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Roma: Mostre d’Arte a Palazzo Cipolla e al Complesso del Vittoriano
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28 Mar 2014
- Scritto da Massimiliano Coppola
Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti della Collezione Netter a Palazzo Cipolla, Capolavori dei maestri francesi del Musèè d'Orsay al Complesso del Vittoriano. Servizio di Massimiliano Coppola.
28.03.2014 - A Palazzo Cipolla, fino al 6 aprile 2014, sono esposti per la prima volta i grandi capolavori degli artisti che vissero e dipinsero nella folle Parigi di inizio '900.
Si possono ammirare le opere del grande maestro Amedeo Modigliani, di Chaim Soutine e degli artisti maledetti, tra cui Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling, e altri, che vissero e dipinsero a Montparnasse.
La mostra, curata da Marc Restellini, propone al visitatore circa 100 opere che fanno parte della collezione di Jonas Netter (1867-1946), grande conoscitore di talenti.
Nel Complesso del Vittoriano, invece, si può visitare fino al 08 giugno 2014, la grande mostra " Musèe d'Orsay CAPOLAVORI", curata da Guy Cogeval e da Xavier Rey. Aarticolata in cinque sezioni, espone opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai grandi maestri: Degas, Gauguin, Monet, Sisley, Pissarro, Van Gogh.
La prima sezione è dedicata all'arte dei Salon, con artisti attivi tra il 1860 e il 1870, quali: Cabanel, Henner, Bouguereau, messi a confronto con l'arte realistica, emergente a quell'epoca del maestro Corbet.
Segue la sezione dedicata ai pittori di paesaggio della Scuola di Barbizon, che aprono la strada, attraverso le loro ricerche sulla luce e i colori, al paesaggio impressionista.
La "nuova pittura", la modernità, è rappresentata nella terza sezione dagli Impressionisti, con l'esposizione di opere dei grandi maestri che amavano dipingere en plein air.
Segue la sezione dedicata alla pittura di declinazione simbolista, con i pittori della cerchia di Gauguin, che lavoravano a Pont-Aven in Bretagna, e il gruppo dei Nabis, che inventarono nuove forme artistiche e trasmettevano nuove emozioni.
L'ultima parte è riservata ai pittori che, a partire dal 1880, furono denominati " pointillisti", perché vanno oltre la ricerca impressionista, portando al limite la separazione delle macchie cromatiche.
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