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Nola / Festa dei folli: Inaugurazione della 18ª edizione della rassegna teatrale VISIONI, l’affermazione di una tremenda e del resto ineluttabile necessità

La manifestazione di quest’anno è dedicata alle donne:: 4 spettacoli, 4 rappresentazioni, 4 narrazioni dell’universo femminile nelle sue declinazioni; 4 modi di ESSERE, di affermarsi, di “differenza” femminile, di emancipazione, di liberazione dai ruoli precostituiti, dalla violenza.IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO darà il via allo spazio eventi nel Centro Storico di Nola.

la festa dei folliN.R. – 01.03.2018 - Sarà la prima e unica data in Campania dello spettacolo IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO di Gabriella Pacini con la brava Laura Nardi e la regia di Armando Pinheiro a inaugurare, giovedì 1 marzo alle 20.30, la 18ª rassegna teatrale VISIONI, l’affermazione di una tremenda e del resto ineluttabile necessità dell’associazione culturale la Festa dei folli (www.lafestadeifollinola.wordpress.com), edizione teatrale dedicata alle donne.

Abbiamo sentito l’urgenza di organizzare e dedicare VISIONI alle Donne, per gridare BASTA! alla quotidiana recrudescenza della violenza di genere: morale, psicologica, fisica, al femminicidio!”- dicono le organizzatrici.- “È una questione culturale”.

visioni16 17lafestadeifolliLa festa dei folli, in tutti questi anni e per tutte le edizioni passate, ha sempre dato importanza e risalto alla drammaturgia contemporanea, sociale e comunitaria, creando, sin dall’inizio, un rapporto molto diretto e coinvolgente con il pubblico.

Senza cultura non c’è scelta, non c’è crescita civile e sociale”- sostengono le organizzatrici – “La qualità degli spettacoli non solo produce valore per le persone e la comunità, ma stimola innovazione, vitalità, dialogo che possono aprire nuovi orizzonti, di creatività, di sogni”.

VISIONI, dunque, è un percorso, un viaggio, un ciclo, un cerchio, “΄a rota”: 4 spettacoli, 4 rappresentazioni, 4 narrazioni dell’universo femminile nelle sue declinazioni; 4 modi di ESSERE, di affermarsi, di “differenza” femminile, di emancipazione, di liberazione dai ruoli precostituiti, dalla violenza.

Il mestiere più antico del mondoVISIONI ha inizio con il debutto campano di IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO, che non è solo uno spettacolo contro la violenza nel parto, ma contro la violenza sulla donna, in questo caso istituzionalizzata ed esercitata quando essa è più indifesa e spaventata: Anna è un’ostetrica di 45 anni, “fa” partorire in ospedale le donne da 25 anni. Sottopone le partorienti alle pratiche ospedaliere “di routine” senza mai mettere in dubbio il limite tra controllo medico e sadismo. Ma Anna un figlio non lo ha mai avuto, perché su quel lettino da parto non ci si è mai voluta mettere …

eros perversiPrima volta in Campania, il 15 marzo, per EROS PERVERSI di e con Serena Gatti e Raffaele Natale, una serata di poesia erotica accompagnata da musica dal vivo e canzoni.

Dall’antica Grecia ai giorni nostri l’Eros è evocato con parole di intensa bellezza, la scelta dei brani offre un panorama di versi che vanno dal VII sec. A. C. ai poeti nostri contemporanei. È l’invito ad amare, a godere, è lo sguardo eccitato di fronte al corpo amato, l’invito al piacere dei sensi, al fuoco delle emozioni. Parole che ci portano lontano dalla selva di consumismo e della volgarità, cui il corpo femminile e la cultura erotica oggi è rilegata. I versi stimolano l’avventura dei sensi, l’estasi, l’incanto, il piacere profondo di conoscere, scrivere e amare. Tra i testi scelti ci sono i versi di Neruda, Saffo, Lirici Greci, Valduga, Verlaine, Baudelaire e altri classici ancora.

Il 12 aprile, Ciro Pellegrino ha liberamente tratto il testo da “Viva la Vida” di Pino Cacucci e curato la regia di EROS PERVERSI di e con Serena Gatti e Raffaele Natale,.

Attraverso un susseguirsi di confessioni intime e di ricordi colmi di amore e disperazione, si colgono sulla scena gli ultimi momenti di vita di Frida Khalo. La donna, l’artista, l’amante che ha fatto della sua intera esistenza una strenua rivoluzione contro un destino di morte e solitudine, depone le armi: la stanchezza ha vinto la guerra. Ancora una volta, come in un gioco di specchi, il pubblico è il suo doppio a cui rivolge il suo ultimo saluto.

΄a Rota, chiude, il 19 aprile, VISIONI, ma, appunto, come una ruota, un percorso, un cerchio si potrebbe ricominciare …

΄a Rota, testo e regia di Ramona Tripodi con Marianita Carfora e Inaua Coeli Linhart, è uno spettacolo la cui drammaturgia nasce mescolando la leggenda della Madonna dalle scarpe rotte con la storia della Ruota degli Esposti dell’Annunziata nel cuore di Forcella, quartiere storico napoletano. È uno spettacolo sull’abbandono e sull’amore. È una storia sugli ultimi. Sul valore della vita e sulla sua dignità. La ruota o Ròta degli Esposti era il luogo dove si abbandonavano i neonati indesiderati. Facendo girare la ruota, la parte con l’infante veniva immessa nell’interno.

Anche Telluccia è entrata così nell’Annunziata. Anche se la ruota era stata chiusa nel 1875, non aveva mai smesso di girare, di accogliere gli indesiderati.

Lo spettacolo è ambientato nel Giugno del ’46. Al Referndùm del 2 Giugno hanno votato anche le donne e per questo a Telluccia sembra un sogno possibile che l’Italia diventi una Repubblica.

La rassegna di teatro, VISIONI, è parte integrante e fondante della stagione teatrale cominciata, lo scorso anno, con lo spettacolo Non è un paese per donne, dando anche l’avvio alle attività de la festa dei folli sempre alla ricerca di nuovi linguaggi, alla innovazione alla sperimentazione e alla multidisciplinarietà, la commistione delle diverse forme di spettacolo. Contaminazione tra i diversi linguaggi artistici, attraverso le nostre buone pratiche di formazione, per poter sempre più “educare” alla integrazione e al superamento di tutte le forme di discriminazione rivolto, soprattutto, alle nuove generazioni per “formarle” ai valori fondamentali di un vivere sano e civile.

Stagione teatrale come spazio di espressione, dunque, di confronto e di crescita che lega sempre più il Teatro alla vita delle persone, che accoglie l’incompiutezza dell’esistenza e la vitalità del sogno, che scardina consuetudini, stimola domande, insomma propone il Teatro come alle sue origini.

Bravi interpreti e grandi autori danno vita a un linguaggio autentico e consapevole, capace di raccontare i sentimenti e le verità più profonde. Capace di regalare sogni, emozioni, pensieri e progetti per la costruzione di nuovi orizzonti. Il Teatro come spazio reale, luogo “fisico” dove passano sensazioni ed emozioni da vivere insieme; come “artigianato del pensiero” è irrinunciabile.