Visciano: Il polittico del Memoriale di Padre Arturo, Servo di Dio e la carità cristiana operativa, in flash back
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- Scritto da Gianni Amodeo
Mina Di Nardo e l’idea-guida dell’opera, Vincenzo Mariani, imprenditore e … “battente”. Monsignor Francesco Marino, e l’attualità della “lezione” di Padre Arturo. Pellegrino Gambardella e l’attualità della visione di Padre Arturo. Padre Arturo e la Provvidenza nel racconto di Padre Vito Terrin. Le riflessioni del dottor Pellegrino Gambardella, già sindaco di Visciano e presidente dell’Associazione degli ex-allievi di Padre Arturo, promotrice della realizzazione del Memoriale. Servizio di Gianni Amodeo. Foto di Modestino Annunziata.
28.07-.2018 - Inaugurato il Monumento dedicato a Padre Arturo D’Onofrio, Servo di Dio. L’opera di elevato interesse artistico è stata realizzata nella platea centrale della rotatoria dello svincolo stradale di Schiava di Tufino. Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato rappresentanti istituzionali del territorio, del Consiglio regionale della Campania, della Città metropolitana di Napoli e del Parlamento nazionale.
MINA DI NARDO, ARTISTA E ARCHITETTO.
L’IDEA-GUIDA DELL’OPERA
“Non mi convinceva del tutto l’idea di realizzare una scultura statuaria su un blocco di marmo, per ricordare Padre Arturo D’Onofrio e l’azione missionaria che ne ha contraddistinto la vita. Mi è parsa ben presto un’idea di plastica fissità che, per quanto elaborata fosse stata configurata, non sarebbe stata in grado di rappresentare la capacità d’iniziativa e la dinamica concretezza realizzatrice del Fondatore del Villaggio del Fanciullo. Un’ idea riduttiva e al limite della banalità, quella di un comune blocco in marmo da plasmare e modellare con la fisionomia di statua. Mi è sembrato più significativo, invece, concepire un Memoriale che narrasse come in “movimento” la storia umana e di fede vissuta da Padre Arturo, evidenziandone le fasi di maggiore pregnanza e rilievo, in rapporto con la realtà sociale di Visciano, di cui mi ha sempre impressionato quello spirito comunitario che nei grandi contesti urbani è ormai inesistente. Ispirandomi a questa visione ho partecipato al Concorso di idee, indetto nel 2013 dall’amministrazione comunale e dall’Associazione degli ex-allievi di Padre Arturo, proponendo il progetto ch’è “diventato” il Monumento dedicato al Servo di Dio”.
E’ la dichiarazione, con cui Mina Di Nardo, artista e architetto. ha presentato l’idea-guida dell’opera che fa mostra di sé nella platea centrale della rotatoria dello svincolo stradale di Schiava di Tufino nella cerimonia del taglio e dello scoprimento inaugurale del complesso in acciaio colten, con Madrine ufficiali, le signore Rita Mariani e Natalina Marinelli; cerimonia coordinata con efficace incisività da Saverio Foglia, che ha fatto registrare la partecipazione dei sindaci dei Comuni dell’area nolano-mariglianese e della Bassa Irpinia, oltre che del consigliere regionale Enzo Alaia, in rappresentanza del presidente della Regione-Campania, Vincenzo De Luca, e del consigliere della Città metropolitana di Napoli, Raffaele Cacciapuoti, in rappresentanza del sindaco Luigi de Magistris, l’on.le Paolo Russo, parlamentare nazionale.
“E’ un’opera che si presta - chiariva ancora Mina Di Nardo – ad una doppia lettura, quella della persona che ha fede e quella della persona che non ha fede religiosa d’ispirazione cattolica o di qualsiasi altra religione. Per la prima lettura nel Monumento sono evidenti i simboli della religiosità popolare e della fede radicata nel territorio, con cui è raccontata nelle incisioni e nei trafori del complesso la storia di Padre Arturo e della comunità nel dare vita alle opere di carità cristiana, per la seconda lettura di laica valenza sono di considerevole rilievo i due portali che configurano la simbologia dell’accoglienza e dell’ospitalità riservate sempre e a tutti con quello afflato solidale che ha caratterizzato, e caratterizza, le opere missionarie derivate dal Villaggio del fanciullo e dalla Piccola opera della Redenzione“, in Italia e nel mondo”.
VINCENZO MARIANI, IMPRENDITORE E … “BATTENTE”.
L’ATTUALITA’ DI UNA STORIA RELIGIOSA E LAICA
Di profilo distinto e complementare alle riflessioni di Di Nardo era l’intervento di Vincenzo Mariani, presidente dell’omonima azienda leader mondiale nelle installazioni civili in acciaio per l’edilizia e la viabilità con stabilimenti operativi in terra canadese a Toronto, le cui maestranze hanno realizzato le lastre d’acciaio che formano il perimetro di oltre 30 metri con cui si sviluppa la fascia circolare del Memoriale, la cui messa a dimora si deve all’impresa Barbato De Stefano di Cicciano. Una realizzazione complessa e impegnativa con filo diretto in via elettronica tra le maestranze e Mina Di Nardo.
Mariani, che fa parte della larga e grande famiglia degli ex-allievi di Padre Arturo, focalizzava rapidamente il percorso di progettazione e realizzazione dell’opera, rinnovando il personale e spiccato senso d’appartenenza al mondo del Villaggio del fanciullo e a tutto ciò che rappresenta per lui, emigrato in Canada nei lontani anni ’80, dando impulso con i fratelli all’importante realtà imprenditoriale e produttiva della Mariani group che onora il lavoro italiano all’estero; senso di appartenenza che ravviva e onora partecipando al rito dei “Battenti” che rendono omaggio alla Madonna consolatrice del Carpinello nei festeggiamenti che Le sono dedicati ogni anno e appena conclusi con la fantasmagoria dello spettacolo dei fuochi pirotecnici le cui scie multicolori si compongono e scompongono in varie figure nel cielo della notte.
MONSIGNOR FRANCESCO MARINO, VESCOVO DI NOLA
LE RIFLESSIONI SULL’ATTUALITÀ DELLA “LEZIONE” DI PADRE ARTURO
E sull’attualità della “lezione” di Padre Arturo erano calibrate le riflessioni di monsignor Francesco Marino, vescovo di Nola; “lezione” che risalta nella bellezza e nell’espressività del linguaggio del Monumento che Gli è dedicato nel contesto paesaggistico a piedi delle verdeggianti colline di Visciano. E’ la “lezione” che vive nelle opere della Misericordia – corporali e spirituali- praticate a servizio del prossimo, dei più deboli e degli emarginati. Un retaggio - sottolineava il presule - che arriva direttamente a tutti, perché ciascuno nella sfera della propria condizione personale- quale che sia- può compiere nella quotidianità piccole e semplici azioni di Misericordia che danno valore all’esistenza.
PELLEGRINO GAMBARDELLA, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DEGLI EX-ALLIEVI
L’ATTUALITÀ DELLA VISIONE DI PADRE ARTURO
E sull’attualità della visione di Padre Arturo si concentrava il discorso pronunciato dal presidente dell’Associazione degli ex-allievi di Padre Arturo, il medico Pellegrino Gambardella, già sindaco del Comune collinare, pubblicato integralmente qualche giorno fa su questo supporto elettronico on line. E tra i temi focalizzati, l’ex “primo cittadino” poneva quello del dramma e delle sofferenze dei migranti che tagliano i ponti con le natie terre d’Africa, per trovare condizioni di vita umana in Italia e nell’Europa comunitaria della diffusa ricchezza materiale. Un’aspirazione di dignità negata e contrastata, però, dagli egoismi e dai particolarismi della società, la cui opulenza spesso è anche prospero e corposo frutto del saccheggio delle risorse compiute per secoli a mano franca dai potentati politici europei nel Continente nero; egoismi e particolarismi, che Padre Arturo, “gigante della solidarietà” avrebbe contrastato e superato, facendo valere l’etica dell’accoglienza e dell’amore.
PADRE ARTURO E LA PROVVIDENZA
NEL RACCONTO DI PADRE VITO TERRIN
Due itinerari, quelli disegnati dal vescovo Francesco Marino e da Pellegrino Gambardella, che Padre Vito Terrin connetteva, ripercorrendo il lungo cammino compiuto dalle opere e dalle missioni promosse e realizzate da Padre Arturo, confidando nell’aiuto della Provvidenza in tutte le situazioni e evenienze specie le più ardue e difficili da affrontare. Un puntuale affresco storico sul Bel Paese, ma pienamente calato nella realtà del territorio nostrano, rivisitando gli anni di miseria materiale e di speranza civile dell’immediato secondo dopo-guerra mondiale, quando il Villaggio del fanciullo prese forma, corpo e vita come a Grande casa dell’accoglienza. Erano le prime impronte di quella “Fede operativa”- come l’ha definita Padre Terrin – che alimentava e rinvigoriva l’energia morale puntualmente e costantemente trasfusa da Padre Arturo nell’agire di ogni giorno; quell’agire che il polittico del Memoriale racconta nella delicata e raffinata cesellatura dei trafori che lo animano. Una narrazione sagomata nei trafori, in cui spicca la scena del “ primo pellegrinaggio delle pietre” – correva il 1948, l’anno delle prime elezioni legislative a suffragio universale dello Stato repubblicano con democrazia parlamentare - destinate alla costruzione del “Villaggio del fanciullo”. Erano le pietre tufacee estratte dalle cave di pianura a Tufino e trasportate sulle spalle da migliaia di uomini, donne e giovani. Lunghi e oranti cortei, alla cui testa era sempre Padre Arturo …. con la sua pietra.
IL DISCORSO DI PELLEGRINO GAMBARDELLA
“Saluto e ringrazio per la presenza Sua Eccellenza, Monsignor Francesco Marino che ha accettato su nostro invito di benedire il monumento che oggi inauguriamo, dedicato a Padre Arturo D’Onofrio; saluto la Città Metropolitana di Napoli, padrona di casa di questo luogo, nella persona gdel Sindaco De Magistris, rappresentato dal suo delegato Dott. Raffaele Cacciapuoti; il presidente della Giunta Regionale della Campania, on. Vincenzo De Luca, nella persona del suo delegato, on. Enzo Alaia. Un saluto speciale per Antonio Pentangelo, ultimo presidente della Provincia di Napoli che, nel 2014, deliberò l’uso di questa rotatoria per la costruzione del monumento a Padre Arturo D’Onofrio.Un saluto e un grazie di cuore ai Missionari e alle Piccole Apostole della Redenzione che ci hanno accompagnato in questo lungo percorso di preparazione alla giornata di oggi;
Saluto e Ringrazio per la presenza i parlamentari del nostro territorio, i sindaci e i consiglieri della Città Metropolitana, in particolare quelli che ci hanno aiutato al disbrigo di obblighi burocratici. Un saluto particolare al sindaco di Visciano e al sindaco di Tufino che oggi ci ospita, per la preziosa collaborazione durante lo svolgimento dei lavori; saluto e ringrazio i sostenitori insigni che ci hanno permesso di superare difficoltà economiche piuttosto rilevanti e ci sosterranno ancora per la rimanente parte del progetto da completare. Un saluto specialissimo a tutti voi che avete contribuito con le vostre possibilità e con il cuore alla realizzazione di questa scultura; non dimentico le maestranze: la “Marinelli Group”, la ditta “De Stefano Barbato”, Architetto Mina Di Nardo, ideatrice di quest’opera, Vincenzo Mariani della “Mariani Metal” di Toronto, imprenditore e costruttore di questa magnifica struttura. Non hanno bisogno di ringraziamenti gli ex allievi di Padre Arturo per l’impegno profuso in questi anni, in quanto hanno sempre desiderato lasciare una testimonianza tangibile della loro devozione all’amato Padre.
Con questa opera abbiamo voluto contribuire alla riqualificazione ambientale di questo luogo un tempo degradato e adibito a discarica di rifiuti urbani; e dare un piccolo segnale di cambiamento: un tassello di un progetto più ampio di turismo religioso di cui si parla ormai da anni e del cui percorso fanno parte Nola, Cimitile, Liveri, Tufino e Visciano naturalmente.
Questo è il monumento ad un gigante della solidarietà umana, ad un prete che fece del più grande insegnamento evangelico “ama il prossimo tuo come te stesso” la regola della sua vita. Tutte le sue attenzioni erano per i bambini orfani e abbandonati, per i poveri, per i malati, per i senza dimora, senza patria, per quelli che, come oggi, naufragano in cerca di pace e di un futuro migliore, i quali pretendono, come è giusto, rispetto per la loro dignità umana.La bellezza e l’imponenza di questo monumento ricordi e ravvivi in noi l’amore e la solidarietà, perché l’umanità non muoia. Ricordi al viandante e al visitatore che un prete , un uomo straordinario, partendo da un piccolo paese, Visciano, sparse, ovunque approdò nel mondo, un alito profumato di umanità e di amore.
Padre Arturo avrebbe speso oggi tutto il suo essere per non veder morire nel mare migliaia di vite umane, per non vedere soffocare la dignità umana nei campi di pomodoro, per ospitare rifugiati di guerra in cerca di pace e di una vita migliore. Padre Arturo è stato Tutto questo; la testimonianza nel mondo del suo passaggio resta la sua “Piccola Opera Della Redenzione” che continua la sua attività umanitaria di solidarietà, crescita e sviluppo dei ragazzi in Italia, Columbia, Guatemala, Messico, El Salvador, in Cile, in India, a Timorrest ed a breve in Madagascar. La sua solidarietà era coinvolgente, riusciva a motivare in modo incredibile le persone con cui aveva contatto; riusciva a toccare le corde più’ nascoste del cuore della gente , quando si trattava di aiutare chi avesse avuto bisogno, chi fosse in difficoltà’, chi necessitava di accoglienza, di sostegno fisico e morale , chi aveva bisogno di speranza in una vita migliore.
Ricordiamo i pellegrinaggi delle pietre, raffigurati nella scultura; migliaia di persone, un fiume di popolo Si incamminava da Tufino, con le pietre di tufo sulle spalle o su mezzi di fortuna, verso Visciano, dove verranno poi costruiti i Villaggi della Piccola opera della Redenzione. E Padre Arturo era lì, in testa al corteo con la sua pietra sulle spalle che dava coraggio invocando ad alta voce la MADONNA CONSOLATRICE del CARPINELLO.
Egli è stato ed è il simbolo dell’amore che trionfa e riesce a fare per il prossimo cose meravigliose. Noi tutti oggi dedichiamo questo monumento, alla Sua memoria come stimolo alle nostre coscienze perché in esse possa continuare a vivere l’umanità”.