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BAIANO: IL MAIO NELL’INCROCIO TRA LA CULTURA MATERIALE E L’IMMAGINARIO DEL TERRITORIO

Sulle tracce dei culti arborei nell'area mediterranea pubblico convegno di studio nel Palazzo comunale. Interventi del sindaco Enrico Montanaro, Franco Manganelli, Carmen Loiola, Antonio Vecchione e Gianni Amodeo. Ha coordinato Andrea Crisci, il presidente che coordina il variegato e ricco "cartellone" di iniziative di solidarietà, spettacoli d' arte varia, musica, balli, in preparazione dell' Evento del 25 dicembre.

Baiano - Processione di Santo Stefano 2014 382x50023.12.2014 - E' tra i culti arborei, più popolari e diffusi nell'area mediterranea, quello del Maio, che da secoli si svolge a Baiano, in coincidenza con il giorno evocativo della Natività di Gesù, i cui valori e ideali duemila anni fa hanno dischiuso ed alimentano i profili della civiltà cristiana; culto arboreo, segnato e scandito da una lunga serie di iniziative di solidarietà e da spettacoli di arte varia. E dedicato a Santo Stefano, patrono della comunità locale e protomartire della cristianità.
Enrico Montanaro 2Sui significati della Festa del Maio, per focalizzarne gli aspetti più pregnanti, connessi con la storia della comunità locale e con il territorio, pubblico convegno di studio, nell'Aula consiliare del Palazzo municipale, con l'introduzione del sindaco Enrico Montanaro e la coordinazione di Andrea Crisci, il giovane e dinamico presidente dell'Associazione, che promuove e tiene le fila dell' Evento, la cui programmazione e realizzazione coinvolge una decina di associazioni. Una serie di approfondimenti, sotto distinte angolature, per far emergere le connotazioni, con cui si identifica.

Francesco ManganelliIerofania e umanizzazione del Maio
Sui percorsi dell'umanizzazione del Maio, l'albero più onusto di anni, che primeggia nei castagneti dei boschi del territorio, al cui abbattimento, per sostituirlo con un giovane virgulto, si collega la Festa, si soffermava il professore Franco Manganelli. Cultore di sociologia ed antropologia, docente di Ragioneria\Economia aziendale per decenni nell'Istituto tecnico commerciale "Masullo" di Nola, autore di saggi e monografie, con l'esperienza di parlamentare maturata nella XII legislatura, Manganelli focalizzava il senso dell'Evento\Festa nella continuità generativa del bosco, maio - Copia 500x226rappresentata dal Maio ... antico, che viene abbattuto, per cedere il passo proprio al giovane virgulto di pianta, che simbolicamente lo diventerà, dopo aver compiuto il ciclo della piena vitalità fruttifera. Altra riflessione era ispirata dallo spirito della Festa, che costituisce il fattore maggiormente espressivo della coesione sociale della comunità; coesione che si nutre dei valori della fede religiosa in Dio. Sono i valori, per i quali il Maio assume il profilo della simbolica ierofania, con cui si connotano, com'è noto, le religioni monoteiste e politeiste.

Carmen LoiolaCarta del Maio e territorialità
Rilievo alla territorialità della Festa del Maio, a cui si rapporta il folclore non solo di Baiano, ma anche di Avella, Sirignano, Quadrelle, Mugnano del Cardinale e Sperone, con i canonici appuntamenti che vanno da novembre a febbraio, era riservato dal puntuale intervento della dott.ssa Carmen Loiola, già brillante relatrice alla Borsa del turismo archeologico a Paestum, con l'importante studio sulla Via dei Mai, sia in Campania che in altre regioni del Sud. Un riferimento identificativo del territorio, di cui la Carta della Festa, approvata dal civico consesso di Baiano non solo istituzionalizza l'Evento, ma lo rapporta alle direttive dell'Unione europea per la promozione e valorizzazione la via dei majdei territori su base intercomunale. E proprio la "Carta" può essere recepita e fatta propria dalle altre amministrazioni comunali, rendendola espressione dell'identità naturalistica del territorio. Un'acuta e pragmatica analisi, con chiarezza di prospettive "sul che fare", quella del dott.ssa Loiola, attivamente impegnata nell'azione di supporto a varie attività di promozione dei territori canmpani ed extra-regionali attraverso la valorizzazione dei beni e delle attività culturali, segnatamente nella penisola sorrentina.
Un punto di argomentazione, quello della dott.ssa Loiola largamente condiviso dall'intervento del sindaco Montanaro e dalle riflessioni del dott. Antonio Vecchione, storico cultore della Festa del Maio, della quale rivendicava sia i valori della popolarità nella comunità locale, sia le valenze della fede.
Antonio Vecchione 200x300Vecchione ripercorreva tutti i passaggi, che hanno segnato la storia della Festa negli ultimi decenni, per migliorarla, rendendola maggiormente vivibile, con risultati significativi, anche se i margini di evoluzione in positivo sono ancora larghi e ben praticabili. Una condizione, evidenziava Vecchione, se nella Festa si conservano e diffondono i valori della socialità e della condivisione, nel rispetto della tradizione.

L'economia montana, la simbologia del Maio e l'attualizzazione
prof-amodeoIl prof. Gianni Amodeo rivisitava i profili dell'economia montana, strettamente praticata e vissuta, in termini di autoconsumo, dalle comunità del territorio fino agli anni '60 del secolo scorso, quando gli scenari sociali si aprirono alla modernizzazione diffusa e al modello della società consumista. Una rivisitazione delle filiere produttive, determinate dall'utilizzo dei prodotti lignei di castagneti, ciliegeti e faggete; un sistema che si era venuto strutturando e fiorendo anche in ambito della commercializzazione regionale ed extra-regionale delle varie tipologie di legname, per non dire delle compagnie dei boscaioli, che per sei mesi in media annua lavoravano nei boschi della Sardegna e della Corsica.
MAIO-BAIANOUn sistema di produzione, soppiantato in tronco dall'avvento dell'infinita gamma dei derivati del petrolio, ad iniziare dalla duttile plastica, che sul territorio alimentava le lavorazioni artigianali dei cestai, dei falegnami, per non dire dell'edilizia, prima dell'avvento del cemento, quando per i solai si utilizzavano travi e travetti, o delle reti ferroviarie della storica e super-efficiente Sfsm, attualmente Circumvesuviana e delle Ferrovie di Stato, che acquistavano a ciclo continuo le "traversine" di ricambio dei binari o della panificazione domestica, con l'utilizzo delle fascine, confezionate per lo più da donne. E non tralasciando la produzione del carbone da legna con la tecnica dei "catuozzi". Tecnica superata dall'utilizzo del gas propano liquido in "bombola", mentre da qualche decennio la rete distributiva del metano è servizio sempre più diffuso.
Era la materia prima, quella lignea dei boschi sia di proprietà pubblica che privata dal Litto ad Arciano e ai Monti Avella - che dai boschi comunali era fornita a titolo gratuito, in ragione dell'esercizio degli usi civici, mentre era un capitolo a se stante, quello dei tagli boschivi a rotazione, le cui risorse componevano in larga misura il prospetto delle entrate nei bilanci comunali. Era la cultura materiale, che per secoli ha dato vita produttiva e sostentamento alle comunità, legandosi alla cultura dell'immaginario, proiettata appunto nella ... bella favola del Maio, la cui Festa, nella matrice originaria, altro non è che l' omaggio grato e riconoscente all'economia montana e al suo dominus\rex, il Castagno generoso, "l'italico albero del pane", come lo definì Giovanni Pascoli, con felice e efficace rappresentazione, ispirandosi al cosmo della vita sociale ed economica di borghi e città dei monti e della valli nei territori alpini ed appenninici. Una favola da attualizzare con nuovi orizzonti, prima tra tutti la tutela e la valorizzazione dei paesaggi e delle bellezze naturalistiche delle aree montane e collinari, piattaforma, che può dare l'input ad un autentico Distretto turistico e rurale del territorio di marcata impronta ambientale ed archeologica, con riferimento il grande patrimonio di beni culturali, che vanta Avella. Una prospettiva, che rientra, per di più, nelle indicazioni della Pianificazione territoriale della Regione-Campania.