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MOTO GP: MARQUEZ AL SETTIMO CIELO, CAMPIONE DA RECORD

marquezMarc Marquez al settimo cielo: lo spagnolo si è confermato campione del mondo MotoGP. A Motegi, sul circuito della Honda, è arrivato il quinto Mondiale nella classe regina, il settimo nel Motomondiale: un trionfo totale. Il numero 93 ha amministrato la gara e a 4 giri dalla fine ha sferrato il colpo del ko a Dovizioso, poi caduto. Sul podio anche Crutchlow e Rins, quarto Valentino Rossi. Vince con una facilità estrema, lo fa con tranquillità, e ora è anche capace di amministrare, di gestire una gara dall'inizio alla fine senza andare sempre a tutta. Una maturità che lo rende praticamente imbattibile: a Motegi Marc Marquez ha corso semplicemente in maniera fantastica. Magari senza infiammare il pubblico, ma ha calcolato tutto, anche i rischi e ha sempre avuto ragione lui. Dopo una partenza straordinaria, da sesto a terzo già alla prima curva, si è messo dietro a Dovizioso aspettando il momento giusto. Giro dopo giro, a undici tornate dalla bandiera a scacchi ecco il primo tentativo. Un sorpasso pulito, poi sporcato da una pizzicata all'erba. Uno spavento che l'ha riportato dietro al posteriore della Ducati, ma che non ha cambiato la sua determinazione. Niente paura ed ecco il colpo del ko quando di giri ne mancavano solo quattro. Una botta anche al morale del rivale che poi, nel tentativo disperato di rovinargli la festa, si è sdraiato consegnandogli il titolo Mondiale, il quinto in MotoGP in sei anni. Numeri da campione, a soli 25 anni. Sembra un videogame, il tema che ha scelto per autocelebrarsi, ma non lo è. Applausi comunque ad Andrea Dovizioso che ha fatto il massimo cercando prima la fuga e poi di non farsi scavalcare per l'orgoglio e per rimandare il discorso in Australia. Missione fallita, ma il numero 4 non deve e non può arrendersi: la sfida al 2019 è già lanciata. Spazio sul podio a un ottimo Crutchlow a completare la festa Honda sul circuito di casa e a un grande Rins con la Suzuki. Più dolori che gioie per gli italiani: Valentino Rossi ha chiuso quarto rafforzando la terza posizione nel Mondiale, ma dopo un promettente avvio si è spento abbandonato ai problemi della sua Yamaha. Peccato anche per Iannone che è finito a terra a 10 giri dalla fine quando era quarto e in rimonta con vista podio. Lo spagnolo ha agganciato nell'albo d'oro due leggende delle due ruote come John Surtees e Phil Read e ora, con una lunga carriera ancora davanti a sé, può puntare ancora più in alto. L'obiettivo più a portata sono le nove iridi di Mike Hailwood e, naturalmente, del grande rivale Valentino Rossi. Decisamente più impegnativo sarà raggiungere Angel Nieto (13 titoli tra 50 e 125, nessuno in classe regina) e Giacomo Agostini (15 titoli tra 350 e 500), ma per un Marc così nulla è davvero impossibile. Il pilota di Cervera è, già dal 2017, il miglior poleman della storia del Motomondiale (anche se i rivelamenti sono iniziati solo a metà anni '70), mentre complice la giovane età restano ancora lontani altri record, come le 122 vittorie di GP di Agostini e gli spaventosi 232 podi di Rossi, di gran lunga il più costante e longevo di sempre. Sfide che Marquez è certamente già pronto a raccogliere.