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Scoperta col radar Falerii Novi, la città del III secolo a.C. alle porte di Roma

La tecnologia al fianco dell’archeologia e delle pubbliche amministrazioni, nella gestione del territorio, delle infrastrutture e dei beni culturali. Trovate strade, templi, domus e terme senza scavare.

Falerii Nova col radarPietro Luciano – 15.08.2020 - I potenti “occhi bionici” del Radar Gpr (ground penetrating radar) hanno scoperto e identificato le strutture di un’intera città alle porte di Roma, grande come OstiaPompei.

Lo studio, a firma di un team di scienziati delle Università inglese di Cambridge e di Ghent, pubblicato su Antiquity, svela, oltre ai segreti di Falerii Novi, anche come le tecniche di rilevamento non invasivo, unite insieme, possano servire per sapere in anticipo cosa c’è sotto il terreno e a programmare le scelte non solo di enti di ricerca e studiosi, ma anche di pubbliche amministrazioni, nella gestione del territorio, delle infrastrutture e dei beni culturali.

Nuova città col radar fal town 1024 CopiaNessuno scavo, ma solo indagini con apparecchiature sofisticate hanno consentito ad un’équipe internazionale di archeologi di mappare la città romana di Falerii Novi, risalente al III secolo a.C. siamo a circa cinquanta chilometri da Roma, all’altezza di Fabrica, al confine con Civita Castellana.

Qui lo staff delle università di Cambridge e di Ghent, guidato dall’archeologo Martin Millet, sta conducendo da circa tre anni le speciali indagini hi-tech, grazie alla sinergia con la Soprintendenza per l’Area metropolitana di Roma, guidata da Margherita Eichberg.

Falerii Nova untitledLa città cosiddetta di Falerii Novi, distinta dalla Falerii Veteres, sorta nel 241 a.C. in contrapposizione alla vecchia città arroccata, per annettersi a Roma e seguirne lo sviluppo durante l’impero, era il cuore dell’Agro Falisco. E’ nota fin dall’800, soprattutto per le rovine, poche ma monumentali, tra cui le mura possenti e la chiesa di Santa Maria di Falleri, l’unico monumento completo sopravvissuto ai secoli, che si evidenziavano nel vasto terreno pianeggiante, dove è stata individuata dal radar la città.


quad with gpr array and lieven verdonck on falerii site crop 2206x1328Per il resto gli archeologi hanno sempre vagato nel nulla, la città rappresentava un mistero e, cosa di non poco conto nell’indagine, i terreni in questione sono tutti privati. Quindi l’operazione non era così scontata.

Ma ecco che, affidandosi alla sola tecnologia, il Gpr funziona come un radar normale, che rimbalza le onde radio sugli oggetti, e usando questa eco, che riesce a costruire un’immagine a profondità diverse, i ricercatori-archeologi hanno analizzato un’area di 30,5 ettari. Così hanno scoperto complessi termali, strade, domus, templi, comprese le tubature di servizio per l’approvvigionamento dell’acqua.

Maras «Le nuove indagini hanno consentito di raccogliere una grande quantità di dati, ricavati con il sistema Gpr, che fanno chiarezza sulla città», ha sottolineato con soddisfazione Daniele Maras, funzionario della Soprintendenza e responsabile del sito, che sta seguendo i lavori.


Professor Martin Millett crop«La disposizione della città era meno standardizzata rispetto a molte altre ben studiate, come Pompei - racconta Millet - Il complesso del mercato, il tempio e le terme erano architettonicamente più elaborati del previsto per una piccola città».

KH COMPOSITE ROMAN CITY TAB CopiaNella parte più a sud, infatti, i radar hanno rivelato una grande costruzione rettangolare, collegata ad una serie di tubature dell’acqua che portavano all’acquedotto e scorrevano non solo lungo le strade, ma anche sotto le insulae (gli isolati romani). Secondo gli studiosi questa struttura sarebbe una piscina all’aria aperta, inglobata in un complesso di bagni pubblici.

La mappa radar del tempio 183450101 b6ffe6de df8f 41d3 a09a 80dd69ae3c4cVicino alla porta a nord della città, poi, sono state identificate un paio di grandi strutture, una di fronte all’altra, in un vicolo coperto con una fila centrale di colonne, che potrebbero far parte di un grandioso monumento pubblico.

"Il sorprendente livello di dettaglio che abbiamo raggiunto a Falerii Novi e le sorprendenti caratteristiche che il GPR ha rivelato, ha aggiunto Millet, suggeriscono che questo tipo di indagine potrebbe trasformare il modo in cui gli archeologi indagano sui siti urbani. Ora, ha poi aggiunto, si può immaginare di usare questa tecnologia anche su città più grandi, come Mileto o Cirene".