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Arienzo: Migliaia di spettatori per il matrimonio di Giovannella

La cittadina della Valle di Suessola, grazie all’Associazione “Fatti per Volare”, rivive la sua storia, calandosi nel Seicento. Successo e grandi numeri per il matrimonio di Giovannella Stendardo. Foto di Francesco Fiore

 

Arienzo locandina matrimonio storicoAnita Capassoottobre 2017-  Fatti per volare va sempre più in alto.  Segno che la storia e l’identità fanno spiccare il volo alle comunità. Successo e grandi numeri per le rievocazioni storiche del  matrimonio della contessa di Arienzo Giovannella Stendardo e il voto fatto da re Ferrante d'Aragona alla Madonna di Santa Maria. 

Arienzo si è calata nella cornice storica di seicento anni fa con un viaggio nel tempo che ha rievocato fedelmente la realtà dell’epoca nelle giornate del 23 e 24 settembre scorso. Con la manifestazione dal titolo “Arienzo festeggia la sua Signora”, l’Assessorato alla Cultura del Comune  ha  ricordato  l’importante episodio con celebrazioni che hanno coniugato la storia, la cultura e le tradizioni del territorio della Valle di Suessola.

Foto di Francesco Fiore Le autoritàL’evento, ricco di musiche, danze, seminari, escursioni, cibi e bevande medievali, ha avuto il suo culmine  con il corteo storico che, da Capodiconca al Chiostro di S. Agostino, ha  accompagnato Giovanella e il suo sposo per la celebrazione del rito matrimoniale.

La kermesse storico culturale  è stata curata dall’associazione Fatti per Volare onlus e ha previsto la presentazione dell’evento e della guida storica di Arienzo nella celebre chiesa di S. Agostino, sede delle spoglie mortali di Giovanella Stendardo; è, poi, proseguita  con “Il Sentiero dei Cavalieri”, escursione sul Castello di Arienzo, attraverso l’antico cammino del Monte Castello, accompagnati dallo storico Francesco Pezzullo.

Foto di Francesco Fiore Il corteoA vestirsi di storia sono state  le due principali piazze di Arienzo: in piazza Lettieri gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, guidati dal prof. Enzo Elefante, hanno offerto  una performance di pittura intitolata “I Volti di Giovanella”; in piazza Valletta  è stata presentata la  “Piazza delle Arti”,  percorso ludico-creativo per bambini con laboratori di incisione, pop-up, lettura e giochi medievali. 

Foto di Francesco Fiore Il corteo 2E non solo: “Musica a Corte“ e “Banchetto a Corte”: suoni, cibo e bevande medievali, presenti in uno stand eno-gastronomico,  hanno allietato i  cittadini e turisti a coronamento della prima giornata dei festeggiamenti.  Successivamente, come in tutti i matrimoni importanti dell’epoca,  il grande evento è stato  annunciato pubblicamente  con banditori e figuranti che hanno sfilato  per le strade di Arienzo. Da via Capodiconca è stata tutta una festa: il “Corteo Storico” formato da giullari, nobili, fanti e musici ha accompagnato  gli sposi fino al Chiostro di S.Agostino.

La rievocazione, ideata e diretta dal comitato scientifico e organizzativo dei festeggiamenti, è avvenuta nel rispetto degli usi e delle tradizione del periodo storico in modo da offrire a cittadini e visitatori un esempio del nostro illustre passato.

Foto di Francesco Fiore 2Una grande festa con banchetto, musica, danze e fuochi d’artificio ha concluso  la celebrazione nuziale. Uno sfavillio di luci e di applausi,dunque, ha  confermato il successo dell’importante percorso storico e artistico che vede già gli organizzatori all’opera per la prossima edizione. 

La storia Marino Boffa e Giovannella Stendardo
Marino Boffa, originario di Pozzuoli, nasce intorno al 1390. Ha la possibilità di studiare legge e divenire ben presto un insigne giusperito. Grazie alle sue qualità riesce ad entrare al servizio della casa di Giovanna d’Angio-Durazzo, vedova del duca d’Austria, nonché sorella di Ladislao I, re di Napoli. In qualità di amministratore fiduciario della duchessa, si fa apprezzare per lealtà e competenza. Divenuta regina del Regno di Napoli, alla morte del fratello avvenuta nel 1414, Foto di Francesco Fiore 3Giovanna II chiama Boffa a far parte del Consiglio della Corona. Assume in un primo momento la carica di Gran Cancelliere con il compito di occuparsi degli affari amministrativi della corte napoletana, e successivamente quella di Gran Giustiziere del regno, sorta di ministro della giustizia. Il favore della regina consente a Boffa, quindi, una rapida carriera politica che gli procura prestigio e onore. Nondimeno egli è considerato un parvenu a Corte e ne è consapevole. Non proviene dai ranghi della nobiltà e soprattutto non ha nessuna base patrimoniale che gli potesse garantire sicurezza sociale ed economica una volta venuto meno l’appoggio reale. Le circostanze lo aiutarono in questo senso.

Foto di Francesco Fiore 1A quel tempo, la casa di Giovanna II era frequentata da una giovane e bella fanciulla, figlia unica del conte di Alife, della ricchissima famiglia Stendardo. La ragazza, conosciuta con il nome di Giovannella, all’età di 4 anni era stata sposata con il pressocché coetaneo Samuele Tomacelli, nipote di papa Bonifacio IX. Il matrimonio doveva servire a consolidare l’alleanza politica tra Ladislao I e il papa, di origini napoletane. Bonifacio IX, infatti, nel 1390 aveva riconosciuto Ladislao come legittimo sovrano del Regno contro le pretese di Luigi II d’Angiò-Provenza. Senonché poco dopo la celebrazione delle nozze, Bonifacio IX muore e Ladislao perde ogni interesse a mantenere quell’unione. Giovannella vive presso la casa della sorella del re, Giovanna. Samuele Tomacelli cercherà in tutti i modi di riavere presso di sé quella che considera sua moglie. Esperisce anche le vie legali e affida proprio al nostro Boffa, in qualità di avvocato, la procura della causa intentata allo scopo. I tentativi, però, risultano vani: ad avallare la nullità del matrimonio si avanza la tesi della giovane età dei contraenti al momento in cui furono sposati. Il tempo passa, Ladislao muore e a Corte si continua a non prendere in considerazione le pretese di Tomacelli. Intanto, Giovannella, cresciuta, viene notata da Muzio Attendolo Sforza, uno dei più famosi capitani di ventura d’Italia, al tempo comandante in capo dell’esercito napoletano. Il condottiero vorrebbe che la giovane andasse in sposa al figlio Francesco, futuro duca di Milano e allo scopo affida proprio a Boffa, che considera caro amico e ascoltato consigliere della regina, per convincere questa a dare il suo consenso al nuovo matrimonio. Con sorpresa, però, Marino prende la ragazza con sé e convince Giovanna II alle nozze non con il giovane Sforza, bensì proprio con lui.

Arienzo 1Nel dicembre del 1417, Giovannella Stendardo e Marino Boffa con la benedizione della regina contraggono legittimo matrimonio.

Il novello sposo entra così in possesso dell’eredità della ricca moglie, tra i cui possedimenti si annoverano Cancello, Arienzo e Arpaia. Scontato l’astio del beffato Sforza, Boffa finisce con l’inimicarsi anche l’amante della regina, Gianni Caracciolo. Di fronte a sì potenti nemici, il nostro ben presto è estromesso dal Consiglio della Corona e allontanato dalla Corte napoletana.

Di conseguenza, egli si ritira nei possedimenti dell’amata moglie in attesa di tempi migliori, ponendo la propria residenza ad Arienzo.