A SALERNO “TRANSLATIO SANCTI MATTHEI APOSTOLI ET EVANGELISTAE”

La Mostra, inaugurata sabato 3 novembre 2018, alle ore 17.00, nell’Aula Superiore della Chiesa San Pietro a Corte, resterà aperta fino al 22 gennaio 2019.

locandina Mostra 768x1082P.L. – 03.11.2018 - Un po’ di storiaIl 6 maggio dell’anno 954 il principe longobardo Gisulfo I promuove il trasferimento delle reliquie dell’apostolo Matteo, provenienti dall’ Etiopia del Ponto, dalla città di Caput Aquis (odierna Capaccio) a Salerno.

chiesa san pietro a corteNel 1080 l’arcivescovo Alfano I, nel corso dei lavori di costruzione della cattedrale normanna, comunica al Papa Gregorio VII il rinvenimento delle reliquie del Santo che accresceranno, tra l’XI e il XIII secolo, la fama di Salerno in tutta Europa come “Civitas Sancti Matthei”.

I volti della storia salernitana in mostra 02 WEBSu questo affascinante e intricato percorso storico delle reliquie e sulla loro successiva traslazione, si fonda il tema della ricerca condotta con appassionato slancio culturale da Renaldo Fasanaro.

La mostra, promossa dall’Associazione Culturale ADOREA con il coordinamento scientifico della Direzione del Gruppo Archeologico Salernitano, già esposta dal 29 al 6 maggio nel Duomo di Salerno, Mostra a Salerno 9presenta le immagini delle più importanti personalità longobarde e normanne che contribuirono tra il IX e l’XI sec. alla valorizzazione dei resti del corpo dell’apostolo all’interno della cripta della cattedrale consacrata dallo stesso Papa Gregorio l’11 luglio del 1084.

Il fascino delle più importanti personalità dell’epoca è amplificato dal particolare allestimento realizzato dall’Autore salernitano, che affida alla luce di 16 grandi ceri il compito di perpetuare nei secoli a venire la fama dell’apostolo, evangelista, santo e martire Matteo.

Mostra a Salerno 8I sedici grandi ceri dipinti a mano, proposti da Fasanaro, rappresentano altrettanti personaggi della storia salernitana del Medioevo, legati alla vicenda dell’arrivo in città delle reliquie ed alla costruzione del Duomo.

Le figure realizzate da Fasanaro per sintetizzare in un unico percorso iconografico le vicende salernitane, come in una sorta di racconto su cera, sono: Attanasio e Pelegia, Sichelgaitail vescovo Giovanni di Capaccio; l’abate Desiderio di Montecassino, che si rifugiò alla corte del principe Guaimario V di Salerno e divenne papa con il nome di Vittore III; i tre santi martiri salernitani Caio, Ante Desiderius of Montecassinoe Fortunato, che erano i patroni di Salerno prima dell’arrivo delle reliquie dell’Evangelista; il principe Gisulfo, Adelaide santa ed imperatrice d’Italia, il vescovo di Salerno Alfano I; il principe normanno Roberto il Guiscardo e sua moglie Sichelgaita e poi i coniugi Landolfo Butrumile e sua moglie Guisana, che donarono la porta di bronzo del duomo. Al centro campeggiano i ceri di Cristo e San Matteo.

I ceri sono alti circa 30 centimetri e sono di 12 centimetri di diametro. La tecnica utilizzata è quella del pastello su pergamena con fondi in oro zecchino, per esaltare il concetto del sacro. Le miniature sono state poi incollate sulla superficie dei ceri e su ciascuno di essi è riportato il nome in latino della personalità e alcuni passi, sempre in latino, che ne attestano il ruolo svolto nella valorizzazione delle reliquie del santo. Sono citati anche molti passi dei carmi di Alfano, che fu appunto anche Renaldo Fasanaromedico, architetto e poeta. A rendere ancora più prezioso ogni cero artistico, un originale inserto, come riferisce lo stesso Fasanaro: «Sono riuscito a procurarmi delle passamanerie, con ricami del Settecento che ho applicato a cornice dei ceri. Me le ha fornite la sartoria di un convento di suore romane».

Mostra a Salerno 2Fasanaro ha spiegato anche nel dettaglio la simbologia che si deve ai primi secoli del cristianesimo: «Il cero rappresenta il corpo, lo stoppino rappresenta l’anima e la fiamma lo Spirito. Ogni cero è quindi una sorta di prolungamento della nostra preghiera».

All’inaugurazione, dopo i saluti di Bernardo Alfieri, sono intervenuti: Amalia Galdi su “San Matteo e i Normanni: XI-XII sec.”; Giuseppina Zappelli su “L’iconografia di San Matteo nell’arte medievale”; Felice Pastore su “La ricerca di reliquie nell’ideologia longobarda al tempo di Arechi II”; Renaldo Fasanaro su “Il Kèrigma diMatteo: storia di una mostra”.

info: Gruppo Archeologico Salernitano – 

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