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BAIANO/MEDICINA E SOCIETA’ AL CIRCOLO L’INCONTRO: DIABETE ED OBESITA’, IN CRESCITA ESPONENZIALE

In Italia lievitano i due fenomeni patologici, in linea con il quadro europeo e del mondo occidentale. Il 20 % dei ragazzi e delle ragazze convive già con il sovrappeso. I costi per il Servizio sanitario nazionale sono pari a 15 milioni di euro - pari a trenta miliardi di ex-lire- in media annua, mentre sul finire degli anni '90 non superavano i cinque miliardi delle lire del conio dismesso. Il ruolo delle famiglie e della scuola nel promuovere l'educazione alimentare, incentrata sulla dieta mediterranea, e le attività motorie alternative di sicura efficacia preventiva e di contrasto.

Primo-annuncio-DiabesitàGianni Amodeo – 02.03-2014 - S.O.S. Si dilata l'aggressività del diabete mellito e dell' obesità, con l'interfaccia del sovrappeso. E' il circuito di sinergie, che ha ormai assunto la definizione idiomatica di diabesità, recependo le modalità diagnostiche e la terminologia casistica, che sono peculiari del linguaggio medico-scientifico d'impronta anglosassone degli Stati Uniti. Fenomeni patologici, la cui diffusione crescente e capillare, non solo è fattore di condizionamento negativo per gli standard della normale qualità della vita umana, ma comporta anche costi economici per le famiglie; costi penalizzanti soprattutto per le famiglie meno abbienti, che già per se stesse vivono la marginalità sociale. E sono costi economici, che negli Stati, in cui è operativo il Welfare, con l'annesso servizio sanitario nazionale, hanno già raggiunto un livello di particolare onerosità, che fanno lievitare la fiscalità generale.
obesitàSignificativo il dato statistico dei costi che viene sostenendo il Servizio sanitario nazionale in Italia, per il contrasto terapeutico ai fenomeni sotto la lente d'ingrandimento. Sul finire degli anni '90 erano di poco superiori ai cinque miliardi delle lire del vecchio conio, negli ultimi anni hanno raggiunto il tetto dei 15 milioni di euro, pari a trenta miliardi di ex-lire. Un trend numerico, che parla da solo. E, restando nell'ambito del cosiddetto Bel Paese, attualmente oltre cinque milioni sono le persone, che vivono in stato di obesità e circa 18 milioni quelle che versano in condizioni di sovrappeso. Nel Bel Paese, inoltre, il 18% degli uomini e il 22 % di donne convivono con l'obesità, mentre il 41% degli uomini e il 26% delle donne versano in stato di sovrappeso. Sono forme patologiche, quelle indicate, che in termini statistici si allineano alla media europea. Un trend, che continua ad interessare non solo gli adulti, ma anche i bambini. In specifico, in Italia, i dati dell'Istituto superiore di sanità e dell'Istat evidenziano che nella fascia d'età tra sei e i dodici anni, il 4 % dei ragazzi e delle ragazze è segnato dall'obesità e il 20 % dal sovrappeso. E sempre in Italia, sono cinque milioni e anche più le persone affette dal diabete-2, determinato in 8\9 casi su dieci proprio dall'obesità.

DSCI0279 - CopiaSe si sposta l'obiettivo su scala planetaria - stando ai dati ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità, ma risalenti alla prima metà del decorso decennio - un miliardo di persone è in sovrappeso, mentre oltre trecento milioni di persone sono obese. Sono indicazioni statistiche, per le quali l'Oms oltre cinque anni fa ha lanciato un vero e proprio allarme, prospettando le dimensioni di quella che può considerarsi un' epidemia globale, utilizzando l'espressione idiomatica di globesty. In Europa, restando sempre ai dati-Oms accennati, metà della popolazione adulta oscilla dalle condizioni di sovrappeso a quelle di obesità, mentre in vari Paesi del Vecchio continente il 30% della popolazione è clinicamente obeso. E' una spirale, che continua ad avvolgersi su se stessa, assumendo sempre di più i profili dell'irreversibilità, per l'approdo terminale alla diabesità.
Sono- questi- alcuni aspetti di fondo, emersi dalla conversazione sulla tematiche dell'obesità e delle attività motorie; conversazione, svoltasi nella sede del Circolo L'Incontro, con gli interventi del medico Stefano Masi, dell'Asl Salerno\1, specialista sia di Endocrinologia che per le malattie del metabolismo e della diabetologia, e della prof.ssa Angela Litto, docente di Educazione fisica nel Liceo polispecialistico "Girolamo Albertini" di Nola. Una conversazione, rivelatasi più che proficua per gli elementi d'informazione e conoscenza presentati e sviluppatasi con l'attiva partecipazione del pubblico presente.
obesiMasi, con il supporto della proiezione di filmati e diapositive, ha prospettato i profili della diabesità, focalizzando in specifico l'incidenza sia del sovrappeso che dell'obesità, costituendo non solo un problema estetico, ma anche e soprattutto un problema sociale, che richiede risposte risolutive negli ambiti dei sistemi sanitari pubblici e, più ancora, sul versante dei comportamenti dei cittadini sul piano della prevenzione. E va evidenziato che il sovrappeso e l'obesità sono fattori determinanti nell'innescare l' ipertensione, le malattie cardiovascolari, il diabete mellito, l' aumento del colesterolo "negativo" e dei trigliceridi, l' insufficienza respiratoria con le apnee notturne, le infiammazioni, l' artrosi e le patologie tumorali, specie del fegato e del pancreas.
Uno scenario, di cui è necessario prendere atto, sottolineava Masi, nella consapevolezza del ruolo della prevenzione. Di qui scaturisce l'importanza della qualità dell'alimentazione, sorretta dalla specifica educazione, le cui agenzie basilari sono la famiglia e la scuola, in correlazione con i programmi di pubblica valenza, in capo ai Servizi sanitari nazionali. Cuore dell'educazione alimentare, è certamente la dieta, in grado di rispondere ai requisiti dell'equilibrio e del bilanciamento dei cibi sani. La dieta mediterranea, tipica delle regioni meridionali, segnatamente del contesto cilentano, ma anche di molte aree della Grecia risponde in pieno alla congruità d'azione preventiva e di contrasto alle insidie del sovrappeso e alla nocività dell'obesità. E' un modello di comportamento alimentare di eccellenza assoluta, spiegava Masi, basata com'è sull'intera gamma degli alimenti di origine vegetale, pasta, pane, pesce, ortaggi, formaggi poco grassi, moderati consumi di alimenti animali, carni magre, come pollame e coniglio. Una dieta, quella mediterranea, la cui eccellenza nell'area cilentana in particolare, è stata avvalorata da studi mirati d'Istituzioni internazionali.

Diabesità-infantile-in-costante-crescita-"Compagna" del sovrappeso e dell'obesità, non è soltanto la filiera delle patologie, di cui si è dato il prospetto, con incubazioni spesso prolungate nel tempo, ma è anche la sedentarietà, con cui retroagisce in rapporto di causa ed effetto. Come a dire che il contrasto della sedentarietà é complementare ed integra la funzione della dieta equilibrata e bilanciata, specie se mediterranea. Chiave di volta, per evitare le incidenze del sovrappeso e dell'obesità, che sono le corsie preferenziali della diabesità, torna opportuno e socialmente necessario adottare la giusta misura dei comportamenti alimentari, nella segno dell' "est modus in rebus", senza gli eccessi della bulimia e dell'anoressia di diete bizzarre e pericolose, scientificamente non validate né consigliate dalla saggezza medica.
DSCI0286 - CopiaIn questa prospettiva, sono le attività motorie a svolgere un ruolo determinante; ruolo, su cui si soffermava la prof.ssa Angela Litto, vice-presidente del sodalizio di via Luigi Napolitano. Le attività motorie di base, chiariva, un tempo erano spontanee e di "necessità", corrispondendo agli stili di vita della generalità delle popolazioni, dall'età delle pre-adolescenza all'età adulta. Gli spazi pubblici e degli oratori, ad esempio, per giochi ed attività sportive di ragazzi e giovani erano molto frequentati. Un contesto, in cui i fenomeni del sovrappeso e dell'obesità erano sporadici e rari. Poi, il progresso tecnico e tecnologico, la motorizzazione di massa e via seguendo hanno trasformato stili e comportamenti, facendo scomparire le stesse attività motorie spontanee, che per un verso o per l'altro tutti praticavano. Il punto, tuttavia, non è l'anti-storico e sterile rifiuto del progresso, ma è il recupero e la valorizzazione delle attività motorie per la loro rilevanza sociale a sostegno della qualità della vita. Un obiettivo, concludeva la prof.ssa Litto, che famiglie e scuola possono e devono realizzare, combinando per le nuove generazioni le esigenze dell'educazione alimentare corretta e le ragioni delle attività motorie.
I convegni sul rapporto Medicina e società nella sede de L' Incontro, sono coordinati dal medico Stefano Masi, impegnato attivamente sul versante del volontariato civico.