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I fattori che spingono la disuguaglianza dei redditi nel mondo
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- Scritto da mag.carm.
L’ONU ha individuato quattro fattori che stanno modificando la disuguaglianza globale
mag.carm – 14.02.2020 - Ridurre le disuguaglianze è uno degli obiettivi che l’ONU si è dato per il 2030. IL World Social REPORT, pubblicato dal Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, mostra che dal 1990 al 2016 la disuguaglianza dei redditi è aumentata in 49 nazioni, diminuita in 58 e rimasta stabile in 12.
Gli aumenti si sono registrati in alcuni paesi più popolosi del mondo, inclusi CINA e INDIA, con il risultato che due terzi della popolazione mondiale vive in STATI in cui la disuguaglianza è aumentata. Quarantadue ricconi possiedono più di 3,5 miliardi di persone.
La disuguaglianza del reddito è un problema mondiale, perché alti livelli di disparità ostacolano l’emancipazione dei poveri dal loro stato di bisogno, frenano la crescita economica e creano divisione sociale causa di malcontento che fomenta conflitti violenti, di cui è afflitto il giovane e sovrappopolato continente africano.
I più poveri di tutto il terzo mondo rivendicano, a diritto, la condivisione delle risorse naturali, destinate da madre terra a tutti gli abitanti del pianeta. Essi vogliono sedersi alla mensa del ricco epulone e non si rassegnano più a mangiare gli scarti sotto il tavolo.
L’ONU individua quattro fattori che stanno modificando la disuguaglianza globale.
Il primo è la rivoluzione tecnologica. La digitalizzazione dell’economia e l’applicazione industriale di robotica e intelligenza artificiale beneficiano i lavoratori più specializzati e aumentano il loro vantaggio su quelli meno fortunati. I guadagni dell’evoluzione tecnologica sono catturati da un numero ristretto di aziende.
Il secondo fattore è il cambiamento climatico. Gli effetti del riscaldamento climatico colpiscono più duramente i paesi poveri, provocando la desertificazione del suolo e diffusione di malattie per mancanza di igiene. Nel mondo, si organizzano conferenze per accordarsi sui rimedi da adottare agli effetti del cambiamento del clima, causato dall’uso massiccio delle risorse energetiche fossili. Alla fine, per colpa dei Paesi maggiori produttori di tali risorse, USA, CINA e RUSSIA, rimangono solo buoni propositi e dichiarazioni di principio senza nessun provvedimento concreto.
Il terzo fattore è l’urbanizzazione. Nelle grandi città c’è disuguaglianza, ma anche meno povertà rispetto alle aree più piccole: il processo che porta le persone a spostarsi nelle metropoli deve essere gestito, perché i vantaggi delle città, come sostiene l’ONU, non potrebbero essere sostenuti se non si riducono le disuguaglianze al loro interno.
Il quarto fattore sono le migrazioni. Esse possono ridurre le disuguaglianze tra nazioni e all’interno delle nazioni, quando avvengono in modo regolare, ordinato e sicuro. Purtroppo i flussi migratori provenienti dalle terre africane, martoriate dalla siccità e dalle malattie, quando arrivano in Liba sono gestiti da trafficanti senza scrupoli. Molti migranti vengono rinchiusi nei lager libici, condannati a vivere in condizioni degradanti per ogni essere umano. Alcuni di essi, pagando, riescono ad imbarcarsi sui gommoni dei trafficanti che li lasciano in mezzo al mare, dove non sempre ricevono soccorso.
I migranti si tramutano in una risorsa preziosa, se sono aiutati ad inserirsi nel tessuto sociale ed economico del paese. Così possono usare in maniera produttiva le loro capacità e mandare le rimesse a casa.
Il cambiamento climatico, l’urbanizzazione e il cambiamento tecnologico possono essere sfruttati, per creare un mondo più equo e sostenibile.