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In libreria: Il libro napoletano dei morti di Francesco Palmieri

Narrativa moderna e contemporanea - Strade Blu Narrativa 2012 - ISBN 9788804616153 - 192 pagine € 17,00 - 15,0 x 21,0 cm - Brossura con alette - In vendita dal 25 settembre 2012. Servizio a cura di Pietro Luciano.

copertina libro PalmieriDall'Unità d'Italia alla Prima guerra mondiale, Napoli vive forse il suo periodo più splendido e più buio.Le vicende avventurose dei capitani stranieri, arrivati per difendere la Causa persa dei Borbone, s'intrecciano con quelle di camorristi celebri e dei loro oscuri rapporti con il nuovo Stato italiano. L'ex capitale si avvia verso il Novecento tra contraddizioni storiche e sociali risolte nel sangue o in un paradossale risveglio culturale. Il suo esito sarà una Belle Epoque che germoglia dalla contiguità di delinquenti e artisti, tra sciantose e "facce patibolari", fino al drammatico epilogo del processo Cuocolo, in cui finisce moralmente alla sbarra tutta quanta la città. Ma quando calerà il sipario giudiziario, mentre infuria la Grande Guerra, un clamoroso assassinio in Galleria rivelerà che la camorra non è stata sconfitta. Si è solo trasformata...
A narrare l'intera vicenda è la voce intensa e inconciliata del poeta napoletano Ferdinando Russo, riprodotta con sottile abilità da Francesco Palmieri. Celebre al suo tempo e amato dalle donne, da giornalista don Ferdinando ha coraggiosamente denunciato la malavita ma è stato al contempo attratto dai codici antichi di coraggio della guapparia, fino a divenire guappo egli stesso e a darne prova. Russo cerca il fil rouge che collega i racconti dei Cantastorie napoletani su Rinaldo il Paladino alla tragica fine dei capitani borbonici, o al dramma di poeti e letterati la cui vita si è chiusa col suicidio. Questo nesso lo ritrova nell'ineffabile enigma della Sirena Partenope, la Nera, l'anima stessa di Napoli, che si rivela nel coltello dei camorristi o irretisce incarnata in quelle sciantose di cui fu vittima egli stesso - prima con un grande amore perso, poi sposando un'altra che invece non amò.
Con disincanto lucido e appassionato, e per intercessione di un illustre alter ego letterario, Francesco Palmieri racconta, "come se ci fosse stato", uno dei tratti più turbolenti e meno indagati della storia napoletana, offrendoci la trascinante ricostruzione di "un'epoca svanita" e di "amori e violenze invece intrinseci e perenni": un'epopea durata circa sessant'anni, che ancora segna in volto la città e in cui affonda le radici l'attuale irredimibile Gomorra.

L’autore - Francesco Palmieri è nato a Napoli nel 1962. Giornalista professionista dal 1988, cronista di nera al "Giornale di Napoli" poi a "Paese Sera", dal 1992 è all'AGI (Agenzia Giornalistica Italia), dove è caposervizio della redazione Economia e coordinatore del portale Cina.
Ha pubblicato Il libro napoletano dei morti (Mondadori 2012), e i saggi Sole, Luna e Talia. Magia e misteri a Napoli (Società editrice napoletana 1984) e Vite pericolose. Uomini e fantasmi delle arti marziali (Settimo Sigillo 2009). Maestro di Kung Fu e cultore di musica e pittura napoletana, vive a Roma dal 1987.

Avella / 4 Novembre: Si “festeggia” nella mattinata la ricorrenza e si presenta nel pomeriggio il lavoro di Nicola Montanile “Non soltanto sulla pietra”

Il presidente della Fondazione Avella Citta’ d’Arte, avv. Antonio Larizza, orgoglioso della pubblicazione.

copertina Non soltanto sulla pietra1 537x800Andrea Siniscalchi – 03.11.2015 - Nella mattinata del 4 novembre si tiene al Avella il consueto corteo per le strade del paese, che si conclude con la commemorazione dei caduti in guerra davanti al monumento in Piazza Convento, da parte delle autorità civili, militari  e religiose.

Anche quest’anno è prevista la partecipazione delle scuole cittadine affinché, attraverso la commemorazione, non dimentichino che godono di questi lunghi anni di pace, grazie al sacrifici di quei cittadini che hanno dato la loro vita per la Patria.

Nel pomeriggio, poi, alle ore 17.30, nell’Aula Consiliare del Comune di Avella, posta nel Palazzo Baronale, verrà presentato il lavoro di Nicola MontanileNon soltanto sulla pietra”, patrocinato dalla Fondazione. Interverranno il sindaco di Avella, Domenico Biancardi, l’assessore Fabio Conte, il presidente della Fondazione, Antonio Larizza, l’editore Domenico D’Oriano.

Larizza Antonio 347x462Nell’occasione l’avv.to Larizza ha dichiarato:”La memoria è uno strumento meraviglioso ma fallace. I ricordi che giacciono in noi non sono incisi sulla pietra e spesso tendono a svanire. Ma è una facoltà fondamentale. Intaccare la memoria di un individuo significa attentare alle sue radici e mettere a repentaglio la sua stessa identità pregiudicandone non solo l’individuazione di ciò che egli è nel presente, ma anche la capacità di progettare il futuro. Nella società di oggi la memoria è in pericolo perché il filo della tradizione si è spezzato, per i rapidi mutamenti a cui essa è soggetta.  A distanza di oltre cinquant’anni dall’immane tragedia della guerra abbiamo il dovere di ricordare. Questa memoria non può soltanto includere gli eventi storici accaduti, ma deve conservare nel tempo quel dolore che allora è stato drammaticamente vissuto e raccontato dai superstiti di quel massacro, senza tralasciare niente, nemmeno la sofferenza dei loro figli o nipoti, perché tutti possano essere a conoscenza dei fatti passati che serviranno a sensibilizzare, educare ed arricchire il patrimonio umano, nella speranza che un evento simile non si ripeta mai più nel mondo. La Fondazione Avella Città d’Arte aveva il dovere morale di avallare un progetto di grande rilevanza sociale e culturale. Pagine da cui emerge uno spirito del tutto particolare. Righe da cui filtrano coraggio e serenità, oltre alla consapevolezza e all’accettazione del sacrificio personale per la condivisione di un ideale culturale e politico di libertà e di giustizia, nel corso di uno dei periodi più dolorosi della storia nazionale. La difficoltà di quei tempi era che gli ideali, i sogni, le splendide speranze, non ancora sorti nei giovani, venivano già distrutti dalla crudeltà degli avvenimenti. Voglio esprimere, attraverso queste riflessioni, la mia più sincera gratitudine al prof. Nicola Montanile per il prezioso lavoro svolto, realizzato grazie all'impe­gno, zelo e paziente ricerca, che ha consentito una ricostruzione storica delle vicende del nostro paese e che permette agli avellani di conoscere non soltanto il loro passato ma anche la vita di autorevoli concittadini che hanno dato lustro alla nostra terra.  Mercoledì presenteremo al pubblico  “Non soltanto sulla pietra”, con un pizzico di sano orgoglio e nella certezza di fissare un'altra significativa tappa sul sentiero della conoscenza della nostra storia”

I edizione del Certamen di Poesia Mediterranea dedicato al medico-poeta Aristide La Rocca

Nell'occasione sarà conferito ad Aldo Masullo il premio "Aristide La Rocca- Una vita per la Cultura e per l'Arte".

Dottor-La-Rocca-AristideN.R. - 15.10.2015 - Domenica 18 ottobre 2015, alle ore 18, nel Salone dei Medaglioni della Curia Vescovile di Nola, cerimonia di premiazione della I edizione del Certamen di Poesia Mediterranea dedicato al medico-poeta Aristide La Rocca e patrocinato dal Liceo Albertini di Nola e dalla Fondazione "Amelia e Concetta Grassi" . Nell'occasione sarà conferito ad Aldo Masullo il premio "Aristide La Rocca- Una vita per la Cultura e per l'Arte".
MasulloInterverranno il Chiar.mo Prof. Gaetano Manfredi, Magnifico Rettore dell'Università Federico II, che ha conferito il patrocinio alla manifestazione, il Chiar.mo Prof. Aldo Masullo, Professore Emerito di Filosofia Morale Università Federico II, il Chiar.mo Prof. Raffaele Giglio, presidente della Commissione Giudicatrice e Professore Ordinario di Letteratura Italiana nell'Ateneo Federiciano, il Chiar.mo Prof. Salvatore Rionero, Accademico dei Lincei, Professore Emerito di Fisica Matematica dell'Università Federico II, la dottoressa Luisa Franzese, Direttore generale USR Campania, il Dott. Luciano Chiappetta, Consigliere del Ministro dell'Istruzione.
Introdurranno e saluteranno i convenuti, in rappresentanza della Fondazione "Amelia e Concetta Grassi", Amelia e Francesco La Rocca che ringraziano particolarmente le professoresse Maria Manganiello e Vanda Ambrosio per la cura e la professionalità profuse nella selezione dei testi poetici.
Numerose le scuole che hanno aderito alla manifestazione e pregevoli le opere presentate dai poeti, anche giovanissimi, a testimonianza, e riprova, di quanto affermava San Gerolamo, nel Chronicon, a proposito di Lucrezio "Poeta Nascitur, Orator Fit".

aristidelaroccaNOTE BIOGRAFICHE DI ARISTIDE LA ROCCA (1925 – 2006)
Da un liceo classico percorso in tempo di guerra, allorché si vagava di notte per scansare le bombe e si faceva scuola al mattino, Aristide La Rocca ha tratto un fondamentale insegnamento: il lavoro, qualsiasi lavoro, adempiuto con serietà,senza sgravi, gratifica se stessi e contribuisce alla salvezza e al progresso della società.
Hyria per La Rocca 582x600La professione di medico vissuta da un'iniziale esperienza chirurgica, poi da medico condotto e, attraverso l'igiene, pensata e applicata come tutela del benessere comune fino, continuativamente per tredici anni, dal 1977 al 1990, alla direzione sanitaria del Cardarelli, massimo ospedale del Sud, e all'insegnamento universitario di Organizzazione e Funzionamento degli ospedali, non distolsero La Rocca da altri interessi, sempre diretti al progresso etico e culturale, da riverberare a beneficio della terra nella quale era nato: un singolare parallelismo tra la branca medica e quella cognitiva e creativa nell'interesse del corpo e dello spirito, che lo inducevano a rinunciare a prestigiose residenze lavorative nell'ambito del Paese. Quel ginnasio ben fatto e quel liceo pur precario di guerra, aiutarono inoltre a sviluppare, e crescere, il requisito naturale dell'osservazione sensibile, indifferentemente valido nella Clinica Medica e nelle Lettere. Ben presto, quindi, accanto alla più impegnativa attività di medico, anche generalista, si conformava una non dimenticata attenzione alla letteratura che, selezionando nell'Ottocento l'epica del Giusti e la lirica del Pascoli, indirizzava alla personale creatività di stampo epico-lirico ritrovate, nel secolo scorso, nella vicenda umana, sociale e politica del giovane poeta lucano Rocco Scotellaro e nella poesia del secondo Quasimodo; e alla critica letteraria, con uno sguardo esteso all'Europa e alle Americhe.
Le regioni del SudDiventa perciò piuttosto complesso spiegare le molteplici attività di Aristide La Rocca esemplate in testi, opere, iniziative derivanti dall'esperienza ospedaliera, dove anche approfondimenti di storia e di economia, fino a pubblicazioni di libri di poesia, alla cofondazione del Circolo Artistico e del Movimento Nolano Nuova Cultura, che ebbero attività e rilievo negli anni '60, infine alla fondazione (1972) della rivista Hyria che, nei suoi 34 anni di vita, ha assunto fisionomia storica e critica del sociale, della cultura e delle arti, e divulgato i migliori attributi della Campania e del Sud. Dopo una collaborazione di critica letteraria alla terza pagina de Il Mattino tra gli anni '79 – '82, La Rocca selezionava, nella branca igienica, un argomento che da trent'anni va dibattendo soprattutto sulla stampa quotidiana, regionale e nazionale: le conseguenze umane dei sinistri stradali, facendo luogo a fondamentali proposte di prevenzione, qualcuna anche recepita da Amministrazioni avvertite, come quella di Milano, sull'aumento del numero dei taxi con tariffe politiche, promozione che, a quanto sembra, è stata testé promossa dall'Amministrazione Comunale di Roma mentre sembra sotto esame per Napoli.
Aristide La Rocca è stato insignito di importanti premi alla Cultura (Apulia '98, Cidac Scafati 2005, Ruggero il Normanno Afragola 2005) e riconosciuto 'Cittadino Benemerito' di Nola, la cui Giunta Comunale, per suo interessamento, ha istituito la Biblioteca del Mediterraneo.
Pubblicazioni letterarie. Testi di poesia: "La casa nel sole" editore Cappelli nel 1968, "I soli", Loffredo, 1971, "Dieci Frammenti", 1979 ed. Hyria, "L'amore randagio", 2000. La Rocca edita e dirige dal 1972 la rivista "Hyria"sottotitolata Cultura e Società della Nuova Europa, e continua le scritture su argomenti del sociale nelle Letterea Il Mattino.
Merito precipuo della rivista Hyria, la riscoperta e la valorizzazione dell'opera di Rocco Scotellaro (1923 – 1953) entrato a regime nella letteratura italiana col contributo di tre Convegni, 1963 Napoli Circolo Artistico Politecnico, 1984 Napoli Circolo della Stampa – nello stesso anno relazione "Scotellaro, poeta mediterraneo" al Convegno Tricarico e Matera – 1993 Portici Facoltà di Agraria – gli ultimi due in atti editi da Liguori, uno prefato da Manlio Rossi Doria – e l'ormai cinquantennale attenzione alla complessa vicenda socio-politica del giovane poeta di Tricarico, specchio fedele del travaglio del Sud.
dalessandro-la-casa-nel-sole-di-aristide-la-roccaA partire dal maggio 1979 presso il Circolo Artistico Politecnico di Napoli, epoca della presentazione di Dieci Frammenti, La Rocca ha promosso e organizzato poesia in teatro, con interpreti, scenografia e commento musicale,per alcune decine di spettacoli in circoli, associazioni e locali pubblici con tradizioni letterarie: Torino Cafè Procope, Roma Caffè Notegen, Firenze Giubbe Rosse, in tutte le edizioni di Galassia Gutenberg, nonché presso Circoli e Associazioni culturali regionali, tra i quali Settembre al Borgo Casertavecchia, 1980, ed extraregionali, relazionato a Convegni medici e letterari, presentato autori e libri e partecipato a giurie di premi letterari, attività tuttora frequentate.
L'opera poetica, iniziata (1979) con Dieci Frammenti, chiusa nel 2005 e consistente in 108 brani comprensivi di tre opere teatrali e un atto unico su canovacci storici di ispirazione cristiana, qualcuna già presentata al pubblico in forma di lettura drammatizzata, sarà pubblicata entro l'anno in corso.
Inoltre dal 1987, la rivista Hyria, precedente un intervento del La Rocca del 1982 sulla terza pagina de "Il Mattino", ha proposto una linea mediterranea della poesia contestualizzata in tre Convegni, Scisciano (Na) 1987 "Si può parlare di una linea mediterranea della poesia?"(Cronaca e nota prima in Hyria n. 50 settembre 1987), "Concerto per un'identità mediterranea" Galassia Gutenberg 1995 (in atti edizione Hyria 1995) e, 1999, presso l'Istituto per gli Studi Filosofici in Napoli con l'intervento di poeti del Bacino, in atti "Il mare Ciclope" (ed. Liguori, Napoli 2003). Al Convegno dell'Europa Latina (Fano, 1987) La Rocca presentava memoria di Vincenzo Ammirati sulla poesia mediterranea. Questa linea riceverà un ulteriore contributo critico-antologico da opera posta di recente in cantiere con il concorso di docenti di Letteratura Italiana dell'Università Federico II di Napoli, e di Letterature Straniere de L'Orientale.
Ospedali e sanitàPubblicazioni sanitarie: tre fondamentali lavori scientifici sull'Epidemiologia e la Prevenzione degli incidenti stradali, in Patologia ambientale di Lauria e Gualtierotti (1984-1987, ed. Idelson), innumerevoli interventi sulla stampa quotidiana e periodica di informazione e scientifica, pluripremiati dal Ministero dei LL.PP., e il volume Ospedali e Sanità in Italia, pagg.745, edito nel 2000 da Liguori, scrupolosa analisi storica, economica, politica e religiosa della vita e della gestione organizzativa e funzionale, con proposte originali di architettura e organizzazione, della maggiore infrastruttura della Sanità, l'Ospedale.
Aristide La Rocca è nato a Nola il 24 aprile 1925 da Nicola, maestro direttore della Banda musicale "Battaglione", al cui nome si intitola un'Associazione Musicale, e da Carmela Grassi, diplomata in pianoforte.
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1949, quattro specializzazioni post laurea, direttore sanitario dell'Ospedale Cardarelli di Napoli dal 1977 al 1990, epoca della pensione, dall'A.A. 1978/79 al 2006, docente di Organizzazione e Funzionamento degli Ospedali presso l'Istituto di Igiene e Medicina Preventiva dell'Università Federico II di Napoli. Giornalista pubblicista dal 1979. Dal 1972 editore e direttore della rivista Hyria. Cittadino Benemerito di Nola.Aristide La Rocca è deceduto a Nola il 18 ottobre 2006.

 

I “viaggi narrati” che raccontano storie ed emozioni:Tre fine settimana in cui si organizzano tour esperienziali alla scoperta del territorio

Oltre Gesualdo si toccano Bagnoli Irpino e Rotondi, paesi che sin dall’arrivo fanno percepire la loro singolarità e danno la sensazione di entrare in una dimensione magica. Qua e là ci sono soste tra le botteghe di una volta. I tour sono gratuiti, ma su prenotazione. Foto: Fonte Internet.

Irpinia Madre ContemporaneaC.S. - 12.10.2015 - “Non è solo il luogo che ci ricordiamo, ma sono soprattutto le emozioni che esso desta in noi” ed è sulla scia delle emozioni che sono costruiti I Viaggi Narrati, all’interno del progetto “Irpinia Madre Contemporanea”, la manifestazione che mette insieme otto comuni dell’Irpinia al centro della cultura internazionale, in una fusione di arte, musica, gastronomia.

Tre fine settimana,(con partenza da Napoli, gratuiti ma su prenotazione, in cui vengono organizzati tour esperienziali alla scoperta dell’Irpinia, ciascuno con un proprio tema e supportati da testimonial d’eccezione, come attori, personaggi famosi, che attraverso storie, miti e leggende raccontano la vera essenza dell’ “Irpinia Madre”.

Castello di GesualdoOre nelle quali il tempo sembra fermarsi, per riprendere in mano frammenti di vita vissuta e ripercorrere i sentieri della memoria e della storia, entrare a contatto diretto con il quotidiano delle persone e l’autenticità dei borghi.

Sabato 10 ottobre è stata la volta del viaggio narrato “intrighi e passioni”. Tutto ruota attorno ai luoghi e alla figura di Carlo Gesualdo, il Principe madrigalista dalla vita piuttosto tormentata.

È passato, infatti, alla storia, prima ancora che per la sua musica, per un duplice omicidio consumato a Napoli nell’anno 1590: Maria d’Avalos, prima consorte del principe, e Fabrizio Carafa, duca d’Andria, colti in flagrante adulterio, furono fatti trucidare da alcuni sgherri. La giustizia del tempo – in soli due giorni – archiviò il caso come pacifico delitto compiuto per ragioni d’onore, senza appagare però la rabbia delle famiglie dei due nobili amanti, uccisi pur sempre da mano che non fosse all’altezza del proprio rango.

Carlo GesualdoIl racconto ad opera del narratore Fabrizio Mangoni è iniziato a Napoli, proprio dinnanzi al palazzo dove si consumò la vicenda dei due amanti. Tappa, poi, a Gesualdo, dove Giuseppe Mastrominico, direttore scientifico e artistico della rassegna Irpinia Madre Contemporanea, ha svelato curiosità e aneddoti sul castello, un tempo animato dalla fastosa Corte canora, artistica e letteraria del madrigalista per aiutare così a creare una mappa sentimentale.

Poi si è andati alla scoperta del territorio, tra strade e vicoli su cui si specchiano civettuoli balconi fioriti, portali e stemmi, fontane e altari. Abili scalpellini, artigiani ed artisti locali hanno impreziosito con la pietra questo borgo.

E’ stata un’occasione anche per conoscere ed apprezzare i grandi vini irpini, come il Taurasi DOCG, uno dei grandi vini rossi italiani da invecchiamento, e il Fiano di Avellino DOCG e per assistere al concerto, sempre gratuito, del Maestro Enzo Avitabile in “Sacro Sud” (ore 19 nella Chiesa del SS Rosario di Gesualdo).

bagnoli irpinoUn altro tema è “C’era una volta il Borgo”, secondo itinerario di sabato 21 novembre, che conduce i visitatori a Bagnoli a scoprire un mondo autentico e incontaminato, dove tutto scorre più lento, i colori sono più vivi , soprattutto i verdi dei grandi boschi di castagneti e querceti, e l’insolenza dei rumori, dello stress, dell’ansia s’inibisce d’incanto.

RotondiPunto centrale è anche l’arte contemporanea di via Varco, una strada extra cittadina del comune di Rotond, un piccolo segmento di strada che si congiunge con la statale Appia. Qui numerosi artisti hanno la loro sede, la loro bottega, il loro laboratorio. Così si susseguono – intervallati da immense distese di campagne coltivate, tratti di pioppeti, case sparse, cantine – il capannone in muratura e lamiera di Perino & Vele, il capannone in legno di Umberto Manzo, la masseria di Eugenio Giliberti e, un po’ più in là, in direzione del centro del paese, il “bunker” di Giuseppe Perone e Lucio Perone. Una via che è una sorta di museo diffuso che apre dal 21 novembre all’8 dicembre per dare a tutti la possibilità di ammirare da vicino le varie creazioni, di ascoltare in diretta il racconto della genesi delle installazioni, di vedere gli artisti al lavoro, di respirare gli odori delle vernici, del legno, del ferro.

BAIANO\ ROMEO LIETO ALL’”INCONTRO” RIVISITA PERSONE E PICCOLE STORIE NOSTRANE … E I “VESUNI”

geo-1Geo 12 600x450Gianni Amodeo – 13.10.15 - Vanta oltre cinquanta anni di proficua e qualificata attività professionale esercitata nelle province di Avellino, Salerno e Napoli, Romeo Lieto, il decano dei geometri del territorio dell'Unione intercomunale del Baianese e dell' Alto Clanio; attività, da sempre coniugata con l'interesse per la conoscenza analitica delle reali sfaccettature del contesto comprensoriale e soprattutto con il senso dell'acuta e discreta capacità d'osservazione delle vicende sociali ed economiche che l'attraversano.

Da alcuni anni a venire in qua, Romeo Lieto, é venuto riscoprendo il gusto dell'arguta e perspicace scrittura narrativa, con testi pubblicati su giornali provinciali e regionali, con cui ritrova, anche al filtro della personale e vissuta testimonianza, le impronte e le usanze del passato, che tracciano e...riempiono di contenuti significativi l'identikit della Baiano qual è stata, attraverso quei garbati e guizzanti giochi di luci che si intrecciano nei fili della geo-2geo-3memoria in uno scintillante e roteante caleidoscopio. Sono i segni evocativi della lontana quotidianità ormai dissolta che raccontano - attraverso le agili forme del disincanto bozzettistico percorse da lievi toni di svagata ironia- la vita dei quartieri cittadini, con riflettori  aperti a tutt'arco soprattutto sui Vesuni, il quartiere nella cui stratificazione urbanistica ed edilizia vivono e...sono ancorati il genius loci e l'anima verace di Baiano, nonostante gli "anarchici" e sfiguranti ... maltrattamenti subìti negli ultimi decenni per la goffa inadeguatezza con cui sono stati attuati gli interventi della ricostruzione abitativa del dopo-terremoto, addirittura con il contrappunto della stramba e sciocca "rimozione" di pregiati portali secolari in grigia pietra vulcanica, che si fregiavano di battenti in legno- di solido e stagionato castagno o faggio, gli alberi simbolici della boscosa chiostra dei circostanti Monti Avella - finemente lavorati. Erano i portali che costituivano la ... cifra estetica della storia del quartiere. Ma questo è un altro ... discorso.

geo-4geo-10"Persone e personaggi , fatti e piccole storie nostrane..." : é il tema della conversazione che Romeo Lieto svilupperà domenica 18 ottobre- alle ore 10,30- nei locali del Circolo socio-culturale "L'Incontro". Un appuntamento, che sarà un salto a ritroso negli anni, in particolare quelli del secondo dopo-guerra, in cui povertà e fame si mescolavano con il controcanto di tante e robuste speranze per un futuro tutto da costruire con fervida operosità e piena volontà di emancipazione socio-economica, così come è avvenuto, mentre l' America era il sogno  sognato e...attuato della Nuova frontiera di vita e lavoro, congruamente remunerato che permetteva di fare risparmi; ed erano quei risparmi che costituivano la cospicua portata delle rimesse destinate ai congiunti rimasti nella terra natia. Un patrimonio di risorse, che, generalmente, serviva a costruire la "casa", facendo, altresì, alimentare il risparmio postale con la conseguente crescita della dotazione economica della Cassa geo-7depositi e prestiti, la...cassaforte a cui lo Stato e le sue articolazioni rappresentate dai Comuni – si pensi alle modalità applicative dei mutui poliennali - attingono per la geo-6 realizzazione delle opere pubbliche.

E alla Nuova frontiera degli States, si sarebbero aggiunte - negli anni '60 - le Nuove frontiere verso cui emigrare costituite dalla Germania federale e dalla Francia, oltre che da Torino e Milano che si apprestavano a vivere i favolosi anni del "Miracolo economico" e della piena occupazione con effetti... virtuosi che si sarebbero riversati a sistema sull'intero Nord. Era l' Italia del fare, che credeva in se stessa e nel lavoro, valorizzando in pieno il settore della creatività manifatturiera, rispondente  in pieno alla sua vocazione "naturale", e dandosi quel tessuto di piccole e medie imprese, in grado di competere senza difficoltà sui mercati esteri...

Geo 14 600x450Geo 13 600x450Un percorso di affabulazione scandito da flash back, quello che compirà Romeo Lieto, con protagonista assoluta la gente umile, semplice dei tempi andati che...mangiava fatica e pane, formata da cestai, contadini, braccianti e fittavoli, fabbri, falegnami, barbieri, calzolai altrimenti chiamati " scarpari " e " soliachianielli", con sottili distinzioni nelle pratiche di mestiere, per non dire delle donne impegnate nel duro lavoro degli  opifici conservieri dell'agro-alimentare e delle carni insaccate attivi sul territorio comprensoriale o nella raccolta delle fascine - " 'e sarcinielli"- nel bosco Arciano; gente che conosceva e praticava il senso della comunità, ravvivato da relazioni schiette e sincere.

Erano le relazioni, tanto per dire, del conversare in quei...teatri all'aperto quali erano " 'e cortine", le strade stesse o di quella specie di "Catena di Sant'Antonio", che si realizzava con lo scambio tra le famiglie del lievito "naturale", custodito  geo-9con cura  Geo 16 600x450certosina, quasi...sacra e a temperatura ambiente, per confezionare nelle ore notturne " 'a fatta 'e pane in casa", con cottura in forni d'uso comune, secondo il consolidato costume della cultura contadina. Era pane fragrante e gustoso, con  conservazione garantita nelle capienti madie fino a due settimane, senza perdere ...il sapore. Era la "Catena di Sant'Antonio", quella del lievito scambiato in mutua collaborazione, che vivificava i valori dell'amicizia e della solidarietà reale, senza infingimenti ed ipocrisie.

Il foto-servizio realizzato da Enrico Stago propone squarci dello storico quartiere dei Vesuni, primo nucleo urbano della Baiano di Avella., mettendo in rilievo i segni di una memoria molto spesso e facilmento cancellata dai più.

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