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Marigliano: Un successo la presentazione del libro di Marco Bocci al Liceo “Colombo”

L’attore Marco Bocci diventa testimonial di legalità nell'ambito del progetto "Incontri con l’autore".

marco bocci libroAnita Capasso  - 06.05.2016 - Dalla fiction di squadra antimafiaal lLiceo scientifico “Cristoforo Colombo”: di Marigliano l’attore Marco Bocci diventa testimonial di legalità nell’ambito del progetto "Incontri con l’autore". Dopo il successo dei precedenti incontri con padre Alex Zanotelli e il giudice De Raho non si poteva che continuare in bellezza e stavolta l’autore c’è ed è pure affascinante assai e parla il linguaggio delle giovani generazioni.

Veste come loro, ha il lo
ro stesso look e parla di storie delle borgate romane, un poco come faceva Pier Paolo Pasolini mettendo in luce gli ultimi, quelli a cui nessuno dà voce. Merito dell’iniziativa è della docente Antonella Spiezia.

"Siamo sempre alla ricerca di strategie comunicative - afferma la preside Maria Grazia Manzo- per includere i giovani e fargli vivere la scuola come un momento di arricchimento e di valorizzazione delle proprie competenze per puntare sull' acquisizione di saperi in linea con le complesse dinamiche sociali. La presenza di Bocci a scuola è proprio la testimonianza di una didattica innovativa che punta sul rispetto delle individualità".
Bocci al ColomboL'obiettivo è stato centrato e Bocci si è dovuto concedere anche agli scatti dei telefonini. Non capita tutti i giorni di incontrare un divo che oltretutto ha sempre rivestito ruoli che fanno tutt'uno con la parola legalità. Bocci però al Liceo è venuto perché' ha scritto un libro cimentandosi in una nuova esperienza. I ragazzi, specialmente le ragazze stringono tra le mani la loro copia e si mettono in fila per farselo firmare. Marco è gentile e fa fotografie con tutti. È attratto dal clima caloroso della scuola. Ed ecco che l’attenzione si concentra sulla trama di  "A Tor bella Monaca non piove mai", attraverso la recensione di Nicola Compositori.

Che titolo strano, ma una ragione c’è. Vediamo di che si tratta.
"Tor Bella Monaca, un quartiere dove non c’è mai niente da fare, a parte tirare a campare o cacciarsi nei guai. Una zona di Roma abitata da famiglie nelle quali la morte di una nonna pochi giorni prima del ritiro della pensione mensile può causare terremoti.
Mauro fa volantinaggio pagato 80 euro al mese dallo Sciacallo, che se si chiama così un motivo c’è, e si vede. Stanco di quella vita senza alcuna prospettiva, cerca una strada per fuggire da un destino che sembra averlo già condannato. Per svoltare, però, gli unici modi che si conoscono a Tor Bella Monaca sono il crimine e la violenza: pestare un affittuario che non paga, o tentare il colpaccio della vita. L’occasione gli capita quando i suoi amici Fabio e Domenico scoprono per caso un covo della criminalità organizzata cinese pieno di soldi. Quasi senza accorgersene, quasi senza intenzione, Mauro si ritrova in bilico sul confine sottile che separa lo sfogo della rabbia dalla prepotenza, il desiderio di giustizia dalla vendetta cieca.

In questo romanzo Marco Bocci 
presenta tanti personaggi, le cui storie si sfiorano continuamente fino a incrociarsi: Ruggero, poliziotto che una tragedia ha trasformato in emaciato spacciatore; Samantha, ex di Mauro, che gli ha preferito la sicurezza economica di un partner più vecchio ma medico, e che però non riesce a staccarsi del tutto dalla sua precedente fiamma; Liun, inconsapevole figlio di un ragioniere della mafia cinese, vittima perfetta di chi non si fa scrupoli a rovinare gli altri per salvare se stesso. Romolo, che lavora in fabbrica e, lasciatosi alle spalle i torbidi anni che lo avevano portato dietro le sbarre (il cui strascico sono gli attacchi di ansia che ogni tanto lo paralizzano), sembra aver scambiato col fratello minore Mauro i rispettivi ruoli: adesso è lui quello assennato che cerca di fare in modo che tutto finisca bene.

Non aspettatevi l’epica dei vari romanzi criminali in voga oggi, seppure l’autore sia attore della serie omonima e di Squadra antimafia – Palermo oggi: Mauro forse si trasforma in bad boy, ma la sua vita e il suo modo di pensare non avranno mai l’afflato eroico di tanti personaggi negativi di fiction e letteratura. Un bagno di realismo che è un’ottima scelta da parte di Bocci. Senza soluzione di continuità il suo protagonista diventa un altro, compie gesti inconsulti. Ma qualche colpo di testa non basta e ben presto dovrà affrontare la realtà: i veri criminali sono di un’altra pasta rispetto a lui e ai suoi amici. Cattivi si nasce, non ci si improvvisa.

Nell’atmosfera, se non di degrado
almeno di povertà, che permea il libro, tutti ce l’hanno col grande assente, lo Stato che “prima ti costruisce un quartiere di merda buono solo per i disperati e poi ti ci lascia vivere dentro abbandonato”.

Il titolo allude proprio a questa condizione: “piove”, nel gergo, significa che sta arrivando la polizia; se a Tor Bella Monaca non piove mai è perché le istituzioni si sono dimenticate di quel quartiere, la qual cosa però dà anche l’opportunità di pianificare senza disturbi un crimine a chi abbia la volontà di farlo, ed ora Mauro è troppo stanco per porsi obiezioni morali al riguardo. L’umanità che popola questo libro, che se non è del tutto buona di certo non è cattiva, assume talvolta toni gentisti, ma Bocci riesce a non scadere nel vittimismo anti-casta. Più che per ingenuità, come forse crede, “Mauro è un perdente per destino, ma ciò non lo rende migliore dei cattivi che invece hanno la sorte di farcela".

Una storia di come quelle che si incontrano nelle periferie di Napoli e dei popolosi quartieri della ricostruzione dove il sole non batte mai e l’antistato incalza.

Ora il testimone passa ai ragazzi che si faranno costruttori di infinito e di storia reclamando la legalità nel nome dei martiri che hanno lottato per garantirci una vita senza mafie, senza camorra e ndrangheta.