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Presentazione del primo volume di “Quaderni carducciani”, la nuova rivista del Liceo classico “G. Carducci” di Nola, dedicato ad Ottaviano Augusto

Nola - liceo Carducci 500x293Autilia Napolitano - Nola, 27 ottobre 2014 - Nasce "Quaderni carducciani", la rivista del liceo classico "G. Carducci" di Nola. Il primo numero, diviso in due tomi interamente dedicati alla figura del primo imperatore romano Ottaviano Augusto, sarà presentato domani, martedì 28 ottobre, nella chiesa dei SS Apostoli di via San Felice. La manifestazione, organizzata dall'ente di piazza Duomo, si terrà alle 17.00
Il volume comprende una raccolta di articoli scritti dai docenti dell'istituto di via Seminario, da professori universitari e dagli alunni del plesso, redatti in occasione del bimillenario della morte dell'imperatore Augusto.
2013 mostra-augusto miniAlla manifestazione parteciperanno il sindaco Geremia Biancardi, l'assessore ai beni culturali Cinzia Trinchese, la dirigente dell'ufficio scolastico regionale della Campania Luisa Franzese e la dirigente scolastica del liceo Carducci di Nola Assunta Compagnone.
Interverranno inoltre, Fabrizio Lomonaco, ordinario di storia e filosofia dell'università Federico II di Napoli; Claudio Buongiovanni, ricercatore dell'ateneo federiciano; Marisa Squillante, ordinario di letteratura latina alla Federico II di Napoli; Vincenzo Quindici, presidente dell'associazione ex alunni; Lorenza De Gennaro, docente del liceo Carducci di Nola; Gaetano Manfredi, rettore dell'università Federico II di Napoli; Aldo Masullo, professore emerito di filosofia morale della Federico II di Napoli; Francesco Sepe, già dirigente scolastico del liceo Carducci di Nola e Brigida Franzese, coordinatrice dell'istituto di via Seminario.

"La reggia di Carditello. Tre secoli di Fasti e feste, furti ed aste, angeli e redenzioni" di Nadia Verdile alla Biblioteca di Cultura Vesuviana di San Giorgio a Cremano

Biblioteca Comunale di San Giorgio a Cremano24.10.2014 - Venerdì 24 ottobre 2014, ore 18.00, presentazione del libro "La reggia di Carditello. Tre secoli di Fasti e feste, furti ed aste, angeli e redenzioni" di Nadia Verdile, Ventrella Edizioni, presso la Biblioteca Comunale di Cultura Vesuviana a San Giorgio a Cremano.
Con l'autrice intervengono: Massimo Bray, già Ministro dei Beni Culturali e Aldo Vella, Architetto e Urbanista. Danno il benvenuto: Domenico Giorgiano, Sindaco di San Giorgio a Cremano; Giorgio Zinno, Vicesindaco e Assessore alla valorizzazione delle ville vesuviane; Michele Carbone, Assessore alla biblioteca. Modera Michele M. Ippolito Giornalista.
Intermezzo teatrale di Attilio Nettuno e Vittorio Di Tommaso Reading di Dafne Rapuano Coordinamento Oriana Russo, responsabile della biblioteca per Associazione Lineadarco.

29634136 bagno-di-folla-per-il-lavoro-di-nadia-verdile-su-carditello-1 - CopiaIL LIBRO
"La reggia di Carditello. Tre secoli di Fasti e feste, furti ed aste, angeli e redenzioni" Nadia Verdile Ventrella edizioni 2014, è diviso in tre momenti essenziali e racconta con dovizia di dettagli e rigore scientifico, la vicenda della Tenuta reale di Carditello, in provincia di Caserta. Voluta da Carlo di Borbone alla metà del Settecento, divenne luogo di sperimentazione agricola e di fasti con Ferdinando IV.
La piccola reggia fu progettata dall' architetto Francesco Collecini e affrescata da J. P. Hackert. Nel secolo successivo fu teatro di scontri e avvenimenti storici di grande rilevanza.
Dalla metà del Novecento passa nella proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, conoscendo un lento quanto inesorabile declino.
Dal 2002 in vendita e poi dal 2011 all'asta, è ritornata, dopo essere stata depredata di ogni ricchezza, nella proprietà dello Stato il 9 gennaio 2014.
Il libro gode dei contributi di Massimo Bray, già ministro per i Beni Culturali, che ha salvato dall'asta la Reggia, di Annamaria Romano, storica dell'arte, di Aldo Balestra, direttore della sede casertana de "Il Mattino". Il volume, ricco di fotografie e piante anche inedite consente la lettura sia in italiano che inglese.

verdile nadiaL'AUTRICE
L'autrice Nadia Verdile, nata a Napoli nel 1965, è docente di materie umanistiche nella scuola superiore. Giornalista, studiosa di Storia delle donne, collabora con la Seconda Università degli Studi di Napoli; membro della Società Italiana delle Storiche e della Società Italiana di Storia dell'Età
Moderna, ha curato molti testi didattici. Su Carolina e Ferdinando ha pubblicato L'Utopia di Carolina. Il Codice delle leggi leuciane 2007; Carissima compagna mia 2007; Un anno di lettere coniugali. Il carteggio inedito di Ferdinando IV con Maria Carolina d'Austria 2008; Utopia sociale, utopia economica. Le esperienze di San Leucio e New Lanark 2009.

 

Roccarainola: Esposte sul Comune in mostra permanente 7 opere donate da Camillo Capolongo

Servizio fotografico di Gigino Nostrale

Capolongo 4Pietro Luciano – 20.10.2014 - Figlio illustre di Roccarainola, Camillo Capolongo (1941-2013) dedicò la sua esistenza terrena interamente all'arte, alla letteratura, alla speculazione filosofica.
Capolongo 3Come artista prevalse in lui, fin dagli anni giovanili, la pittura, ma creò anche sculture, come la statua bronzea del Monumento ai Caduti di Roccarainola, scrisse e pubblicò poesie, editò e diresse riviste letterarie di avanguardia, come Match, si produsse in performances artistiche, in altre parole fece parte per un buon mezzo secolo del mondo artistico ed intellettuale di avanguardia, muovendosi tra varie città italiane ed europee.
La figura e le opere del "nopoletano" Camillo Capolongo, "sognatore sveglio", "rurale incursore", "uno degli inderogabili", "pittore filosofo", eccetera, sono già scritte nella storia della letteratura e dell'arte degli ultimi cinquant'anni, ma saranno necessari altri studi per approfondire una personalità così eclettica e complessa.
Capolongo 1Il 30 agosto 2010 Camillo Capolongo donò al Comune di Roccarainola, suo luogo natìo, sette opere. Una di queste "La figura umana" del 1987 si ricollega al tema della esistenzialità umana, tema più volte ripreso dall'artista, specialmente in pittura, rappresentato icasticamente con tratti brevi ed essenziali. Le altre sei opere, eseguite a cavallo tra i due millenni, sono caratterizzanti dell'ultimo stile dell'artista come "poeta visivo".
Il Comune di Roccarainola, sollecitato da Domenico Capolongo, fratello di Camillo e presidente del Circolo Culturale B. G. Duns Scoto, e da Massimo Parisi, vicepresidente della locale Pro Loco, sabato 4 ottobre, alle ore 18,30, ha inaugurato una sorta di galleria permanente installando le opere di Camillo Capolongo nell'Aula Consiliare del Comune.
Capolongo 2E' un modo, questo, grazie alla donazione del suo illustre concittadino, recentemente scomparso, per diffondere l'arte e far crescere culturalmente e socialmente la Comunità, oltre, naturalmente, ad onorare la memoria dell'eclettico artista che ha donato le sue opere al paese natìo.
Erano presenti alla manifestazione il sindaco di Roccarainola Raffaele De Simone, l'ing. Domenico Capolongo, la moglie Carmela Maietta e le figlie di Camillo Gioia e Poesia, alcuni amici.

 

IL LAVORO DI SANTULLI SU MONTEFORTE IRPINO NELLA STORIA DEL TERRITORIO PRESENTATO A BAIANO

Presentato nei locali del Circolo L'Incontro il saggio di Carmine Santulli, puntuale ed incisiva rivisitazione dei profili socio-culturali, economici, paesaggistici, oltre che di assetto urbanistico ed architettonico, con cui si è venuta caratterizzando nel cammino dei secoli la comunità insediata nel contesto del noto valico, costitutivo della Porta dell'Irpinia, aperta sugli assi di collegamento viario della Napoli-Nola-Avellino. Il filo conduttore del testo è l'opzione del nuovo civismo, antidoto al paganesimo economico contemporaneo.

copertina libro di Monteforte 353x500Gam - 24.10.2014 - " Il libro è un interessante tentativo, di dare in modo originale e personale una lettura attenta ed analitica del territorio.....Nel leggerlo scopriremo di essere molto vicini ad altri popoli e di avere partecipato al processo storico della nostra Italia, perché anche noi, o meglio il nostro Paese è stato artefice della storia che si studia sui testi....Dobbiamo dare atto che il lavoro è stato svolto con pazienza certosina; l'autore, accrescendo la sua curiosità, da buon osservatore e conoscitore dei luoghi, ha raccolto notizie e sviluppato un discorso narrativo, che arriva chiaro all'attenzione del lettore di ogni età..."
Sono alcune riflessioni, che ha proposto la prof.ssa Giovanna Della Bella, nel tracciare le linee ispiratrici del saggio monografico di Carmine Santulli, intitolato " i Segni, i Luoghi, le Memorie del Montis Fortis ", presentato all'attento e folto uditorio del Circolo "L'Incontro"; saggio, alla cui elaborazione e stesura ha concorso la stessa docente e il marito, il prof. Antonio Ercolino. Una significativa operazione, che, va al di là dell'indubbia configurazione sociale e culturale, di cui si riveste, per atteggiarsi quale autentica e verace testimonianza d'amore per le radici della comunità e della terra natia, da affidare alle nuove generazioni. Una testimonianza, che si colloca nelle coordinate, prospettate dallo stesso autore nel segno di quel "sano realismo e diverso civismo, utile al recupero dei valori esistenziali, capaci di contrastare il paganesimo economico e culturale, che così negativamente sta condizionando e influenzando le nostre realtà". E sono le coordinate, a cui si rapporta l'associazione "Civitas", di cui Santulli e tanti altri amici sono promotori, dando continuità alle molteplici attività, sviluppate dagli anni '70 agli anni '90 con Radio Monteforte, per non dire delle iniziative per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico ed ambientale del territorio, segnatamente del Borgo, della chiesa di San Martino e del Castello.

viabilità antica - CopiaLa conversazione-intervista
E proprio Carmine Santulli, stimato geometra con esperienza professionale di lungo corso, oltre che titolare della brillante laurea in Scienze biologiche, conseguita alcuni decenni fa nell'Ateneo federiciano, ha focalizzato i contenuti tematici del saggio, nella conversazione-intervista, condotta da Gianni Amodeo. Un affresco sulla storia della Campania italica e pre-romana, con particolare rilievo per le vicende degli Osci e degli Irpini, dei Sanniti strettamente detti, da distinguere dai Sanniti caudini, attratti dalle prospettive della fertilità della pianura campana e sensibili alle malie delle aree di costa, tra Napoli e Caserta.
E poi ampi squarci erano aperti sulla romanizzazione della Campania e sulla realtà di Monteforte, il Paese di passo o il Paese di strada, come lo definisce Francesco Barra, nell'introduzione al saggio, per evidenziarne il ruolo di connessione tra la costa tirrenica e la dorsale appenninica; ruolo, simboleggiato dal celebre Valico. Una posizione di Ricostruzione di Montis Fortisvalenza strategica, di cui dà conferma l'imponenza del Castello, ancorché diroccato, che è e resta monumento di se stesso, ma soprattutto della storia del territorio; e , come tale, ben degno di recupero e "messa in valore", volendo restare nel gergo...burocratico. Una posizione, avvalorata da una miriade di tratturi e soprattutto dalla viabilità d'età romana ed angioina, potenziata ancor più nel '500 e meglio ancora nel '700, con la ristrutturazione della via Regia, nel quadro del vasto programma di opere pubbliche, fatto realizzare da Carlo III di Borbone nei territori del Regno. Una dotazione infrastrutturale arricchita dalle varianti della Strada statale della 7-bis e dall'autostrada Napoli-Bari, con il casello proprio nel territorio, che salda Monteforte con il capoluogo di provincia, Avellino.
Congrue ed esaurienti le note sui legami della comunità di Monteforte con le vicende, che anticiparono il Risorgimento per l'Unità nazionale, alla luce dei Moti liberali del '20, di cui, a Nola, furono promotori e artefici Morelli, Silvati e Minichini, formando il celebre Squadrone di cavalleria, denominato sacro, che, percorrendo la via Regia si diresse- tra la notte del 2 e 3 luglio- si diresse nell'attuale capoluogo dell'Irpinia. E il Paese di passo con i suoi liberali, ebbe un ruolo di particolare rilevanza nella strategia logistica - con l'ingresso dello Squadrone sacro in Avellino - per lo sviluppo dei Moti nelle regioni del Sud, sotto la guida di Luigi De Conciliis.

Neviera di montagnaDal ghiaccio naturale...con neve al ghiaccio artificiale
Nella conversazione-intervista, Carmine Santulli riservava, tuttavia, ampio rilievo alle attività economiche di Monteforte Irpino, ben configurate nel testo, non solo a quelle tradizionali della filiera agro-silvo-pastorale, ma anche e soprattutto a quelle correlate con la produzione del "ghiaccio naturale", che si realizzava nelle classiche neviere, con la conservazione della neve, che cadeva abbondante nei mesi invernali. Un'attività che fiorì dal '500 in poi e che si esaurì a cavallo dell'800 e del '900, con la produzione del "ghiaccio artificiale", grazie all'utilizzo delle macchine del freddo, la cui funzionalità era assicurata dall'energia elettrica, veicolo della modernizzazione della società contemporanea.
Taverna AlvanellaIl mercato, che maggiormente consumava il "ghiaccio naturale", era quello di Napoli e di tutte le città dell'area partenopea. Un'attività, che impegnava nel Paese di passo ben 40 neviere, ciascuna resa attiva di carri e ruote con almeno cinquanta lavoratrici; e alle neviere si rapportava la filiera degli addetti al trasporto del "ghiaccio naturale" su carri a trazione animale; trasporto che si svolgeva nei mesi primaverili ed estivi esclusivamente nelle ore notturne, per evitare l'esposizione solare. In parallelo, con i lavoro degli addetti al trasporto- 'e trainieri- c'era il lavoro dei costruttori di carri e ruote, dei maniscalchi. E già allora erano fiorenti le attività di ristorazione, con le ben rinomate "Taverne". Con il lavoro e la ricchezza delle neviere si coniugavano le eccellenze artistiche e produttive della Vetreria, in cui operavano i Maestri artigiani, ch'erano giunti dal Veneto. Una bella realtà, che per la qualità delle realizzazioni, largamente utilizzate per l'arredo sacro; un opificio, che acquisì anche il riconoscimento regio di Vetreria borbonica. Come per dire oggi, marchio di...origine garantita e controllata, con tanto di "disciplinare" da rispettare.
A cavallo, però, dell'800 e del ' 900, le neviere progressivamente non erano più fonte certa di lavoro e di economia remunerativa, come lo erano state per alcuni secoli. E, qualche decennio dopo, si esaurivano le commesse per la regia Vetreria. Era il tramonto della società dell'autoconsumo, che nel Paese di passo aveva conosciuto importanti dinamiche commerciali e produttive, saldate con un buon artigianato per la lavorazione del legno, e non solo del vetro. E fa specie, tuttavia, anche evidenziare che la struttura della Vetreria sia stata cancellata ed immolata al... dio-cemento, mentre poteva costituire un interessante elemento attrattivo di archeologia artigianal-industriale, qualora se ne fosse conservata inalterato il profilo architettonico. Con il modello dell'autoconsumo, che si veniva dissolvendo, i montefortesi formarono uno dei tanti flussi migratori, che dal Sud approdò Oltre Oceano. Avevano fame di lavoro. E in terra americana si sono fatti valere per tenacia e laboriosità.

Monteforte - castello - CopiaIl culto di San Michele Arcangelo. Le insidie del Gaudo
Ad arricchire la conversazione-intervista, la lettura di brani del saggio, con le voci narranti di Diana Picciocchi e Michele Salapete. Un "sipario" particolare era riservato, dallo stesso Salapete, al culto in onore di San Michele Arcangelo, a cui è consacrata la chiesa rupestre - attualmente sconsacrata e interdetta al pubblico per la frana incombente sulla volta - lungo la via dei Cristiani, che fiancheggia il corso del Clanio, ad Avella. Un culto, che fa interagire il Paese di passo, con Abella\Avella, il cui Castello fu costruito dai longobardi nell'Alto medioevo, con successive, imponenti opere di ri-sistemazione in età normanna. E il culto di San Michele Arcangelo fu diffuso dai longobardi, dopo la conversione ai valori della cristianità.
culto MicaelicoSignificativi i due contributi analitici di Pasquale Gaglione. Il primo era mirato sulla pietra tufacea nera, che si estrae nelle montane dell'area; pietra di largo impiego, specie nel passato, quale materiale edilizio, e che per la sua duttilità è utilizzata da Elia Napolitano - nelle ore libere dal lavoro di stimato impiegato negli uffici del Comune di Sperone- per la composizione di interessanti opere di scultura. Ed un saggio dell'impegno artistico di Napolitano è la cesellatura dell'opera intitolata "L'occhio del ciclope". Il secondo contributo era, invece, di valenza sociale con l'obiettivo puntato sulla morfologia della boscosa gola-vallone, attraversata dal Gaudo e "raccontata" in varie pagine del saggio di Santulli. Il Gaudo, com'è noto, scivola nei territori di Mugnano del Cardinale, Baiano e Sperone, ed ... aggancia l'alveo-Scimminaro, per poi disperdersi e spesso tracimare a Schiava di Tufino e a Tufino, in pieno ambito nolano. Un fluire, che diventa tumultuoso, quando le piogge sono abbondanti o...imperversano le cosiddette "bombe d'acqua", novità ... tropical-climatica di questi ultimi anni.
La storia del Gaudo, in realtà, è stata segnata fin dal '700 da straripamenti- stando ai documenti e alle notizie disponibili- che hanno distrutto a più riprese non solo i raccolti delle campagne circostanti,ma hanno avuto anche conseguenze mortali. Di recente, il Gaudo è stato interessato da interventi di ingegneria e sistemazione idraulica. Ma la guardia, in termini di manutenzione ordinaria e costante, va tenuta alta, a fronte delle opere di urbanizzazione e degli insediamenti abitativi, che si sono realizzati in modo diffuso nelle vicinanze dell'alveo. Manutenzione, che, però, non sempre è assicurata. E le tracimazioni si ... ripetono, con maggiore o minore dannosità.

 

Premio Basilicata 2014: Successo per il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud

Segnalazione per la sezione Premio Saggistica Storica Nazionale ed Europea a Peppino Iuliano, Paolo Saggese, Alessandro Di Napoli e Alfonso Nannariello

Premio Basilicata 2 500x314Grumano Nova - 20.10.2014 - Grande successo per il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud al Premio Letterario Basilicata 2014. Infatti, a Grumano Nova, il 18 ottobre, i rappresentanti del Centro Peppino Iuliano, Paolo Saggese, Alessandro Di Napoli e Alfonso Nannariello hanno ricevuto la segnalazione relativa alla sezione Premio Saggistica Storica Nazionale ed Europea con la motivazione "Per la fattiva e meritoria opera di difesa della Cultura meridionale".
Ricevendo il Premio, i componenti del Centro hanno non solo dichiarato l'importanza del riconoscimento conferitogli, ma hanno al contempo sottolineato l'importanza, per il Sud, che sia stata designata Matera quale Capitale europea della cultura per il 2019. Inoltre, il lavoro portato avanti dal Centro in difesa della cultura meridionale, attraverso la richiesta di modifica delle "Indicazioni nazionali" per i Licei, ha avuto unanime consenso. D'altra parte, il riconoscimento è ancora più prezioso perché voluto da intellettuali del valore di Santino Bonsera, Presidente dell'Associazione "Spaventa – Filippi" di Potenza, e alla presenza del Presidente della Giuria, il prof. Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei.
Ecco il testo delle "Indicazioni": "Dentro il XX secolo e fino alle soglie dell'attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un'adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio, Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, ...). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealista ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello ...).
Raccomandabile, infine, la lettura di pagine della migliore prosa saggistica, giornalistica e memorialistica".
Pertanto, dal 2010 il Centro di Documentazione chiede la modifica del documento ministeriale, con l'aggiunta di poeti e scrittori meridionali e di autrici donna, che a buon diritto rappresentano una parte importante della storia letteraria nazionale.
Il riconoscimento, d'altra parte, fa ben sperare: si è in attesa di una imminente decisione del Ministro Stefania Giannini di modificare le "Indicazioni nazionali", come ha promesso in un incontro avuto a Roma con i rappresentanti del Centro lo scorso 11 luglio, a cui parteciparono in particolare Paolo Saggese, Raffaele Stella e Alessandro Di Napoli.

 

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