Marigliano: Un successo il convegno sulle forme di comunicazione e sulle nuove dipendenze organizzato da Oltremarigliano

Marigliano convegnoN.R. - Marigliano – 08.03.2016 - Si è svolto venerdì 4 marzo, nella Sala Consiliare del Comune di Marigliano, il  convegno organizzato dall’Associazione Oltremarigliano e patrocinato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II e dalla Diocesi di Nola dal titolo: ‹‹Le forme di comunicazione e le nuove dipendenze … cerchiamo un nuovo “Portolano” per la libertà››. Erano presenti all’evento il sindaco di Marigliano Antonio Carpino, l’assessore alla Cultura Marialuisa Sodano e il presidente della Commissione Cultura Nello La Gala.

Il Portolano, così come ha abilmente spiegato il presidente dell’Associazione Rosa Anna Quindici, era una mappa marittima che permetteva ai marinai di navigare orientandosi nel mare aperto e sconosciuto.
Dopo il salutoiniziale del coordinatore, Francesco Prudente, sono intervenute  la psicologa Annalisa Colucci, l’esperto di comunicazione informatica postale Francesco Giobbe e il giornalista de “il Mattino” Francesco Romanetti.

Sin dalle prime battute è stato messo in evidenza il fatto che nella realtà virtuale manchi una mappa marittima come il Portolano per orientarsi nel web.Tale mancanza può generare un disorientamento pericoloso soprattutto per i ragazzi, che nei social network vivono “una specie di seconda identità”. La tematica delle nuove dipendenze nella comunicazione, infatti, tocca da vicino proprio le fasce giovanili che troppo spesso, attraverso artifici, lusinghe e minacce (posti in essere mediante internet) si trasformano in vittime del web.
Dopo i vari interventi dei relatori, si è dato il via al dibattito con i numerosi ragazzi presenti in sala, che ha evidenziato come le nuove generazioni convivano con questo “disorientamento” senza avvertirlo come tale. Un convegno davvero ben riuscito, non solo per l’affluenza (non c’era un posto a sedere) ma perché, pur non essendo risolutivo, ha fatto emergere la reale pericolosità di una rottura di quella “catena dialogica” composta da genitori-scuola-ragazzi.