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MICHELE MEZZA AL LICEO “MEDI” DI CICCIANO

“La società italiana dagli anni ’60 ai nuovi giornalismi in rete”

Liceo Medi 1Francesco Picciocchi  V C – novembre 2016 - Il giorno 8 novembre 2016, si è tenuto, nell’Aula Magna del Liceo statale “Enrico Medi “di Cicciano, l’incontro fra gli alunni e Michele Mezza, giornalista, autore di vari saggi e docente di Sociologia della Cultura Digitale presso l’Università Federico II di Napoli.

Per anni Mezza è stato una figura di spicco nell’ambito RAI, inviato in Unione Sovietica, nonché sul campo durante le Guerre Jugoslave degli anni ’90, per il quale documentario radiofonico ha ricevuto il Premio Oscar della Radio nel 1994. Co-autore dello speciale andato in onda su Rai Due dal titolo “1977: l’anno che non finì” ed ex vicedirettore del canale Rai News 24, del quale è stato curatore e realizzatore.

 Michele Mezza 800x486Studioso di nuove tecniche di comunicazione, mass media, multimedialità e internet, è autore anche di vari saggi. Partendo dal suo libro “Avevamo la luna”, il giornalista ha affrontato insieme agli studenti vari argomenti, tra i quali l’Italia nel triennio 1962-64, quando il Paese era (forse inconsapevolmente)  una superpotenza, o lo poteva a breve diventare, nel campo elettronico e tecnologico con la Olivetti, in campo energetico con Enrico Mattei e la sua ENI.

Ad inizio anni ’60 l’Italia era apparentemente in crisi (in condizioni di povertà e costretta al fenomeno dell’emigrazione), e, in un clima di fermento internazionale causato da alcuni avvenimenti storici che stavano cambiando per sempre le nostre vite (12 aprile 1961, Yuri Gagarin diventa il primo uomo nello spazio), era stata forse l’unica nazione a rispondere all’appello di J.F. Kennedy che voleva e credeva negli scienziati occidentali affinché gli USA calcassero per primi il suolo lunare. Si intuiva che qualcosa era nell’aria, che i giovani si stavano appropriando della scena.

copertina Avevamo la lunaUn altro segnale del cambiamento arriva all'inizio della primavera del 1963, quando un gruppo di ragazzi di Liverpool pubblica il suo primo album dal titolo PLEASE PLEASE ME, di lì a poco il nome del gruppo divenne famoso a livello mondiale. In tutto ciò l’Italia dov’era?

Molto semplice: 11 ottobre 1962, Piazza San Pietro, prima diretta in Mondovisione RAI, e non è finita mica qui, perché quindici anni prima di Steve Jobs e Bill Gates, quattro ragazzi italiani della divisione informatica della Olivetti, tali Gastone Garziera, Giancarlo Toppi, Pier Giorgio Perotto e Giovanni De Sandre lanciarono il P101, primo computer al Mondo, usato dalla NASA per il lancio dell’Apollo 11.

Molto semplice sarebbe cadere a questo punto nell’errore che senza di noi gli americani non sarebbero andati sulla luna, questo quasi sicuramente no, ma il P101 sta a significare che noi c’eravamo, eravamo presenti sulla scena internazionale, eravamo all’avanguardia, e poi?

Poi accade che noi italiani non siamo bravi a cogliere e sfruttare questi input, accade che siamo preoccupati da altre questioni, accade che qualcuno decide improvvisamente di non puntare più sullo sviluppo di questi settori, accade che misteriosamente Enrico Mattei muore in un incedente aereo e che altrettanto misteriosamente la divisione elettrica della Olivetti viene REGALATA alla General Electric, il resto poi è storia nota …

Mezza ha impressionato gli studenti per il suo ottimismo riguardo l’Italia, la sua situazione odierna, sostenendo che non è tutto malato oggi come non era tutto grandioso all’epoca, che una vera e propria età d’oro in Italia non c’è mai stata e alla domanda su come possiamo concretamente “riprenderci” oggi quella luna che ci è stata sottratta all’epoca il giornalista ha risposto che il bel Paese sta cercando di ripartire da se stesso, da quella marcia creativa in più che lo ha sempre distinto rispetto ad altri Paesi, dalle cose che ci riescono meglio ed in cui siamo maestri, come ad esempio il curare la bellezza.

Giornalismi nella reteMezza ha, poi, affermato come nell’ultimo anno circa 9000 start-up abbiano superato la fase embrionale e di come non possa essere un caso che la Apple abbia aperto la sua Academy in Italia, a Napoli.

Nella seconda parte dell’incontro, l’argomento della conversazione è mutato; prendendo spunto dal suo libro “Giornalismi nella rete”, il docente si è soffermato con la partecipazione attiva degli studenti, sulle modalità dell’informazione al giorno d’oggi, sostenendo che quando navighiamo online e cerchiamo delle notizie siamo “controllati” o quantomeno direzionati nella nostra ricerca. Ma chi è che controlla i nostri interessi e decide cosa farci leggere?

Secondo Mezza siamo studiati da un algoritmo, che la fa da padrone, prelevando tutte le nostre ricerche, conoscendo i nostri interessi, elaborando tutti questi criteri e scegliendo per noi cosa leggere. Ciò avallato anche dalla pigrizia delle persone che spesso, quando navigano in internet, si fermano ai risultati della prima pagina senza proseguire nella loro ricerca.

Si è discusso del sempre minor numero dei giornali cartacei venduti, in favore delle notizie diffuse via social, in quanto sentite più vicine a noi e più interne all’accaduto (poiché talvolta corredate da video che riproducono la cruda realtà della vicenda, ad esempio il video dello sgozzamento di alcuni prigionieri da parte dei combattenti jihadisti) rispetto a quanto possa esserlo un freddo articolo di cronaca sul giornale oppure un servizio con banali immagini di repertorio mandato in onda alla TV.

Gli studenti interessati al discorso hanno posto domande in merito all’argomento sollevando anche altre questioni, ad esempio l’opinione che Mezza avesse in merito a giornali o blog che gonfiano notizie o riportano falsità per attirare maggior numero di lettori: l’ospite, solleticato dalla domanda ha risposto che è una pratica che si è sempre usata ma che adesso si possiedono gli strumenti adatti a discernere la verità dalla menzogna.

 L’incontro, che si è poi trasformato in un vero e proprio confronto dato il coinvolgimento degli studenti, si è concluso dopo circa due ore tra l’applauso generale dei ragazzi soddisfatti, con i sentiti ringraziamenti dei docenti Rosanna Napolitano e Francesca Dello Russo, che hanno voluto fortemente questo meeting.

Il liceo Enrico Medi non si ferma solo a questa iniziativa ma, come negli anni precedenti proseguirà nella sua offerta formativa attraverso convegni con poeti e giornalisti di caratura internazionale, affinché gli alunni si rendano nuovamente protagonisti in prima persona confrontandosi con le diverse voci e le culture eterogenee provenienti dalle differenti parti del globo.

ISIS “Leone Nobile” di Nola: Incontro-dibattito su ”Un fiore odoroso calpestato sparge ancora profumo”

giornata per le donne1 700x523Annamaria Carbone - 19.11.2016 - L’ISIS Leone Nobile” di Nola, da sempre impegnato nella diffusione della cultura della legalità tra i giovani, apre la campagna di iniziative atte a promuovere spunti di riflessione e confronto su temi chiave, con la celebrazione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

VENERDI 25 NOVEMBRE 2016 alle ORE 10:00 nell’AULA  MAGNA si tieneà un incontro/dibattito sul tema.

Interverranno:

  • Prof.ssa   Maria Teresa Palmieri, Dirigente Scolastico ISIS “Leone-Nobile”
  • Dott.ssa   Angela Mona, Consulente Sportello Coop. A.R.S. Grafologa esperta in Criminalogia
  • Dott.ssa   Vincenza Barbalucca, Giudice del Tribunale di Nola – Settore Famiglia
  • Dott.ssa   Cinzia Trinchese, Assessore alla Pubblica Istruzione Comune di Nola
  • Avvocato Cristina Spizuoco, Presidente Rotaract Club Nola-Pomigliano D’Arco
  • Scrittore   Raffaele Sannino, Autore del libro “Bum!Bum!

Modera: Giornalista Autilia Napolitano del Servizio Stampa del Comune di Nola.          

La manifestazione è rivolta alle classi quinte dei due plessi e mira a sensibilizzare i giovani su questa dolorosa realtà esaminata sotto l’aspetto storico, legale e psicologicoGli alunni potranno interagire con i relatori in un confronto dialettico e costruttivo. I lavori si concluderanno con la presentazione d prodotti anche multimediali realizzati dagli alunni, impegnati nei laboratori creativi.

 

11 settembre 1943: Nola ricorda “La strage rimossa”

La tragica vicenda al centro del saggio monografico di Umberto Santino. Il filo della memoria per leggere il presente e i suoi profili di violenza.

eccidioNOLAGianni Amodeo - 21.10.2016 - Si consumò tre giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, con la guerra finita nel Sud … ma  che continuava  con la distruttività e le efferatezze di sempre nei contesti del Centro-Nord, intrecciandosi con la guerra civile della Resistenza e della Liberazione dal nazi-fascismo, conclusa il 25 aprile del ’45. Fu l’eccidio di Nola,compiuto dalle truppe tedesche della divisione Goering, che, sotto l’incalzare delle truppe anglo-americane - già sbarcate in Sicilia  il 10 luglio e in successione tra l’8 e il 9 settembre del ’43  ad Agropoli, Pontecagnano e nel Golfo di Salernocon l’operazione Avalanche –  risalivano verso l’Italia centrale per attestarsi sulle postazioni fortificate dalla Todt, la struttura della  logistica ingegneristica della Whermatch ,  per attestarsi sulla cosiddetta Linea Gustav.

Sottoposta  ad assedio - il 10 settembre - con pesanti auto-blindate e un carro armato, la  Caserma “Principe Amedeo, duca d’Aosta”, in piazza d’Armi, fu occupata da un reparto della Goering, che costrinse a deporre le armi i circa settecento, tra soldati, sotto-ufficiali ed ufficiali del 48.mo reggimento d’artiglieria dell’Esercito italiano che vi erano acquartierati. L’umiliante disarmo patito, li trasformò di fatto in prigionieri del reparto tedesco. L’umiliazione fu accentuata, quando fu ingiunto loro di pronunciare la dichiarazione di resa incondizionata, uno stato d’animo, rappresentato con plastica evidenza dalla lucida ed asciutta ricostruzione di Ugo Tebaldini, testimone oculare del dramma. L’intimazione della dichiarazione di resa fu respinta. Un moto di orgoglio e di dignità civile, quello dei soldati italiani,  che fu la causa scatenante della rappresaglia, alla luce del puntuale racconto dello stesso Tebaldini, affidato alla commossa  lettera pubblicata nel 1997 dal “Corriere della Sera”; e con freddezza massima, il comandante del reparto della Goering procedette alla conta della decimazione degli ufficiali del reggimento della “Taro” che dovevano essere passati per le armi.

copertina nola cronaca dalleccidio alberto liguoroSul fare del mezzogiorno, l’11settembre, la tremenda sentenza di morte, decisa dalla conta, fu eseguita:  undici ufficiali furono fucilati, con il successivo colpo di grazia alla nuca, inferto loro dal comandante dei soldati tedeschi con la pistola d’ordinanza. Il tutto avveniva di  fronte al prospetto principale della Caserma “Principe Amedeo di Savoia”, alla presenza dei soldati italiani  che erano stati fatti inginocchiare. E poi l’oltraggio vile: i corpi degli assassinati furono gettati nelle vicinanze della latrina della Caserma. Era il primo eccidio condotto sul suolo italiano  per mano tedesca in quelle lontane, convulse  e tristi giornate  che seguirono l’ 8settembre.

La tragica vicenda è  restata a lungo relegata nel generale oblio e quasi rimossa dalla memoria storica, anche e soprattutto nel contesto cittadino e del territorio, fino al 1997, anno della pubblicazione della lettera appena citata, firmata da Ugo Tebaldini. La lettera rivendicava, in tutto risalto e a giusta ragione, il dovere del ricordo dell’eccidio  e il valore del monito per la contemporaneità;quella contemporaneità che continua ad essere  percorsa da profonde inquietudini e laceranti ingiustizie che offuscano e attentano sempre più gravemente  la vita e la pace in tante parti del mondo, tra crisi politiche,crisi economiche e conflitti bellici, mentre l’industria delle armi 2.0 e … dintorni non conosce limiti e freni. Il documento di Tebaldini  fu recepito con encomiabile sensibilità civile dall’amministrazione comunale pro tempore, guidata dal sindaco Franco Ambrosio, e fatto proprio dall’Associazione di promozione sociale culturale “Amici del Marciapede”. E dal 1997 la tragedia consumatasi  nel “Quarantotto”, come nel comune dire popolare è identificata e riconosciuta la Caserma “Principe Amedeo di Savoia”,  fa parte a pieno titolo dell’agenda delle Memorie della città, con la cerimonia evocativa ufficiale, che ogni anno indice e organizza l’amministrazione comunale. E’ il filo del recupero del ricordo, nel quale si innestano anche  i saggi e il libro auto-biografico di AlfonsoLiguoro, figlio di una delle vittime dell’eccidio.

LA SICILIA, LA RESISTENZA E LA STRAGE DELLA CASERMA DEL “QUARANTOTTO”

copertina la strage rimossa0Ad ampliare il  senso della Memoria dell’eccidio di Nola, si propone la snella monografia di Umberto Santino, intitolata   “La strage rimossa. Nola,1 1settembre 1943. La Sicilia e la Resistenza”,  pubblicato dall’editore Di Girolamo di Trapani ed inserita nella nota collana dgpocket . L’autore, che ha fondato nel 1977  e dirige il Centro di studi intitolato al ricordo della  lezione e dell’azione civile di Peppino Impastato, primo Centro di documentazione sulla mafia e su tutte le altre strutture di criminalità organizzata operanti in Italia, rivisita la tragedia di 73 anni fa. E’ la rivisitazione che risponde ad una  semplice domanda: “Come mai la Strage di Nola non è entrata, come meriterebbe, nella Storia d’Italia? ”.

eccidio nola 26Il  percorso sviluppato da Santino focalizza le figure delle vittime dell’eccidio,  il loro mondo di affetti familiari, le loro formazioni culturali e professionali, ed è uno spaccato delle tante città italiane da cui provenivano, per ritrovarsi al servizio della Patria nella terra di Giordano Bruno.  Di corposa valenza è la ricostruzione fatta dall’autore del dramma,ancorandolo alle note e variegate testimonianze evocative di Pietro Manzi, Giovanni Fiumara, Camillo Nicoletti e Alberto Liguoro. Sono tasselli, che Santino inserisce nei profili della Resistenza che maturò in Sicilia, tracciando un ponte ideale di correlazione con l’eccidio di Nola.

La monografia, con l’intervento dell’autore, è stata presentata in città, il 19 ottobre, in due distinti momenti, con la promozione della civica amministrazione e delle associazioni “Amici del Marciapiede” e “Passepartout”.

eccidio nola 16Di particolare rilievo, la riflessione di cui è stata protagonista la comunità studentesca e sviluppata  nell’auditorium dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri“Masullo–Theti”,sulla traccia degli interventi del sindaco Geremia Biancardi, dell’assessore Cinzia Trinchese, della preside Annamaria Silvestro e dell’autore.   

L’altro momento è stato vissuto nell’auditorium del  monumentale complesso dell’ex–convento di Santo Spirito. Un momento  di forte carica emotiva e di vivo interesse, grazie ai racconti di testimoni diretti di quello che accadde 73 anni fa a Nola, ma anche di esperienze di prigionia; racconti lucidi e penetranti sulla temperie del secondo conflitto mondiale e scanditi dalle parole di Gianfranco Manfredi, Salvatore Del Piano e Angelo Russo.

eccidio nola 7Incisiva e realistica, l’analisi prospettata da Gianfranco Manfredi, padre di Gaetano,Rettore della Federico II e del  parlamentare Massimiliano, nel sottolineare la dimensione eroica della vittime dell’eccidio e il ruolo del presidio militare della “Principe Amedeo, duca d’Aosta”; dimensione di eroica abnegazione, in particolare, che valse a risparmiare la città di ulteriori sofferenze.

BAIANO / “INVASIONE”… ALL’”INCONTRO”: BAMBINE E BAMBINI DELLA “GIOVANNI XXIII” INTERVISTANO I NONNI

Foto di Enrico Stago

bimbi nonni 1Gianni Amodeo  – 23.10.2016 - Metti tre nonni della generazione anni ’30 o di fine anni ‘20, come Mast’ ‘Angeloantonio Candela, decano dei boscaioli locali, Mast’ ‘Luciano Perna, grande maestro-cestaio, e il geometra Romeo Lieto, con lunga e stimata carriera professionale e prezioso affabulatore narrante di vicende del micro-cosmo nostrano. Metti una classe della scuola primaria della “Giovanni XXIII” formata da una ventina di bambini e bambine in svagata e allegra briglia sciolta. Ed ecco combinata l’”Invasione” dei locali del Circolo “L’Incontro”, nell’ambito delle attività ludiche e formative, che promuove e sviluppa l’associazione “Favole e merende”, di cui sono animatrici l’insegnante Carmela Gaglione e Ines Nuzzi.

Aggiungi, per completare ed … integrare al meglio la visione d’insieme, la presenza attiva e partecipe di tante giovani madri e qualche padre, e ti ritrovi nel pulsante scenario di un’ interessante e viva connessione tra generazioni con l’impronta della diversità e dei radicali cambiamenti intervenuti nei costumi sociali; connessione, scandita con plastica evidenza dalle domande scanzonate, a cui bambine e bambini hanno sottoposto i tre nonni.

bimbi nonni 2Nitide e secche le risposte. Era ben poco il tempo Tra le domande più “gettonate” quelle sulla scuole frequentate e sui giochi che i nonni praticavano nei tempi della loro fanciullezza da riservare ai giochi. Quelli andati, specie nella prima parte del secolo scorso, erano anni di “gente povera, di buoni e generosi sentimenti, operosa che non se ne stava con le mani in mano”; e fin dalla prima fanciullezza bisognava adattarsi ad essere utili alla famiglia, aiutando i genitori nei lavori per lo più “ ’nd’ ‘a terra ” e nei boschi d’Arciano o “andando a bottega” per apprendere i mestieri di cestaio, falegname, fabbro, barbiere, calzolaio e muratore.

Nel focalizzare il rapporto con la scuola – spiegavano i magnifici tre - si completava, in genere, il ciclo delle “elementari” nelle capienti aule del pregiato plesso in stile umbertino di primo ‘900, affacciato per un verso su piazza Napolitano e per l’altro verso su via Marconi. Il plesso - ricorda il cronista - era tra le poche espressioni significative di architettura pubblica cittadina, ma venne ignobilmente cancellato in fretta e furia con la demolizione “decretata” dopo il terremoto dell’80, utilizzando i corposi finanziamenti statali resi disponibili … e profittevoli nelle convulse fasi emergenziali di oltre trenta anni fa; finanziamenti da arraffare con “le carte a posto” e spendere. En passant,si ricorderà ancora che, per abbattere il monumentale edificio, furono impiegate numerose maestranze e furono necessarie quattro giornate di lavoro intenso, impegnando nella massima concentrazione possibile martelli pneumatici, ruspe e attrezzature perforatrici. Una storia “sui generis” … e di profondo “buco nero”.

Proseguendo nelle risposte, gli intervistati evidenziavano che i pochi impegnati nel prosieguo degli studi erano “obbligati” a raggiungere a piedi – percorrendo circa tre chilometri- Mugnano del Cardinale, dove in piazza Municipio e sulla collina di San Pietro a Cesarano erano attivi i plessi delle scuole medie, nell’ex-Educandato “Maria Cristina di Savoia”, e il Ginnasio-Liceo “Manzoni”. Ma l’andare a scuola a piedi per le proseguire negli studi delle”Medie” e del Ginnasio-Liceo e, per giunta, camminando tra andata e ritorno per circa sei chilometri lungo la Strada statale della 7-bis, lasciava più di un’ombra di perplessità negli intervistatori. Un … sacrificio impossibile e neanche immaginabile. Del resto, sono ben pochi tra loro quelli che si recano a scuola …. senza auto, fosse pure per un tragitto che al massimo non supera la misura di chilometro lineare, come se strade e piazze del ristretto perimetro urbano … fossero ad alto rischio. Una spigolatura d’osservazione, questa, che accresce ancor più il valore dell’iniziativa di “ Favole e merende”, per far sviluppare i rapporti di conoscenza tra le generazioni. L’Incontro - dice il professore Enrico Stago, segretario del sodalizio di via Luigi Napolitano - è più che soddisfatto dell’esperienza di cui sono stati protagonisti i bambini e i nonni. I suoi locali sono sempre disponibili, per far svolgere attività di questa importanza, certamente utili ad animare la vita della comunità”.

“I colori dell’Amicizia, i colori di Yo”: Al via il concorso per le scuole che premia creatività e integrazione

YOUNGO e SAPIENTINO CLEMENTONI lanciano la sfida a tutti gli insegnanti: stimolare fantasia e socializzazione con un gioco.  Basterà iscriversi online per ricevere gratuitamente il materiale e partecipare  

bimbi youngoC.S. - 05.10.2016 - Un concorso che premia la fantasia e l'amicizia. Una sfida da giocarsi a colpi di colore e creatività. Un'esperienza che trasforma la didattica in un gioco educativo divertentissimo. L’idea è di YOUNGO e SAPIENTINO CLEMENTONI, che dal primo di ottobre lanceranno il concorso “I colori dell’Amicizia, i colori di Yo”, aperto a tutte le classi delle scuole per l’infanzia e delle scuole primarie presenti sull’intero territorio nazionale.

Partecipare è semplicissimo e gratuito: ogni maestra (solo lei può farlo perché il concorso è per le scuole!) potrà scaricare il modulo e il regolamento dal sito www.youngo.it e una volta effettuata l’iscrizione la classe riceverà il kit con tutti i materiali per iniziare a creare.

Qui entra in gioco la creatività: i bimbi più piccoli, con il “Traccio e coloro” di Sapientino, dovranno delineare e colorare delle schede aventi per oggetto il colore e il mondo di Yo, la coloratissima mascotte YOUNGO; i bambini delle elementari, con “Disegno e racconto”, si cimenteranno invece nel creare una storia legata al mondo di Yo attraverso il disegno e il colore.

sapientino clementoniL’obiettivo di questo progetto, ludico ed educativo assieme, è avvicinare i bambini al concetto di amicizia, quella senza pregiudizi legati all’etnia, alla lingua, alla religione, al genere, allo stato sociale. Il linguaggio del colore è universale e unisce tutti i bambini in un arcobaleno di diversità. Le attività proposte, inoltre, accompagnano i piccoli in un percorso di creatività e sviluppo delle potenzialità artistiche.

A metà aprile, al termine del concorso, ogni classe caricherà sul sito o invierà via mail il proprio bimbi youngo biselaborato e una giuria di esperti nel settore della comunicazione e dell’educazione decreterà i vincitori queste classi andranno in premio dei kit artistici, musicali e di psicomotricitàLa premiazione, a maggio, avverrà in Campania presso i Grandi Locali Leisure  YOUNGO Vulcano Buono (Località Boscofangone, 80035 Nola) e YOUNGO Maximall (Via Pacinotti snc - 84098 Pontecagnano Faiano), con una grande festa.

 I Grandi Locali LeisureYoungo sono in tutta Italia: scopri dove trovarli sul sito www.youngo.it