Avella: PubbIica manifestazione in memoria della Shoah al Teatro Comunale “Biancardi” il 27 gennaio, sul tema “Capire e sentire la banalità del male”

Il 27 di gennaio di ogni anno si celebra il Giorno della memoria. Ma cosa vuol dire “memoria”? E perché è importante ricordare? Si cercherà di chiarire il senso e la storia di una giornata commemorativa, istituita in Italia nel 2000 ed in tutto il mondo nel 2005, una giornata che non è tanto un omaggio alle vittime del nazismo, quanto un’occasione di riflessione su una storia che ci riguarda da molto vicino.

Locandina definitiva Shoa nGiu. D’Ava. - 19.01.2020 - Il 27 gennaio 1945 è il giorno in cui, alla fine della seconda guerra mondiale, i cancelli di Auschwitz vengono abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico. Il complesso di campi di concentramento che conosciamo come Auschwitz non era molto distante da Cracovia, in Polonia, e si trovava nei pressi di quelli che erano all’epoca i confini tra la Germania e la Polonia.

Con l’avvicinarsi dell’Armata Rossa, già intorno alla metà di gennaio, le SS iniziarono ad evacuare il complesso: circa 60.000 prigionieri vennero fatti marciare prima dell’arrivo dei russi. Di questi prigionieri, si stima che tra 9000 e 15000 sarebbero morti durante il tragitto, in gran parte uccisi dalle SS perché non riuscivano a reggere i ritmi mostruosi della marcia. Altri prigionieri, circa 9000, erano stati lasciati nel complesso di campi di Auschwitz perché malati o esausti: le SS intendevano liquidarli, ma non ebbero il tempo necessario per farlo prima dell’arrivo dei sovietici. Le SS riuscirono invece ad eliminare qualcos’altro: quante più prove possibile dei crimini che avevano commesso, facendo esplodere diverse strutture, alcune delle quali contenevano i forni crematori industriali (dove venivano bruciati i cadaveri delle persone uccise ad Auschwitz), ed altre proprietà delle vittime dello sterminio.

Quando la 60esima armata dell’esercito sovietico arrivò al campo principale di Auschwitz, intorno alle 3 di pomeriggio, e dopo una battaglia in cui persero la vita più di 200 sovietici, si trovò davanti uno scenario desolante. Circa 9.000 prigionieri, i più deboli e ammalati, erano stati lasciati indietro. 600 di loro erano già morti. La stampa sovietica non accolse con troppo clamore la liberazione di Auschwitz e, tuttavia, la giornata del 27 gennaio è andata ad assumere col tempo un significato simbolico: quello della fine della persecuzione del popolo ebraico.

Il giorno della memoria in Italia, dato il significato simbolico della data, il 20 luglio del 2000 è stata approvata la legge n. 211, composta da due semplici articoli, che istituisce ogni 27 gennaio il “Giorno della Memoria”: una commemorazione pubblica non soltanto della shoah, ma anche delle leggi razziali approvate sotto il fascismo e, quindi, di tutti gli italiani, ebrei e non, che sono stati uccisi, deportati ed imprigionati, e di tutti coloro che si sono opposti alla ‘soluzione finale’ voluta dai nazisti, spesso rischiando la vita.

Questa legge prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, rivolti in particolare alle scuole e ai più giovani. Lo scopo è quello di non dimenticare mai questo momento drammatico del nostro passato di italiani ed europei, affinché, come dice la stessa legge “simili eventi non possano mai più accadere”. Dunque, non si tratta affatto soltanto di una ‘celebrazione’, ma del dover ribadire quanto sia importante ricordare ciò che è successo in passato.

La risoluzione ONU del 1° novembre 2005, ha proclamato ufficialmente, poi, in occasione dei 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento, il 27 gennaio quale Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto.

L’Italia, insieme a numerosi altri Paesi che avevano istituito giornate commemorative nazionali per il 27 gennaio, come la Germania (1996) o il Regno Unito dal (2001), aveva anticipato di 5 anni la risoluzione dell’ONU, dopo la quale, ogni anno il 27 gennaio, tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future la “memoria dell’Olocausto”. A questo scopo è stata istituita una task force internazionale per l’educazione, la ricerca ed il ricordo.

Questa risoluzione rifiuta inoltre in modo chiaro qualsiasi tentativo di negazione dell’Olocausto come evento storico, sia totale che parziale, chiedendo parallelamente che i luoghi, che un tempo ospitavano campi di concentramento, di lavoro e di sterminio, vengano conservati.

In questa giornata, inoltre, l’intolleranza, l’odio e l’aggressività verso persone e comunità motivate da differenze religiose ed etniche sono condannate senza riserva.

La manifestazione di Avella, organizzata dalla Consulta Comunale delle Associazioni insieme all’Istituto Comprensivo ”Mons. P. Guerriero”, con il patrocinio del Comune, avrà come tema, sviluppato con i contributi degli Alunni della Scuola Media, coordinati dalla prof.ssa Francesca Maria Maietta, “Capire e sentire la banalità del male”.

I lavori, introdotti da Ernesto Sasso per la Consulta Comunale delle Associazioni di Avella, vedranno l’intervento di Santina Cerbone per il Comune di Avella, e la partecipazione del prof. Nicola Montanile per la Biblioteca Comunale “Ignazio D’Anna”, del prof. Pietro Luciano per la Pro Loco Abella e del dott. Antonio Tulino per la Società Civile.

Si inizia alle ore 10.30 e la cittadinanza è libera di partecipare.