LustriTeatro / Sezione EPICA/SCIENZE a cura di Luigi Spina: ULISSE MENTITORE: Le Sirene e Scilla e Cariddi

Luigi Spina Filologo classico - Centro AMA Università di Siena. Antonio Petitto Ingegnere del suono - Conservatorio "A. Corelli" di Messina. Location: Complesso Monumentale di Santa Chiara - Via Regina Margherita - 83029 Solofra (AV)

Domenica 12 marzo 2017 ore 17.30, Sede Accademia di Teatro "Città di Solofra".

Ulisse mentitoreAlessandra Durighiello - 12-03.2017 - “Non sarà il canto delle sirene, che ci innamorerà, noi lo conosciamo bene, l’abbiamo sentito già”. F. De Gregori. La zattera viaggia a vele spiegate. Dal profondo degli abissi si alza un’armonia dolce, melodiosa, ammaliante: l’ingegnere del suono Antonio Petitto ricrea il canto delle Sirene, coloro che a tutti gli uomini tessono incanti … ma quei marinai che si fermano presso di loro, dimenticano persino di cibarsi, morendo di inedia.

Inizia così il penultimo appuntamento di Ulisse mentitore, la sezione di Epica e Scienze di Lustri, dal titolo Le sirene e Scilla e Cariddi, segnato soprattutto dal ritorno del suo curatore, il prof. Luigi Spina che ha proposto un commento personale, sapiente e brillante; a dar voce ad Odisseo è stato, come sempre, Enzo Marangelo.

Lustri in Dies 1Circe prospetta ad Odisseo l’incontro con le Sirene: per oltrepassarle indenne avrebbe dovuto otturare le orecchie dei suoi compagni con la cera, affinché nessuno le ascoltasse e se lui avesse voluto ascoltarle avrebbe dovuto farsi legare all’albero maestro della nave. Tuttavia nel racconto dettagliato che fa ai Feaci, dimostrando di aver seguito alla lettera ogni indicazione della maga, Odisseo, furbamente, riporta: solo a me impose ascoltarne la voce.

A questo punto potremmo essere tentati dal chiederci: che cosa cantavano di solito le Sirene? Posto che le sirene sono da sempre in agguato nel tentativo di sedurre qualcuno e portarlo sul loro scoglio, che siano spot pubblicitari, promesse elettorali, cosa cantassero solitamente le Sirene incontrate da Odisseo è difficile stabilirlo, tanto che il suo racconto è stato diverse volte messo in discussione. Il primo è Franz Kafka che, in Il silenzio delle sirene,  ritiene che all’arrivo di Ulisse le sirene non abbiano cantato, credendo di poter sopraffare l’avversario con il silenzio e dimenticando di cantare alla vista della beatitudine che spirava il viso di Ulisse, impegnato tra cera e catene; egli non ha udito il loro silenzio, ha creduto che cantassero e immaginato che lui solo fosse preservato dall’udirle. Bertolt Brecht, in Gli insulti delle Sirene, immagina che esse Lustri in Dies 2abbiano urlato insulti ad Ulisse, un uomo incapace di osare e che egli abbia iniziato a contorcersi per la vergogna. Jean Starobinski, in Le incantatrici, immagina che il canto delle sirene sia una specie di colonna sonora della vita. Se così fosse, sicuramente, la colonna sonora della vita di Ulisse sarebbe una nenia.

La zattera viaggia a vele spiegate. Dal profondo degli abissi si alza un’armonia dolce, melodiosa, ammaliante: l’ingegnere del suono Antonio Petitto ricrea il canto delle Sirene, coloro che a tutti gli uomini tessono incanti … ma quei marinai che si fermano presso di loro, dimenticano persino di cibarsi, morendo di inedia. 

Però, l’amaro comando di Circe dimenticai, ché m’aveva vietato indossare corazza Odisseo che ha seguito alla lettera tutte le indicazioni della maga per superare lo scoglio delle sirene, nel passaggio tra Scilla e Cariddi, disattende ogni comando: quando la nave giunge tra i due scogli mostruosi e i compagni sono spaventati e lasciano cadere i remi, Odisseo riesce solo ad incitarli a riprendere a remare. È un disastro. Perché solo con le Sirene è stato così preciso e attento?

Il professore Spina propone di raccontare di nuovo, in modo diverso, l’avvertimento di Circe ad Odisseo sulle Sirene, anzi, quasi sicuramente non c’è mai stato. A dar voce ad una Circe passionale, vendicativa, una donna vera, dignitosa, è Piera De Piano: «Vuoi andartene dalla mia isola? Sei proprio sicuro? Va bene, vai pure, ma sta’ attento, non si lascia impunemente una maga e tanto meno una maga innamorata. Lo so, ti piacerebbe Lustri Cultura in Dies 3molto che ti svelassi tutti i trucchi per arrivare sano e salvo a casa … Ma questa è l’epica scritta dai maschi, il mito raccontato dai ciechi. Nella mia epica io non ti dico nulla … No, Ulisse, ora te la devi cavare da solo, altro che virtù e conoscenza: terrore, puro terrore, e morte come quella che porta all’Ade. Non sono mica una sirena, di quelle che lasciano passare i naviganti purché si impegnino a parlare di loro … far sapere a tutti che cantano bene, che sono belle e intelligenti, intellettuali allo stato puro, non solo donne oggetto. Ma basta, ora va’, non ti sopporto più».

Probabilmente è andata così e quando Alcinoo gli chiede di narrare le sue avventure, Odisseo  racconta e si racconta una versione di comodo sull’incontro con le Sirene, di cui aveva forse sentito parlare in vecchie storie; d’altronde i suoi compagni sono tutti morti, chi può smentirlo?