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Nola/Chiesa dei Santi Apostoli - Prima Edizione del Festival Bruniano: Performance del maestro Tufano dal titolo: “ Per il Nolano”

A cura di Massimiliano Coppola

tufano 722.02.2014 - Nella città di Nola, giovedi 20 febbraio, alle 19,45, si è inaugurato nella Chiesa dei Santi Apostoli la prima edizione del Festival Bruniano, in occasione delle celebrazioni per l'anniversario della morte di Giordano Bruno ( Nola, 1548 - Roma, 17 febbraio 1600).
Il Festival Bruniano dal titolo "Verità e dissimulazione" è stato dedicato alla memoria dello storico torinese Luigi Firpo, che restituì obiettività storica e umana al filosofo nolano. Una serie di eventi sono previsti dal programma, dal 20 al 23 febbraio, con incontri di: filosofia, arte, musica, e teatro di rilievo internazionale. All'inaugurazione erano presenti: il Sindaco Geremia Biancardi, l'Assessore alla Cultura Cinzia Trinchese, il Presidente della Fondazione Giordano Bruno Aniello Montano, il Presidente dell'Associazione Meridies Michele Napolitano, i docenti Anton Schutz e Massimiliano Traversino del Birkbeck College dell'Università di Londra, e il maestro Tufano.
Tufano 1 - Copia 500x375Per la mostra " Per il Nolano" il maestro Tufano ha creato un'installazione nella navata centrale della Chiesa dei Santi Apostoli, con una grande rete ancorata sopra le colonne, fili, fogli di carta e maschere in cartapesta. Dall'alto, in una visione spaziale, scendono fino ad altezza d'uomo, dei fili a cui sono appesi: testi poetici, aforismi e pensieri filosofici di Giordano Bruno, sagome dell'Italia tagliuzzate e lacerate, e maschere in cartapesta con l'impronta del viso del maestro.
Tufano ha immaginato e realizzato un'opera che coinvolge in modo unitario: l'arte, la musica, il teatro e la filosofia. Un'installazione che si presenta scenografica e teatrale, percorsa e attraversata dal pubblico; ognuno interagiva con l'opera, si fermava a leggere gli scritti e toccava con le proprie mani le maschere. Dopo questa prima fase, sono iniziate azioni e performance con l'entrata in scena come in un teatro, di un musicista che ha suonato note classiche e coinvolgenti col clarinetto e di un coro che leggeva in tono acceso i testi bruniani. All'improvviso, un silenzio e un buio nella Chiesa. Il pubblico attendeva l'evolversi della performance artistica.
L'idea-progettuale dell'installazione trova il suo culmine, e si risolve per Tufano, nell'ultimo gesto rituale del fuoco. E'un rituale molto suggestivo che si tramanda immutato da millenni. Si tratta di creazione, distruzione e rinnovamento. L'artista, con una torce accesa esce dalla penombra dell'edifico ed inizia a bruciare tutto il suo lavoro artistico: i fogli con le scritte e le maschere di cartapesta prendono fuoco; è come se il maestro si volesse liberare dalle brutture degli uomini, che spesso si nascondono dietro una maschera. Al contrario, il filosofo nolano non ha mai messo la maschera, e poteva farlo per salvarsi dal rogo a Campo de' Fiori, ma ha preferito morire, per essere leale con il suo pensiero e non omologarsi agli altri.
Tufano 2 - Copia 500x375L'intervento simbolico con il fuoco, dunque, si ispira alla sorte di Giordano Bruno, che morì da martire bruciato sul rogo, l'unico peccato che aveva fatto, era quello di aver creduto nel suo pensiero. Il filoso diceva" ... che moriva martire volentieri e che sarebbe la sua anima ascesa con quel fumo in paradiso".
Il fuoco, le combustioni di Tufano ci riportano agli esempi di Burri; infatti, non evocano solo la distruzione passata, ma annunciano una speranza e il nuovo.
Queste esperienze sono per il maestro Tufano, di origine nolana, in qualche modo un'eredità assunta dal Nouveau Realisme e, per certi aspetti rituali, le sue performance ci riportano all'Arte Povera di Anselmo e Zorio. Alcuni sagome dell'Italia,invece, ricordano la famosa Italia rovesciata di Luciano Fabro; ma qui Tufano usa quel simbolo, in modo ironico e polemico. L'Italia e le singole regioni si sdoppiano, come per marcare le stupide diversità politiche ed economiche tra Nord e Sud, che invece di unire tendono a dividere. La stessa immagine del " bel Paese" è stata lacerata e distrutta, perché alla base è venuto a mancare un comune e forte sentimento di appartenenza.