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Cultura e Spettacoli

“NON SOLTANTO SULLA PIETRA”: IL COLLAGE MONUMENTALE DI NICOLA MONTANILE PRESENTATO AD AVELLA IL 4 NOVEMBRE

copertina non soltanto sulla pietra1Mercoledì 4 novembre nella Sala Consiliare del Comune di Avella, all’interno del Palazzo Baronale, è stato presentato il lavoro di Nicola Montanile “Non soltanto sulla pietra” d’Oriano editore, patrocinato dalla Fondazione “Avella Città d’Arte”. Sono intervenuti: l’avvocato Antonio Larizza, presidente della Fondazione; l’Assessore Fabio Conte; il cap. dei C.C. Giuseppe Giovanni Ianniello; la prof.ssa Franca Maietta per l’Istituto Comprensivo “Mons. P. Guerriero” di Avella; il sig. Vincenzo Napolitano, presidente della Sezione Combattenti e Reduci di Avella; l’editore Domenico d’Oriano; l’autore Nicola Montanile; il sindaco di Avella, Domenico Biancardi, che ha chiuso i lavori. Tra un intervento e l’altro Maria Grazia Vitale ha letto lettere e documenti dal libro curato dal Montanile. Ha introdotto e moderato il dibattito Pietro Luciano, direttore editoriale de IL MERIDIANO, che, nel corso dei lavori, vestendo i panni di presidente della Pro Loco Abella, ha fatto voti affinché l’Amministrazione Comunale si attivasse insieme all’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci per riportare in Patria i resti mortali di Raffaele D’Avanzo, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo (Germania), e di Amedeo Gragnano, sepolto nel Cimitero Italiano d’Onore di Bieleny-Varsavia (Polonia).

 

ultima di copertina CopiaGianni Amodeo – 07.11.2015 - Sul finire degli anni  ‘20 del secolo scorso, le disposizioni emanate dal governo fascista sancirono  l’istituzione dei Parchi della rimembranza, in onore dei Caduti  sui fronti della Grandeguerra. Un omaggio da rendere  a quanti si erano immolati sulle trincee dell’arco alpino per la Patria, ma anche e soprattutto  una rappresentazione fisica e visiva di quegli elementi considerati di primaria  rilevanza non solo nel costituire la memoria collettiva, ma anche  nel marcare la plastica identificazione nazionalista italiana da ravvivare costantemente, dando compiutezza spiccata ai canoni della cultura bellicista  del regime mussoliniano; canoni, che divennero pregnanti e pervasivi del costume sociale nel decennio successivo, sotto lo stimolo dell’assuefazione della psicologia di massa, in virtù dei supporti   propagandistici sia radiofonici che  dei cine-giornali. E la programmazione ”ideologizzata” di questi ultimi  era elaborata e gestita dall’Istituto de L’Unione cinematograficaeducativa, a cui corrisponde il lemmaLuce, ch’era stato  fondato nel 1924 da Mussolini, per acquisire nel 1925  lo status di Ente morale di diritto pubblico. I Parchi - come iViali - della rimembranza  dovevano essere allestiti e allocati in tutte le grandi, medie e piccole  città, oltre che nelle  borgate, privilegiando i centri storici, ma anche le aree di periferia, quali scenari obbligati e idonei a conferire la maggiore evidenza possibile al  “messaggio” di cui  erano “veicoli”  e da diffondere nella loro “monumentalità”,  quale   segnacolo e tema  di  contemplazione o ammirazione, in stretta correlazione con il senso della natura vivente, simboleggiata dagli  alberi.Parchi Viali della rimembranza erano  “spazididevozione”, così come  venivano definiti, con connotazione laica e patriottica.

 

Il tavolonONORE AI FANTI-CONTADINI CADUTI IN GUERRA

CON LAPIDI PUBBLICHE E PRIVATE

Nella città delClanio - a metà degli anni ’30 -   si diede attuazione alle disposizioni emanate qualche anno prima e fu allestito il Parco della rimembranza nell’area che si affaccia sulla storica piazza Convento  e contigua  alla chiesa della Santissima Annunziata dei Frati minori. L’allestimento  del p arco della Rimembranza con i convulsi anni, in cui il Regno d’Italia e il regime mussoliniano che ne formava  l’asse autoritario di governo,  venivano attuando le “missioni” militari per la “conquista” dell’Etiopia  e per l’intervento nella Guerra civile di Spagna, a sostegno di Francisco Franco e  in contrasto con le formazioni della democrazia repubblicana iberica. Furono  “missioni”  in escalation dal 1935 al1937. E le severe sanzioni che Le furono inflitte  dalla Società delle Nazioni  per le plateali violazioni del diritto internazionale come  per l’ ignominiosa e ingiustificata aggressività, con cui si consumarono gli orrendi massacri e le terrificanti atrocità  sulle inermi popolazioni inermi del  Paese africano, determinarono per l’Italia il definitivo appiattimento sugli obiettivi della politica nazional-socialista della Germania hitleriana, con l’infausto sigillo finale dell’emanazione delle leggi anti-ebraiche e contro le minoranze etniche del 1938,in copia quasiconforme con gli analoghi dispositivi della legislazione tedesca del 1933 e successive integrazioni, rendendone l’applicazione sempre più aspra, severa e repressiva nella disumanità che esprimeva laratio. Un connubio tragico e letale, per tutti i popoli che ne subirono  il duro e  pesante scotto …. con la tragedia del Secondo conflittomondiale.

Monumenti ai caduti in Piazzette Convento. CopiaSemplice e significativa la mappa delParco, con l’ara votiva e la corona degli alberi messi a dimora - quarantuno – come per testimoniare la continuità in vita deifanti-contadini, che, con la tradotta miliare nelle “radiose giornate” del maggio del ’15 erano partiti da Avella, per  combattere nelle trincee della Grande guerra contro le truppe austriache, pure formate in larga parte dafanti-contadini, provenienti, a loro volta,  da quel mosaico di popoli e territori che formavano appunto l’Impero austro-ungarico. Ma iquarantuno – da vivi non fecero … più ritorno  ad  Avella – portando nelle tombe, anche se i più risultarono dispersi,  gli affetti familiari perduti e le speranze di una vita migliore, per  consegnare  ad una targa e ad una lapide votiva, affisse nella chiesa della Santissima Annunziata le generalità anagrafiche  di giovani combattenti  che avevano risposto di sì  all’appello della Patria che aveva chiamato a sé “suoi figli”, forse neanche sapendo perché  andavano  in guerra ….

Con l’ara votiva e  gli alberi-metafora   della vita deiquarantuno che continuava, nelParcodella rimembranza faceva mostra di sé  il cannone de-potenziato, uno dei tanti, sottratto all’esercito austriaco sconfitto … Era il … Trofeodi guerra, di cui compiacersi ed …. esaltarsi in fremiti di … civico orgoglio . C’è di più: le generalità anagrafiche dei41immolati nellaGuerra di trincea”  sono incise nei marmi delle lapidi affisse anche nelle chiese della Collegiata di san Giovanni Battista dei  Fustiganti, che fa parte della parrocchia di Santa Marina, nella chiesa della Madonna delle Grazie, conosciuta anche come la chiesa  delle “Case nove”, il cui piazzale antistante s’affaccia sulClanio.

Lapide presso labitazione dellavv. Armando Maiella v. S. Nicola CopiaPoi, arrivò ilSecondo conflitto mondiale, filiazione diretta - con altre concause - dellaGrandeguerra. La comunità cittadina ne pagò il pesante tributo con 38vittime. Ed erano in larga prevalenza fanti-soldati, come già  era accaduto  sui campi della guerra del ‘15\18…. Di certo, l’epilogo del conflitto del ‘39\45 segnò non solo la devastazione materiale di città e territori, ma anche  lo scacco civile e morale del bellicismo e della virulenza peculiare di tutti i nazionalismi. Prendeva così  forma e consistenza la cultura della pace, della libertà e della democrazia, per una società nuova, liberale e più giusta. E così  il Parco della rimembranza di piazza Convento, con la simbologia che rappresentava, finì nell’abbandono …  Bisognerà attendere gli anni ’70 per la realizzazione dell’attuale scenografia monumentale nell’area dell’ex-edificio scolastico che s’affaccia su piazza Convento; una  rappresentazione – consona  con lo spirito della Carta costituzionale – caratterizzata  da una  lunga stele proiettata verso l’azzurro cielo e il mappamondo che le fa base, a rappresentare la visione pacifica della coesistenza tra i popoli,in metaforica antitesi con il cannone-Trofeo … campeggiante in proscenio. E le generalità anagrafiche e gradi militari dei79 cittadini avellani immolati allaPatrianelle due Guerre  allaPatria sono incise sulle lapidi affisse sulla facciata del monumentale edificio.

Ma l’onore che la città delClanio - ieri come oggi-  dedica  aiCaduti in guerra non è affidato solo all’  ufficialità dei pubblici monumenti. C’è anche quello che si radica - e si tramanda -  nella memoria delle generazioni della stessa famiglia. Ed è testimoniato dalla ventiquattro lapidi, le cui iscrizioni si leggono sulle facciate di palazzi e di edifici del centro storico, oltre che della periferia. Sono lapidi incorniciate, per lo più, da edicole di protezione e spesso dotate di lampade votive, come per rappresentare l’omaggio perenne riservato dalle famiglie ai loro antenati, annientati dalle guerre per la Patria. Un ammirevole segnacolo di  “pietas”che travalica uomini e tempi con la forza dei sentimenti veraci  e dei sani costumi civili.

 

Consegna della targa a Nicola MontanileIL COLLAGE DOCUMENTALE : LE LETTERE DAL FRONTE E LA  RETORICA PATRIOTTICA

Il  collage di atti, documenti e articoli giornalistici,  con  un pertinente e congruo corredo fotografico, realizzato da  Nicola Montanile, direttore della locale Biblioteca Comunale “Ignazio D’Anna” é  lo specchio  del rapporto della città con i  “suoi” Caduti  sui fronti di guerra. S’intitola “Nonsoltanto sulla pietra” ed è stato pubblicato – con il patrocinio della Fondazione  Avella Città d’Arte - dalla Casa editrice d’Oriano’, con sede a Pompei. Impaginato in Dpt  dal prof.RinoConte, il testo  ri-visita i percorsi della memoria storica della città, così come sono attraversati, con la corale partecipazione  della comunità,  nelle annuali ricorrenze  del 4novembre, la Giornata dell’Unità nazionale e  delle Forze armate.

A catalizzare nel collage l’attenzione, sono leletteree lecartolinepostali, scritte daifanti-contadini  dai fronti  dei due conflitti e destinate ai congiunti, figli, mogli, genitori, fidanzate. E’ un pervasivo e scarno lessico di famiglia e d’amore per il “paese”, i suoi usi, pur nell’incertezza della grafia e nelle sgrammaticature; lessico, che declina con semplicità e chiarezza di  linguaggio la durezza e la sofferenza della vita di trincea, il peso dei sacrifici da sostenere e gli incubi da patire  per l’esposizione alla martellante artiglieria e ai bombardamenti delle truppe nemiche, ma anche l’intenso desiderio del ritorno  nella  natiaAvella perriprendere la cura della “terra” e della famiglia; ed alcune “lettere” sono … portatrici di  offerte in denaro per far celebrare la Santa messa in questa o quella chiesa.

Avella 4 Novembre 2015In realtà – le lettere le cartoline postali del collage - compongono  un coro a più voci di quella grande e imprevista occasione discritturacollettivache maturò soprattutto negli anni dellaGrandeguerra. Era la scrittura collettiva che  cominciava, sia pure stentatamente, ad atteggiarsi come antidoto  alle piaghe dell’analfabetismo e della schiavitù dell’ignoranza da cui era attraversato mediamente  il70% della popolazione italiana, con picchi fino all’80nel Sud; piaghe aggravate dalla plurale diversità - e chiusura -  degli idiomi dialettali.  Ed è merito dell’autore  aver recuperato questo … scrigno di comunicazioni epistolari, grazie anche alla collaborazione di comuni amici, tra cui GiovanniAntonio D’Avanzo, figlio e nipote diretto di uno dei fanti-contadini immolato nella  guerra  del ‘39\45. E’ lo scrigno che parla di emozioni, sentimenti, assilli, aspirazioni, preoccupazioni…la cui schiettezza commuove anche a distanza di un secolo o poco meno …

A far da contrappunto alla schiettezza dei contenuti delle letteree delle “cartoline” dai fronti di  combattimento, c’è il capitolo dei documenti della retorica militarista – ricca di luoghi comuni -  che salda le vicende della Grande guerra a quelle  del Secondo conflitto mondiale. Tanti tasselli, che formano la mitografia della Patria, postulato altamente idealizzato ed enfatizzato  in quei lontani anni, per quanto estraneo alla vita reale della gente comune, come ifanti-contadini. Un eloquente saggio è fornito dalla trascrizione dei discorsi e dai  comunicati dei rappresentanti del locale notabilato filo-fascista nelle più disparate circostanze dell’ufficialità istituzionale. Sono testimonianze di eccitata e mistificante verbosità, che fanno risaltare esaltanti  slanci, ma anche e soprattutto la vuotaggine di idee, l’assenza d’autenticità. E sul tema,  il discorso per l’inaugurazione del Parco della rimembranza, fa testo a sé, così come fanno da testi esplicativi   il  Credo del fascista, in cui si combinano … l’Ave Maria e ilPadre nostro, o la composizione dell’Italico impero, proclamato con la conquista dell’Etiopia nel ’36, o il “contrasto in versi”  tra la Lira - simbolo dell’Italia dell’autarchia, dopo le sanzioni inflitte dalla Società delle nazioni per l’aggressione compiuta verso la terra governata da  HailéSelassié - e la Sterlina, simbolo dell’Inghilterra plutocratica,  la perfida  Albione, oggetto degli implacabili e reiterati strali dell’oratoria mussoliniana. Una  spazio particolare è riservato dall’autore all’Inno del Fascio giovanile di combattimento avellano, con versi di G.Costanzo e musica di A.Bernardo.

Nonsoltantosullapietra” è un compiuto e proficuo contributo nella tessitura della micro-storia del territorio dell’area avellana. Un plauso per l’autore è doveroso.