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Mostra di Fernando Masi a maggio a Taichung e Taoyuan con Paesaggi e ambienti d’Irpinia pregiata gemma del Bel Paese
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- Scritto da Gianni Amodeo
Sulla Via della Seta… per l’approdo a Taiwan, uomini e donne nell’essenzialità dell’Espressionismo pittorico.
Gianni Amodeo – marzo 2019 - E’ artista profondamente legato alle radici umane, sociali e storiche della terra natia, Fernando Masi. Un lembo di Terra dimezzo, quasi sospeso tra la verde Irpinia e l’area metropolitana di Napoli che coincide con la piccola conurbazione di cui Avella, la mitica Abella fondata dagli Osci, l’antico popolo italico maggiormente aperto e plasmato dagli influssi della pacifica ed operosa civiltà etrusca - è il fulcro intorno al quale ruotano gli insediamenti comunali di Sperone, Baiano, Sirignano, Mugnano del Cardinale e Quadrelle che nei secoli della feudalità ne sono stati Casali, prima di acquisire l’autonomia amministrativa. Una piccola conurbazione, in cui vivono circa 30 mila abitanti, distesa ai piedi dei Monti Avella e del Massiccio del Partenio, che si dischiude verso la solatia pianura nolana, nel cuore della Campania Felix dei romani, traguardando il Golfo di Partenope.
Sono luoghi di ondulata e multiforme morfologia, racchiusi tra le aree montane, in cui trionfano castagneti, faggete e querceti con l’imponente e splendido complesso architettonico del Santuario dedicato a “Mamma Schiavona”, meta di pellegrinaggi, e svettante ad oltre mille metri d’altezza, e quelle delle colline di Gesù e Maria che con gli oliveti fanno da corona a Baiano e Mugnano del Cardinale impreziositi da due eremi mariani, autentiche oasi di fede e meditata spiritualità in tutt’uno con il Centro pastorale “Giovanni Paolo II” della Diocesi di Aversa, “Giovanni XXIII”, ben frequentato ed alacremente operante in quello ch’è stato il rinomato Cenobio di San Pietro a Cesarano, con gli annessi Ginnasio e Liceo, fari di cultura classica e di studi per le giovani generazioni dalla seconda parte dell ’800 agli anni del secondo dopo–guerra mondiale.
E’- questo - il vivido e ricco humus paesaggistico e naturalistico, attraversato da mille colori e pervaso dalla mitezza climatica del Mediterraneo, che costituisce l’effervescente lievito che alimenta e nutre la vena ispiratrice e creativa della variegata produzione pittorica di Fernando Masi; un humus, che lo ha sempre accompagnato, in complice e reciproca fedeltà, nel lungo viaggio che ormai da oltre mezzo secolo viene compiendo con Mostre personali e con la partecipazione alle Rassegne d’arte in Italia e all’estero, per raccontare con il linguaggio dei segni e dei colori la propria visione di vita e del mondo; un viaggio scandito da significativi e importanti consensi e riconoscimenti della critica e dei cultori dell’arte figurativa.
E’ il linguaggio, quello di Masi, in cui vibra e si effonde la chiara impronta espressionista, che prospetta e fa alitare la scarnificata essenzialità di uomini e cose, così come balzano nella loro autenticità immediata e diretta sulla scena delle mutevoli e cangianti vicende della vita; una rappresentazione delle soggettività esistenziali che s’incrociano e combinano con la contraddizioni e le problematiche sociali, come per e testimoniare l’intrinseco legame che corre tra il personale e il politico nella più vasta accezione semantica possibile. Una linea di prospettiva, per la quale l’artista è anche attento cronista del proprio tempo, raccontandone bisogni, istanze e idealità con il fraseggio della pittura, specie sul versante dell’impegno civile per le lotte dei contadini degli anni ’50 – e si era agli albori della formazione della democrazia e dello Stato repubblicano – per l’elevazione e l’emancipazione dei meno abbienti, per la pace, per la giustizia, per la salvaguardia dell’ambiente. E’ un fraseggio vivo e di forte impatto visivo, che riproduce e riverbera la pienezza del messaggio affidato dall’artista alle sua ricca e interessante produzione, che parla al cuore e alla mente dell’osservatore.
Ora, un’accurata selezione: 40 opere della produzione pittorica di Fernando Masi approda a Taiwan, la Repubblica di Cina, per essere esposte in prestigiose Gallerie d’arte, nelle città di Taichung e Taoyuan. E’ un ponte d’ideale collegamento che l’artista lancia dall’Europa mediterranea verso l’Asia, il grande continente dell’innovazione tecnologica e digitale permanente, e sempre più egemone nella società mondializzata. Ed è il ponte che connette all’Asia il lembo della Terra di mezzo – distesa tra la verde Irpinia gemma del Bel Paese e la Città metropolitana di Napoli – in cui Masi vive e risiede. Una straordinaria esperienza, nel segno della Bellezza dell’arte.