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Riflessioni: Non torneremo indietro

Perché un gruppo di persone estremamente conservatrici (antiabortisti, antifemministi e anti-LGBTQI) deve mettere bocca sui diritti civili tutelati dalle leggi di uno stato laico? Di Maria Fioretti su Orticalab del 30 marzo 2019

arton71169 4fd29Anche oggi a Verona continua il tredicesimo Congresso Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families, WCF, nato negli anni ‘90) che può essere tranquillamente definito come un largo movimento antiabortista, antifemminista e anti-LGBTQI: praticamente persone riunite in una tre giorni contro la vita. Partecipano associazioni, capi di stato ed esponenti politici della destra radicale, cristiana e integralista da tutto il mondo ma anche tre ministri del governo italiano (il ministro dell’Interno e vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti). E, per non farci mancare nulla, ci saranno Giorgia Meloni, il senatore della Lega Simone Pillon, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Federico Sboarina.

E’ stato detto tutto su questa versione allargata del Family Day del 2016 di cui anche questa volta non si sentiva l’esigenza. E all’interno del Palazzo della Gran Guardia, dove tutto si svolge, sono state pronunciate le peggiori nefandezze: invettive contro Monica Cirinnà - la senatrice del PD promotrice della legge sulle unioni civili, approvata nel 2016 - omosessuali dipinti come abominevoli malati da curare, portachiavi in gomma a forma di feto contro l’aborto distribuiti come gadget di benvenuto, attacchi alla legge 194 e alle famiglie arcobaleno. Insomma un convegno armonioso sull’amore, sul matrimonio, sui figli.

Figurarsi se non siamo per la manifestazione del libero pensiero, ma anche per quella di chiamare le cose con il loro nome, rivendicando la libertà di raccontare anche di chi pronuncia parole insopportabili quando quelle parole insopportabili contribuiscono a creare un’opinione.

Questo congresso delle famiglie è folclore, certo, ma un folclore che smuove voti e consenso. L’ultradestra, come i cattolici e la Chiesa, fa la parte che deve fare, quella di Dio, Patria e Famiglia, la cosa insensata è che si registrerà la partecipazione di un pezzo importante del Governo del nostro Paese che sta seduto dalla loro parte a negare la libertà e i diritti di altre persone in nome di cieche convinzioni, di opinioni oscurantiste che arrivano da mentalità grette e animi profondamente ignoranti.

La domanda è semplice: perché questo Congresso deve essere considerato importante nel percorso di uno Stato laico fino a piegarne le leggi? Può un portachiavi a forma di feto – che tra l’altro è macabro, di cattivo gusto e ha pure un nome, Michele - compromettere l’esistenza della legge 194? Vogliamo davvero contare i “bambini” morti e non le donne vittime degli aborti clandestini? E un omosessuale deve davvero essere portato da un esorcista?

Sembra tutto così ridicolo, se solo non stesse accadendo davvero. Che ieri sia stato un giorno sbagliato per l’Italia – e che lo sia anche oggi – ce lo dimostra il fatto che le nostre ragioni si sono avvicinate a quelle del Governatore leghista Zaia che dal palco di questo congresso ha detto al microfono - davanti ad una platea basita - che la vera patologia è l’omofobia, aggiungendo che la 194 è una legge che non va toccata. Talmente banale affermarlo quanto necessario ribadirlo in un simile contesto che ci ha riportato indietro di secoli.

La forza, come sempre, ce la danno le piazze che si opporranno per tutti e tre i giorni a questa messa in scena, non solo in Veneto ma su tutto il territorio nazionale. E tanti sono anche i Comuni che hanno esposto le bandiere arcobaleno, il simbolo della comunità LGBTQI, in risposta alle discriminazioni.

Non è tutto inutile, questo Paese ha cambiato tante volte la sua storia e non è il tempo di abbandonarsi al sonno della ragione, ché di mostri non possiamo permettercene più. E nemmeno di tornare indietro.