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Tra Napoli e Pozzuoli, congresso internazionale su “Rinascimento Meridionale. Napoli e il Viceré Pedro de Toledo”

L'incontro si è sviluppato sui seguenti temi: la figura di don Pedro da Toledo: vita, politica, testimonianze iconografiche, nuovi documenti; Napoli, capitale: la città plurilingue, la stampa; biblioteche, circoli, accademie; poeti e storiografi alla corte del viceré; l'eredità di Pedro da Toledo.

Pedro-Álvarez-de-Toledo-viceré-di-Napoli1Lu.pi. – 10.11.2014 - Dal 22 al 25 ottobre, tra Napoli e Pozzuoli, si è tenuto il congresso internazionale "Rinascimento Meridionale. Napoli e il Viceré Pedro de Toledo", una quattro giorni di studio e approfondimento di uno dei periodi più ricchi della storia di Napoli nel XVI secolo, organizzata dall'Università degli Studi di Napoli L'Orientale e promossa dall'ambasciata di Spagna in Italia, dall'Instituto Cervantes di Napoli, dal Comune di Pozzuoli, dalla Gallerie d'Italia Palazzo Zevallos Stigliano, dalla Fondazione Casa Medina Sidonia e dalle Università Federico II, Paris-Sorbonne e Sorbonne Nouvelle Paris III.
Le giornate internazionali dedicate a Napoli e al Viceré Toledo hanno riunito in un incontro interdisciplinare ricercatori, docenti e studiosi che hanno condiviso le rispettive competenze critiche al fine di descrivere tutto l'arco temporale del governo di don Pedro de Toledo.
L'incontro è stato calato in vari temi, incentrati sulla figura di don Pedro, attraverso testimonianze iconografiche e nuovi documenti, e in particolare sul ventennio 1532/1553, uno dei capitoli più ricchi della storia del Rinascimento.
palazzo-giusso-storica-sede-dell-orientaleHa aperto i lavori Carlos J. Sánchez dell'Università di Valladolid sull'ascesa e fine della figura di don Pedro, alle 9.30 di mercoledì 22 ottobre, a Palazzo Du Mesnil, sede dell'Orientale in via Partenope. Interventi degli ispanisti Marco Federici, Roberto Mondola ed Encarnación Sánchez García. A seguire gli interventi di Giovanni Muto, docente di Storia moderna della Federico II, e dalla Sorbonne Araceli Guillaume-Alonso e Pierre Civil. Alle 15.00 Nicola De Blasi, docente di linguistica italiana alla Federico II, ha relazionato su "problemi e usi linguistici a Napoli nel '500". L'argomento del plurilinguismo, invece, è stato approfondito da Teresa Gruber dell'Università di Monaco e dai docenti dell'Orientale Giancarlo Lacerenza, Roberto Mondola ed Encarnación Sánchez García, che spiega: «A Napoli in quel periodo si parlavano quattro lingue: il napoletano, un volgare toscaneggiante, lo spagnolo che era la lingua di corte, e l'ebraico dei banchieri ebrei espulsi dalla Spagna dopo il 1492».
Istituto-Cervantes-di-NapoliIntensa la giornata di giovedì 23 ottobre all'Istituto Cervantes di via Nazario Sauro. A partire dalle 9.30 si sono tenuti numerosi incontri sulla città dei circoli culturali, delle biblioteche e dei poeti alla corte del viceré, con docenti italiani e stranieri, tra cui Roland Béhar della Scuola Normale Supéreure de Paris; Jesús Ponce Cárdenas dell'Università Comptutense di Madrid,;Guido Maria Cappelli, dell'Università dell'Extremadur; Giovanni Ferroni dell'Università degli Studi di Padova e Mercedes Btanco dell'Université Paris-Sorbonne,che ha parlato del poeta Berardino Rota
Dalle ore 15.00, invece, sono intervenuti Antonio Gargano della Federico II,; José Solís de los Santos dell'Università di Siviglia; Maria D'Agostino del Suor Orsola Benincasa;, Marco Federici dell'Orientale e Tobia R. Toscano della Federico II, ha argomentato sul poeta, cortigiano e precettore Luigi Tansillo .
Venerdì il convegno, dalle 9.30 a Palazzo du Mesnil, è ruotato intorno alla figura di Giovanni da Nola, scultore del Rinascimento, autore del sepolcro del viceré nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, sepolcro che è stato possibile anche visitare Palazzo-Toledo-di-Pozzuolinell'occasione. Poi, alle 18.00 anteprima della mostra "Tanzio da Varallo incontra Caravaggio. Pittura a Napoli nel primo Seicento" a Palazzo Zevallos e lezione-concerto di Luciana Elizondo.
Sabato il convegno ha chiuso i battenti a Pozzuoli a Palazzo De Toledo, che don Pedro fece erigere dopo il terremoto del 1538

 

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