Angolo Opinioni

Nola: Mostra didattica “Le scuole raccontano la Festa dei Gigli”

L’evento organizzato, nel corso dell’annuale Festa dei Gigli nell’ex  Carcere nolano di via Merliano, dall’Associazione “La Contea Nolana” e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nola.

docente munari e alunniMassimiliano Coppola - 06.07.2016 - Nella sede della Fondazione dei Gigli di Nola, ”ex  Carcere nolano di via Merliano”, parte del monastero fondato nel xv secolo, si è tenuta la prima edizione della Mostra didattica dal titolo “Le scuole raccontano la Festa dei Gigli”, aperta al pubblico dal 15 giugno al 30 giugno 2016. L’evento, organizzato dall’Associazione “La Contea Nolana” e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nola, si è avvalso del  coordinamento del docente Nunzio Meo del Liceo Artistico “B.  Munari” di Acerra, coadiuvato dai docenti Michele Demartino e Gianfranco Coppola

Le opere e i manufatti per la mostra sono stati realizzati dagli allievi dell’Istituto d’ArteCaravaggiodi San Gennaro Vesuvianodei  Licei ArtisticiB. Munaridi Acerra, “Serenidi Cardito, “Medidi Cicciano, “New Kennedydi Sarno e degli Istituti Tecnici ISISEuropadi Pomigliano d’Arco e “Casellidi Capodimonte NapoliNella grande sala della Fondazione, dove vengono ospitate conferenze, incontri, seminari e giornate di studio, la Mostra didattica ha avuto un notevole successo di pubblico.

Per la conferenza di inaugurazione sono intervenuti:  docenti, intellettuali, dirigenti scolastici, i  presidenti dell’Associazione” La Contea Nolana” e della Fondazione Gigli, e il vicario della diocesi di NolaGli studenti  hanno presentato  diversi lavori:  incisioni a cammeo, tarsie, sculture, disegni, ceramiche, grafica, metalli ed oreficeria, moda e costume  sul tema della Festa e della tradizione dei Gigli a Nola. Si tratta di un ricco e costruttivo confronto con una storia secolare, che annovera maestri d’Arte, nel campo della cartapesta, ebanisteria, decoratori plastici e pittori.

Ceramica Caselli CapodimonteGli allievi e le stesse istituzioni scolastiche si sono  “misurati”, quindi,  con un pubblico adulto e con tradizioni diverse, attraverso l'interazione con altre discipline e il dialogo costruttivo tra diversi linguaggi artistici. Parliamo di una scuola moderna che si affaccia all’esterno delle proprie mura e si relaziona col mondo dell’artigianato artistico e della produzione. L'intento della didattica laboratoriale è sostanzialmente quello di trasmettere uno stile metodologico e un'educazione estetico-artistica. Qundi, una didattica e un’attività formativa che propone una pedagogia aperta a tanti tipi di esperienze, e che parli i più disparati linguaggi artistici. 

La proposta è stata quella di superare il distacco, tra arte e artigianato, come ci suggerisce l’esempio tedesco della Bauhaus, attraverso una controriforma dell’educazione artistica improntata alla cooperazione interdisciplinare, alla pratica artigianale e alla ricerca di nuovi modelli formali tipici di una modernità post-industrialeTuttavia, è auspicabile per il futuro una fusione ed una cooperazione tra la scuola, gli studenti, gli artigiani e le aziende attive nel campo della produzione industriale del territorio, per la creazione di un’istanza formativa assolutamente inedita.

Attraverso l’educazione al gusto e al bello, si può intervenire e combattere contro la perdita della qualità artistica ed artigianale, per un recupero della eccellente tradizione italiana; tale carenza di qualità è dovuta alla presenza del lavoro massificato e al sopravvento di una società in grande parte informatizzata e virtuale. Albert Einstein: “Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità : il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”. La carica innovativa della scuola, i cui prodotti possono diffondersi attraverso mostre, conferenze, libri, spettacoli, può trovare come naturale terreno fertile, un potenziale sbocco occupazionale per i giovani studenti.

Questo evento nolano è stato un vero esempio di “buona” scuola per gli alunni ed ha valorizzato la professionalità del docente. Si discute spesso di nuovi modelli educativi, è auspicabile adottare, in questoa circostanza, un modello simile alla tradizionale bottega “rinascimentale”, per un recupero delle antiche attività artigiane, visto la quasi scomparsa dei maestri artigiani nel nostro Paese. Tuttavia, i giovani studenti devono avere una mentalità “glocal”, cioè pensare globalmente ed agire localmente, coniugando lo studio e la conoscenza del lavoro, acquisendo contestualmente saperi e competenze, certificate e spendibili nel mondo del lavoro. Per raggiungere tali obiettivi, l’apprendimento a scuola e l’apprendimento sul lavoro non devono costituire più due fasi in sequenza, ma, come nei Paesi europei più avanzati, un solo percorso integrato ed unitario.