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FORMULA UNO: INCIDENTE ALONSO, IL PILOTA AVREBBE PERSO LA MEMORIA

ALONSO INCIDENTEClamoroso retroscena sull'incidente che ha visto coinvolto Fernando Alonso durante i test di Barcellona. Secondo quanto raccontato dal "El Pais", il pilota spagnolo della McLaren, subito dopo lo schianto, avrebbe perso la memoria dei suoi ultimi 20 anni di corse e di vita. "Mi chiamo Fernando Alonso, corro sui kart e il mio sogno è arrivare in Formula 1", avrebbe risposto ai commissari giunti in suo soccorso. Insomma, cancellati i due titoli mondiali, l'esperienza in Ferrari, ma anche altri episodi come l'11 settembre. I soccorritori avrebbero tempestato di domande Alonso una volta capito che l'asturiano aveva perso i sensi. Addirittura, sembra che questo suo stato sia durato per una settimana e, soltanto dopo, i suoi ricordi sono tornati, anche se in maniera lenta e graduale. Alonso non correrà il Gran Premio d’Australia e la McLaren si presenterà al via con Jenson Button e Kevin Magnussen. L’annuncio diramato dalla McLaren con una nota che però, se parla di «buone condizioni» del pilota, non fornisce alcun elemento utile a chiarire la dinamica di quanto accaduto nelle prove libere del 22 febbraio a Barcellona, sul circuito di Montmelò. Resta insomma mistero fitto su quello strano incidente di cui poco, se non nulla, si sa. Un malore in auto, il vistoso rallentamento non sufficente per evitare di strusciare il muro di sicurezza a circa 150 all’ora. La scuderia fa sapere che, dopo una serie esaustiva di test e accertamenti, alcuni dei quali condotti lunedì sera, i medici hanno trovato il pilota spagnolo in buone condizioni, senza alcun problema, «in salute dal punto di vista neurologico e cardiaco. Ma gli hanno raccomandato che, a seguito della commozione cerebrale riportata nell’incidente durante i test sul Circuit de Barcelona-Catalunya lo scorso 22 febbraio, per il momento dovrebbe cercare di limitare quanto più possibile qualsiasi rischio ambientale che possa portare a un’altra commozione a distanza così ravvicinata dall’altra, per minimizzare le possibilità di una seconda sindrome di impatto, una procedura medica normale per questi casi».