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FORMULA UNO: TRA VETTEL E LA FERRARI E' FINITA, IN ARRIVO SAINZ JR

vettel ferrariL’amore tra Sebastian Vettel e la Ferrari ormai volge al termine: le parti si separeranno a fine 2020. Un'avventura, quella tra il tedesco e la Rossa, durata cinque anni: per ora, senza titoli. Il motivo sarebbe da ricercare nell'offerta al ribasso fatta dalla scuderia al pilota, che non avrebbe accettato. Di sicuro c'entra anche l'esplosione di Charles Leclerc, che ha ridimensionato il ruolo di Vettel all'interno del Cavallino. Resta una domanda su tutte: quale sarà il futuro del pilota tedesco? Il quattro volte campione del mondo è arrivato in Ferrari nel 2015 con la missione di riportare il titolo a Maranello, cosa che manca dal 2007. Ma il quinquennio in rosso è costellato dal dominio della Mercedes e da qualche occasione sciupata di troppo, alcune volte per errori gravi dello stesso Vettel (come a Hockenheim 2018), soprattutto quando la pressione su di lui si è alzata. Dopo 111 Gran Premi e 14 vittorie, il matrimonio tra il tedesco e la Ferrari è finito, e resta da chiedersi quale sia il destino del pilota. Le sue parole nel comunicato ufficiale della Ferrari suggeriscono addirittura la pista del ritiro: “Quello che è accaduto in questi ultimi mesi ha portato tanti di noi a fare delle riflessioni su quelle che sono davvero le priorità della vita: c’è bisogno di immaginazione e di avere un nuovo approccio a una situazione che è mutata. Io stesso mi prenderò il tempo necessario per riflettere su cosa sia realmente essenziale per il mio futuro”. Vettel, d'altronde, nel 2021 compirà 34 anni e un pilota del suo calibro difficilmente potrebbe continuare nel Circus se non avesse le garanzie di poter almeno lottare per le posizioni di vertice. Tra le ipotesi sul tavolo sembrano da escludersi le piste Mercedes e Red Bull, scuderie che hanno già piloti fenomenali come Lewis Hamilton e Max Verstappen, anche se l'apertura di Wolff non può essere sottovalutata. Risulterebbe poco credibile che Vettel vada via dalla Ferrari a causa anche della concorrenza di Leclerc per migrare in un team dove non farebbe la prima guida. Uno con il suo curriculum deve essere il leader della squadra e, allo stato attuale delle cose, il sedile a cui Vettel potrebbe ambire è quello della Racing Point, che dal 2021 diventerà Aston Martin e per il 2020 ha una macchina molto competitiva, dai più maligni chiamata “Mercedes rosa” per la somiglianza con la vettura che sta tritando la concorrenza dal 2014. Scorrendo il paddock, resta in piedi l'ipotesi Renault, soprattutto se Daniel Ricciardo dovesse partire: proprio l'australiano, insieme a Carlos Sainz Jr, è uno dei più forti candidati a rilevare il sedile del tedesco. A livello di progetto, per Seb potrebbero essere meno praticabili, ma non da scartare a priori, le soluzioni McLaren e Alfa Romeo. Non c'è dubbio che Vettel abbia reso meno di quanto ci aspettasse in Ferrari, ciò non vuol dire che la notizia del mancato rinnovo fosse attesa, anzi per certi versi è stata un fulmine a ciel sereno, un'interruzione brusca di un rapporto evidentemente logoro. Altri campioni, nel passato, hanno lasciato Maranello con un velo di amarezza e una scia di polemiche, come Fernando Alonso nel 2014, dopo essersi lamentato più volte della mancanza di competitività della vettura e - anzi - rimpiangendo di non aver fatto prima le valigie. Se Michael Schumacher, nel 2006, lasciò con tutti gli onori, salvo poi andare in Mercedes quattro anni più tardi, non si può dire lo stesso di Alain Prost, che nel 1991 a Suzuka definì la Ferrari 643 un camion, provocando la rottura immediata con Maranello e rimanendo appiedato fino al termine della stagione.