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NEL RICORDO DELLE VITTIME DEI VILI ATTENTATI DI PARIGI: NOUS SOMMES TOUS PARISIENS

n BATACLAN large570Antonio Caccavale – 15.11.2015 - Tra i fornitori delle armi di cui i terroristi islamici si servono per compiere stragi, come quelle che, da alcuni anni, si verificano in varie parti del mondo, ci sarebbe la Società Italiana Elicotteri: kalashnikov, pistole e perfino carri armati compaiono nel listino prezzi che nel corso di un recente blitz del Gico della Guardia di Finanza è stato trovato nella sede di quella Società, in via Salaria, a Roma. L’amministratore delegato della Società Italiana Elicotteri si chiama Andrea Pardi.

Nel traffico di armi e di uomini diretti dal nostro paese verso la Somalia,  ci sarebbe, poi, molto più di un semplice zampino della camorra, quella organica al clan dei Casalesi. Sembra, infatti, che uomini riconducibili a Michele Zagaria e a Bidognetti siano molto attivi sia nel traffico di armi sia nel reclutamento di “soldati” destinati a prestare la loro opera mercenaria al servizio di certe frange dell’integralismo radicale islamico. Se non bastassero le nefandezze che la camorra, da troppi anni, mette in atto attraverso i suoi interessi criminali, con tutte le pesanti conseguenze che la nostra società è costretta a subire, a rendere ancora più odiosa la famigerata genia della criminalità organizzata nostrana è la inqualificabile complicità che, per il vile denaro, essa assicura a quelli che, in nome del loro dio, vogliono combattere e annientare la civiltà e i valori che accomunano i paesi occidentali.

bandiera francese 800x400È stata la Procura Antimafia di Napoli ad avviare un’indagine che ha consentito di mettere le mani su una vicenda dai contorni pericolosi e non ancora del tutto chiari, che vede protagonisti personaggi come Francesco Chianese, vicino al clan dei Casalesi, e Giancarlo Carpi, un padovano legato in passato agli ambienti dell’estrema destra. Nelle perquisizioni effettuate nei giorni scorsi tra Napoli, il Lazio, il Veneto e il Piemonte è emersa l’esistenza di un’organizzazione che si occupa di traffico d’armi e di addestramento di mercenari da inviare nei paesi africani ad alta bellicosità. Di questa rete farebbero parte anche ex ambasciatori, mediatori d’affari ed ex militari.   

E veniamo ad Andrea Pardi, amministratore delegato della Società Italiana Elicotteri. All’inizio dello scorso mese di ottobre un giornalista di Report, la nota trasmissione televisiva di Raitre, fu fatto oggetto di una violenta aggressione fisica da parte di un indemoniato Andrea Pardi, al quale il povero malcapitato aveva osato rivolgere delle domande. Chi ha seguito quella trasmissione ricorderà le urla del giornalista vittima della violenza gratuita del signor Pardi. C’è da augurarsi che per quell’ignobile aggressione l’amministratore delegato di una società che può sicuramente vendere elicotteri nuovi e usati, ma che non risulta possa anche acquistare e rivendere armi, venga chiamato a rispondere dell’azione vergognosa di cui si è reso protagonista. Ma chi è Andrea Pardi? Sul sito di Dagospia viene così descritto: “dieci anni fa Andrea Pardi era in contatto con Cecchi Gori, si vantava di far parte dei servizi segreti fino a quando non andò in banca a chiedere un prestito di 200 mila euro dicendo di essere del Sisde. La direttrice di banca si insospettì e chiamò i carabinieri. Pardi venne subito perquisito e denunciato in Procura per tentata truffa e per essersi spacciato per un agente segreto. I carabinieri si rivolsero ovviamente al Sisde e l'allora capo Mario Mori scrisse che Pardi era totalmente ignoto. La vicenda fu affidata al pm Barborini e come sia andata a finire non si sa …”.

È ormai noto al mondo intero che i “barbari” dell’autoproclamato califfato dell’Isis, che hanno rivendicato i sanguinosissimi attentati di venerdì 13 novembre, dispongono di un arsenale militare che, negli anni, gli è stato fornito dai paesi occidentali. È altrettanto risaputo che ingenti somme di denaro e molte migliaia di tonnellate di armi, sono stati “gentilmente” offerti all'Isis da ambienti politici occidentali pronti a tutto pur di abbattere il dispotico regime siriano di Assad. Emblematico, a questo riguardo, è quanto il 7 ottobre 2014 affermò il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden: “Hanno fatto piovere centinaia di  milioni di dollari e decine di migliaia di tonnellate di armi nelle mani di chiunque fosse in grado di combattere contro Assad, peccato che chi ha ricevuto i rifornimenti erano …  al Nusra, al Qaeda e gli elementi estremisti della Jihad provenienti da altre parti del mondo”.

Hanno, praticamente, sbagliato sempre certi falchi della politica: basti pensare a che cosa sia diventato l’Iraq del dopo Saddam Hussein e a che cosa sia diventata la Libia del dopo Gheddafi. Certi errori imperdonabili li ha recentemente ammessi anche Tony Blair, a proposito dei pretesti infondati che lui stesso e l’allora presidente americano George W. Bush vollero utilizzare per invadere l’Iraq.

La caduta di quei regimi voluta dall’Occidente si sta ritorcendo contro l’Occidente e ciò avviene attraverso azioni concertate tra i sedicenti “soldati” dell’Isis ed elementi del fanatismo islamico residenti in Europa. Oggi siamo tutti sotto la minaccia di quel fanatismo religioso che vorrebbe fare piazza pulita dei valori della tolleranza, della democrazia e della libertà dei paesi occidentali. Non possiamo permettere a quei barbari di farci paura, né di condizionare l’ordinario andamento delle nostre giornate. Dobbiamo essere capaci di non piegarci a certe fin troppo facili generalizzazioni nei riguardi dei musulmani, la gran parte dei quali sono persone brave e pacifiche.

Dobbiamo nutrire la speranza che, anche grazie ad una loro sana integrazione nella nostra società e al rispetto reciproco tra persone e cittadini di diverso credo religioso, i musulmani che vivono tra noi e in tutti gli altri paesi occidentali sappiano essere sempre più determinati ad isolare le mele marce che strumentalizzano l’insegnamento di Maometto per fini di mero potere personale.

Nous sommes tous parisiens.