Cultura e Spettacoli

BAIANO/ PALAZZO COMUNALE: L’ATTUALITA’ DEL PENSIERO DI ALDO MORO NEL CONVEGNO PROMOSSO DA “L’INCONTRO”

Filo conduttore i temi del volume collettaneo curato da Franco Vittoria. In risalto la centralità del lavoro, l’umanesimo integrale e il personalismo cristiano, le aperture del Concilio Vaticano II nella visione di Giovanni XXIII e di Paolo VI.

 

libro moroN.R. – Febbraio 2017 - E’ un testo agile, con poco più di cento pagine e pubblicato dall’ Editoriale scientifica di Napoli, quello che rivisita l’attualità del pensiero e dell’azione di Aldo Moro, il leader della Democrazia cristiana assassinato dalle Brigate rosse nel maggio del 1978. E’ una rivisitazione prospettata dall’angolatura costituita dal rapporto tra StatoDirittoSocietà, interpretato e focalizzato secondo la concezione evangelica e alla luce della dottrina sociale della Chiesa cattolica, a cui lo statista improntò il proprio operato, sia nell’esercizio della docenza universitaria che nell’impegno politico. E’ il rapporto, il cui punto focale e catalizzante è incentrato sul “Volto umano del Diritto”, caposaldo e presidio di una società a misura umana.

Curato da Franco Vittoria, dottore di Ricerca in Scienza politica e istituzioni in Europa e collaboratore per la cattedra di Filosofia del diritto nel Dipartimento di Scienze politiche della Federico II, il volume, con l’introduzione di Antonio Falcone, sindaco di San Vitaliano, prefazione di Giuseppe Acocella, e post-fazione di don Franco Iannone, rappresenta un’importante opportunità di riflessione e comprensione non soltanto per la complessità e le asprezze del terrorismo politico che negli anni ’70 attraversò in lungo e in largo la realtà italiana, ma anche e soprattutto una stimolante occasione per riconoscere la traccia degli ideali e delle prospettive che Moro elaborò e che costituiscono un interessante ed utile fattore d’orientamento nel fornire chiavi di “lettura” della società contemporanea del multiculturalismo e della globalizzazione dei mercati, con gli assetti geo-politici mondiali radicalmente modificati rispetto a quelli del secolo scorso e che, in concreto, non assegnano più il ruolo di primazia esercitato in assoluto dall’Occidente fino alla soglia del Terzo Millennio.

E’ stato, questo, lo scenario di fondo per la presentazione del testo nella Sala consiliare del palazzo comunale, promossa ed organizzata dal Circolo socioculturale “L’Incontro, con la coordinazione di Pier Luigi Melillo, direttore dell’emittente televisiva Ottochannel, e gli interventi di Carlo Melissa e Giuseppe Gagliardi, rispettivamente alla guida delle segreterie regionali della Cisl-Università e della Cisl-Federazione pensionati della Campania, del prof. Gianni Amodeo e di don Franco Iannone, docente di Teologia trinitaria nella Facoltà teologica dell’Italia meridionale, a Napoli.

Sotto i riflettori i temi dei quattro saggi del testo, sviluppati da Vincenzo Rapone, ricercatore e docente di Filosofia del diritto e di Teoria dell’interpretazione giuridica alla Federico II, don Giovanni Salvatore Rinaldi, già vescovo di Acerra ed attualmente delegato per l’educazione, la scuola e l’Università della Conferenza episcopale della Campania, Francesco Stanzione, dottorando di Ricerca in Teologia, e Franco Vittoria. In risalto specifico le valenze della riabilitazione cristiana nella dimensione normativa, il pluralismo giuridico e la costruzione del nuovo Stato al servizio dell’uomo, fulcro del pensiero di Moro, rappresentato nell’acuta analisi di Rinaldi con il profilo del laico testimone di Gesù nella vita personale, familiare, sociale e politica.

 

Aldo MoroIL LAVORO, LA LIBERTA’, I DIRITTI

LO STATO AL SERVIZIO DELLA PERSONA

Sulle traccia delle coordinate tematiche del testo si apriva il ventaglio degli interventi. Carlo Melissa evidenziava il valore del lavoro, quale cardine delle libertà civili, politiche, economiche e principio fondante della Carta costituzionale, conferendo all’uomo e al cittadino la dimensione della dignità e lo rende partecipe delle dinamiche sociali. Il lavoro è un bene primario, che promuove la persona, ma è anche un bene che nella società dell’innovazione tecnologica esige una formazione seria ed accurata nei diversi livelli del sistema scolastico e universitario. E’ la formazione verso la quale vanno orientate le nuove generazioni, sollecitandone - chiariva Melissa – l’impegno e la responsabilità verso il proprio futuro e quello della società. Giuseppe Gagliardi tracciava un interessante scorcio di riflessione storica sul ruolo assolto dai corpi intermedi, partiti, sindacati e associazioni, nella costruzione della democrazia nella società italiana. Un cammino, lungo il quale il ruolo del sindacato, in particolare, è stato un’incisiva e efficace forza propulsiva, per far acquisire ai mondo del lavoro quei diritti, che, pur affermati dalla Carta costituzionale, hanno richiesto lotte politiche e sindacali, per essere riconosciuti; e in questo quadro si sono ampliati nella società gli spazi delle libertà economiche e civili, di cui si è resa partecipe e interprete la Cisl, ispirata dalla visione cristiana del lavoro. E se quella italiana, è una democrazia repubblicana matura - concludeva Gagliardi – lo si deve anche al sindacato, in tutte le sue articolazioni.

Sulle penetranti e efficaci “lezioni”, nelle quali Jacques Maritain articola e sviluppa le idealità dell’” Umanesimo integrale”, in stretta convergenza con le visioni del “Personalismo cristiano”, affermato e propugnato da Emmanuel Mounier, e che rappresentano importanti e significativi riferimenti delle elaborazioni di pensiero di Aldo Moro, si soffermava il prof. Gianni Amodeo. Sono le prospettive, quelle disegnate da Maritain e Mounier, che spiccano tra le più interessanti e lucide testimonianze pensanti del cristianesimo cattolico francese ed europeo contemporaneo, la cui portata ha un’alta e poliforme valenza etica e civile, essendo state delineate nell’arco di quel ‘900 che per il Vecchio continente s’identificò con le tragedie generate dal totalitarismo nazionalsocialista della Germania hitleriana, in uno con gli autoritarismi fascisti, e dal il totalitarismo comunista del sistema sovietizzato, sopravvissuto fino agli anni ’80 del secolo scorso, prima di dissolversi in un’unica e gigantesca implosione.

I fenomeni totalitari e autoritari, scaturiti dal primo conflitto mondiale, foggiarono il crogiuolo dell’immane secondo conflitto con cento milioni di vittime, tra gli schieramenti sui fronti di guerra e le popolazioni. E così gran parte dell’Europa fu resa non soltanto angusta nei particolarismi e violenta per le cupe volontà di potenza da cui era abitata, per inseguire la realizzazione il modello dell’” uomo nuovo” sia di stampo hitleriano che di matrice sovietizzata, ma fu resa anche e soprattutto strutturalmente bellicista, permeata come fu da ideologie a senso unico ed inumane imposte da sadici e famigerati regimi polizieschi. Si configurò - spiegava Amodeo - una scenario di frenesie totalizzanti per egemonie e domini improbabili, soffocando e vanificando le tante preoccupate inquietudini di uomini e donne più sensibili verso le tragedie annunciate.

Era lo scenario a fronte del quale le idealità che aleggiavano dal pensiero di Maritain e Mounier dispiegarono significativi impulsi nell’additare luci di vita e speranze di libertà e di liberazione dalle follie dei totalitarismi, disegnando il progetto di uno Stato, in cui coniugare i valori della libertà e della giustizia con quelli della democrazia, di cui principio regolatore fosse la persona umana e ponendo le premesse dello spirito dell’Unione Europa. E’ il progetto di Stato, le cui articolazioni sono al servizio dei cittadini e della loro promozione umana. Una prospettiva - aggiungeva Amodeo – che è affermata con chiarezza e coerenza nell’intera attività di Aldo Moro, da filosofo del Diritto, docente universitario e leader della Democrazia cristiana.

Per don Franco Iannone la visione filosofica, giuridica e politica di Aldo Moro si intreccia e connette con la dimensione della laicità cristiana e cattolica sviluppato da Maritain. E’ l’orizzonte dell’“Umanesimo integrale” a far definire il senso del cambiamento che le società, i popoli e gli uomini sono chiamati ad affrontare, dopo i traumi di due guerre mondiali, per costruire la pace e la convivenza nella libertà. Nell’analisi proposta con varietà di argomentazioni puntuali e strutturate efficacemente da don Iannone la chiave di volta del pensiero di Moro si ritrova e risiede nel fecondo rapporto che il leader democristiano intrattenne fin dagli anni ’30, nell’ambito anche delle attività della Federazione universitaria dei cattolici italiani, con Giovanni Battista Montini, che sarà Paolo VI.

E’ un rapporto, la cui comprensione assume particolare significato- spiegava- alla luce del Concilio Vaticano II, voluto e promosso da Giovanni XXIII e concluso proprio da Paolo VI, aprendo la Chiesa cattolica al mondo; apertura, di cui sono testimonianze la Pacem in terris e la Populorum progressio, le Encicliche diffuse dal Papa Buono e da Paolo VI appunto. E sulla configurazione della Chiesa non più eurocentrica e romanocentrica, ma dialogante con la modernità e la contemporaneità, per assumere la connotazione mondiale don Iannone si soffermava in modo particolare, dando risalto all’azione di Giovanni XXIII e Paolo VI, per proiettare motivi di riflessione sulla realtà dei nostri giorni; realtà, in cui soprattutto l’Occidente e l’Europa evidenziano inadeguatezze e confusione nell’analizzare e nel fronteggiare on soluzioni ragionevoli, problematiche di particolare gravità, come quelle delle diseguaglianze economiche e delle ingiustizie diffuse al di là degli stessi confini occidentali ed europei; problematiche di cui il fenomeno delle migrazioni sono lo specchio riflesso, fatto di tormenti, durezze e atrocità. Sono problematiche, alla cui soluzione possono concorrere attivamente le voci del dialogo e lo spirito - ribadiva don Iannone – delle visioni dell’” Umanesimo integrale” e della grande “lezione” della generazione degli europeisti dell’immediato secondo dopoguerra, di cui Aldo Moro è eminente figura ed epigono, oltre che dell’azione di Giovanni XXIII e di Paolo VI.

A riassumere le fila del convegno, era Franco Vittoria, con accenti mirati sulla personalità di Aldo Moro, tra i “Padri fondatori” della Costituzione per la costruzione dello Stato democratico e repubblicano e repubblicano. Una rivisitazione ad ampio arco, quella che delineava Vittoria, ancorata alla complessa azione del leader della Democrazia cristiana. Un encomiabile tour di conoscenza politica e sociale che viene proponendo, per animare la vita culturale dei territori; tour, che, dopo le tappe di San Vitaliano e Baiano, approderà al Centro studi di San Filippo Neri, in quel di Lauro.