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LA LEGALITÁ, LA NORMALITÁ E IL BUON SENSO

Convention del Mezzogiorno organizzata da Confcommercio

Confartigianato ConventionMezzogiorno Napoli3Simona Pasquale - O7.09.2018 - Legalità e normalità. Valori fondamentali evocati nel convegno “La legalità, la normalità e il buon senso” organizzato da Confartigianato Impresevenerdì 14 settembre presso la Camera di Commercio di Napoli, nell’ambito della Convention del Mezzogiorno. Un pomeriggio appassionante di confronto fra imprenditori, istituzioni e cittadini; ultima tappa di avvicinamento, dopo L’Aquila e Bari all’evento conclusivo del 4 e 5 ottobre a Palermo, che ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale, Giorgio Merletti e del Vice Presidente con delega al Mezzogiorno, Filippo Ribisi.

Enrico Inferrera2Un appuntamento biennale, ormai tradizionale, articolato in sessioni tematiche, nel corso delle quali il sistema federale si confronta sulle politiche di sviluppo per le aree meridionali del Paese, i cui operatori economici e sociali vengono lasciati sempre più soli, come denuncia l’ultimo rapporto SVIMEZ, pur in presenza di un tessuto produttivo al passo con la ripresa nazionale e internazionale. hj che, con sempre più determinazione, lotta contro il cancro della criminalità organizzata, come sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese NapoliEnrico Inferrera. «Napoli è la città che, negli ultimi dieci anni, ha fatto della battaglia all’illegalità un tema centrale, intorno al quale ha saputo unire le forze miglioriafferma Inferrera ribaltando nel suo intervento, il concetto di metropoli capitale dell’illegalitàSiamo stanchi di essere l’emblema di un malessere nazionale e, la nostra Associazione di Categoria è, da sempre in prima linea, lavorando incessantemente alla costruzione di forti reti territoriali sostenendo, attraverso la cultura, l’impegno sociale e imprenditoriale. Napoli è una città che resiste all’illegalità».

Luigi De MagistrisIn linea con questa visione, il Sindaco Luigi De Magistris che distinguela legalità reale, da quella formale: «quella che persegue una persona perché clandestina, ma non la Finanza criminaleafferma il Primo Cittadino Oggi la nostra città, pur senza soldi, è la prima per crescita turistica e culturale in Italia, fancedo registrare anche, ed è questa la vera sfida, tanti ritorni. Il vero problema del Sud, non è l’immigrazione, ma l’emigrazione. Appartenere alla terra è un processo di liberazione, abbiamo tanti problemi, ma dall’Amministrazione la corruzione è stata cacciata e nelle classifiche che ci vedono sempre ultimi, mancano sono costantemente escluse la cultura e le startup».

Alessandra ClementeLa città partenopea detiene, infatti, il primato nazionale delle nuove imprese fondate da giovani. Ne parla l’Assessore ai Giovani e alle Politiche Giovanili del Comune di NapoliAlessandra Clemente, raccontando il programma Sviluppo Napoli che scommette sulle nuove generazioni e la loro intraprendenza: «di solito si dice che un finanziamento che non richiede restituzione sia a fondo perduto, ma come può esserlo il sostegno ai propri giovani? Se non crede in te la tua stessa città, chi può farlo? Senza economia non si vive e se non c’è un sistema legale, allora si cade nelle reti della disperazione, fatta di spaccio e contraffazione. Queste realtà lavorative, presenti in città, che recuperano luoghi storici, avviano iniziative artigianali e commerciali, sono la dimostrazione di come Napoli, stia facendo i conti con le pagine più buie e dolorose del proprio passato».

Confartigianato ConventionMezzogiorno NapoliProssimo a concludere la propria esperienza istituzionale, il Commissario Straordinario della Camera di Commercio Girolamo Pettrone, ringrazia la Confartigianato per il sostegno ricevuto in questi anni, ma denuncia la solitudine nella quale ha spesso operato: «questi anni sono stati molto belli ed entusiasmanti, ma troppo spesso è stato difficile lavorare, a causa di resistenze nel contesto intorno a noi. Eppure, il nostro territorio, con quasi trecentomila imprese, è molto attivo». 

Ciro Corona«Attraverso l’utilizzo dei beni comuni e di quelli espropriati, che ha sostituito l’antimafia sociale un po’ bacchettona con un sistema che, producendo lavoro, si sostituisce alla Camorra compra-coscienze, Napoli sta davvero raccontando una storia diversa» dice nel suo interventCiro Corona, mediatore per i beni confiscati, operatore sociale, fondatore della Cooperativa Sociale (R)esistenza nata dall’omonima associazione e cofondatore della rete delle R-esistenze Meridionali. Gestisce il Fondo Rustico Amato Lamberti, il primo bene agricolo confiscato della città che ha concluso con un’azienda napoletana un contratto per la produzione di centocinquantamila barattoli di pomodori pelati e nel quale nel 2017 hanno lavorato cinquantasette detenuti; persone che sono riuscite a cambiare vita.

E di legalità come bene-essere delle persone e delle comunità parla la sociologa della cooperativa ERA Virginia Capuano: «negli ultimi anni in città si respira un’aria diversa; giorno dopo giorno proliferano Virginia Capuanorealtà che valorizzano i beni confiscati alla Camorra e, con esse, crescono un nuovo senso di partecipazione e di cittadinanza attiva, che rendendo il nostro territorio un modello per il resto d’Italia e, perché no, del mondo!».

Virginia racconta l’esperienza del social bazar di Via dei Tribunali, nel cuore del centro antico, in cui si vendono prodotti realizzati sui beni confiscati, nelle carceri, nei centri di salute mentale, o per l’inclusione lavorativa: «si chiama “Che Follia!” ed è, sotto molti aspetti, veramente folle; la prima a crederci e scommetterci è stata la Confartigianato di Napoli, che ci ha messo in contatto con imprenditori responsabili, che hanno accolto e formato persone con disagio psichico. Un’apertura della quale ringrazio il Presidente Enrico Inferrera e tutta l’Associazione. Come diceva uno dei nostri utenti: vendiamo qualità, raccontiamo storie e regaliamo emozioni». 

Giuseppe Lombardo«Gli schemi criminali si sono enormemente evoluti trasformandosi e insinuandosi dentro percorsi che appaiono legali e diventando, peciò, pericolosi. Nell’ultimo decennio le denunce relative a condotte di usura sono più che raddoppiate, ma i dati statistici vanno osservati con attenzione quando si lavora con fenomeni complessi come la ‘Ndrangheta, in grado di nascondersi nei meandri dei rapporti fra le persone e obbligandoci tutti a cambiare prospettiva, perché il Coraggio è un concetto collettivo» sottolinea il Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia Roberto Montadi Reggio CalabriaGiuseppe Lombardo. Anche Roberto Montà, sindaco di Grugliasco, in provincia di Torino e Presidente dell’Associazione “Avviso Pubblico” che mette in rete comuni e territori in lotta contro la criminalità per promuovere il territorio come Bene Comune, racconta i meccanismi che sono alla base del controllo della società: «si accosta sempre la Mafia alla politica e ad alcuni territorio, ma l’esperienza di Mafia Capitale dice che si tratta di fenomeni presenti ovunque, basati su dinamiche che hanno bisogno di costruire rapporti privilegiati con la burocrazia». 

Filippo Ribisi«Il Sud ha bisogno, prima di ogni altra cosa, di recuperare il senso della comunità e di vedere colmato il divario infrastrutturale di cui soffre» afferma Ribisi, elencando il decalogo del Buon Senso in cui figura anche l’onorabilità della persona, intesa come valore individuale.

Fabio MenicacciGiampaolo PalazziE di recupero dei rapporti personali si occupano anche Giampaolo Palazzi e Fabio Menicacci, rispettivamente Presidente e Segretariodell’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati (ANAP) di Confartigianato, impegnati nella prevenzione delle truffe ai danni dei pensionati.

Giorgio BolondiMentre il prof.Giorgio Bolondi, docente di Didattica della Matematica alla Libera Università di Bolzano, ha spiegato qualche trucco matematico per i rispetto delle regole nella società.

Giorgio MerlettiLe conclusioni sono state del Presidente Nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti: «per fare impresa in Italia è necessario essere un po’ pazzi, perché da troppo tempo non si attribuisce il giusto valore alla competenza e alla qualità. Non ci sono più percorsi di apprendistato, o contratti di lavoro continuato, necessari per formare una figura di qualità, un patrimonio vero per la comunità. È il lavoro che dà dignità alla persona; non abbiamo bisogno di un reddito di cittadinanza, ma di un lavoro di cittadinanza soprattutto qui al Sud, dove la voglia di fare impresa è tanta».

Sirignano: Ritorna la Festa in onore di San Leonardo Abate

La Festa di quest’anno organizzata dal Comitato Festa e dalla Pro Loco Sant’Andrea. Michele Acierno attiva la …. personale macchina del tempo, ritrovando la Festa di San Leonardo di Noblac che veniva organizzata dai famigliari, coinvolgendo l’intero Borgo di Capocasale.

S. Leonardo di NoblacGianni Amodeo - 17\09\18 – E’ stata celebrata, lo scorso 15 settembre, la Festa che rende onore e omaggio a San Leonardo di Noblac, che si venera in Emilia-Romagna e, in Campania, a Forio d’IschiaUn appuntamento questo che ritorna nella vita della comunità cittadina, a Sirignano, sulle tracce della  tradizione che prende origine nella seconda metà dell’800, per proiettarsi nell’arco del secolo scorso, fino ad esaurirsi nell’allestimento organizzativo, conservando, tuttavia, inalterato il valore ideale e spirituale nella memoria collettiva e, in particolare, nella tessitura dei ricordi di Michele Acierno, la cui famiglia ha dedicato parte di sé al culto del Santo che visse nel 500, nella Francia dei Merovingi, nell’Abbazia di Micy, per trascorrere  il resto della sua esistenza da Eremita nella foresta di NoblacUna scelta di vita in romitaggio per San Leonardo, che nell’iconografia della tradizione viene raccontato alla luce del simbolico linguaggio di catene e lucchetti, come per evidenziare il dominio che ebbe di sé nella meditazione e la testimonianza di una fede tenace.

san leonardoDi San Leonardo di Noblac è classica la rappresentazione pittorica su tela ad olio custodita con affetto e cura dalla famiglia Acierno; una rappresentazione riprodotta con finezza di stile e varietà di colori su maioliche che fanno mostra di sé sulla facciata della Casa che un tempo apparteneva proprio alla famiglia Acierno, nel caratteristico Borgo di Capocasale. E’ la riproduzione che identifica il Nicchio del Santo Eremita, la cui composizione risale alla seconda metà del XIX secolo, per costituire il riferimento attrattivo dei festeggiamenti che di anno in anno hanno cadenzato la vita del Borgo. Ed è il Borgo, il cui fascino si conserva integro, nonostante abbia subito il depauperamento di vari elementi di notevole valore architettonico, che caratterizzavano l’armoniosa configurazione originaria del sito con i suoi piazzali ornati da lecci e la circolare vasca a getto continuo d’acqua; sito, la cui centralità è costituita dalle geometrie del “Castello” dei Caravita, di cui un tempo era davvero magnifica pertinenza lo splendido Parco di verde diffuso, restaurato di recente con i fondi del Pit Antico Clanis e risorse comunali, a cui  fanno da ali la Chiesa e la Casa canonica parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo e il Palazzo, pure restaurato, ma con i finanziamenti della ricostruzione post terremoto - che ha ospitato per oltre un secolo gli Uffici della Municipalità; Palazzo gioiello, con il bel portale incastonato nell’elegante facciata con finestre in simmetrica disposizione e i balconi di ferro-ghisa bombati, secondo il modello della migliore lavorazione artistica e artigianale di stile ottocentesco, quale ormai non si concepisce e non si pratica più.

2016 06 01 17 00 00 Sirignano Palazzo Caravita e Palazzo AciernoEd è Michele Acierno ad attivare la …. personale macchina del tempo, ritrovando la Festa di San Leonardo di Noblac che veniva organizzata dai famigliari, coinvolgendo l’intero Borgo di Capocasale.  E sullo schermo dei ricordi si affaccia la figura del nonno materno, Andrea Colucci, tra i promotori della Festa, a cui dedicava entusiasmo e passione, il cui cuore organizzativo era nella Casa di famiglia, in cui gestiva l’ Antica salumeria del Borgo

Era commerciante, nonno Andrea - racconta Michele - che vendeva anche giocattoli e sorbetti a limone che confezionava con cura, molto richiesti nei mesi primaverili ed estivi. Era devoto del Santo Abate ed Eremita, oltre che grande appassionato di musica lirica. E alla Festa, che organizzava al Borgo faceva partecipare cantanti di musica all’italiana e napoletana, ma soprattutto tenori, soprano e orchestrali del San Carlo con il concerto serale sul palco, allestito in piazza Pietro Fiordelisi. Era il concerto,  a cui  seguiva lo spettacolo dei fuochi pirotecnici che concludeva la Festa,annunciata nelle  ore mattutine dalle sonorità della piccola banda musicale del Paese e aperta con la celebrazione della Santa messa, officiata all’aperto sull’Altare disposto nelle immediate vicinanze dell’Antica salumeria”.

Era di forti e generosi sentimenti, nonno Andrea, continua Michele; sentimenti e devozione verso San Leonardo  raccolti da mia madre Maria Rosetta e da mio padre Carlo Acierno, dando per lunghi anni continuità alla Festa al Borgo che per la circostanza sembrava trasformarsi e diventare più bello del solito, con gli addobbi di fiori freschi, drappi rossi, le luminarie a semi arco e i tanti ceri accesi per omaggio al Santo. Poi, il filo della tradizione s’è interrotto nel 1984 ed ora viene ripreso, grazie all’impegno del Comitato Festa. Non è nostalgia la mia, ma solo desiderio di non far disperdere la memoria delle tradizioni locali. E nel mio piccolo  - dice  Michele sono ben lieto che la Festa di San Leonardo ritorni. Mi sembra di ritrovare qualcosa di bello e nobile che mi appartiene nel ricordo e nei sentimenti così come sono stati vissuti dai miei familiari insieme con tanti concittadini”. “Spero che questo ritorno alle antiche  tradizioni  sirignanesi  - conclude Michele Acierno - sia solo l'inizio di un nuovo e lungo percorso per migliorare la Fede e la bellissima festa di San Leonardo . Ringrazio il Comitato Festa  per questa bella emozione che mi è stata data, che ha suscitato in me e nella mia Famiglia  ricordi  che sono custoditi nel profondo dei nostri Cuori . Grazie”

locandina S. LeonardoPer la cronaca, la Festa di quest’anno, organizzata dal Comitato Festa e dalla Pro Loco Sant’Andrea, si è aperta, alle ore 11.00, con  la Santa Messa celebrata da don Innaci Muntu Justinel; in serata, a partire dalle ore 20.00 c’è stato uno spettacolo con la partecipazione dei cantanti Salvatore Meola, Lina Santoro e Enzo Dario e del comico Coccobello. L’Orchestra era diretta dal m.stro Umberto Sorrentino. Durante la Festa i partecipanti hanno potuto anche gustare prodotti tipici, preparati dalla Pro Loco, il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza.

Pozzuoli / “Il pennone a mare”: Un’antica tradizione dei pescatori puteolani in onore della Madonna Assunta

Percorsi agostani. Servizio liberamente tratto da Identità Insorgentitestata giornalistica quotidiana e telematica, diretta da Lucilla Parlato. Foto: Fonte Internet.

Pozzuoli e dintorniN. R. – 15.08.2018 - A Ferragosto a Pozzuoli si assiste ad uno spettacolo davvero speciale: il Pennone a Mare – Palo di Sapone, un’antica tradizione che da qualche anno è stato riscoperta, diventando un appuntamento fisso del giorno di ferragosto. Ma prima di arrivare al porto, sul molo caligoliano, dove si tiene lo spettacolo, non si può rinunciare ad una passeggiata per il centro storico di Pozzuoli, dove si può scorgere praticamente ovunque la millenaria storia della città.

Scendendo dalla metropolitana per raggiungere il centro della città sulla sinistra ci sono, visibili dalla strada, i resti dell’anfiteatro minore di Pozzuoli, una delle poche città romane al mondo a possedere due Anfiteatri a testimonianza di quale fosse la sua fama e la sua importanza nel periodo romano. In realtà però la anfiteatro di Pozzuolicittà viene fondata dai Greci, in particolare alcuni fuggitivi che scappavano dalla tirannia di Policrate di Samo nel 531 a. C.. Questi coloni fondarono Dicearchia, con l’accordo di Cuma, che in quel periodo era la città più importante dei Campi Flegrei. In ragione dell’amicizia e della dipendenza da Cuma, Dicearchia partecipò alla guerra contro i Sanniti, che, però, la occuparono e probabilmente ne cambiarono anche il nome nel 421 a. C.. Restò, tuttavia, tutto sommato molto indipendente vista la sua posizione geografica favorevole e la sua funzione di porto, Serapeodal punto di vista politico e commerciale. Viene dedotta come colonia marittima da Roma nel 195 a. C. con il nome di PuteoliIl centro storico di Pozzuoli, che si estende ai piedi del rione Terra, corrisponde all’antica area dell‘emporium romano, la zona commerciale della città come testimonia l’area del Macellum, erroneamente indicato come Tempio di Serapide, i cui resti sono visibili scendendo verso il porto.

Arrivati sul molo che ha inglobato quello caligoliano, si trova la chiesa di Santa Maria Assunta, protettrice dei pescatori. A Lei è dedicata la festa e il tradizionale Pennone a Mare – Palo di Sapone, ovvero una prova di coraggio ed equilibrio a cui già in antichità, partecipavano maestri d’ascia e pescatori che si contendevano il titolo, cercando di pennonerestare in equilibrio su un lungo palo di legno insaponato, proteso sullo specchio di mare della DarsenaIl vincitore dopo essere stato festeggiato si unisce alla processione, che porta in giro per la città la statua della madonna Assunta.

A tarda sera, quando scende il fresco, da non perdere lo spettacolo pirotecnico, che il comune autorizza direttamente a mare. Se invece non si ha intenzione di restare fino a tardi, da Piazza Repubblica si può risalire fino a Villa Avelllino, ora hotel e location per eventi di lusso, e, se lo spettacolare portone è aperto, ci si può  intrufolare per dare un occhiata ai giardini pensili, che poggiano su strutture romaneSe non ci riesce, a destra della villa si possono prendere le rampe Cappuccini, scalinata che taglia in due la collina del Rione Terra, che porta fino alla stazione della cumana che si può prendere per tornare a Montesanto, ovvero nel centro storico di Napoli. Lungo il percorso si può godere di una vista davvero unica sull’isola di Capri e sul golfo.

Info UtiliPennone a Mare – Palo di Sapone

15 agosto 2018 – Molo Caligoliano, ore 15.00 – Pozzuoli

Bicentenario della nascita di Carlo Pisacane: Presentato a Sapri il Comitato nazionale per le celebrazioni

L’evento nazionale è sostenuto dal Comune di Sapri ed è stato ideato da Leone Melillo, nominato presidente del Comitato scientifico.

cineteatrosapri 800x349Lu.pi.-  01.09.2018 - Il 30 giugno 2018 scorso, presso il Cineteatro Ferrari, in Sapri, ha avuto luogo la presentazione del “Comitato nazionale per le celebrazioni di Carlo Pisacane, nel bicentenario della nascita”.

Comitato per Pisacane 1530212112L’evento non vuole soltanto rievocare un anniversario. Infatti,”le svariate interpretazioni e utilizzazioni del pensiero politico di Carlo Pisacane, del suo ‘mondo affettivo’ e della sua ‘coscienza politica’ - come ha avuto modo di rilevare il Comitato scientifico di questo Comitato nazionalesuscitano la necessità di una nuova ipotesi di lavoro che sappia avvalersi, tra le altre, anche delle valutazioni critiche dei compianti Maestri, Luciano Russi e Leonardo La Puma, grandi studiosi di Carlo Pisacane e della vicenda saprese”.

Ed è quest’ultimo un  filone di studi, che ha trovato sviluppo nel recente volume di Leone Melillo,” Il pensiero politico di Carlo Pisacane tra nazionalismo, fascismo ed antifascismo”, con la leone pisacaneprefazione di Francesco Bonini, edito da Salvatore Insenga, Palermo 2017. Il  libro è stato presentato anche a Sapri nell’aprile 2018 ed ha ispirato la costituzione di questo Comitato nazionale, indicando anche il tema di ricerca proposto al Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Francesco Bonini, Magnifico Rettore dell’Università Lumsa di Roma, nella  prefazione a questo volume ha evidenziato che “il punto di vista dei cosiddetti ‘minori’ conta. Ed è considerato. Ecco allora che Pisacane è un oggetto rilevante di studio non solo ‘in sé’, ma anche nella sua utilizzazione, così come appunto capita […]  per Mazzini, Garibaldi e gli altri ‘fattori’ del Risorgimento e, a più forte ragione, per lo stesso Risorgimento”.

L’evento nazionale è sostenuto anche dal Comune di Sapri, uno degli enti promotori del Comitato, ed è stato ideato da Leone Melillo dell’Università degli studi di Napoli “Parthenope”, che è stato nominato anche Presidente del Comitato scientifico del “Comitato nazionale per le celebrazioni di Carlo Pisacane, nel bicentenario della nascita”.

Per la cronaca. dopo la presentazione dell’evento, su cui si sono soffermati Antonio Gentile, Sindaco della Città di Sapri; Alberto Carotenuto, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, ed il Presidente del Comitato scientifico Leone Melillo, hanno lasciato i loro  indirizzi di saluto Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che ha ricevuto il Premio Internazionale “Carlo Pisacane”, edizione 2017; S.E. Rev.ma Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro; il sen. Francesco Urraro, membro della Commissione Giustizia del Senato della Repubblica; Tommaso Pellegrino, Presidente dell'Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo Diano e Alburni; Corrado Matera, Assessore allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania.

Dopo gli interventi dei componenti il “Comitato nazionale per le celebrazioni di Carlo Pisacane, nel bicentenario della nascita”, è stato riproposto il discorso pronunciato da Alfredo De Marsico a Sapri il 24 novembre 1934, in occasione della posa in opera della stele rievocativa dello sbarco, un tema questo che ha  permesso a Francesco Lucrezi dell’Università degli Studi di Salerno e Direttore della rivista scientifica “Iura and Legal Systems, a Franco Maldonato, Presidente dell’Associazione culturale “Oltre Pisacane”, di confrontarsi su “Carlo Pisacane e i diritti di libertà, nel bicentenario dalla nascita”. Ha concluso i lavori Cesare Pifano, Direttore del Centro Studi e Documentazione Carlo Pisacane.

Marigliano /Convento di San Vito: Torna la Festa del Perdono

L'antica festa francescana della Porziuncola a Marigliano l'1 e il 2 agosto.

locandina S. Vito 1533067420Viviana Papilio - 05.08.2018 - E San Francesco disse ai suoi “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso”. Da una antica tradizione religiosa francescana giunge a noi, oggi, una celebrazione di carattere straordinario in quanto concede il singolarissimo privilegio dell’indulgenza plenaria. Si tratta del “Perdono di Assisi”, anche noto come festa della Porziuncola.  

Il rito, le cui attestazioni risalgono al 1216, consente ai fedeli pentiti e confessati di ricevere l’indulgenza per sé o per i defunti, dal mezzogiorno del 1 agosto al vespro del giorno seguente.

psdre Giuseppe Sorrentino 35076698 1597391200382951 901745348916019200 nLe tracce di questa celebrazione, che riverbera ancora oggi la potenza apostolica di San Francesco e la smisurata Misericordia di Dio, erano andate smarrite e per lungo tempo al Convento dei Frati Minori di San Vito non si è celebrata. Si deve all’attuale Padre Guardiano del Convento, Don Giuseppe Sorrentino, la reintroduzione della Porziuncola presso la comunità francescana di Marigliano, che ha riportato per il secondo anno consecutivo la celebrazione di una delle feste francescane di maggior rilevanza per i fedeli e non solo.

Infatti  la festività si svolgeva sul territorio in epoche passate ed era occasione di fasto per tutta la città, di cui abbiamo attestazione certa a partire dal XVII secolo. Una ricostruzione precisa, ad opera di Sillabe di Arte, ci racconta della grande affluenza di uomini locali e forestieri che si recavano in città per ottenere le indulgenze; tale era l’esodo temporaneo di pellegrini in città che per l’anno 1716 il Consiglio del Collaterale del Regno di Napoli organizzò una fiera della durata di otto giorni, dal 2 al 9 agosto.

convento S Vito 4949395251200 nTestimonianza di questo evento è conservata nel prezioso testo dell’erudito ottocentesco Raffaele Alfonso Ricciardi, che riporta il testo della delibera conservata nel registro Collaterale Privilegiorum - anno 1716-1717 (Vedi nota).

Dunque, il ritorno del Festa del Perdono al Convento di San Vito, oltre a generare un flusso di benevolenza e misericordia nella comunità di fedeli, riallaccia il territorio alle sue tradizioni antiche, suggerendoci di percorrete un cammino che è insieme spirituale e reale, quello che conduce all’incontro tra ciò che non conosciamo e ciò che era radice.  

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