La parrocchia di San Felice da Nola Presbitero a Fierozzo in provincia di Trento
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- Scritto da Antonio Fusco
Ricerca di Antonio Fusco con la gentile collaborazione di Leo Toller
Ottobre 2019 - Fierozzo è un borgo nella valle dei Mòcheni (nella valle si parla il mòcheno un antico idioma discendente dal tedesco), diviso in due frazioni: quella di San Francesco, chiamata Fierozzo di Fuori e l’altra di San Felice detta Fierozzo di Dentro; quest’ultima sorge a 1127 metri sul livello del mare.
Il primo edificio ecclesiale dedicato a San Felice da Nola Presbitero fu eretto, tra la fine di maggio 1726 e la prima metà di novembre 1727, per desiderio del fierozzano Cristel Iobstraibizer, il quale per una grazia ricevuta ne chiese l’autorizzazione al vescovo di Feltre Pietro Maria Trevisano. Non ebbe la funzione di parrocchia, ma divenne una curazia dell’arcipretura di Pergine dalla quale nel 1738 si ottenne la concessione di impiantare un attiguo cimitero.
Poiché con il passare del tempo la cappella era diventata alquanto malridotta e troppo angusta per accogliere i numerosi fedeli, il curato don Luigi Gadler ne promosse l’edificazione di una nuova, iniziativa approvata dalla stragrande maggioranza dei capifamiglia. Pertanto, il primo impianto fu ristrutturato ed ampliato nelle linee attuali tra il 1894 e il 1895.
Il progetto architettonico della nuova fabbrica fu affidato all’architetto Giovanni de Ferrari e per la sua erezione contribuirono economicamente e con la prestazione di lavoro volontario tutte le famiglie fierozzane. Il 7 maggio 1894 l’arciprete di Pergine don Giovanni Battista Inama benedì la prima pietra dell’erigenda chiesa di San Felice da Nola alla presenza del curato, dei fedeli fierozzani e dei vicini borghi. La costruzione, terminata nell’autunno del 1895, il 15 dicembre, terza domenica dell’Avvento, fu benedetta dal citato arciprete don Inama. Il 21 luglio 1911 fu consacrata come parrocchia dal vescovo di Trento Celestino Endrici. In vari tempi fu oggetto di restauro, ma il più importante fu quello effettuato tra il 1973 e il 1977.
La chiesa, orientata nella direzione nord-orientale, domina sull’abitato della contrada e dal sagrato si apre un vasto panorama sulla Valle dei Mòcheni. A sinistra, in posizione arretrata, si innalza su tre ordini di linee diverse la torre campanaria, probabilmente già esistente prima della ristrutturazione del 1894 / 95.
La facciata, con frontone sommitale, presenta una finestra circolare e un portale architravato contornato da plastiche decorazioni di stucco. L’unica navata si articola in tre campate con presbiterio ed abside.
L’interno presenta una tinteggiatura tesa a far rilevare le modanature, le vele delle campate e le strutture arcuate. Nel catino absidale su un fondale azzurro è affrescato il Buon Pastore affiancato da dodici pecorelle, sei per lato. Oltre all’altare maggiore, opera del marmista di Rovereto Gelsomino Scanagatti, vi è anche presente un secondo altare dedicato al patrono San Lorenzo, al quale i Fierozzani sono molto devoti, a ricordo di una chiesa a lui dedicata, crollata e ridotta allo stato di rudere.
Tra gli arredi ricordiamo un organo del 1800 e soprattutto molte sacre immagini. Tra queste San Felice da Nola Presbitero è plasmato in una statua che lo raffigura benedicente, reggente un calice e abbigliato con ricchi paramenti sacerdotali, quali camice, pianeta, manipolo. Una sua seconda immagine, sempre in veste di presbitero e con il calice nella mano destra, è dipinta in basso a destra nella fastosa pala dell’altare maggiore raffigurante la Vergine col Bambino.