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A proposito del Majo a Baiano. L’Opinione del Dr. Andrea Bellofatto

Majo di BaianoBaiano – 13.01.2014 - Dopo il grave infortunio occorso ad alcuni cittadini a causa dei botti di Natale, si rincorrono proposte e soluzioni per evitare analoghe tragedie negli anni a venire. Sicuramente così dovrà essere, tanto più considerando e sperando che, nel corso degli anni,sia maturata una maggiore coscienza dei rischi che si corrono a celebrare la Festa in simili modalità. Eviterei la retorica sui tempi che furono,a dire di alcuni, caratterizzati da una maggiore disciplina o da una maggiore attenzione all'incolumità fisica di chi sparava con la carabina o di chi si divertiva con i botti: si tratta di retorica che si fonda sulla nostra tendenza a dimenticare facilmente tutte le persone segnate nel fisico, puntualmente in ogni edizione della Festa.
Molti, ad esempio,ricorderanno le numerose carabine squarciate dalle esplosioni ed offerte come "ex voto" a S. Stefano per scampato pericolo,carabine che sono state esposte nella chiesa del Patrono fino a qualche anno fa; come pure, se ci sforziamo con la memoria, abbiamo ben impressi nella mente i concittadini mutilati e feriti, talora in maniera così grave da avere compromessa perfino la capacità lavorativa.
A rifletterci bene,si è trattato in maggioranza di giovani che si sono rovinati per tutta la vita. Come dimenticare, poi, l'uso dei fucili da caccia per "lo sparo del Maio", fortunatamente abbandonato per un intervento energico delle Autorità di Pubblica Sicurezza? O,ancora,le famigerate "botte a muro"parenti lontane delle granate? Abbiamo anche dimenticato l'uso dissennato dei "mascarielli ". L'aspetto degenere della Festa ne ha sempre attenuato e soffocato l'aspetto gioioso in un contrasto interiore tra la voglia di partecipare e la paura di farsi male dei cittadini baianesi .Nel giorno di Natale ,molti rinunciano persino al vestito buono per il timore che qualche "micciolo incandescente" derivato dalla deflagrazione dei botti possano rovinarlo .Le intemperanze individuali non sono mai mancate durante la celebrazione della Festa, danneggiando anche coloro che non sparano e che non si inebriano, pur avendo diritto,come Baianesi,a partecipare a questo rito collettivo,che, antropologicamente significa gioia, catarsi, riscoperta del senso di appartenenza alla Comunità.
majo-fuochi 2Rispetto tutti coloro che,in questi giorni, si stanno sforzando di analizzare ed individuare le cose che non vanno, per dare un senso gioioso alla Festa e prevenire gli incidenti futuri; la maggioranza dei Baianesi è a favore di una festa che sia la festa di tutti.
Se mi è consentito,anche io vorrei fare qualche proposta. Premessa è che per evitare incidenti, bisogna ben individuare i rischi connessi alle varie fasi della festa e, responsabilmente, mettere in atto azioni preventive. Il momento del taglio del Maio, ad esempio, deve ritornare alla gestione dei "mannesi": un esperto boscaiolo è in grado,più degli altri di individuare l'albero, di prevedere come cadrà, di curare che non cada sulle persone, di dare indicazioni sul trascinamento a valle. Poi,c'è proprio bisogno dei cavalli per il traino dell'albero per le vie del Paese? Non è forse anche questo un momento di rischio per l'incolumità elle persone? Non cito la "questione animalista", di non secondaria importanza.
Majo - spariIl rito dello scioglimento delle funi richiederebbe alcune semplici misure per essere fatto in tutta sicurezza. Le soluzioni sui botti sono parecchie. Ma la migliore e più radicale proposta, scevra da provocazione,è quella di cambiare il giorno di celebrazione della Festa del Maio,spostandola al 26 Dicembre e, conseguentemente, spostare la celebrazione della Festa del Santo alla Domenica immediatamente successiva; al contempo,con decisioni delle Autorità civili, religiose e di Pubblica Sicurezza, concentrare nella giornata del 26 Dicembre tutte le manifestazioni connesse alla festa: fascine, carabine e quant'altro.
La prevenzione primaria,a mio modesto avviso, deve consistere nella restituzione della Sacralità al Natale di Nostro Signore e nel recupero del significato antropologico e laico della festa del Maio. Prendiamo coraggio nel separare,finalmente,il sacro dal profano e rendiamoci conto che continuando la Festa del Maio, com'è attualmente,saremo complici di una mistificazione consolidata nel tempo e corresponsabili morali dei danni alle persone.