuoco delle emozioni. Parole che ci portano lontano dalla selva di consumismo e della volgarità, cui il corpo femminile e la cultura erotica oggi è rilegata. I versi stimolano l’avventura dei sensi, l’estasi, l’incanto, il piacere profondo di conoscere, scrivere e amare. Tra i testi scelti ci sono i versi di Neruda, Saffo, Lirici Greci, Valduga, Verlaine, Baudelaire e altri classici ancora.
Il 12 aprile, Ciro Pellegrino ha liberamente tratto il testo da “Viva la Vida” di Pino Cacucci e curato la regia di EROS PERVERSI di e con Serena Gatti e Raffaele Natale,.
Attraverso un susseguirsi di confessioni intime e di ricordi colmi di amore e disperazione, si colgono sulla scena gli ultimi momenti di vita di Frida Khalo. La donna, l’artista, l’amante che ha fatto della sua intera esistenza una strenua rivoluzione contro un destino di morte e solitudine, depone le armi: la stanchezza ha vinto la guerra. Ancora una volta, come in un gioco di specchi, il pubblico è il suo doppio a cui rivolge il suo ultimo saluto.
΄a Rota, chiude, il 19 aprile, VISIONI, ma, appunto, come una ruota, un percorso, un cerchio si potrebbe ricominciare …
΄a Rota, testo e regia di Ramona Tripodi con Marianita Carfora e Inaua Coeli Linhart, è uno spettacolo la cui drammaturgia nasce mescolando la leggenda della Madonna dalle scarpe rotte con la storia della Ruota degli Esposti dell’Annunziata nel cuore di Forcella, quartiere storico napoletano. È uno spettacolo sull’abbandono e sull’amore. È una storia sugli ultimi. Sul valore della vita e sulla sua dignità. La ruota o Ròta degli Esposti era il luogo dove si abbandonavano i neonati indesiderati. Facendo girare la ruota, la parte con l’infante veniva immessa nell’interno.
Anche Telluccia è entrata così nell’Annunziata. Anche se la ruota era stata chiusa nel 1875, non aveva mai smesso di girare, di accogliere gli indesiderati.
Lo spettacolo è ambientato nel Giugno del ’46. Al Referndùm del 2 Giugno hanno votato anche le donne e per questo a Telluccia sembra un sogno possibile che l’Italia diventi una Repubblica.
La rassegna di teatro, VISIONI, è parte integrante e fondante della stagione teatrale cominciata, lo scorso anno, con lo spettacolo Non è un paese per donne, dando anche l’avvio alle attività de la festa dei folli sempre alla ricerca di nuovi linguaggi, alla innovazione alla sperimentazione e alla multidisciplinarietà, la commistione delle diverse forme di spettacolo. Contaminazione tra i diversi linguaggi artistici, attraverso le nostre buone pratiche di formazione, per poter sempre più “educare” alla integrazione e al superamento di tutte le forme di discriminazione rivolto, soprattutto, alle nuove generazioni per “formarle” ai valori fondamentali di un vivere sano e civile.
Stagione teatrale come spazio di espressione, dunque, di confronto e di crescita che lega sempre più il Teatro alla vita delle persone, che accoglie l’incompiutezza dell’esistenza e la vitalità del sogno, che scardina consuetudini, stimola domande, insomma propone il Teatro come alle sue origini.
Bravi interpreti e grandi autori danno vita a un linguaggio autentico e consapevole, capace di raccontare i sentimenti e le verità più profonde. Capace di regalare sogni, emozioni, pensieri e progetti per la costruzione di nuovi orizzonti. Il Teatro come spazio reale, luogo “fisico” dove passano sensazioni ed emozioni da vivere insieme; come “artigianato del pensiero” è irrinunciabile.
BAIANO: INIZIATO IL NOVENARIO DELLA FESTA DEVOZIONALE DI SANTO STEFANO
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19 Feb 2018
- Scritto da Gianni Amodeo
IL VESCOVO FRANCESCO MARINO INCONTRA LA COMUNITA’ CITTADINA
Gianni Amodeo - 18\02\18 - Due giornate cerchiate con l’evidenziatore in rosso nell’agenda della vita locale, quelle di sabato 24 e lunedì 26 febbraio per la visita pastorale che il vescovo della Diocesi di Nola, mons. Francesco Marino, renderà alla cittadinanza; giornate che segnano il novenario di preparazione liturgica e la celebrazione memoriale in onore di Santo Stefano, Protomartire della cristianità e Patrono della comunità. Un omaggio di fede all’evento miracoloso, con cui il Levita liberò Baiano dalla mortale malattia del vaiolo tra le più diffuse e che nei secoli ha devastato interi popoli ed è stata debellata soltanto con le profilassi sanitarie praticate in modo capillare in tutto il mondo con i programmi di vaccinazioni mirate ed efficaci. Una malattia che nel 1980 l’Organizzazione sanitaria mondiale ha dichiarato pienamente domata e cancellata.
I giorni che nella tradizione scandirono e predisposero l’evento miracoloso furono quelli del febbraio del 1903, quando si toccò l’apice di crescenti timori, angosciose inquietudini e lancinanti sofferenze per i colpiti dalla malattia, trasfondendosi nel raccoglimento in preghiera della comunità del tempo, mentre la statua lignea del Santo Levita rivestita con la tunica color cremisi e fregi dorati veniva condotta a spalla dai fedeli in processione lungo le strade del centro abitato e nei popolosi quartieri dei Vesuni e del Tuoro. Era il 26 febbraio di 115 anni fa, quando il contagio si dissolse in un’intensa atmosfera di commozione e liberazione dal terribile virus. Ed ecco il senso della festività devozionale che si celebra ogni anno; senso che connota la condizione dell’umanità dolente e tribolata, che si lega alla fede della trascendenza, qualche che sia la religione professata, nella speranza e nell’amore per la vita.
Il presule della Diocesi di San Felice e San Paolino incontrerà la comunità nelle ore pomeridiane di sabato, 24 febbraio, mentre nella mattinata del 26 officerà la concelebrazione eucaristica nella Chiesa parrocchiale di Santo Stefano con il successivo rito processionale. In serata, dopo la celebrazione della Messa, officiata alle ore 18.00 dal parroco don Fiorelmo Cennamo, si procederà al sorteggio della lotteria volontaria per l’assegnazione di statuine raffiguranti il Santo Patrono della comunità nel quadro delle iniziative del Comitato dei festeggiamenti del 2 e 3 agosto, dedicati al Levita.
CONCERTO IN CHIESA CON FALKO- MAROTTA-GIUSTI
PRO TELETHON
Il sigillo conclusivo alla giornata sarà dato dal Concerto musicale, promosso ed organizzato dal Circolo socio-culturale “L’Incontro” nell’ambito delle attività di “Casa Telethon” per la campagna del 2018 e in coincidenza con la Giornata Mondiale della ricerca sulle malattie rare, indetta per il 28 febbraio. Filo conduttore del Concerto sarà la selezione di “Celebri brani da non dimenticare”, con la partecipazione di Elia Falco, con nome d’arte Falko, la rinomata e prestigiosa “armonica d’oro”, e Antonio Marotta, Maestro di chitarra classica, con la cantante Anna Giusti, voce solista. Falko e Marotta, diplomati del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino sono docenti di Educazione musicale nell’Istituto comprensivo scolastico “Enrico De Nicola”, a Casalnuovo.
Ed ecco i brani che saranno proposti da Marotta con le magie della sua chitarra: L’Ave Maria di Gounod; Il postino di Bacalov; La vita é bella di Nicola Piovani; Cinema Paradiso di Ennio Morricone; Ouverture di Carulli; Incantation e Movimenti sincronici di Colonna. I brani che eseguirà Falko con i virtuosismi della “sua” armonica saranno: Oblivion e Liber Tango di Astor Piazzolla; C’era una volta il West e The Mission di Ennio Morricone; Torna a Surriento; Reginella I’e te vurria vasà. La cantante Anna Giusti, voce solista di raffinato e bel timbro, interpreterà “Caruso” di Lucio Dalla e “Cu mme’ ” di Enzo Gragnaniello.
La presentazione del Concerto sarà curata dall’avvocatessa Giusy De Laurentiis. La dottoressa Teresa Milite ha appena conseguito a pieno punteggio l’abilitazione per la professione medica, in linea con il 110 e lode acquisito a novembre nell’Università “La Sapienza” di Roma con la trattazione della tesi di laurea sperimentale in ambito oncologico - presenterà le linee generali dell’attività di ricerca scientifica in cui è impegnata la Fondazione Telethon, che fa leva sulle donazioni private e sul volontariato civico per sostenere progetti e studi di fondamentale importanza per il progresso della medicina. Sotto i riflettori dell’intervento della dottoressa Milite il significato etico e solidale del 28 febbraio Giornata Mondiale dedicata alla ricerca sulle terapie per le malattie rare e ancora ignote alla scienza medica.
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