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BAIANO / IL MIRACOLO CHE DEBELLO’ IL VAIOLO: CELEBRATA LA FESTA VOTIVA IN ONORE DI SANTO STEFANO, PATRONO DELLA COMUNITA’

Santo-Stefano-Gianni Amodeo – 28.02.2014 - Intensa e folta la partecipazione dei fedeli alla con-celebrazione eucaristica per la Festa votiva in onore di Santo Stefano, presieduta dal vescovo della diocesi di Nola, Beniamino Depalma. E' stata officiata nella chiesa parrocchiale, dedicata al Patrono della comunità e pavesata - come sempre avviene in occasione dei festeggiamenti patronal i- con i tradizionali pannelli in tessuto damascato e fregi gialli. Nell'omelia, il presule ha tratteggiato il profilo storico della figura del Primo martire della cristianità; un profilo, per far risaltare nell'esistenza e nella fede del Diacono levita, santificato dalla Chiesa, la capacità di essere uomo controcorrente, amante della vita e dell'umanità, ma soprattutto della giustizia e della dignità della persona umana, nelle turbolente vicende della Palestina sottoposta ai colpi duri ed aspri della romanizzazione. Una capacità, ispirata e nutrita-sottolineava Depalma-.dalla forza della fede in Dio. Altro tema di riflessione, la spirale dell'arroganza, con cui l'uomo contemporaneo rende relativi o nullifica gli aspetti della realtà, a fronte dei quali, tuttavia, assolutizza se stesso nei gorghi della superbia e nella nicchia dell'egoismo, rinunciando ai valori della solidarietà e della carità verso gli altri.
Santo Stefano BaianoA conclusione del rito della con-celebrazione eucaristica, la statua del Santo ha attraversato le vie cittadine. Un lungo corteo, formato dal clero locale, dalle congreghe con i loro stendardi e tanti fedeli. Il tutto scandito dall'accompagnamento delle sonorità della locale banda musicale.

Il racconto è di Stefano Galasso e fu pubblicato nel 1903 da quella ch'è stata, per un secolo e mezzo, la ben frequentata Tipografia Antonio Ferrara, attiva in via Santa Croce ad Avella, e tra le più rinomate del territorio sull'asse Baiano-Nola-Pomigliano d 'Arco, in cui hanno primeggiato per l'intero '800 e, parzialmente, per il '900 le tipografie dei fratelli Basilicata e dei Rubino, "eredi", a loro volta, della tradizione delle "stamperie" particolarmente operose nel '600 proprio a Nola, con significative e rilevanti produzioni artistiche ed artigianali a servizio di autori e committenti editoriali del territorio, ma anche di Napoli, la capitale del Regno delle due Sicilie. Una tradizione, quella dell'arte della stampa della città bruniana, a cui Pietro Manzi ha dedicato un'interessante ed agile monografia; tradizione, che si è conservata inalterata negli anni con la tipografia Scala, mentre i Rubino proseguono la loro attività sul versante dell'editoria, a Napoli. N'è una testimonianza eloquente l'Istituto editoriale del Mezzogiorno, grazie alla tenacia di Rodolfo Rubino.
Cimitile  - Basilica di Santo StefanoE' il racconto del Miracolo di Santo Stefano, Patrono della comunità cittadina e primo martire della cristianità, la cui memoria si celebra con gli odierni festeggiamenti votivi. Ed è triplice l'ordine dei festeggiamenti, con cui, a Baiano, viene onorata e rinnovata la testimonianza di esemplarità e il distacco dagli interessi e beni della mondanità, con cui si caratterizzò l'esistenza del Santo levita. Sono festeggiamenti che si ripetono a ciclo annuale, da quelli del 3 agosto, con cui si ricorda il rinvenimento delle reliquie del Santo, martirizzato con la lapidazione per la fede professata all'insegna dei valori del Vangelo, antitetici al fariseismo del Sinedrio, a quelli del 26 dicembre, con cui si apre il percorso delle ritualità liturgiche del calendario cristiano, dopo le celebrazioni evocative della Natività di Gesù.
E quelle del 26 dicembre sono celebrazioni, che simboleggiano l'auspicato inizio di una nuova vita per l'umanità, segnata e vissuta nella pratica delle idealità e dei principi evangelici. Il ciclo si conclude e... si riapre - per la comunità baianese - con le annuali celebrazioni di ringraziamento del 26 febbraio, di cui l'incipit del racconto di Galasso, fornisce il senso, evidenziando "la grazia concessa dal nostro Santo protettore Santo Stefano, che scacciò il flagello dal nostro Paese, Baiano. Nel 1902 e 1903 fu in questo Paese, un morbo chiamato vaiuolo, che sfregiò uomini, donne e fanciulli e fece quantità di vittime che restò tutte le famiglie desolate in lacrime e in spavento". Il morbo svanì e fu debellato in pochi giorni, secondo la narrazione popolare, dopo le invocazioni di preghiera e la processione della statua del Santo, lungo tutte le strade cittadine.
La credenza nel Miracolo è un atto di fede, che si ripete nel tempo, testimoniando come la scienza medica dell'epoca fosse impari a fronteggiare le epidemie e le malattie infettive, che, incurabili, nel periodico susseguirsi anche nel giro di pochi anni, mietevano vittime. Peste bubbonica, peste "nera", vaiolo e "spagnola" rientrano nella tragica casistica dei morbi letali, per carenze igieniche e sotto-alimentazione, verso cui nulla potevano le cure "praticate", mentre le pillole di chinino, usate per lo più tra l'800 e il '900 erano più palliativi che altro; morbi, che per secoli hanno infierito su intere popolazioni. Poi, la scienza medica ha trovato i percorsi degli anti-biotici e di tante altre terapie, con cui ha aperto altri orizzonti di vita, senza contraddire i valori della fede religiosa, quale ne sia la matrice caratterizzante. E' l'impronta del legame tra ragione e fede, ampiamente e profondamente intese.
Ma è bene riprendere il filo.. spezzato Galasso ricostruisce nei dettagli la cupa e triste atmosfera, da cui è attraversata nella sofferenza la comunità per il morbo letale che colpisce implacabilmente e non concede tregua, seminando la morte giorno dopo giorno. Un'onda emotiva e di disperato- disperante- assillo e tormento, che tocca l'apice il 25 febbraio del 1903, allorché i fedeli si rivolgono al Parroco e al sindaco don Pietro Boccieri, per "avere il permesso del prossimo domani, 26 febbraio, di cacciare in processione il nostro luminoso protettore Santo Stefano, per riparare questo maledetto morbo". E la processione si svolse con straordinaria partecipazione di popolo, raccolto in preghiera. Era stata preceduta dalla "Messa di notte", officiata alle ore quattro dell'alba.
Cimitile - Santo Stefano - Copia 375x500E' il dettaglio, che, verosimilmente, fa rapportare la consuetudine delle "Messe di notte", che sono officiate nella Chiesa parrocchiale di Santo Stefano nel novenario di preparazione alla Natività del 25 dicembre, con inizio il 13 dicembre, il giorno liturgico, dedicato a Santa Lucia.
A celebrare la Messa di notte del 26 febbraio del 1903 fu il novello sacerdote, don Biagio Picciocchi, mentre in piazza Francesco Napolitano sostò il lungo corteo della processione con la statua del Santo. I fedeli in raccoglimento ascoltarono il "luminoso discorso del dotto sacerdote don Biagio Masi", che è stato tra i migliori e più ispirati oratori sacri della diocesi paoliniana,a cavallo dell'800 e del '900.
Dal 26 febbraio del 2003 al 26 febbraio 2004 - dieci anni fa- la comunità cittadina ha celebrato il centenario del Miracolo. Un Memoriale di generale coinvolgimento, con la partecipazione del vescovo emerito di Acerra, don Antonio Riboldi, del vescovo di Nola, Beniamino Depalma, del vescovo di Capua, Bruno Schettino. Il centenario fu segnato da molteplici eventi, tra cui il pellegrinaggio a Capua, nella cui cattedrale si conservano le reliquie del Santo, concerti, l'eccellente rappresentazione teatrale della vita del Santo, con testo e sceneggiatura di Enzo Barone ed interpretata da cinquanta attori e figuranti, in correlazione con la rappresentazione dell'atto unico di Franco Scotto. Un percorso, che si concluse con la memorabile performance del Coro Millennium. La performance, intitolata "Scene e le voci da un martirio. Lapidazione di Santo Stefano Protomartire" , fu connotata dalle musiche orchestrali, eseguite dal complesso strumentale, diretto da Enzo Bocciero, con musiche vocali e il bel testo di Marina Valmaggi.