ALLA XIX BMTA I GRUPPI ARCHEOLOGICI D’ITALIA PUNTANO SU “I BONI MORES DI AUGUSTO”
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- Scritto da Carmen Guerriero
Ha fatto tappa a Paestum il progetto “CAMPANIA AUGUSTA - eccellenze campane tra storia e gusto” con l’allestimento di uno stand e l’organizzazione di un convegno sull’argomentoun, a cui ha fatto seguito una DEGUSTAZIONE ROMANA: con assaggi vari di cibi dell'antica Roma.
Carmen Guerriero – novembre 2016 - Si è conclusa la 19a edizione della BMTA, Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, ideata ed organizzata dalla Leader srl con la direzione del dott. Ugo Picarelli, promossa dalla Regione Campania, in collaborazione con la Città di Capaccio Paestum e il Parco Archeologico di Paestum: 4 giorni di incontri mondiali su turismo e archeologia, diecimila visitatori, trentamila dall’inizio del mese di ottobre, unico appuntamento al mondo di promozione di siti e di itinerari archeologici, per l'integrazione interculturale.
Anche quest'anno i Gruppi Archeologici d'Italia, un'associazione di volontariato con l'obiettivo di valorizzare, tutelare e promuovere il patrimonio culturale del territorio, tra cui i Gruppi Archeologici della Campania con il sostegno di FONDAZIONE CON IL SUD, hanno partecipato attivamente alla BMTA col PROGETTO CAMPANIA AUGUSTA - eccellenze campane tra storia e gusto, con convegni, iniziative, degustazioni e stands, focalizzando l'attenzione internazionale sul significato e l'attualità dei BONI MORES DI AUGUSTO E IL MONDO RURALE per la promozione e valorizzazione degli itinerari turistico - culturali e enogastronomici nel territorio campano.
I “Boni Mores” erano i “buoni costumi”, le regole che dovevano essere osservate da tutti gli abitanti dei territori dell'Impero romano e che furono emanate sotto l'imperatore Ottaviano Augusto, decretando il periodo storico di maggiore pace, benessere e concordia più lungo dell'Impero, come attesta lo storico Sallustio: Igitur domi militiaeque boni mores colebantur; concordia maxima, minima avaritia erat; ius bonumque apud eos non legibus magis quam natura valebat (dunque in pace e in guerra erano coltivati i buoni costumi; c’era massima concordia, minima avidità. Presso di loro la giustizia e il bene valevano non più per le leggi, quanto per la natura).
“La Storia non serve, soltanto a ricordare il passato – ha evidenziato il prof. Guido Arcangelo Medolla - Esperto Agroalimentare Gruppo Archeologico Salernitano – Noi, oggi continuiamo a vivere degli effetti di scelte, decisioni ed eventi avvenuti migliaia di anni fa. Un caso tra tanti, la relazione che lega l'epopea di Augusto alle nostre abitudini alimentari”.
Questo, dunque, il leit motiv del convegno tenutosi nella giornata di sabato 29 ottobre 2016, presso il salone espositivo sala Cerere - area archeologica templi – dal tema: I BONI MORES DI AUGUSTO E IL MONDO RURALE, promozione e valorizzazione degli itinerari turistico - culturali e enogastronomici nel territorio campano, coordinato da Luigi Sorrentino, Direttore Regionale Gruppi Archeologici d’Italia della Campania, e da Felice Pastore, Vice Direttore Nazionale Gruppi Archeologici d’Italia.
“Il GARUM è l'unica salsa, nella storia umana, che dalle origini ha attraversato numerose culture per giungere fino a noi – ha continuato il prof. Medolla.- Ancora oggi, con il nome di Nuoc Mam, è il condimento più usato in Cina ed, in generale, nel sud-est asiatico”
Il Garum era un famoso condimento che gli antichi romani usavano per aromatizzare pietanze d'ogni genere, dall'antipasto al dolce. Veniva preparato con vari tipi di pesce, molto sale e numerose erbe aromatiche, tipiche della macchia mediterranea. “Le stesse erbe che ritroveremo, poi, negli Aromatari di epoca medievale della Scuola Ippocratica di Salerno e nelle moderne erboristerie” ha precisato il prof. Medolla. “Il modo migliore per gustarne la fragranza – ha continuato Medolla – non lo troviamo nella cucina raffinata di Apicio, dove il garum è un componente tra i tanti, bensìnell'impiego popolare, quello di operai, contadini, artigiani che, di primo mattino, consumavano una colazione frugale, a base di pane di farro, fresco o biscottato, carote, sedano, bolliti di cicorie, malva o bietole, rape o asfodeli arrostiti nella cenere, qualche uovo sodo e poco altro, tutto condito dal garum ed annaffiato con vino od acque acidulate con aceti aromatizzati alle erbe più diverse”.
Poi, catalizzando l'attenzione della Sala, ormai gremita ed attentissima, il prof. Medolla ha raccontato alcune ricette rurali dell'epoca e di come, nel tempo, si sono arricchite di alcuni ingredienti, man mano che venivano conquistati e scoperti territori e culture nuove, come nel caso del “mallone sciatizzo”, uno stufato di verdure preparato anticamente con le foglie del broccolo selvatico che, nel dialetto corrente, viene ancora chiamato “rapestone”. In origine veniva preparato solo aggiungendo pane raffermo. Poi, dopo il XVI secolo, con la scoperta delle Americhe e l'importazione di taluni prodotti, verrà arricchito anche con patate e peperoncino.
Sullo stesso tema, è intervenuta la prof.ssa Cristiana Battiston, direttrice Gruppo Archeologico Ambrosiano, che ha presentato il libro "Nutrire l'Impero romano”, un interessante viaggio editoriale in 50 ricette di piatti della cucina dell'antica Roma, ricostruite tra alimentazione, gastronomia e storia dell'Impero Romano e tratte direttamente dai testi di autori latini, ma adattate ai nostri moderni ingredienti, in modo da poterli rifare e gustare, pur cercando di rimanere fedeli alle originali.
“Il libro è frutto dell'impegno e della professionalità dei volontari del Gruppo Archeologico Ambrosiano – ha sottolineato la prof. Battiston – per spiegare come si nutrissero le varie fasce sociali di cittadini romani e schiavi e, finalmente, poter sfatare i luoghi comuni sulla cucina degli antichi romani”.
Ha, poi, spiegato un esempio di possibile applicazione dello strumento nel progetto in fieri con Slow Food Milano, per diffondere l'attività e sviluppare rapporti con i soci di Associazioni pubbliche e private, in grado di implementare utili sinergie in progetti integrati con il Gruppo.
La scelta di Slow Food è strategica e significativa, sopratutto se si considera che è un'associazione no profit, presente in 150 Paesi ed è impegnata a ridare valore al cibo, nel pieno rispetto di chi lo produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali – i nuovi “Boni Mores”.
Prima di loro sono intervenuti: Mario Cesarano della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della Campania, che, coadiuvato dagli archeologi Antonio Mesisca, Marianna Picariello e Marco Vitale, ha messo a fuoco la situazione attuale dell’area irpina in riferimento ai Beni Culturali ed all’archeologia in specifico: “Quando Augusto lasciò passare molta acqua ‘sopra’ i ponti”; Gianfranco Gazzetti, Direttore Nazionale Gruppi Archeologici d’Italia,invece, ha posto l’attenzione, in riferimento al Progetto, su “La fondazione del primo impero federale della storia”; Valerio Caiazza, Direttore del Gruppo Archeologico Trebula Balliensis, a sua volta, ha focalizzato, attraverso un veloce ma interessante viaggio “Eccellenze campane tra storia e gusto: I vini nell’antichità”.
Nella prima parte di questo interessantissimo convegno sono intervenuti: Serenella Alois, CSVnet - coordinatore progetti FONDAZIONE CON IL SUD, che ha parlato dell’impegno e dell’interesse della Fondazione verso questa tipologia progettuale ed ha invitato i Gruppi Archeologici a partecipare ad altri bandi; Marilena Nappi, Responsabile Coordinamento Progetto Campania Augusta, e Pietro Luciano, Coordinamento Progetto Campania Augusta, che hanno tracciato un excursus del progetto prima di approdare alla Borsa del Turismo, con le tappe di Nola, Torre del Greco, Avella e Treglia di Pontelatone ed hanno messo in evidenza l’importanza di fare rete.
Nel pomeriggio, nello stand dei Gruppi Archeologici d'Italia, è stata offerta una DEGUSTAZIONE ROMANA: assaggi vari di cibi dell'antica Roma, promozionati dal progetto ‘Campania Augusta – eccellenze campane tra storia e gusto’, ed organizzata dai Gruppi Archeologici d’Italia della Campania (Salernitano - Terra di Palma - Avellano - Vesuviano - Trebula Baliniensis di Treglia di Pontelatone (CE) con la supervisione del prof. Medolla.
La XIX Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico si è chiusa con un lusinghiero successo di affluenza e di consensi, raccogliendo, quindi, un risultato straordinario e significativo, grazie al grande lavoro di squadra realizzato dal dott. Ugo Picarelli, ed ai preziosi apporti culturali e scientifici offerti dagli ospiti, dai collaboratori, dagli attivisti e dagli operatori, come i Gruppi Archeologici d'Italia che hanno contribuito a testimoniare l’importanza dell’identità territoriale delle culture dei popoli e la necessità di un proficuo dialogo interculturale per un arricchimento reciproco, dove l’archeologia possa porsi preziosa chiave di volta per un turismo consapevole e di qualità.