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Presentazione a Nola del volume “La pittura a Nola e a Napoli nel primo quattrocento una Madonna e santi ritrovata” a cura di Pierluigi Leone de Castris

Il restauro di una tela creduta seicentesca porta alla luce una delle rare tracce della cultura artistica dei primi decenni del XV secolo a Nola

una madonna eLu.Pi. - Mercoledì 18 giugno 2014, a Nola, presso il Palazzo Vescovile, Salone dei Medaglioni, con inizio alle ore 18.00, presentazione del volume "La pittura a Nola e a Napoli nel primo quattrocento una madonna e santi ritrovata" a cura di Pierluigi Leone de Castris, fotografie di Luciano Pedicini, edito da Arte'm.
Porteranno il loto saluto: S.E. Beniamino Depalma, Arcivescovo di Nola; Giorgio Cozzolino, Soprintendente per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia; Flora A. Nappi Ambrosio, Presidente dell'Archeoclub d'Italia - Sede di Nola; Franco Di Spirito, della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia.
Intervengono: Pasquale D'Onofrio, Vicario Generale della Diocesi di Nola; Pierluigi Leone de Castris, dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa; Antonia Solpietro, Direttore dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Nola; Daniela Giordano, Restauratrice.

de Castris"--- una tela creduta seicentesca, sporca, tagliata, ridipinta e conservata in un deposito si rivela inaspettatamente una rara opera del primo quattrocento, con ogni probabilità realizzata per l'altare maggiore della cattedrale di Nola ricostruita dai Feudatari del luogo, gli Orsini, a cavallo fra tre e quattrocento. Il suo restauro porta alla luce una delle rare tracce della cultura artistica di questo periodo così complesso e così poco noto della nostra storia, i primi decenni del XV secolo, dominati dalle figure degli ultimi sovrani della dinastia degli Angiò-Durazzo, Ladislao e Giovanna; ma questa scoperta diventa anche l'occasione per un'indagine più estesa su un territorio, la contea di Nola, che sotto Raimondo Orsini visse un momento particolarmente felice e florido e che infatti si scopre ricco di altre testimonianze importanti del «gotico internazionale», una stagione che vede Napoli e la stessa Nola al centro di un crocevia d'influssi e di traffici artistici, tra le Marche, la Spagna, la Liguria, Pisa e Siena". [Pierluigi Leone de Castris].

Titolo: Una Madonna e Santi ritrovata e la pittura a Nola nel primo Quattrocento
Autore: Leone de Castris, Pierluigi
Prezzo: $35.00
ISBN: 9788856904345

 

LIBRI IN “VETRINA”A BAIANO: GIOACCHINO AMATO E NICOLA MONTANILE ALL’”INCONTRO”

Il romanzo breve "Dieci ore" e la monografia dedicata a Franco Venditti, intellettuale e politico, già sindaco di Avella, al centro dell'evento, scandito dalle letture di Maria Grazia Vitale e dagli accordi di chitarra di Francesca Fiordelisi e Antonio De Martino. Sorridente e cordiale siparietto di Giovanni Bellavista, con le garbate imitazioni di Massimo Troisi e di Giorgio Napolitano, "arricchito" dall'"interpretazione" di alcune gemme dell'ironico disincanto, con cui si connota la poesia di Totò.

Copertina Dieci OreEn.Sta. - Baiano 13.06.2014 - Una scrittura densa ed intensa per qualità di contenuti. E squarci di poesia, in cui le parole si librano, veicolando emozioni e sentimenti, che denotano la ricerca del bello e del vero nel fluttuare delle contraddizioni dell'umana condizione esistenziale.
Sono i connotati distintivi di "Dieci ore", modello di romanzo breve, che segna l'esordio di Gioacchino Amato nel panorama degli autori di narrativa. Pubblicato Schena editore, per la collana "poche pagine", al testo è stato conferito il riconoscimento di merito per il Premio della narrativa, intitolato alla memoria di Valerio Gentile. L'autore, poco più che ventunenne, vive risiede con la famiglia a Cicciano, dopo aver frequentato con eccellente profitto il locale Liceo scientifico "Enrico Medi", è attualmente impegnato nella conclusione degli studi nell'Università di Salerno.
La narrazione di "Dieci ore" costituisce una forma di diario, che l'autore comincia a fissare nella pregnanza della scrittura intorno ai diciassette anni; scrittura, intesa e ... vissuta come terapia, che affranca dal caos, come recita uno dei motti del retro della copertina, mentre Voltaire è l'autore dell'altro motto, per il quale i romanzi sono sempre troppo lunghi. E' la scrittura, che alimenta e permea la lucidità del discernimento, con cui si pone ordine nel caos, con cui l'uomo deve misurarsi costantemente nella mutevolezza delle fasi dell'esistenza e, in particolare, nel vissuto di quell'età di mezzo e di incertezze, che oscilla tra l'adolescenza e la soglia della giovinezza.; età, nella quale, per dir così, il guscio protettivo e rassicurante del nido-famiglia, tanto gradito a Peter Pan, il personaggio-metafora di chi non vuole ... crescere, esercita sempre la sua forte capacità d'attrazione, mentre il percorso che si dischiude al magico orizzonte di Harry Potter, pur nell'arditezza che sollecita e richiede, ha la malia del fascino dell'avventura, a cui è difficile sottrarsi ed impossibile resistere. E' l'ambigua e frastagliata conflittualità, il caos appunto, che si vive nel vortice dei diciassette anni.
Amato a Baiano - CopiaE'- questo- l'impianto, di cui si nutre Il filo narrativo, che Amato lascia dipanare nelle pagine di "Dieci ore", senza alcun carattere diretto di natura autobiografica, per attraversare il mondo dei protagonisti - quattro coetanei - marcando i profili caratterizzanti della complessità, con cui si rapportano con la realtà e con i genitori. Sono rapporti, in cui i linguaggi si sviluppano in dissonanza più di quel che appaia nella superficie delle impressioni, intrinsecamente fallaci ed effimere. E così gli spazi relazionali, che adolescenti e giovani, non trovano nell'ambito familiare, generano l'approdo negli spazi "altri" del gran mare...del vivere. E i primi porti sono quelli delle sale dei gran bar, delle caffetterie, in cui convivono e si mescolano le più disparate espressioni della musica, dagli stili del rock a quelli del new country, per incrociare sempre le modulazioni e le sonorità del jazz, che parla il linguaggio dei sentimenti più autentici e dell'umana sofferenza. Non è casuale che in "Dieci ore" uno dei tanti Disco inner, spuntati come funghi sui territori negli ultimi venti anni faccia da sfondo per una parte significativa del racconto. Penetrante ed acuta la sensibilità, con cui Gioacchino Amato focalizza la realtà dei migranti - giovani e giovanissimi- giunti in Italia, assunta a simbolo e .... realtà del bello e agiato vivere. Un'illusione, quella dei migranti della narrazione, animati dal desiderio di rompere il cordone ombelicale con le terre d'origine, che sono quelle albanesi, uscendo dal guscio ... di Peter Pan, per ritrovarsi, stretti dalla necessità e dal bisogno, nella clandestinità per sopravvivere e subendo ogni forma di sfruttamento nei lavori più umili e pesanti, vivendo in tuguri.
franco venditti - Copia 344x500D'impostazione distinta e sviluppo contenutistico differente, il discorso saggistico proposto da Nicola Montanile nella monografia - pubblicata dalla Grafica Napolitano di Nola - in cui sono proposti i profili di Franco Venditti, nella dimensione umana di larga disponibilità verso gli altri, in quella dell'intellettuale e in quella del politico e dell'amministratore pubblico, in qualità di consigliere,assessore e sindaco di Avella, fino all'esercizio sia delle funzioni di componente del Comitato di controllo dell'Asl di Avellino che di Difensore civico della città natia. Un lungo percorso di presenza nella realtà cittadina e dei territori, punteggiato da una variegata ed incisiva attività giornalistica sui giornali e periodici provinciali e regionali, oltre che di tiratura nazionale, un percorso, intrapreso negli anni dell'immediato secondo dopo-guerra mondiale fino all'anno della morte, nel 2008. Ed era nato nel 1915.
La monografia di Montanile fissa le fasi salienti dell'itinerario di vita pubblica, seguito da Venditti; itinerario alla cui base non solo spicca la formazione culturale – aveva conseguito il diploma dell'Accademia di Educazione fisica, a Roma, e le lauree in Giurisprudenza e in Scienze politiche nelle Università di Sassari e Firenze, con il massimo dei voti- ma anche le esperienze di tenente degli alpini del reggimento Fenestrelle, sui fronti del secondo conflitto mondiale. Alla fine della guerra, Venditti è tra i fondatori della Democrazia cristiana in Irpinia, insieme con Fiorentino Sullo e le figure più rappresentative del notabilato liberal-borghese dei territori, tra cui Alfredo Amatucci e Salvatore Scoca.
Nicola Montanile a Baiano - CopiaAttivamente partecipe alla campagna del referendum istituzionale del 1946, il cui esito abrogò la forma monarchico dello Stato, dando forma e corpo allo Stato repubblicano e democratico, il cui ordinamento sarà ancorato ai principi della Costituzione in vigore dal gennaio del 1948. E Venditti sfiora l'elezione per l'assemblea costituente. Un obiettivo mancato di poco, mentre il suo raggio d'azione e d'impegno civico è fortemente calibrato su Avella, scontrandosi con il notabilato locale, strutturalmente arroccato nelle file della Democrazia cristiana. E si determinano le condizioni della separazione in casa scudocrociata, tra Venditti e gli antagonisti, medici ed avvocati di stimata professionalità, oltre che di agiata condizione familiare sul versante sociale ed economico.
Nelle pagine della monografia rivivono momenti rilevanti della storia locale, di cui Venditti è stato un protagonista operoso, pure nelle asprezze delle lotte politiche che affrontò sempre a viso aperto e con franchezza di linguaggio; una dimensione di vita ed un stile comportamentale, che fa aggio sulla varietà delle opzioni politiche compiute, dalla Democrazia cristiana al Partito socialista democratico, con approdo nelle file del Partito repubblicano italiano. Varietà di opzioni, che coniugò costantemente con il totale disinteresse personale e familiare; quel disinteresse, che certo non alberga nei tanti che dalla politica anche e soprattutto del piccolo cabotaggio localistico hanno tratto- e traggono- vantaggi di ogni genere.
manifestazione allIncontroI testi di Amato e Montanile sono stati presentati nei locali de L'Incontro, sul filo della conversazione-intervista, condotta da Gianni Amodeo. La cornice alla presentazione era fornita dagli accordi musicali delle chitarre di Antonio De Martino e Francesca Fiordelisi, con la lettura di alcuni brani della monografia su Venditti, fatta da Maria Grazia Vitale. Il clou aveva per protagonista Giovanni Bellavista con le sorridenti e cordiali imitazioni di Massimo Troisi e Giorgio Napolitano. Il sigillo pregiato era impresso da Bellavista nell'impeccabile "recitazione" interpretativa di alcune gemme della migliore produzione poetica di Totò. Gemme ... espressive di disincanto e d'ironia ineguagliata. E ineguagliabile. Una chiusura con contaminazione di stili e generi, quale migliore non poteva essere.

 

Manifestazioni del Gruppo Archeologico “Terramare 3000” per ricostruire l’atmosfera del villaggio preistorico dei Sarrasti

Poesie, musica e danze per ricostruire l'atmosfera del villaggio preistorico dei Sarrasti, l'antico popolo che ha abitato le sponde del fiume Sarno e probabilmente si è insediato nel sito protostorico della Longola, a Poggiomarino.

Percorsi fluviali a LongolaPietro Luciano - 11.06.2014 - Una prima manifestazione, organizzata dal Gruppo Archeologico "Terramare 3000", che gestisce il percorso archeo-fluviale attiguo agli scavi della Longola, si è tenuta domenica 8 giugno, a partire dalle 18.00, proprio sull'area del lungo fiume.
C'è stata, come previsto, una recitazione di versi e uno spettacolo curato dalla Scuola di danza "Tersicore" di Marano, diretta da Tiziana Lanzaro con la partecipazione dell'attore Zeus Cassese. Nel corso della serata, ci sono stati anche i percorsi di luce sull'area fluviale con l'esibizione di Peppe Caldiero, che ha navigato lungo il fiume col lontro, l'antica imbarcazione che veniva usata dai contadini che avevano le campagne vicino al Sarno.
Linda SolinoIl Gruppo "Terramare 3000", inoltre, il 12 giugno, alle 18.00, in piazza De Marinis presenterà anche il libro di Linda Solino "Longola e i Sarrasti nella Valle del Sarno". La pubblicazione è stata resa possibile da Fondazione con il Sud, nell'ambito del Progetto "Cool-Tour in Valle...", realizzato in rete fra le associazioni: "Terramare 3000", "La Quercia", "Crystal", "La Sveglia", "Amici del Sarno".
Alla presentazione parteciperanno, la prof.ssa Carmela Filosa e il direttore regionale dei Gruppi Archeologici della Campania, ing. Luigi Sorrentino. Linda Solino ha anche curato la raccolta di poesie che saranno lette nella serata di domenica.
"Dopo i laboratori nelle scuole di Poggiomarino, Sarno e San Valentino e la caccia al tesoro con gli studenti, rappresentato dall'arte e dalla storia della Valle, si tratta di due nuove occasioni per riflettere sulla storia in maniera più piacevole", ha chiarito Linda Solino.

 

Palma Campania: 244° Anniversario della nascita di Vincenzo Russo

Vincenzo Russo14.06.2014 - Il Gruppo Archeologico Terra di Palma e l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici organizzano una manifestazione in occasione del 244° Anniversario della nascita di VINCENZO RUSSO.
Il 15 giugno 2014, alle ore 18.30, presso il Teatro Comunale di Palma convegno su "L'uguaglianza nei Pensieri Politici" a cura di Pasquale V. Ferrara.
Casa di V.RussoInterverranno: il Sindaco di Palma Campania Vincenzo Carbone; il Preside Pasquale Virgilio Ferrara; l'Assessore alla Cultura Elvira Franzese. Modera Maria Maddalena Nappi, direttore del Gruppo Archeologico Terra di Palma.
Alle ore 19.30, poi, sarà deposta in Via Vicoletto Russo a Palma Campania, casa natale del martire della repubblica partenopea del 1799, una corona d'alloro
Infine, serata in musica con "I Rappresentante della Scuola Civica Musicale" di Palma Campania, GABRIELLA MAIELLO e le Tammorre de "I Guagliuni".

“AGGIO SCRITTO PE’ TTE”: LA POESIA DELLE CANZONI NELLA TRADIZIONE POPOLARE DEI GIGLI DI NOLA

Folta e bella partecipazione di pubblico nella chiesa-agorà dei Santi Apostoli per la presentazione della silloge, che raccoglie i testi delle composizioni liriche, con cui Nino Cesarano ha "vissuto", rappresentato e cantato la Festa eterna per quarant'anni. Un atto d'amore per la città e per un percorso, che continua. Il lieto omaggio dell'Orchestra, diretta dal figlio Pino, con la corona delle gradevoli e applaudite esibizioni dei cantanti-giglianti più rinomati, tra cui Tino Simonetti, Carmine e Felice Parisi, Raffaele Caccavale


libro-cesarano 500x267Niam - 05-06.2014 - E' variegato e ricco, per la qualità e la numerosa consistenza dei testi disponibili, il patrimonio delle canzoni e della musica dei Gigli. Un patrimonio formatosi nella lunga durata degli anni, grazie all'opera di catalogazione finora compiuta, relativa alla produzione di un secolo circa, e costitutivo di quel mirabolante caleidoscopio di sentimenti, emozioni e idealità, con cui i poeti, i parolieri e i compositori degli adattamenti musicali hanno rappresentato e interpretato nel fluire della storia, l'anima della città, dandole voce con l'armonia delle sonorità, le gioiose tonalità di canti e ritornelli, con il contrappunto di orecchiabili "marcette". Un gradevole compendio di autentici inni alla vita e alla luce della speranza, che le dà senso.
E sono proprio i canzonieri - degni, ovviamente, di essere definiti tali - che, nei linguaggi d'intensa espressività e senza nulla concedere al manierismo letterario, ravvivano, di anno in anno, le mutevoli scenografie in cartapesta, con cui si connotano gli otto Gigli e l'agile Barca; scenografie a tema, dall'attualità sociale e politica alle questioni di costume civile, che forniscono le chiavi di "lettura" diretta ed immediata dello spirito della comunità cittadina, nei suoi tratti più originari e nell'identità di cristallina popolarità. E' davvero un racconto straordinario, in prevalente vernacolo napoletano, e di com-partecipazione a più voci, quello che si dispiega nei canzonieri, segnando la fusione delle immagini versificate e dei ritmi delle note in pentagramma, la cui potenza evocativa ed emotiva raggiunge l'apice nei cori.
Ballata dei gigliE' un racconto en plein air, che corre nelle elettrizzanti e spettacolari fasi della processione e della ballata dei Gigli lungo le strade del centro antico della città, trasformate nelle quinte di uno splendido palcoscenico di teatro, in cui tutti sono attori e... giglianti. E' la rappresentazione, che coinvolge l'intera città, con un'unica, virtuale regia senza copione, nella quale s'innervano e coesistono come per incanto le regie, parimenti non scritte, dei singoli pinnacoli, simbolici portatori della propria spettacolare e variopinta "Festa", con le paranze e le "comunità" delle antiche Corporazioni, che vi si riconoscono; tasselli, che variano nelle forme e nei linguaggi, formando il mosaico vivo della Festa eterna. Ed è il composito mosaico, che, con i pinnacoli allineati e svettanti nei loro venticinque metri d'altezza, si può ammirare il giorno successivo alle ... frenetiche "fatiche" della processione e della ballata, nella quiete di piazza Duomo.
In un così vasto patrimonio canoro e musicale della Festa eterna, un interessante capitolo è formato dalla produzione in versi di Nino Cesarano, nel cui "vissuto", specie degli anni giovanili, figurano anche la partecipazione alle compagnie teatrali da strada, le esperienze di presentatore e interprete nelle "posteggie" e nelle"sceneggiate", oltre che la scrittura di commedie e testi di "sceneggiate": un "vissuto" ... combinato di napoletanità e nolanità, per dir così. E, quello delle poesie\ canzoni di Nino Cesarano , è un capitolo che copre già l'arco temporale dal 1974 al 2014, con ... tante altre pagine ancora da comporre.
nino-cesaranoSono circa 250 testi, che inneggiano a San Paolino e alla fede religiosa, alla città, ai Gigli e alla Festa eterna, che compongono la silloge, che si fregia del titolo ben espressivo " Aggio scritto pe' tte", con sotto titolo "Quarant'anni di canzoni, poesie, frammenti" e pubblicata in elegante e bella veste tipografica dalla Tavolario Stampa. La silloge, tripartita nei testi delle canzoni dell'alzata, delle canzoni melodiche e delle "marcette", è stata presentata nella chiesa-agorà dei Santi Apostoli, letteralmente gremita dal pubblico delle occasioni speciali e dalla larga schiera di estimatori della "poesia gigliante", di cui è espressione Nino Cesarano, sulle tracce di autori, che hanno impreziosito con le loro composizioni liriche i "Giugni nolani" dal '900 fino ai nostri giorni, tra cui spiccano Iorio, Masucci, Patanella, Vincenti, Scotti, La Rocca, Vallone, Esposito,Natalizio e Basile.
A dipanare il filo musicale e canoro della presentazione, l'Orchestra di Pino Cesarano, figlio di Nino, e le voci dei giglianti per antonomasia, Carmine e Felice Parisi, Raffaele Caccavale, Salvatore Minieri, Tino Simonetti, Tonino Giuliano e Marilena Mirra. Un omaggio alla liricità espressiva dei testi di Cesarano, con gli arrangiamenti della vera e buona musica dei Gigli. Un'operazione culturale, in cui è attivamente impegnato, Pino Cesarano, con lavoro metodico e paziente, senza indulgere alle contaminazioni del tutto improprie, come quelle derivate dal jazz e che negli ultimi anni hanno alterato la tradizione della Festa eterna. "Le contaminazioni- spiega il giovane compositore- espressive di diverse tradizioni e sensibilità non vanno respinte a priori per se stesse.E', invece, necessario e opportuno vagliarne le possibilità di interazione e d'integrazione con i registri, su cui s'innestano, evitando forzature e superficialità, che non rendono un buon servizio alla cultura musicale".
E se per Pino il rispetto dei canoni della vera musica popolare dei Gigli, è un obbligo di caratura artistica e professionale, che non si può né deve disattendere, per Mario, altro figlio di Nino Cesarano, compositore di bella verve ed archeologo di professione, la poesia dei Gigli e Nola formano una combinazione inscindibile, nelle dinamiche della Festa eterna. Un binomio, che celebra l'arte nelle sue multiformi rappresentazioni.
Roberto De SimoneDi rilievo, su queste scie, sono pregnanti le riflessioni, dettate da Roberto De Simone nella prefazione della silloge"...."E' chiaro che per leggere lucidamente queste produzioni poetiche, occorre prescindere dagli aspetti letterari e dalle tematiche degli argomenti, che si riferiscono pedissequamente all'amore, all'esaltazione provinciale del sentimento festivo, al "panegerismo" celebrativo dei maestri di festa, a tutti quegli elementi folcloristici di una paccottiglia di stanco ricalco contenutistico, che ha determinato l'estinzione storica della stessa canzone napoletana, a confronto della quale la tradizione nolana risulta tuttora viva, perché sostenuta da autentici valori collettivi, al di là del chiacchiericcio dialettale o del velleitarismo pseudo artistico ..... La pubblicazione di Cesarano costituisce una illuminante indagine retrospettiva per quel che riguarda il rapporto strutturale tra musica e gestualità coreutica dei giglianti nelle varie fasi delle macchine votive in movimento....".
Dal giudizio del grande musicologo a quello di Vanda Ambrosio, che della poesia e della classica musica dei Gigli è profonda conoscitrice.".... A voler esemplificare - scrive nella nota d'introduzione -- s'intravede ( nei testi) una tipologia compositiva, che configura la significante ricchezza delle figure retoriche: metonimie, ossimori, allegorie, similitudini, iperboli,trasfigurazioni estemporanee di idealità festaiole, per cantare la Festa, San Paolino, la cui devozione è palese. Il verso poetico dialettale, in particolare quello a presa diretta, è spontaneo, si manifesta in risonanza intima, purificando gli spessori densi. In realtà, in Nino Cesarano, pur nella materia veristica della città, della Festa o delle suggestioni, che tanto lo còlgono vibra il ricordo: "Vurrìa turnà guaglione 'n'ata vota\ pe' me 'ncuntrà 'nzieme 'e 'cumpagne mieje\sott'a 'nu giglio cu' varre e varrielle\ pe' me truvà felice 'nzieme a tte..." E il tte è la metafora onnicomprensiva del mondo degli affetti dell'autore.

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