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Dall’Alfina rinasce il Nucleo Nazionale di Protezione Civile per i Beni Culturali

Il nuovo anno si prospetta pieno di iniziative e soprattutto di responsabilità per il Comitato Regionale Marche-Umbria dei Gruppi Archeologici d’Italia che all’inizio del mese di dicembre si è riunito a Castel Giorgio per avviare il dibattito sulla ricomposizione Nucleo Nazionale di Protezione Civile per i Beni Culturali.

gruppo archeologico alfina summit C.S. - lunedì 26 dicembre 2016 - Nell’accogliente sala della Biblioteca Comunale di Castel Giorgio e, soprattutto, per l’impeccabile organizzazione del Gruppo Archeologico dell’Alfina, diretto dal dottor Giovanni Banella si è discusso ampiamente della necessità di riattivare a livello nazionale un gruppo di pronto intervento per la salvaguardia dei beni culturali e archeologici, nell’intenzione di recuperare e preservare opere d’arte o storici in seguito ad eventi catastrofici come quello del terremoto e non solo.

All’incontro erano presenti: il presidente nazionale dei Gai, Enrico Ragni, il direttore del G.A. Umbro-Marchigiano Vincenzo Moroni, il direttore del G.A. Perusia Barbara Venanti e il direttore del G.A. dell’Alfina Giovanni Banella, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali.

rendere necessario il summit, l’ipotesi di un programma di interventi per sostenere i Gruppi Archeologi del Centro Italia interessati dal sisma dei mesi scorsi.

Proprio il direttore interregionale, Vincenzo Moroni, ha informato i presenti della “comunicazione” inerente all’eventuale possibilità di interventi nei luoghi interessati dal terremoto, “giunta di recente dalla segreteria nazionale su indicazioni del direttore nazionale Gazzetti, il quale ha chiesto “la disponibilità di almeno 15 soci che siano disponibili per ricostituire il nucleo di Protezione Civile”.

Esaminando proprio questo aspetto il presidente Ragni, che faceva già parte del primo nucleo di intervento del Gai, ha ricordato quanto negli anni è stata utile e determinante l’azione della squadra di pronto intervento e che, purtroppo, oggi se ne richiede nuovamente la costituzione sulla scorta di una necessità oggettiva non solo riferita al terremoto che ha colpito le regioni del Centro Italia.

A inquadrare il dibattito su un profilo professionale degli aderenti al futuro gruppo di “Protezione Civile Archeologica” è stata la dottoressa Venanti ricordando quanto sia determinante, in certe situazioni, anche la competenza e l’addestramento delle persone chiamate ad intervenire in situazione di elevato rischio.

Sulla scorta delle considerazioni venute anche dai partecipanti al summit i rappresentanti nazionali e interregionali del Gai hanno formalmente deciso di avviare proprio dall’Alfina le procedure per costituire un Nucleo Nazionale di Protezione Civile per la salvaguardia e il recupero dei Beni Culturali e Archeologici in caso di calamità. Già per l’inizio del prossimo anno è previsto il coinvolgimento di tutti i gruppi archeologici nazionali con l’intenzione di formalizzare il percorso e avviare i corsi per formare la squadra di pronto intervento.