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NOLA: ALLA RISCOPERTA DEL FASCINO DI EROS, IL PIU’ E IL PIU’ GIOVANE DEGLI DEI

Performance di teatro sperimentale tra parole immagini d’arte e poesia sulla scia delle suggestioni di Saffo,Lucrezio, Calvino,Bukowski e Qabban. Raffinati e applauditi interpetri-attori dell’ originale  evento Simone Foresta, Enza Silvestrini e Marco De Gemmis.

Servizio di Elena Silvestrini. Fotoservizio di Mira Bifulco.

Eros 502.04.17 - All’origine della creazione, della vita, Eros,il dio di cui tutti gli altri immortali hanno bisogno, il dio di cui il Fato si serve per dipanare il filo degli eventi secondo i suoi imperscrutabili disegni. Eros é infatti potenza inarrestabile che devia e trascende la volontà degli uomini, annulla ogni possibile resistenza razionale,soggioga Paride ed Elena travolti dal desiderio, ma anche dal destino di una guerra, di cui sono allo stesso tempo colpevoli e vittime, e nella quale si mescolano le identità di due mondi opposti.

Eros 1 Con la comparsa di Eros  nascono e prendono forma le identità distinte degli dei ed ha inizio l’epopea umana e divina. Queste sono state  le suggestioni offerte, in apertura, dall’incontro-spettacolo di teatro sperimentale, inserito nella rassegna- eventi dei “Venerdì del Museo” curata dall’Archeoclub, in città.

Attraverso la potenza delle immagini,i richiami al mito e alla storia,Simone Foresta, archeologo docente dell’Università “Federico II”  ha evocato la natura di Eros dapprima senza forma definita, poi rappresentata come un fanciullo la cui azione produce effetti simili a quelli propri di Ypnos e Thanatos (Sonno e Morte), così come raffigurato sui vasi attici, e quindi languore, dimenticanza fluido passare, fusione, arresto. E’ ancora Eros che si manifesta e rende la percezione del sé attraverso i segnali che animano l’arte della seduzione, dalla “spallina”cadente di  Afrodite nei marmi del Partenone ai tacchi a spillo della moda occidentale.

Eros 2E’ Eros che diventa cardine intorno al quale si tesse la discriminazione sessista che nel corso della storia ha spesso ridotto a un ruolo subalterno la donna alla quale si negava la dimensione erotica, come nell’antica Grecia che la escludeva dall’ebbrezza del Simposio o in Cina dove per lungo tempo si manipolava la sua fisicità per ridurla a funzione del piacere maschile, emblematico è il caso dei piedi fasciati perché non si sviluppassero e saziassero così l’aspettativa erotica tipica dell’immaginario dell’uomo orientale.

Eros 3Allo stesso tempo Eros diventa paradigma di emancipazione quando il corpo femminile fotografato in tutte le sue sfumature di delicatezza e provocazione non scandalizza più, ma al contrario propone una dimensione democratica in cui uomo e donna sono liberi di costruire una diversa consapevolezza del proprio e del reciproco piacere.

Eros 4Alla rievocazione dell’Eros secondo il mito e la storia si sono variamente intrecciate le voci di Enza Silvestrini, scrittrice, e Marco De Gemmis, poeta e storico dell’arte, che attraverso assoli di lettura di testi antichi da Saffo a Lucrezio, duetti da autori contemporanei, da Calvino a Bukowski al siriano Qabban e l’ interpretazione di liriche proprie, hanno rappresentato i percorsi dell’Eros arcani e sfuggenti nelle dinamiche del desiderio che accende gli impulsi di ricerca, di azione, o al contrario di fuga e sottrazione a seconda del sentirsi soggetto o oggetto del desiderio stesso, dimensione sempre precaria, mutevole, destabilizzante, al punto che si finisce per allontanarsi, per oscure ragioni, dal proprio oggetto o dall’essere soggetto del desiderio, per ottenere ciò che non si vuole. O forse per ammettere, ad un livello di coscienza più profondo, che i ruoli di soggetto/oggetto sono una nostra illusione e che dopotutto è importante desiderare di essere posseduti dal desiderio, quindi non smettere mai di desiderare.

Erso 6La proiezione dei video di Luisa Terminiello e di Black Napkin hanno ricomposto l’universo dell’Eros nelle contrapposte note di impeto e armonia.

Eros ha accompagnato con la sua presenza il dialogo tra attori/relatori e pubblico, assorto nell’ascolto, avvolto dai suoni delle parole e delle immagini, dall’equilibrio dissonante che il loro impasto ha generato. Il desiderio di accogliere ha dominato,senza interruzioni, in profondità,verso la sintesi dell’applauso finale …