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Economia e Finanza

ISTAT: DIMINUISCONO I RESIDENTI, NASCITE MAI COSI' IN CALO

NIDOContinua a diminuire la popolazione residente in Italia, scesa al 1° gennaio 2020 a 60 milioni 317 mila, La popolazione, che risulta ininterrottamente in calo da cinque anni consecutivi, registra nel 2019 una riduzione pari al -1,9 per mille residenti. La riduzione si deve al rilevante bilancio negativo della dinamica naturale (nascite-decessi) risultata nel 2019 pari a -212mila unità, solo parzialmente attenuata da un saldo migratorio con l'estero ampiamente positivo (+143mila). Nel 2019 è stato registrato il livello più basso di «ricambio naturale» degli ultimi 102 anni. A fronte di 435mila nati vivi, sono stati registrati 647mila decessi. Il numero medio di figli per donna è di 1,29, mentre è di 32,1 anni l'età media al parto. Nel 2019 le nascite in Italia sono state 435 mila, il dato più basso mai riscontrato nella storia del Paese. Lo riferisce l' Istat nell'annuale rapporto sugli indici demografici. Per contro, il numero dei decessi, 647 mila, pur di poco inferiore al record riscontrato nel 2017 (649 mila), «rispecchia in pieno le tendenze da tempo evidenziate». Le ordinarie operazioni di allineamento e revisione delle anagrafi (saldo per altri motivi) comportano, inoltre, un saldo negativo per 48mila unità. Nel complesso, pertanto, la popolazione diminuisce di 116mila unità. È quanto emerge dal Report dell'Istat sugli “Indicatori demografici anno 2019”. Il calo della popolazione si concentra prevalentemente nel Mezzogiorno (-6,3 per mille) e in misura inferiore nel Centro (-2,2 per mille). Al contrario, rileva l' Istat, prosegue il processo di crescita della popolazione nel Nord (+1,4 per mille). Lo sviluppo demografico più importante si è registrato nelle Province autonome di Bolzano e Trento, rispettivamente con tassi di variazione pari a +5 e +3,6 per mille. Rilevante anche l'incremento di popolazione osservato in Lombardia (+3,4 per mille) ed Emilia-Romagna (+2,8). La Toscana, pur con un tasso di variazione negativo (-0,5 per mille), è la regione del Centro che contiene maggiormente la flessione demografica e comunque l'ultima a porsi sopra il livello di variazione medio nazionale (-1,9). Totalmente contrapposte le condizioni di sviluppo demografico nelle quali versano le singole regioni del Mezzogiorno, la migliore delle quali - la Sardegna - viaggia nel 2019 a ritmi di variazione della popolazione pari al -5,3 per mille. Particolarmente critica, infine, la dinamica demografica di Molise e Basilicata che nel volgere di un solo anno perdono circa l'1% delle rispettive popolazioni.