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TRAFORO DEL PARTENIO: DALLA LOTTA PER L'ATTRIBUZIONE TERRITORIALE AL COLLEGAMENTO CON LA VALLE CAUDINA

Già negli anni settanta (1971), fu Domenico Biancardi, zio dell’attuale sindaco di Avella, a lanciare l’idea del traforo, rilanciata, negli anni '80 e precisamente nel 1981, da un bicolore PSI - PCI, con sindaco il socialista dottore Benito Sepe, eletto presidente della Provincia nel 1988.

Si rinnova anche un’antica tradizione legata al santuario della Madonna della Stella, eretto sui Monti Avella.

 

traforoEm. An. – 31.03.2019 - Brillante è l'idea del traforo del Partenio per il collegamento della Valle Caudina con la città capoluogo, mediante il comprensorio avellano - Domenico Biancardi nipoteBaianese; a lanciarla è stato il sindaco avellano, avv. Domenico Biancardi, nonché presidente della Comunità Montana Partenio- Baianese e Vallo di Lauro e neo presidente della Provincia.

Le idee, quindi, si rinnovano, considerando che, negli anni settanta (1971), fu lo zio, allora primo cittadino, medico di nome anche lui Domenico, a cui oggi, è dedicato Domenico Biancardi zioLil teatro di piazza Convento, a lanciare la proposta, rilanciata, negli anni '80 e precisamente 1981, da un bicolore PSI - PCI, con sindaco il socialista dottore Benito Sepe, tra l'altro, eletto presidente della Provincia nel 1988.

benito sepeCerto sono passati circa quarantanove anni e molte cose sono cambiate, per cui la realizzazione del progetto troverà grosse difficoltà, per essere attuato, per la presenza di nuovi enti e associazioni.

A prescindere da quello che succederà, ironia della sorte, si passerà dalla lotta per l'attribuzione territoriale al collegamento ed ecco perché.

santuario Madonna della StellaUn’antica tradizione si rinnova, all’alba della Domenica di Pasqua, nel Santuario della Madonna della Stella: lo sparo in alto dei sacri archibugi.

Un rito che avviene a Rotondi ma che coinvolge, direttamente, Avella e gli avellani, per un fattaccio accaduto nel 1300, quando si era in piena lotta iconoclastica.

Narra la leggenda che sui Monti avellani, boscaioli rotondesi videro l’immagine della Vergine, su menzionata, con una stella in capo e per questo motivo innalzarono un tabernacolo ai confini dei due paesi.

La vecchia immagine imagesTYNAMGH4Ne scaturì una disputa, fra le parti, per l’attribuzione territoriale dell’apparizione e per il possesso della statua, per cui, una notte, alcuni avellani tentarono di rubare la scultura per portarla nel proprio territorio.

Se ne accorse l’eremita che aveva in consegna il Santuario e subito diede l’allarme, facendo risuonare per la vallata i rintocchi della campana. Allora i cittadini di Rotondi si armarono di archibugi, tridenti e bastoni ed inseguirono e misero in fuga i profanatori, i quali, per scappare, lasciarono la statua sul fondo di un burrone, che restò deturpata per la frantumazione degli arti.

Rotondi Madonna della chiesa della Stella news21385Certamente fu un grande affronto dei confinanti ed una vera e propria profanazione, perché, secondo essi, non essendoci più la Madonna a proteggerli, sicuramente, sarebbero andati incontro a brutti periodi, caratterizzati da pestilenze, malattie ed altre sciagure, per la qual ragione, con sacrifici, abbellirono il Santuario e diedero vita ad una immagine scultorea nuova e più bella e non contenti si fucilierimadonnadellastellarivolsero al Papa Benedetto XIII, per ottenere il permesso di collocare la statua deturpata nella Chiesa della SS. Annunziata; e così, ogni anno, tra fede e tradizione, dopo una nottata di veglia, passata all’addiaccio, sul piazzale del Santuario si snoda la processione, accompagnata dagli spari degli archibugi.

Ancora un fatto di forte fede che vede protagonisti, però, sempre, in negativo, gli avellani, perché si dice, pure, che, approfittando della sosta forzata, in quanto durante una processione venne a piovere, rubarono la statua di S. Sebastiano agli speronesi ed, inoltre, alla vigilia di Natale, nella sagrestia della Chiesa di S. foto8spari p 1Pietro, un cittadino del quartiere di Sperone, uccise un Vescovo ed è per questo motivo che Avella abbia perso la sede di Vescovado, anche se le ragioni ed i motivi storici furono ben altri.

Comunque, il primo cittadino avellano già, nella mattinata del 18 febbraio, si è recato presso la Regione Campania, per un incontro con il presidente della Commissione Trasporti: motivazione dare vita ad un protocollo d'intesa per l'attuazione del progetto del traforo.