Antonio Caccavale 26.09.2015 - "Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Rosa D'Amelio, si riunirà, in seduta antimeridiana, martedì 29 settembre 2015 dalle ore 10 alle 12, per approvare le delibere per la richiesta di referendum abrogativo contro alcune norme inserite nella legge "Sblocca Italia" che consentono e facilitano la ricerca e le estrazioni di petrolio sia in mare che sulla terraferma".
Questo è il comunicato stampa con cui è stata annunciata l'iniziativa che la nostra Regione metterà in campo per cercare di bloccare quelle norme contenute nella legge "Sblocca Italia" che tanti malumori sta producendo nella società civile e in molti ambienti politici. Il governatore De Luca aveva già manifestato il suo netto dissenso rispetto ai progetti di nuove trivellazioni per lo sfruttamento del petrolio nostrano, ma riuscire a fermare le lobby delle trivelle e del petrolio non sarà impresa facile. La Regione Campania non è la sola a volersi opporre a nuove campagne di perforazione del suolo e delle profondità marine per estrarne petrolio. Le nefaste conseguenze che queste attività arrecano all'ambiente costituiscono la maggiore preoccupazione per coloro che vi si oppongono. Oltretutto le nostre riserve petrolifere sono talmente limitate che il gioco non vale la candela. Analizzando l'articolo 38 della legge "Sblocca Italia" ed evidenziandone le numerose incongruenze, Legambiente scrive con grande chiarezza che "quello che di certo si sa è che secondo le valutazioni dello stesso ministero dello Sviluppo economico ci sarebbero nei nostri fondali marini circa 10 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe, che stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 8 settimane. Non solo: anche attingendo al petrolio presente nel sottosuolo, concentrato soprattutto in Basilicata, il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumato in appena 13 mesi".
È sorprendente la "faciloneria" con la quale, a fronte di una quantità irrisoria delle risorse petrolifere disponibili nel nostro Paese, certi pubblici poteri assecondano l'ingordigia di chi non pensa ad altro che a trarre profitto da attività estrattive di notevole impatto. Per troppo tempo si sono date per buone le rassicurazioni fornite dall'industria del petrolio sull'innocuità dell'estrazione degli idrocarburi. È, invece, stato dimostrato che alle comunità di molte nazioni sono state raccontate molte bugie. A seguito di studi molto seri e certificati, in Pennsylvania (su 5000 pozzi sono stati confermati almeno 106 casi di inquinamento di pozzi artesiani), nell'Ohio (ci sono state 37 segnalazioni nel 2010, 54 nel 2011, 59 nel 2012 e 40 nei primi undici mesi del 2013), in West Virginia (122 segnalazioni di inquinamento negli scorsi quattro anni;di questi casi, 4 sono stati considerati gravi ) e nel Texas (2000 segnalazioni di irregolarità delle operazioni petrolifere, fra cui 62 di inquinamento di pozzi artesiani) si sono verificati centinaia di casi di inquinamento delle falde acquifere dovute a trivellazioni da petrolio e gas.
Ci sono, poi, da considerare i danni che l'estrazione del petrolio causa all'aria che respiriamo e alla terra in cui coltiviamo un grande quantità di prodotti. Sono molte le sostanze nocive che vengono emesse dalle attività connesse all'estrazione del petrolio e che sono dannose per l'agricoltura, per le persone e per gli animali: idrogeno solforato (H2S), nitrati (NOx), composti organici volatili (VOC), idrocarburi policiclici aromatici (PAH), nanopolveri pericolose, costituiscono una miscela micidiale per la loro cancerogenità e per i danni che possono provocare al nostro DNA e ai bimbi che si trovano ancora nel grembo materno.
Dal momento che il nostro Paese è densamente popolato e considerando che, mentre bisogna garantire alle comunità di tutte le regioni italiane, il diritto a respirare aria pulita, per le sorti della nostra economia sarà decisiva la capacità di preservare e sviluppare al meglio l'agricoltura e la zootecnia, di cui ci piace menare vanto e che tanto lustro e tanti benefici possono continuare a dare alla nostra Bella Italia.
AnCa – 10.09.2015 - "La Regione deve essere percepita come un'istituzione vicina ai cittadini e non come una palude. Perché ciò avvenga è necessario avviare quel processo di sburocratizzazione annunciato già nel corso della campagna elettorale dal governatore De Luca. I dirigenti e i funzionari dell'ente dovranno rispettare tempi certi per esprimersi e per rilasciare le autorizzazioni richieste, altrimenti scatterà il silenzio assenso". È quanto Enzo De Luca ha affermato, ieri, in una conferenza stampa in cui ha anche voluto rassicurare coloro che ricoprono ruoli direttivi e che saranno pienamente coinvolti e motivati nel processo di snellimento di atti e procedure di loro competenza." Chi, però, non dovesse fare il proprio dovere ne pagherà le conseguenze con l'immediata rimozione dall'incarico".
Informatizzazione della macchina regionale, mettendo tutti gli atti della Regione on line, snellimento delle procedure edilizie, completamento delle procedure autorizzative in 60 giorni e, nei casi più complessi, entro 180 giorni, eliminazione dell'obbligo di autorizzazione sismica per i manufatti removibili, come cabine e ombrelloni sulla spiaggia, totale abolizione delle commissioni regionali e provinciali per le attività artigianali, pagamento diretto delle borse di studio senza passare per le Adisu (Aziende per il Diritto allo Studio Universitario), coprendo per intero la spesa, eliminazione delle autorizzazioni trimestrali per gli ammalati di Sla, attivazione di un minuzioso controllo dei tetti di spesa sanitaria per i centri convenzionati. Insomma, quella annunciata del governatore è una vera e propria campagna d'autunno volta ad imprimere la necessaria celerità e la dovuta efficacia all'attività della Regione nell'interesse dei cittadini.
Interessanti provvedimenti sono stati varati anche sul fronte del sostegno a favore di coloro che hanno perso il lavoro: un pacchetto anticrisi pari a 20 milioni di euro è disponibile per il reintegro e la ricollocazione al lavoro di chi è stato sospeso o espulso dai processi produttivi. Coloro che si trovano in questa situazione possono iscriversi al "Programma Ricollocami", accedendo al portale www.cliclavoro.lavorocampania.it. Finanziato con fondi PAC, il programma serve a collegare le politiche attive del lavoro agli strumenti di sostegno al reddito, coinvolgendo i diversi attori del mercato del lavoro.
Sui temi del lavoro l'assessore al ramo, Sonia Palmieri, ha sostenuto che "attraverso programmi di riqualificazione e di coinvolgimento attivo dei lavoratori, si potranno ridisegnare qualifiche professionali adeguate all'attuale domanda del mercato e favorire in tal modo il reintegro e la ricollocazione dei lavoratori che attualmente percepiscono ammortizzatori sociali".
Ecco gli eletti al Consiglio regionale Campania 2015-2020 governato da Vincenzo De Luca: Forza Italia falcidiata, il Partito Democratico ottiene 15 consiglieri, bene il Movimento 5 Stelle. Sette consiglieri alle liste civiche di De Luca, un solo consigliere per Ncd cui viene detratto un seggio da assegnare a Stefano Caldoro, ritornano i Verdi, scompare la sinistra.
Questo il nuovo Consiglio regionale della Campania uscito dalle urne del 31 maggio che hanno visto la vittoria di Vincenzo De Luca e dalla coalizione di centro sinistra. La maggioranza di Vincenzo De Luca potrà contare su 30 consiglieri di cui ben 7 delle liste civiche a sostegno del neo governatore e 15 per il Partito Democratico, bene anche Verdi che rientrano in Consiglio Regionale dopo 10 anni. Per il centrodestra entrano in consiglio 13 consiglieri insieme al candidato sconfitto Stefano Caldoro, con Forza Italia che perde rispetto al 2010 ma incassa con 8 consiglieri. Affermazione per il Movimento 5 Stelle che porta in Aula per la prima volta 7 suoi rappresentanti. Nessun seggio per le coalizioni di Salvatore Vozza e Marco Esposito.
Consiglio Regionale della Campania gli eletti nello specifico: Partito Democratico, 15 seggi: Mario Casillo, Lello Topo, Nicola Marrazzo, Enza Amato, Gianluca Daniele, Loredana Raia, Bruna Fiola, Antonio Marciano, Antonietta Ciaramella, Gennaro Oliviero, Stefano Graziano, Franco Picarone, Tommaso Amabile, Mino Mortaruolo, Rosetta D'Amelio. Campania Libera, 3 seggi: Tommaso Casillo, Luigi Bosco, Nello Fiore. De Luca Presidente, 4 seggi: Carmine De Pascale, Alfonso Longobardi, Luca Cascone, Carlo Iannace. Centro Democratico, 2 seggi: Filomena Letizia, Vincenzo Alaia. Campania in Rete, 1 seggio: Alfonso Piscitelli. Udc, 2 seggi: Maria Ricchiuti, Maurizio Petracca. Partito Socialista, 1 seggio: Enzo Maraio. Verdi, 1 seggio: Francesco Emilio Borrelli. Italia dei Valori, 1 seggio: Franco Moxedano. Movimento 5 Stelle, 7 seggi: Valeria Ciarambino, Luigi Cirillo, Maria Muscarà, Gennaro Saiello, Luigia Embrice, Vincenzo Viglione, Michele Cammarano. Forza Italia , 7 seggi: Armando Cesaro, Michele Schiano, Maria Grazia Di Scala, Ermanno Russo, Flora Beneduce, Gianpiero Zinzi, Monica Paolino Aliberti, Stefano Caldoro. Caldoro Presidente, 2 seggi: Carmine Mocerino, Massimo Grimaldi. Fratelli d'Italia, 2 seggi: Luciano Passariello, Alberico Gambino. Ncd, Nuovo Centro Destra, 1 seggio: Pasquale Sommese (a Ncd viene detratto un seggio a favore del candidato presidente collegato, cioè Stefano Caldoro, secondo calcolo elettorale).
Antonio Caccavale – 03.09.2015 - Il Piano regionale dei rifiuti, recentemente modificato dalla Giunta De Luca, affronta il problema dello smaltimento delle eco balle con piglio deciso, nell'intento di portarlo a conclusione in tempi ben definiti.
I rifiuti stoccati in forma di balle dislocate in diversi siti della nostra Regione ammontano a cinque milioni e 600 mila tonnellate. È proprio l'enorme quantità delle "eco balle" che ha indotto l'esecutivo regionale ad escludere che il loro smaltimento possa avvenire attraverso un unico intervento tecnico, e cioè solo attraverso la termo combustione. In seguito ad analisi preliminari effettuate, anche avvalendosi dell'ausilio di istituti universitari campani, è emersa la necessità di prevedere tre distinte e parallele soluzioni di intervento:
a) destinare le balle di rifiuti stoccate presso i siti con minori quantità al recupero energetico in impianti di trattamento termico sul territorio nazionale o internazionale nel rispetto della vigente normativa;
b) prevedere il potenziamento e la riqualificazione funzionale dell'impianto STIR di Tufino e di Giugliano. In particolare la riqualificazione dello STIR di Giugliano è volta a destinarlo unicamente al recupero di materia dai circa due milioni di tonnellate di balle stoccate nel sito in adiacenza. La parte composta prevalentemente da una frazione organica ampiamente stabilizzata e da frazioni miste residuali secche difficilmente differenziabili, potrebbe essere utilizzata per la ricomposizione funzionale di cave dismesse sul territorio regionale. Ad evitare qualunque tipo di rischio ambientale ed aumentare la compatibilità sociale dell'intervento, tali cave saranno attrezzate con i presidi ambientali previsti dal D.Lgs. 36/2003. Il potenziamento dello STIR di Tufino, invece, sarà indirizzato a garantire il funzionamento del ciclo ordinario di gestione della frazione residua di rifiuti, attualmente destinata agli impianti di Tufino e Giugliano.
c) prevedere il potenziamento e la riqualificazione dell'impianto STIR di Caivano per destinarlo al trattamento congiunto dei rifiuti attualmente ad esso afferenti e delle balle stoccate nei siti di Caivano e di Villa Literno, attraverso linee indipendenti. Come già indicato per l'impianto di Tufino, al completamento delle lavorazioni delle balle stoccate a Caivano ed a Villa Literno, anche l'impianto di Caivano sarà messo a servizio del territorio per la lavorazione della frazione secca differenziata.
Come ben si può notare la chiave per una gestione diversa del problema delle "eco balle" sta, in gran parte, nella riqualificazione degli impianti Stir, in particolare quelli di Caivano, di Giugliano e di Tufino.
In realtà ad essere in grado di "lavorare" maggiori quantitativi di rifiuti sono tutti e sette gli Stabilimenti di Tritovagliatura e Imballaggio dei Rifiuti della Campania, prova ne sia la loro palese sottoutilizzazione, così come è stato possibile rilevare dai dati trasmessi dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in data 28 luglio 2015 al Ministero dell'Ambiente.
A fronte di una potenzialità di 116.100 tonnellate annue, nel 2014 l'impianto di Pianodardine ha trattato 55.955 tonnellate di rifiuti; su una capacità di 98.885 tonnellate, l'impianto di Casalduni ne ha trattato 41.055; l'impianto di Santa Maria Capua Vetere ha trattato 200.550 tonnellate invece delle possibili 361.700; rispetto ad una capacità di 607.000 tonnellate, l'impianto di Caivano ne ha lavorato 358.219; su un potenzialità di 451.000 tonnellate, Giugliano ne ha trattato 234.804; su una capacità di 406.600 tonnellate, l'impianto di Battipaglia ne ha lavorato 181.755; l'impianto di Tufino, che sarebbe in grado di trattare 459.300 tonnellate, ne ha lavorato 236.972.
Esistono margini notevoli per incrementare l'attività degli stabilimenti di tritovagliatura, alcuni dei quali sono anche in grado di stabilizzare importanti quantitativi della frazione organica derivante dal trattamento dei rifiuti indifferenziati.
Attraverso una serie di dati incontrovertibili, la Giunta De Luca ha anche dimostrato quanto siano errate le valutazioni sulla base delle quali la Corte di Giustizia europea ha sanzionato la nostra Regione: "Le carenze della filiera impiantistica regionale sanzionate dalla Corte di Giustizia Europea – è scritto nelle considerazioni conclusive degli Indirizzi per l'aggiornamento del piano - sono state identificate sulla base delle stime previsionali effettuate nel 2010. Tali previsioni, in ragione del mutato contesto socio-economico ed amministrativo, non si sono realizzate e, allo stato attuale, la condizione del sistema regionale di gestione dei rifiuti risulta caratterizzata da un fabbisogno impiantistico profondamente differente, soprattutto in ragione del consolidarsi di pratiche di raccolta differenziata sempre più efficaci. (...) Per quanto attiene gli impianti di trattamento termico, l'analisi dei dati mostra come, in condizioni ordinarie del ciclo di gestione dei rifiuti urbani, la capacità operativa del termovalorizzatore di Acerra sia sufficiente a garantire il trattamento della frazione secca trito vagliata".
I tecnici incaricati dal presidente De Luca hanno evidenziato che, considerando il trend positivo della raccolta differenziata nella nostra Regione, a fronte di una capacità di termodistruzione di 700 mila tonnellate annue, nel 2019 il termovalorizzatore di Acerra potrà disporre di un quantitativo di sole 672 mila tonnellate da incenerire. In pratica, non si farebbe in tempo a costruire un nuovo termovalorizzatore che già a quello di Acerra mancherebbero importanti quantità di rifiuti da bruciare.
Diverso è, invece, il discorso degli impianti di trattamento biologico (compostaggio). La nostra Regione ha urgente bisogno di dotarsi di nuovi impianti, stante il fatto che su una quantità di 527.000 tonnellate annue, oggi siamo in grado di trattare solo 223.000 tonnellate di rifiuti organici.
Vincenzo Esposito . 02.06.2015 - Diversi i candidati dell'area nolano-pomigianese hanno partecipato alla competizione elettorale per la formazione del nuovo consiglio regionale.
A sostegno della squadra Caldoro, boom di preferenze per Pasquale Sommese (Ncd), primo nella graduatoria con 17.858 preferenze, seguito da Ermanno Russo (11.490).
Riscontro importante anche per Antonio Tufano, consigliere nolano, che ha raccolto circa 6 mila consensi, secondo solo a Carmine Mocerino (8086) nella lista Caldoro Presidente. Buon risultato anche per Franco Nappi, per il Nuovo Centro Destra ( 5.862) e Raffaele Coppola, sindaco Forza Italia di Liveri, alla prima esperienza con la competizione regionale (4771).
Per quanto riguarda Nola due i candidati a sostegno di Vincenzo De Luca: Raffaella Mauro in quota Pd (5348) e Francesco Pizzella, consigliere comunale candidato con la lista Centro Democratico-Scelta Civica (1254).
Per il mariglianese Tommaso Barbato, candidato a sostegno di Vincenzo De Luca con la lista Campania Libera, 3955 preferenze. Fermo invece a 317 consensi Luigi Caprio (Nuovo Centro Destra) Risultato discreto anche per la candidata a 5 Stelle Luigia Embrice attestatasi sulle 2857 preferenze.