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Pompei crolla e “la burocrazie” accusa … la pioggia e … il Ministro dei Beni Culturali di turno

Pompei - crolli 3Pietro Luciano – 03-03.2014 - Nuovo crollo a Pompei. E' il terzo crollo in tre giorni dovuto sempre alle piogge di questi giorni che, imbevendo d'acqua la zona non scavata alle spalle di una bottega, lungo via Nola, nella Regio V insula 2, hanno fatto pressione su un muro lungo 4 metri e di circa 2,5 metri altezza, peraltro già oggetto di un restauro negli anni passati e contenuto da strutture in ferro, facendo staccare delle pietre grezze e tenute insieme da malta.
La bottega era già chiusa al pubblico e a fare la scoperta è stato il custode della zona in turno. L'area di via Nola è stata subito interdetta per i rilievi e i primi interventi di messa in sicurezza.
La tomba crollataNel pomeriggio di ieri si era verificata la caduta di alcune pietre dalla spalletta del quarto arcone sottostante il tempio di Venere, mentre nella mattinata si era verificato invece il crollo del muretto di una tomba della necropoli di Porta Nocera, prospiciente l'antica strada.
La Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia,con una nota ha messo al corrente del cedimento avvenuto durante la notte: "si è verificato il cedimento di parte dell'alzato di un muro nella bottega della Regio V 2, 19, situata all'angolo dell'isolato lungo Via di Nola. Il muro, per la maggior parte costituito da restauri recenti e legato da una struttura moderna in ferro, si trova al limite dell'area non scavata e premeva su di esso una grande massa di terra, appesantita dalle recenti piogge".
Pompei - crolli 2"Il rischio idrogeologico connesso alle aree non ancora scavate, poste a ridosso di parte delle strutture murarie antiche, in particolare lungo via dell'Abbondanza e via di Nola - continua la nota - è uno dei problemi più urgenti di Pompei, perché l'acqua, che appesantisce i terreni durante le grandi piogge, non è stata fino ad oggi adeguatamente drenata e convogliata all'esterno dell'area archeologica. I lavori d'intervento per risolvere il dissesto idrogeologico, previsto dal Grande Progetto Pompei, già in fase di assegnazione, dovrebbero risolvere definitivamente la grave questione".
Il neo-ministro Franceschini, a sua volta, ha convocato un vertice per martedì 4 marzo, a cui parteciperanno il soprintendente incaricato Massimo Osanna; il direttore generale delle antichità, Luigi Malnati; il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri.
FranceschiniLa riunione servirà ad avere un rapporto esatto sulle motivazioni dei crolli, a cominciare da quello di dicembre 2013, a verificare l'efficacia degli interventi di ordinaria manutenzione e a valutare lo stato di attuazione del Grande Progetto Pompei.
Dopo l'ennesimo crollo di oggi, Giovanni Puglisi, presidente della commissione nazionale italiana Unesco, parla di "situazioni annunciate, per cui ".. non c'è più tempo da perdere dal punto di vista burocratico, ma bisogna agire ".
Giovanni PuglisiOrmai la permeabile situazione del sistema idrogeologico è tale che praticamente non tiene più e non riesce nemmeno a filtrare più nulla, per cui l'acqua dove arriva si ferma e di conseguenza, quando il sistema idrogeologico è saturo viene giù: "L'unica cosa da fare – conclude Puglisi - è un intervento straordinario, ma su tutta l'area di Pompei, non solo dal punto di vista archeologico, ma anche dal punto di vista idrogeologico, perché, se questi terreni non hanno un drenaggio forte delle acque piovane, è chiaro che Pompei è destinata a crollare per intero".
Il riferimento ai fondi stanziati e non spesi la dice lunga a tal proposito, così che, mentre Pompei continua a crollare, facendoci ridere addosso da tutto il mondo, "la burocrazia" continua ad imperare, allungando i tempi dei lavori e addossando le colpe delle proprie volute incapacità al ... Ministro dei Beni Culturali di turno.
Andrea CarandiniSulla annosa questione interviene anche l'archeologo, Andrea Carandini, attuale presidente del Fondo per l'ambiente italiano e fino al maggio 2012 presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali."L'Italia non vuole innovarsi. Preferisce restaurare che fare un serio intervento di manutenzione programmata, come prevedeva il Progetto Pompei presentato due anni fa".
Intanto la procura di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta per disastro colposo per i crolli avvenuti negli ultimi giorni. Non ci sono iscritti nel registro degli indagati, ma ci sono attività investigative sui crolli al Tempio di Venere, alla Necropoli e in via Nola. Risulta però che anche sugli episodi degli anni scorsi, l'ufficio giudiziario aveva aperto fascicoli di inchiesta. Insomma è sempre la solita storia all'italiana: tutto finisce .. nel dimenticatoio e non ci sono mai colpevoli.

Foto: fonti internet