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CICCIANO (momenti di vita municipale) (1861-1899)

Venerdi 4 dicembre 2015, ore 18:00, presso il Centro delle Culture “Luca De Riggi”, l’Associazione UNITRE presenta il libro di Francesco M. Petillo. Relatrice: Prof.ssa Maria De Riggi Presidente dell’Associazione UNITRE. Intervengono: Ing. Domenico Capolongo Presidente del Circolo Culturale B.G. Duns Scoto di Roccarainola; Dott. Raffaele Arvonio Sindaco di Cicciano; Dott. Francesco M. Petillo Autore

 

petillo1 567x800G.A. – 01.12.2015 - Continuando il discorso iniziato con la pubblicazione de «IL DECURIONATO DI CICCIANO (dal 1806 al 1861)», Francesco M. Petillo ha proseguito nella consultazione dei polverosi faldoni degli atti amministrativi conservati presso l’Archivio di Stato di Caserta, estraendo documenti relativi a vicende accadute nel nostro Comune dal 1861 al 1899.

Il 1861 (decreto n. 140 del 2 gennaio) segna la riconfigurazione del governo dei comuni dai Decurionati ai Consigli ed alle Giunte Comunali.

E comincia anche l’inarrestabile percorso di partecipazione dei cittadini che, seppure con limitazioni abbastanza selettive (potevano votare solamente coloro che sapevano leggere e scrivere e in possesso di un reddito appropriato), segnano l’avvio del processo di democratizzazione ancora oggi in corso di … perfezionamento.

A Cicciano, con una popolazione di ben oltre tremila abitanti, appena 84 cittadini possiedono i requisiti per essere iscritti nelle liste elettorali e, peggio ancora, alle prime elezioni amministrative - svoltesi il 19 maggio 1861 - si recano a votare poco più della metà degli aventi diritto: 49 elettori.

Nel 1861 Cicciano è un paese povero, la maggior parte della popolazione, dedita all’agricoltura, dispone di un reddito a stento sufficiente a far fronte alle necessità quotidiane. La partecipazione alla scelta del governo locale implica anche la partecipazione alle spese pubbliche. La situazione diventa ancor più critica quando si è chiamati a pagare tasse sempre più gravose … anch’esse, ancora oggi, in corso di … assestamento.

E, per questo, comincia ad affiorare la sensibilità, … non disinteressata, degli amministratori quando, divenuto eccessivo il peso della tassazione, decidono di aiutare i cittadini a pagare la fondiaria, facendo anticipare quanto dovuto allo Stato ad un gruppo di maggiorenti.

Comincia in questi anni l’affannosa ed interminabile ricerca degli equilibri socio-economici-amministrativi.

Opere pubbliche da realizzare o da ripristinare, indisponibilità di risorse adeguate alle necessità, bilanci da pareggiare, “benestanti” che tendono a difendere ed a sviluppare i propri interessi sono le problematiche che investono la comunità in maniera sempre più pressante.

Si comincia a soddisfare la sentita necessità di ampliare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica avviando processi di scolarizzazione di massa (due anni di scuola gratuita e obbligatoria).

Nella nostra piccola realtà non esistono partiti politici, ma piuttosto fazioni o meglio gruppi di famiglie piuttosto agiate che amano esercitare il potere fondamentalmente per il prestigio che ne deriva e non senza interesse privati. Infatti, questi stessi amministratori non sono esenti da denunce, esposti, a volte diffamatori, perché magari viene sperperato danaro pubblico o per brogli elettorali o per favoritismi inopportuni.

Anche il clero non disdegna di tirare «giù colpi da orbo» e si fa addirittura carico di stampare nel 1879 un libello a firma del sacerdote Raffaele De Luca per chiedere lo scioglimento del consiglio comunale, denunciando in particolar modo le manchevolezze della famiglia Ravelli e dei consiglieri che la sostengono.

È inutile dire che le accuse vengono puntualmente confutate, etichettate come «basse ingiurie», «false assertive», frutto di invidie e rancori.

Insomma, questo volume, nel percorrere gli ultimi 40 anni dell’800, raccoglie altre preziose testimonianze di estremo interesse che ci consentono di conoscere il passato e di riflettere su avvenimenti che ancora oggi danno l’idea che poco sia cambiato in ordine agli usi, costumi, manchevolezze e prepotenze.

Ancora un sentito grazie all’autore, Francesco M. Petillo, per la documentazione pazientemente raccolta e per le informazioni che ci rende disponibili attraverso queste pubblicazioni che, di fatto, contengono la nostra storia vera e, per questo, non dovrebbero mancare in nessuna biblioteca privata locale.