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A proposito della Festa del Majo di Mugnano del Cardinale

Riflessione di don Aniello Manganiello e dell'Associazione per la legalità "ULTIMI"

Mjo di MugnanoI fatti tragici,per fortuna senza apparenti conseguenze gravi, legati alla festa antica del "Maio" ,che viene organizzata ogni anno in diversi paesi del Baianese, mi inducono, a nome dell'Associazione per la legalità " ULTIMI", a fare una seria riflessione, dal punto di vista della sicurezza,ma soprattutto sul presunto significato religioso, che molti vogliono attribuire a questa festa, legandola alla devozione, di quelle comunità , a Santa Filomena,venerata soprattutto a Mugnano del Cardinale e in tutto il mondo.
Proprio a Mugnano,il10 gennaio scorso, il 52enne Luciano Corbisiero ha subito un tragico incidente in seguito al quale gli è stata amputata la gamba destra, dopo essere finito sotto uno dei" Maio" tagliato nei boschi della zona per questa festa.
Legare questa festa al culto di Santa Filomena, mi pare fortemente improprio e pertanto operare una forte discontinuità ,a livello religioso, è diventata una scelta che non si può più rimandare. Certo le comunità locali sono libere di inventarsi le feste,per vivere momenti di aggregazione,di incontro, di riposo dalle quotidiane incombenze, ma la fede è ben altro.
Mugnano - Il luogo dellìincidenteLa festa del Maio ha origini pagane. Infatti nel mondo antico gli alberi e quindi i "Maj", venivano considerati come esseri divini. Considerato simbolo della vita,che nutre l'uomo con i suoi frutti e costituisce anche un importante simbolo fallico, per la potenza che genera. Di fronte, quindi,a questo simbolismo,rimaniamo profondamente perplessi e sconcertati per l'abbinamento irriverente e offensivo,sostenuto da molti,tra la festa del" Maio"e quella di Santa Filomena.
A tal riguardo, due versetti biblici ci aiutano a capire quanto nella Bibbia, Dio condanni queste espressioni di culto pagano in onore di Baal: 2Cr 34,4 "...Distrusse i pali sacri e gli idoli scolpiti o fusi" e ancora in 2Cr 34,7 "....Demolì gli altari, fece a pezzi i pali sacri e gli idoli in modo da ridurli in polvere".
Cosa si può aggiungere a questi versetti della Sacra Scrittura e che dire poi dell'attentato alla natura con il taglio di questi enormi alberi? Eppure Dio ha affidato il Creato all'uomo ,perché il Creato fosse custodito e amato e non perché venisse distrutto e offeso dall'uomo stesso che fa scempio dell'ambiente, dimenticandosi che la TERRA è di Dio.
In tale prospettiva, compito di ogni referente religioso è quello di educare nella condivisione ai veri valori della fede cristiane, operando una netta distinzione tra il sacro ed il profano.
Infine vogliamo esprimere vicinanza cristiana e solidarietà civile alle persone rimaste ferite da questi tragici avvenimenti,a Baiano come a Mugnano,con l'auspicio di poterli avere al nostro fianco durante la MARCIA PER LA VITA che si terrà domenica 2 Febbraio 2014.

 

A proposito del Majo a Baiano. L’Opinione del Dr. Andrea Bellofatto

Majo di BaianoBaiano – 13.01.2014 - Dopo il grave infortunio occorso ad alcuni cittadini a causa dei botti di Natale, si rincorrono proposte e soluzioni per evitare analoghe tragedie negli anni a venire. Sicuramente così dovrà essere, tanto più considerando e sperando che, nel corso degli anni,sia maturata una maggiore coscienza dei rischi che si corrono a celebrare la Festa in simili modalità. Eviterei la retorica sui tempi che furono,a dire di alcuni, caratterizzati da una maggiore disciplina o da una maggiore attenzione all'incolumità fisica di chi sparava con la carabina o di chi si divertiva con i botti: si tratta di retorica che si fonda sulla nostra tendenza a dimenticare facilmente tutte le persone segnate nel fisico, puntualmente in ogni edizione della Festa.
Molti, ad esempio,ricorderanno le numerose carabine squarciate dalle esplosioni ed offerte come "ex voto" a S. Stefano per scampato pericolo,carabine che sono state esposte nella chiesa del Patrono fino a qualche anno fa; come pure, se ci sforziamo con la memoria, abbiamo ben impressi nella mente i concittadini mutilati e feriti, talora in maniera così grave da avere compromessa perfino la capacità lavorativa.
A rifletterci bene,si è trattato in maggioranza di giovani che si sono rovinati per tutta la vita. Come dimenticare, poi, l'uso dei fucili da caccia per "lo sparo del Maio", fortunatamente abbandonato per un intervento energico delle Autorità di Pubblica Sicurezza? O,ancora,le famigerate "botte a muro"parenti lontane delle granate? Abbiamo anche dimenticato l'uso dissennato dei "mascarielli ". L'aspetto degenere della Festa ne ha sempre attenuato e soffocato l'aspetto gioioso in un contrasto interiore tra la voglia di partecipare e la paura di farsi male dei cittadini baianesi .Nel giorno di Natale ,molti rinunciano persino al vestito buono per il timore che qualche "micciolo incandescente" derivato dalla deflagrazione dei botti possano rovinarlo .Le intemperanze individuali non sono mai mancate durante la celebrazione della Festa, danneggiando anche coloro che non sparano e che non si inebriano, pur avendo diritto,come Baianesi,a partecipare a questo rito collettivo,che, antropologicamente significa gioia, catarsi, riscoperta del senso di appartenenza alla Comunità.
majo-fuochi 2Rispetto tutti coloro che,in questi giorni, si stanno sforzando di analizzare ed individuare le cose che non vanno, per dare un senso gioioso alla Festa e prevenire gli incidenti futuri; la maggioranza dei Baianesi è a favore di una festa che sia la festa di tutti.
Se mi è consentito,anche io vorrei fare qualche proposta. Premessa è che per evitare incidenti, bisogna ben individuare i rischi connessi alle varie fasi della festa e, responsabilmente, mettere in atto azioni preventive. Il momento del taglio del Maio, ad esempio, deve ritornare alla gestione dei "mannesi": un esperto boscaiolo è in grado,più degli altri di individuare l'albero, di prevedere come cadrà, di curare che non cada sulle persone, di dare indicazioni sul trascinamento a valle. Poi,c'è proprio bisogno dei cavalli per il traino dell'albero per le vie del Paese? Non è forse anche questo un momento di rischio per l'incolumità elle persone? Non cito la "questione animalista", di non secondaria importanza.
Majo - spariIl rito dello scioglimento delle funi richiederebbe alcune semplici misure per essere fatto in tutta sicurezza. Le soluzioni sui botti sono parecchie. Ma la migliore e più radicale proposta, scevra da provocazione,è quella di cambiare il giorno di celebrazione della Festa del Maio,spostandola al 26 Dicembre e, conseguentemente, spostare la celebrazione della Festa del Santo alla Domenica immediatamente successiva; al contempo,con decisioni delle Autorità civili, religiose e di Pubblica Sicurezza, concentrare nella giornata del 26 Dicembre tutte le manifestazioni connesse alla festa: fascine, carabine e quant'altro.
La prevenzione primaria,a mio modesto avviso, deve consistere nella restituzione della Sacralità al Natale di Nostro Signore e nel recupero del significato antropologico e laico della festa del Maio. Prendiamo coraggio nel separare,finalmente,il sacro dal profano e rendiamoci conto che continuando la Festa del Maio, com'è attualmente,saremo complici di una mistificazione consolidata nel tempo e corresponsabili morali dei danni alle persone.

L’Acea sospenda l’accordo con l’israeliana Mekorot. Acqua pubblica sì, ma anche pulita

AceaIl 2 dicembre, durante il vertice Italia-Israele, l'Acea, principale operatore italiano nel settore idrico, e la Mekorot, società idrica nazionale di Israele, hanno sottoscritto un Memorandum d'intesa. L'accordo prevede la collaborazione nel settore delle risorse idriche con lo scambio di esperienze e competenze.
L'esperienza che la Mekorot ha maturato, però, è fatta di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Come documentato nel rapporto dell'organizzazione palestinese per i diritti umani, Al Haq, la Mekorot sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi, provocando il prosciugamento delle risorse idriche palestinesi, per poi fornire l'acqua saccheggiata alle colonie israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.
Inoltre, la Mekorot, alla quale sono state "trasferite" nel 1982 dalle autorità militari israeliane tutte le infrastrutture idriche palestinesi per il prezzo simbolico di uno shekel (Euro 0,20), pratica una sistematica discriminazione nelle forniture di acqua alla popolazione palestinese, costretta a comprare la propria acqua dalla ditta israeliana a prezzi decisi da Israele. Riduce regolarmente le forniture idriche ai palestinesi, fino al 50 per cento, a favore delle colonie illegali e dell'agricoltura intensiva israeliana, creando quello che Al Haq chiama "l'apartheid dell'acqua". Il consumo pro capite degli israeliani, infatti, è da 4 a 5 volte quello dei palestinesi in Cisgiordania, che si colloca al di sotto della quantità minima raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
mekorot eng logoOrganizzazioni internazionali, quali Human Rights Watch e Amnesty International, hanno documentato come Israele eserciti un controllo totale sulle risorse idriche palestinesi e come le politiche israeliane dell'acqua siano uno strumento di espulsione, che impediscono lo sviluppo e costringono le popolazioni palestinesi a lasciare le proprie terre. L'organizzazione israeliana Who Profits definisce la Mekorot come "il braccio esecutivo del governo israeliano" per le questioni idriche nei Territori palestinesi occupati ed afferma che "è attivamente impegnata nella conduzione e nel mantenimento" della occupazione militare della Palestina.
Per queste ragioni, la società idrica Vitens, il primo fornitore di acqua in Olanda, ha recentemente interrotto un accordo di collaborazione con la Mekorot motivando la decisione con il proprio impegno verso la legalità internazionale.
Sottoscrivendo l'accordo con la Mekorot, l'Acea si rende complice di queste gravi violazioni. Contravviene, inoltre, al proprio Codice Etico, che cita la sua adesione al Global Compact dell'ONU sulla responsabilità sociale delle imprese, il quale mette al primo posto la tutela dei diritti umani.
Come realtà e singol* che hanno a cuore il diritto fondamentale dell'accesso all'acqua e la tutela dei diritti umani:
§ Esigiamo che l'Acea segua l'esempio della Vitens e riscenda immediatamente l'accordo stipulato con la Mekorot.
§ Chiediamo al Comune di Roma, in quanto azionista di maggioranza, di intraprendere tutte le azioni necessarie perché l'Acea interrompa ogni attività di collaborazioni con la Mekorot.
§ Facciamo appello a tutte gli enti locali azionisti dell'Acea di attivarsi perché l'accordo venga interrotto.
Il nostro impegno non è solo per l'acqua pubblica, ma anche per l'acqua pulita.
Salvatore Carnevale

Seguono firme:
Fonti: Al Haq, Water For one People only: Discriminatory Access and 'Water-Apartheid' in the OPT (2013)
Who Profits, Il coinvolgimento della Mekorot nell'occupazione israeliana (2013)
Human Rights Watch, Separate and Unequal: Israel's Discriminatory Treatment of Palestinians in
the Occupied Palestinian Territories (2010)
Amnesty International, Troubled Waters: Palestinians Denied Fair Access to Water (2009)
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Acea spa, nata nel 1909, è oggi una delle principali multiutility italiane. Quotata in Borsa nel 1999, è attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei business dell'acqua, dell'energia e dell'ambiente. 
E' il primo operatore nazionale nel settore idrico e tra i principali player italiani nella distribuzione e vendita di elettricità e nel settore ambientale.
Mekorot Water Company ltd è la società idrica nazionale di Israele che nata nel 1937, sino ad oggi ha sviluppato un alto livello di competenza in settori quali la gestione delle risorse idriche, gestione delle acque comunali, nei sistemi di approvvigionamento idrico, desalinizzazione (acqua di mare e acqua salmastra), nel trattamento, bonifica e riutilizzo delle acque reflue. Mekorot WC ltd oggi fornisce l'80% dell'acqua potabile in Israele.

 

Costretta a sposare il suo stupratore, a giorni il grande voto

La 16enne Amina Filali dopo essere stata stuprata, picchiata e costretta a sposare il suo aguzzino, si è suicidata perché il codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di sposare la sua vittima se questa è minorenne. Dopo anni di lotta per riformare la legge, lo storico voto per abolire questa follia potrebbe avvenire tra pochi giorni! Onoriamo la memoria di Amina facendo in modo che la sua tragedia non si possa mai più ripetere. FIRMA LA PETIZIONE

aminaLa 16enne Amina Filali dopo essere stata stuprata, picchiata e poi costretta a sposare il suo aguzzino, si è suicidata: era l'unico modo per sfuggire all'inferno in cui il suo stupratore e la legge del Marocco l'avevano rinchiusa. Abbiamo lottato per anni assieme agli attivisti marocchini per far abolire questa norma assurda, e ora la vittoria è a portata di mano. Questa settimana, un ultimo voto ci può permettere di afferrarla.
L'articolo 475 del codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di evitare il processo e il carcere sposando la sua vittima se questa è minorenne. E' il peggiore incubo di qualsiasi donna sopravvissuta a uno stupro, e per Amina è diventato realtà. Ma ora, dopo che in centinaia di migliaia abbiamo contribuito a fare pressione sul Parlamento, tra pochi giorni potrebbero prendere la storica decisione di abolire questa norma. Se si arriverà al voto, gli addetti ai lavori dicono che la riforma passerà. Dobbiamo solo dare la spinta finale affinché la proposta sia discussa.
In questo momento, i giornali quasi non parlano della questione e non c'è alcuna pressione sui politici locali affinché facciano la cosa giusta. Per questo, non appena raggiungeremo 1 milione di firme, pubblicheremo delle intere pagine sui giornali più letti dai parlamentari e manifesteremo assieme agli attivisti marocchini fuori dal Parlamento con un mare di palloncini rosa a rappresentare questa nostra enorme mobilitazione globale. Onoriamo la memoria di Amina facendo in modo che la sua tragedia non si ripeta mai più. Clicca ora qui sotto per unirti a noi:http://www.avaaz.org/it/forced_to_marry_her_rapist_f/?bXesAdb&v=33962

Dopo che Amina è stata violentata, la sua famiglia ha sporto denuncia nella città di Larache. Ma invece di processare lo stupratore, il giudice gli ha offerto la possibilità di sposare la sua vittima, e la famiglia di Amina ha accettato. Dopo il suo suicidio, i membri di Avaaz si sono mobilitati dalla parte dei genitori ormai disperati e degli attivisti marocchini, consegnando quasi 800mila firme a favore della riforma, guadagnando le prime pagine dei giornali. Il governo ha promesso una riforma ma da allora non è accaduto più niente. Fino ad ora.
L'articolo 475 non è l'unico problema per i diritti delle donne in Marocco, ma è diventato un gigantesco simbolo di un sistema sbagliato. E' dal 2006 che il governo promette di mettere fine a questo orrore e di adottare una legge che vieti la violenza contro le donne, ma finora sono state solo parole al vento mentre la vita di giovani donne continuava ad essere stroncata.
Finalmente sembra che le cose si stiano muovendo nella giusta direzione, e la Commissione Giustizia ha finalmente stralciato la parte più problematica della norma passando la legge alla Camera bassa affinché prenda una decisione: se si arriverà al voto, è molto probabile che il Marocco avrà una nuova legge e Amina potrà finalmente in qualche modo avere giustizia. Il voto è il primo passo fondamentale per quella vera riforma per cui i gruppi di donne in Marocco hanno lottato a lungo. Facciamo in modo che si arrivi a una decisione sulla legge 475 affinché questa cominci a proteggere le donne e smetta di calpestarle:
http://www.avaaz.org/it/forced_to_marry_her_rapist_f/?bXesAdb&v=33962

Dall'Afghanistan all'India fino al Giappone e al Kenya, in quanto membri di Avaaz abbiamo usato la nostra forza collettiva per sostenere i popoli in tutto il mondo nella lotta per i diritti delle donne. Oggi possiamo mobilitarci dalla parte di Amina Filali e fare sì che la conclusione della sua storia terribile possa accendere una speranza.
Con speranza e determinazione,
Dalia, Antonia, Emma, Marie, Rewan, Alex, Ricken e tutto il team di Avaaz

PS: Molte delle campagne di Avaaz sono lanciate dai membri della nostra comunità! Lancia ora la tua e vinci su temi di ogni tipo a livello locale, nazionale o globale: http://www.avaaz.org/it/petition/start_a_petition/?bgMYedb&v=23917

Ulteriori informazioni
Marocco, proposta abolizione di 'matrimonio riparatore' dopo stupri (La Presse)
http://www.lapresse.it/mondo/europa/marocco-proposta-abolizione-di-matrimonio-riparatore-dopo-stupri-1.442103
Marocco: annullare le leggi contro le donne (Amnesty International)
http://www.amnesty.it/Marocco-annullare-leggi-contro-donne
Marocco, costretta a sposare il suo stupratore (La Stampa)
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/vociglobali/grubrica.asp?ID_blog=286&ID_articolo=524&ID_sezione=654
Marocco: suicida dopo nozze con stupratore, proteste a Rabat (Ansa)
http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2012/03/17/visualizza_new.html_133748440.html
Il report di Global Rights sulla violenza contro le donne in Marocco - in inglese
http://www.globalrights.org/site/DocServer/2011-10-14_Final_Shadow_Report_to_CAT.pdf?docID=12983
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La Chiesa di Nola è vicina alla Comunità di Baiano segnata dai dolorosi eventi accaduti durante la festa del Majo. Comunicato di Don Aniello Tortora del 31 dicembre 2013

don Aniello Tortora 2Nola - 02-01-2014 - Con la presente esprimo la solidarietà del nostro Vescovo, Mons. Beniamino Depalma, e mia personale, alla Comunità tutta e in particolare alle famiglie colpite. Il dolore condiviso risana le nostre relazioni interpersonali e genera sostegno, sollievo e compagnia nei tratti difficili della vita. La fraternità autentica, però, rende necessaria anche una riflessione corale sui fatti dolorosi accaduti nel pomeriggio di Natale. È doveroso fare chiarezza circa comportamenti che, nel modo più categorico, non esprimono nessuna devozione nei confronti di S. Stefano. L'utilizzo di botti illegali manifesta devianza, attenta alla incolumità delle persone e offende la dignità della religiosità di un popolo. Si ritiene opportuno esortare un abbandono definitivo di queste pratiche, purtroppo consolidate, che espongono a seri rischi non solo le singole persone ma anche la collettività. Nel corso degli anni infatti tante persone della Comunità baianese sono state segnate nel corpo e nella mente.
È giunto il tempo di fare una riflessione seria sulle feste popolari. Giovanni Paolo II ha sottolineato che la pietà popolare è un vero tesoro del Popolo di Dio e deve essere strumento di evangelizzazione e di liberazione cristiana. La nostra terra è ricca di molte feste e tradizioni sacre, legate al culto cristiano. Ma, spesso, ha fatto registrare contraddizioni, talvolta stridenti, tra le manifestazioni religiose popolari e il messaggio evangelico che pur esse vorrebbero e dovrebbero veicolare. In molti casi le feste popolari del nostro territorio hanno solo la parvenza del sacro. Svuotate del loro contenuto cristiano esse non rendono credibile la fede agli occhi degli indifferenti e dei lontani. La pietà popolare, "se è ben orientatadice un documento recente dei vescovi della Campaniaè ricca di valori. Manifesta infatti, come diceva Paolo VI, "una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono riconoscere; rende capaci di generosità e di sacrifici fino all'eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione" . Guardando, però, a quello che e accaduto a Baiano, bisogna , purtroppo, notare una certa distanza tra alcune espressioni della religiosità popolare e il messaggio cristiano. "Le feste religiosecontinua il Documento dei vescovi campani – siano autentiche celebrazioni di fede incentrate nel mistero di Cristo e siano purificate da infiltrazioni profane". Sarà necessario, allora, vivere le manifestazioni esterne del culto popolare in modo che siano espressioni autentiche e comunitarie di fede. Dobbiamo tutti riscoprire lo scopo insito in ogni festa religiosa: la glorificazione di Dio e la santificazione dell'uomo. Anche il momento ludico-esterno è un "elemento importante della festa e non va staccato dal momento religioso", ma "non è concepibile che la festa religiosa si riduca a manifestazione paganeggiante, soprattutto con sperpero di denaro".Anche in queste occasioni di festa è necessario che la nostra religione non si riduca a qualche pratica esteriore, ma dovrà incidere sul modo di pensare, di giudicare e di vivere dei cristiani. Infatti il pericolo più grave cui la pietà popolare va incontro è quella di restare un fatto esteriore e superficiale che non tocca l'uomo nel suo cuore e nella sua vita, un fatto legato cioè a particolari condizioni sociali e ambientali. È vera festa di un popolo quando sappiamo vivere la solidarietà con i poveri per condividere con loro il pane, i tempo, i beni della terra.
Auspicando un'attenta riflessione e maturazione di tutta la comunità cristiana del baianese, si esorta, così come voluto dal nostro Vescovo e dallo stesso Papa Francesco, a manifestare la propria fede e devozione verso il Santo, attraverso opere di misericordia e di solidarietà che siano espressione di interesse e di attenzione verso i più sfortunati e bisognosi, ma anche verso le esigenze delle chiese che, a Baiano, versano in condizioni strutturali precarie. Soprattutto in considerazione dei tempi di crisi economica che viviamo, lo sperpero di denaro rappresenta un vero affronto verso il disagio di tanti, che, anche nel silenzio, subiscono tali situazioni di povertà. Il Natale del Signore Gesù "provochi" in ognuno di noi vera conversione al bene comune e un'attenzione perseverante ai più deboli della nostra comunità cittadina. Questa è e deve essere la vera festa per tutti i baianesi: la condivisione.
Auguro alla Comunità baianese un 2014 fruttuoso, pieno di serenità e di crescita nella sapienza e nelle grazia di Dio.