All’”Incontro” di Baiano il prof. Balletta focalizza sulla cooperazione e sulle banche quali volano dello sviluppo sociale e produttivo dei territori, mette in evidenza i fattori di crescita auto-propulsiva,legati all’economia civile e alle PMI
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- Scritto da Gianni Amodeo
Il caso virtuoso della Banca popolare del Cassinate e i modelli della Banca Popolare di Milano e della Cassa di Risparmio di Lombardia, a cui si lega fin dall’800 la valorizzazione della piccola e media imprenditoria e la tutela del risparmio.
Gianni Amodeo – 24.11.2015 - La condizione di “ piccoli ed isolati”, incapsulati dai lacci e laccioli dell’asfittico localismo chiuso in se stesso, come monadi senza…finestre, costituisce per la realtà sociale dei territori il fattore di base che ne determina l’arretratezza e il ristagno civile, declinandosi con la fragilità economica e produttiva. Al contrario, la cultura della solidarietà attiva e dell’associazionismo, coniugata con l’attiva e responsabile coscienza del bene comune é l’elemento fondante dell’evoluzione civile e della crescita culturale per le comunità che vivono i territori, di cui formano la configurazione sociale. E’ la cultura, che travalica i particolarismi, interpellando direttamente i cittadini nell’affrancarsi dai deteriori egoismi. E’ un percorso impegnativo - per le realtà del Sud- ma del tutto praticabile, se c’è la giusta volontà di operare, rispetto alla quale, però, esercita un ruolo decisivo la politica concepita e praticata nella sua più ampia e autentica valenza di servizio pubblico, in tutt’uno con la buona amministrazione degli Enti locali, con cui si promuovano e favoriscano le attività e le iniziative di coesione, che diano sostegno alla vita produttiva, ponendo in valore le vocazioni e le potenzialità dei territori.
E’ la “lezione”, che dettano le vicende storiche, fin dal compimento dell’ Unità nazionale del 1861, ma anche riferite all’arco dei primi decenni del XIX secolo, a fornirne eloquente testimonianza, se si focalizza con la dovuta attenzione e senso adeguato di analisi il prospetto delle Banche popolari con matrice cooperativa, delle Casse di risparmio e di altre banche con tipologia territoriale, che, in ragione delle rispettive e distinte funzioni, hanno favorito e promosso la costituzione e il progressivo sviluppo delle piccole e medie imprese, segnatamente nel comparto manifatturiero in Lombardia nella seconda parte dell’ Ottocento, realizzando incisivi ed efficienti Net work compositi di credito cooperativo e di mediocredito regionale, che risultano pienamente congrui e rispondenti alle istanze dei dualismi, con cui si contrassegnano gli squilibri e le differenziazioni pure esistenti nei contesti territoriali del Nord.
Sono modelli di esemplarità nel delicato ed impegnativo del settore creditizio, in grado di “ fare sistema”, dando non soltanto efficace e puntuale sostegno allo sviluppo sociale ed economico dei territori, ma anche esercitando la piena tutela del risparmio e della sua funzione. E’ la cultura del “fare sistema ”, in virtù della quale le Banche popolari dei singoli territori, costituite come società di persone e di capitali a responsabilità limitata, contemplate dal Codice di commercio del 1882, si rapporteranno alla leadership tecnica e “politica” della Banca di risparmio di Milano, espressione di una società cooperativa, fondata nel 1865 da Luigi Luzzatti.
E proprio Luzzatti - tra gli estensori dello stesso Codice - fu assertore dell’introduzione del principio normativo della responsabilità limitata in capo alle Banche popolari, le cui esigenze di rifinanziamento e di equilibrio della liquidità venivano da loro perseguite grazie ad una specie di divisione del lavoro interna al gruppo. Ma il ruolo maggiore nel “fare sistema“ spetta alla Cassa di risparmio di Lombardia - la cui fondazione risale al 1823, con rilevanti finalità di solidarietà ed assistenza- per la dotazione di liquidità monetaria, fortemente correlata con la primaria tutela del risparmio, investendo in prevalenza nelle sicure economie agricole della Bassa pianura padana, mentre gli impieghi in ambito manifatturiero e commerciale erano praticati dalle banche popolari.
Sono stati – questi - i passaggi di riflessione storica, con cui il professore Francesco Balletta - docente emerito della Facoltà di Economia e Commercio della Federico II - ha introdotto nei locali del Circolo “L’Incontro” la brillante ed esaustiva conversazione-lezione sull’importanza del ruolo delle “ Banche locali nel Mezzogiorno d’Italia ”; ruolo, che sulla scia delle esperienze maturate proprio nel Nord viene assumendo anche nel Mezzogiorno una peculiare fisionomia e crescente appropriatezza di missione per i territori e le loro realtà sociali. Ed é la prospettiva, nella quale é ben collocata la Banca popolare di Torre del Greco – la cui fondazione di società cooperativa a responsabilità limitata risale al 1888 - che attualmente conta 67 filiali attive in Campania e nel Basso Lazio, e, dal 1955 - anno della fondazione - si è inserita autorevolmente la Banca popolare del Cassinate, nel cuore della provincia di Frosinone. Una realtà - quella della BpC che gli esperti e gli analisti economici considerano un caso virtuoso per la caratura e le scelte decisionali, con cui l’ Istituto della Città Martire del secondo conflitto mondiale ha concorso - e concorre in modo proficuo- nei processi di trasformazione della realtà sociale e produttiva del territorio, saldando l’economia agricola di base a quella industriale, favorita dall’insediamento della Fiat, e al terziario; un’attività di concorso e supporto, quello esercitato dalla BpC, in cui ha un ruolo specifico la costante collaborazione con l’Università dell’area cassinate, con notevoli sostegni per la crescita delle relazioni culturali e sociali. Una presenza operosa, radicata nel territorio, con normali protagonisti i ceti sociali che lo vivono, conoscendone e interpretandone istanze e vocazioni.
TERRITORIALITA’ E BANCHE LOCALI
SI’ PER L’ECONOMIA REALE, NO PER L’ECONOMIA FINANZIARIA DI SPECULAZIONE
“ Nella società contemporanea - ha spiegato Balletta - caratterizzata dall’internazionalizzazione dei mercati e dagli sviluppi costantemente innovativi delle tecnologie informatiche e telematiche, la funzione delle Banche locali, vincolate ai territori e alle loro specificità di autonomia programmatica e gestionale, ha notevoli margini di espansione e consolidamento, anche e soprattutto per i vincoli legislativi che derivano dalle disposizioni stringenti della legge di riforma Amato-Carli del 1990”.
I principi di cooperazione, che ne costituiscono l’asse portante, insieme con le dirette e condivise responsabilità di coloro che ne sono promotori, rendono le Banche locali strumenti validi per lo sviluppo della piccola e media imprenditoria. E l’affidabilità deriva dalle relazioni fiduciarie che s’instaurano tra coloro che “ fanno impresa ” sul territorio e coloro che per competenze professionali esercitano le funzioni di dirigenza nelle Banche stesse. “Sotto questa visuale – ha aggiunto- le Banche locali si collocano nell’ambito dell’ economia reale, che costituisce l’unico tracciato percorribile per lo sviluppo della società attraverso il lavoro produttivo, connesso con le dinamiche delle piccole e medie imprese, che da sempre hanno costituito e costruiscono l’assetto della realtà italiana. Ed é necessario- ha concluso Balletta – evitare le insidie dell’economia finanziaria, ch’è una sovrapposizione, anzi una distorsione dell’economia reale.
I TEMI DEL DIBATTITO
Vari i temi tratteggiati nel dibattito, che ne seguiva. Dalla visione dell’ Economia civile, teorizzata nel ‘700 da Antonio Genovesi, grande pensatore dell’Illuminismo napoletano e di rilevante profilo europeo, calibrata sui principi di solidarietà e sussidiarietà, radicati nel cristianesimo sociale, alla formazione imprenditoriale, per approdare alla valorizzazione dei territori del Sud, che passa anche attraverso il rilancio dell’agricoltura di qualità, favorendo l’accorpamento dei suoli agrari, la cui eccessiva frammentazione impedisce la costituzione di aziende competitive; rilancio di cui , di cui siano artefici i giovani, professionalmente formati. Ad animare il confronto, erano gli interventi di Pasquale Gaglione, del prof. Angelo Perna, del dott. Clemente Vaccaro, dell’avv.to Mario Colucci, dell’imprenditore Stefano Vecchione dell’avv.to Emanuele Litto.
La consegna al prof. Francesco Balletta dell’attestato di ringraziamento del Circolo “L’Incontro” -per l’importante opportunità di conoscenza data- concludeva … l’appuntamento.
Eccone il contenuto:Al professore Francesco Balletta per la linearità e chiarezza comunicativa a servizio dei giovani nelle aule universitarie della Federico II, avendo profuso un cospicuo e articolato patrimonio di conoscenza della Storia dell’Economia e della Finanza nelle vicende della realtà sociale italiana; un impegno che prosegue nella saggistica e nella pubblicistica, oltre che nel volontariato civico per il territorio.