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SCUOLE RIAPERTE: IN CAMPANIA LA CAMPANELLA SUONERÀ MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE

20 milioni ripartiti tra i 550 Comuni per la fornitura dei testi. La spada di Damocle del calo demografico, mentre crescono la povertà relativa e le disuguaglianze educative. La lungimiranza socio-politica della provincia autonoma di Bolzano e i Patti di natalità a sostegno delle famiglie.   

LOGO SCUOLA APERTAGianni Amodeo - 06\09\19 - Le Scuole si sono già riaperte secondo l’appuntamento canonico d’inizio settembre per le attività preliminari che impegnano i docenti nei Consigli d’Istituto e nei Collegi di classe per la definizione dei piani d’offerta formativa e le correlate iniziative di profilo curriculare ed extra-curriculare. Ma l’apertura ufficiale- come sempre- procederà su scala differenziata di calendario, secondo le indicazioni delle amministrazioni regionali. 

Le prime ad aprire i battenti- giovedì- sono state le Scuole della provincia autonoma di Bolzano, l’unico contesto socio-territoriale, che, per quanto ristretto, non fa registrare il calo demografico che è ,invece, generale e diffuso nel Belpaese; una condizione di valenza esemplare in ambito sociale e di ethos pubblico, che corrisponde all’attuazione degli obiettivi dei Patti di natalità a sostegno delle famiglie, adottati da alcuni anni con lungimiranza e incisività  dal ceto politico-amministrativo dell’area alto-atesina. Mercoledì, 11 sarà il turno delle scuole della Campania, Veneto, Umbria e Basilicata e così proseguendo nel giorni successivi. Ultime nell’apertura le scuole della Puglia, mercoledì, 18.

Importante e significativo, nel quadro delle risorse economiche stanziate dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica, è, però, il provvedimento della Regione-Campania che ha già attuato il relativo riparto  tra i 550 Comuni della mappa territoriale, rendendo spendibili in tempo debito  i fondi destinati alla fornitura dei libri sia agli alunni delle Scuole dell’obbligo sia agli alunni che frequentano gli Istituti statali d’istruzione superiore e che appartengono a famiglie che vivono la condizione del disagio economici, nel rispetto del diritto costituzionale e sociale allo studio. E va tenuto presente che in Campania una famiglia su quattro versa in stato di povertà relativa. Una realtà, che, concretamente, coinvolge il 32% dell’intera potenziale popolazione scolastica del territorio regionale; una realtà, che fa coniugare la durezza e la sofferenza della cosiddetta povertà relativa con le diseguaglianze educative, segnatamente nelle periferie urbane, in cui si vive e con-vive con la marginalità sociale, in cui il respiro della speranza di promozione e elevazione sociale è affannoso, quando non viene del tutto impedito e soffocato dal degrado generalizzato familiare e di contesto sociale.

In specifico, circa 15 milioni sono riservati agli alunni delle Scuole dell’obbligo e 5 milioni agli adolescenti delle Scuole superiori. Di un milione e 184 mila euro è il supplemento di dotazione economica riservato dal Ministero a copertura delle spese scolastiche sostenute, per le quali, però, non sono disponibili contributi o sostegni di natura pubblica. 

Povertà relativa delle famiglie, disuguaglianze educative, dispersione scolastica e disoccupazione giovanile attestata sul 20% costituiscono un tutt’uno, a cui la politica non guarda da anni; un tutt’uno che si accentua e aggrava a fronte delle problematiche del calo demografico, che nel Sud in particolare - e  con proiezione verso il 2028- sarà ancora più penalizzante, con gravi scompensi sociali  e il pesante ridimensionamento della rete scolastica, servizio di primaria rilevanza, per promuovere e assicurare l’esercizio del diritto costituzionale  allo studio per le articolazioni dell’obbligo scolastico, correlato con il dovere sociale della formazione e dello studio, con cui acquisire competenze e conoscenze, per essere cittadini responsabilmente attivi e partecipi- attraverso il lavoro- nella costruzione della società civile e giusta.