Angolo Opinioni
Nola: Adriana Pannitteri al “Masullo-Theti”
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- Scritto da Gianni Amodeo
La scrittrice romana nel romanzo- inchiesta “Cronaca di un delitto annunciato” a” scandaglia l’apparente normalità che nel labirinto delle fragilità psicologiche degli uomini degrada e genera le violenze contro le donne e le tragedie dei femminicidi. Foto di Mira Bifulco.
Gianni Amodeo – 23.03.2019 - Tiziana Ferrario e Adriana Pannitteri, scrittrici e giornaliste della Rai–Tv hanno animato l’agenda delle Giornate della riflessione nel quadro delle attività extra-curriculari mirate sulla diffusione e sull’esercizio delle istanze e dei valori della Cittadinanza attiva, promosse dall’Istituto tecnico commerciale e per geometri “Masullo–Theti”, diretto dalla professoressa Anna Maria Silvestro. Un’agenda messa a punto, con il coordinamento della professoressa Susy Barone non solo per compiere una ricognizione analitica sul Pianeta–donna nella società contemporanea, ma anchee soprattutto strutturata per andare “oltre” la genericità delle connotazioni ripetitive ed enfatiche che spesso identificano le iniziative dedicate all’ Otto marzo, ridotto alla stregua di uno stanco rituale.
Ad aprire l’agenda, era stata Tiziana Ferrario– il 26 novembre scorso- nell’incontro con la comunità studentesca – coinvolta in un congruo approccio propedeutico alla tematica alla pari del rendez vous con Adriana Pannitteri – nell’Auditorium dell’Istituto, con la presentazione di “Orgoglio e pregiudizi. Il risveglio delle donne nell’età di Trump”- edito da Chiarelettere - in cui rivisita la condizione della donna al di là e al di qua dell’Atlantico; condizione di svantaggio rispetto a quella dell’uomo in tutti i settori della vita sociale, produttiva e lavorativa, dalla pubblica amministrazione alle carriere militari, dalla moda allo sport e alla cinematografia e via seguendo con le correlate disparità salariali che penalizzano le donne, eccezion fatta per l’Islanda, la cui legislazione è saldamente ispirata- ed osservata- dall’integrale parità di genere.
Una rivisitazione documentata e articolata, quello del libro di Tiziana Ferrario, con torre d’osservazione ancorata nella realtà degli Stati Uniti d’America, oltre che essere orientata su Gran Bretagna e Italia; una rappresentazione a 360°, con la quale, nel dialogare con i giovani, la scrittrice-giornalista evidenziava come sia ancora lungo il cammino da compiere per la parità di genere sostanziale, specie sul versante dei diritti. E nella prospettiva dell’impegno delineata nel libro è proprio la Marcia di un milione di donne a Washington –il 21 gennaio del 2017- a fare da lievito e inta propulsiva al “Risveglio” delle donne appunto, per non subire passivamente il regresso sociale generato dall’involuzione delle politiche di Trump rispetto a quelle di Obama e che si riverberano nel mondo occidentale.
E’ il “Risveglio” peculiare delle democrazie mature, libere e liberali, in grado di innescare gli anti-corpi e anti-doti sociali verso tutte le forme di discriminazione o di negazione dei diritti universali delle persone E quella degli States lo è.
“Cronaca di un delitto annunciato”: romanzo–inchiesta
L’amore malato e i femminicidi
Dai profili di carattere geo-politico per la ricognizione sulle disparità di genere- di cui pagano lo scotto pesante le donne- delineati in “Orgoglio e pregiudizi. Il risveglio delle donne nell’età di Trump” a quelli dell’analisi sulla crescita esponenziale delle violenze contro le donne e dei femminicidi corre la conclusione dell’agenda delle Giornate della riflessione edizione 2019, all’insegna del rendez-vous con Adriana Pannitteri, in coincidenza sia con la discussione di questi giorni in Parlamento per l’approvazione del Codice rosso a difesa delle donne, sia con l’annuncio del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in ordine alla presentazione a breve di un “pacchetto” di misure di legge con l’obiettivo di contrastare proprio le violenze contro le donne e femminicidi, elevando gli indici e i parametri di pena certi senza concessioni a lassismi e superficialità, come spesso accade in sede giudiziaria, e che siano in ogni caso funzionali alla deterrenza più efficace possibile.
Filo conduttore, il romanzo-inchiesta della scrittrice e giornalista televisiva romana,“Cronaca di un delitto annunciato – edito da L’Asino d’Oro - titolo evocativo pour cause di “Cronaca di una morte annunciata”, che con “Cent’anni di solitudine” é tra le migliori e più intense espressioni narrative di Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la Letteratura; romanzo–inchiesta, che coniuga l’immediatezza della scrittura giornalistica con l’acutezza della letterarietà che si nutre di meditazioni, istanze e idealità fortemente connotate nella visione della vita e della condizione umana. Un romanzo-inchiesta, che trae ispirazione, da una vicenda reale -, costruito su “Lui”, Antonio, e Lei, Francesca, e una protagonista “terza”, Maria Grazia, nota conduttrice di programmi televisivi, con la quale gli spettatori si concedono un esteso e continuo rapporto virtuale, affidato a lettere di tenore confidenziale, a cui riserva, in pochi casi, una lettura superficiale e che nella generalità sono ben presto cestinate, restando senza risposta.
“Lui”, carabiniere in carriera, e “Lei”, infermiera di professione, approdano al matrimonio, costruendo una famiglia ben strutturata nella normalità degli affetti reciproci. Una condizione d’amore e di normalità che si ravviva ancor più con la nascita di un figlio. Poi, con gradualità cambiano i ritmi del “mènage” ed affiorano le tensioni tra “Lui” e “Lei”, che, in prima battuta, sono innescate dalle disparità degli orari nei turni di lavoro da osservare. Un cambiamento, le cui fasi “Lui” racconta nelle lettere che invia a Maria Grazia, con l’incipit “Gentile dottoressa” e che la destinataria legge, come tanti fotogrammi di una sequenza che progressivamente fa disgregare quella ch’era una famiglia normale e serena; una sequenza, il cui elemento centrale risiede nello stato di nevrosi, in cui piomba “Lui”, che non avverte neanche più l’orgoglio della divisa di cui andava fiero. Depressione e nevrosi s’incrociano e si corrispondono, fino alla tragedia che si consuma come fatalità. E “Lui” uccide “Lei”. Il cerchio della normalità si spezza in modo traumatico, rendendo “Lui” mostro, che rientra nelle ordinarie rubriche di fatti che la cronaca fa registrare con frequenza e classificati come femminicidi. E il “Lui” del romanzo non è segnato da alcuna forma di devianza anticipatrice della trasformazione in omicida
Un racconto realistico, che la scrittrice e i giovani focalizzavano in un dialogo aperto, toccando vari ambiti tematici, calibrati nella psicologia del profondo, facendo risaltare, con interessanti spunti tematici, come alla base delle violenze contro le donne e delle tragedie dei femmminicidi sia l’ analfabetismo emotivo, che Umberto Galimberti analizza in importanti opere di ricerca e studio; analfabetismo che genera “amori malati”, proiettati il più delle volte, nelle torbide gelosie, e concorre in modo determinante ad elevare gli indici di psicopatia sociale che segnano la contemporaneità. E l’analfabetismo emotivo si supera attraverso modelli educativi, di cui sono soggetti primari e interpreti la famiglia, la scuola e la letteratura intesa nella più ampia valenza di significato, quale specchio della realtà che alimenta la riflessione e la conoscenza per l’affermazione dei valori della vita. Un percorso di formazione che si attui sin dagli anni della fanciullezza, facendo evidenziare le distinzioni peculiari di genere, alle quali vanno fatte corrispondere le parità dei diritti senza alcuna discriminazione.