Cultura e Spettacoli

“FELICIS IMAGO”: NOLA INCONTRA IL SANTO PATRONO CHE RIVIVE NELLA POLICROMIA DELLA MOSTRA IN CATTEDRALE

La rassegna allestita nella Sala San Giovanni Battista fa riscoprire i difficili percorsi di vita, compiuti da una delle più rappresentative figure del cristianesimo delle origini e primo vescovo di una delle più antiche ed estese del mondo cattolico. L'iniziativa è espressione di fede e di cultura, costituendo un interessante e significativo tassello per la conoscenza degli itinerari della religiosità delle comunità del territorio.

Felicis ImagoNiam – 12.11.2014 - Per l'esemplarità vissuta nella coerente osservanza e nella pratica dei valori cristiani sono elevati agli onori degli altari e del culto religioso. E' il riconoscimento - per i Santi - consacrato dalla fede popolare e dalla Chiesa; riconoscimento, che si carica di profondi e diffusi significati morali, permeando di sé non solo i costumi sociali delle comunità e dei credenti, ma anche atteggiandosi quale fonte d'ispirazione tematica, a cui le arti plastiche e figurative, alla stessa stregua della musica e dei canti, conferiscono impronte di vivida connotazione con le peculiarità dei loro linguaggi espressivi.
In realtà, quella delle arti di matrice sacrale e religiosa è anche e soprattutto il racconto della proiezione dell'umano verso il divino; proiezione, che s'imprime nelle stilizzazioni di volti e profili, pervasi di amore per il prossimo e la giustizia, quasi viatico verso il dialogo con la teologia ed i suoi orizzonti. Sono le stilizzazioni, che attraversano tavole e tele, con le diverse modalità della tecnica pittorica, o che sono plasmate nelle sculture in marmo o nei materiali lignei. Si atteggia così l'anelito, in cui si effondono la personalità e la storia delle figure umane rappresentate, secondo la rivisitazione di "lettura", che ne fanno gli autori, con le loro visioni e sensibilità spirituali. E l'arte, nel veicolare l'umanità tribolata e sofferta, quale si dispiega nella Martirologia cristiana, esprime quella fervida vis comunicativa, che fa interagire i sentimenti e i pensieri, dando significati di reale autenticità alla vita, sfrondata dalla volontà di dominio, con cui troppo spesso gli uomini opprimono i propri simili e violano le leggi della natura. E' l'autenticità, che fa riconoscere la fragilità della condizione umana.
San Felice VescovoSu questo piano si colloca la variegata e ricca rassegna iconica, libraria e documentale, completata da opere in scultura, e contrassegnata dal logo FELICIS IMAGO, da intendere essenzialmente quale racconto iconico, il cui linguaggio visivo è per se stesso eloquente, imprimendosi nella mente e nel cuore con efficace immediatezza. E' l'innovativo atto d'omaggio devozionale, al di là dell'intrinseca rilevanza culturale ed estetica, con cui si riveste, reso San Felice, com-patrono della città insieme con San Paolino. Allestita nella Sala espositiva intitolata a San Pago - S.FeliceS.Paolino 500x375Giovanni Battista ,all'interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo ed attigua al Museo diocesano,il filo rosso della rassegna è connotato dal rapporto tra il Santo, l' Arte e Nola.
La "FELICIS IMAGO" , resterà aperta al pubblico fino a domenica sedici novembre ed è stata inaugurata- giovedì scorso- in coincidenza con l'apertura del novenario di preghiera e delle ritualità in onore di San Felice,. Un itinerario di meditazioni ed onoranze sacre, il cui apice sarà raggiunto proprio con la solenne celebrazione serale del Pontificale, officiato dal vescovo Beniamino Depalma, mentre sabato 15, lungo le strade del centro storico città, sarà condotto in processione l'artistico e maestoso Busto argenteo, in cui è impressa l'effigie del Patrono.
Processione San Felice 500x375Allestita dall'Ufficio dei beni culturali della Curia diocesana, la rassegna costituisce una compiuta e lineare rievocazione di San Felice, una delle più rappresentative figure dell'età paleocristiana, primo vescovo della chiesa locale e sottoposto al martirio nelle atroci persecuzioni, praticate dai romani contro i credenti nel Vangelo di Gesù. Battezzato nel 95 dopo Cristo, San Felice è tra gli attivi animatori della comunità cristiana, costituita da pochi adepti. E' una vicenda, quella del Patrono, che viene rivisitata in larga misura attraverso la policromia di oli, tele e tavole, provenienti dal Museo diocesano, da collezioni private, oltre che dalle chiese di alcune delle 115 parrocchie, che formano la mappa diocesana. Sono opere pittoriche, la cui trama si caratterizza per la vivacità dei colori; opere, che storicizzano il rapporto della città con il Santo Patrono. Un rapporto, che vive anche in edicole in luoghi pubblici, tra cui spicca quella nelle vicinanze della Villa comunale.
il miracolo della manna . De RisiNella "FELICIS IMAGO" non è di largo interesse solo il supporto esplicativo di documenti e libri, ma anche quello dei "segni" del Miracolo della manna, che si manifesta nella Cappella, in cui è "ospitata" la cripta, in cui sono custoditi i resti del Patrono. L'evento miracoloso, che non sempre si rinnova a cadenza annuale, è caratterizzato da gocce di liquido biancastro - simbolo di buoni auspici per la città e il territorio - che si formano all'interno del tabernacolo della Cappella e raccolte; una presenza, che si rivela con l'apertura del tabernacolo il 15 novembre o l'8 dicembre. Ed è una ritualità complessa, scandita dalla celebrazione di Messe votive, veglie di adorazione e preghiere, mentre per la raccolta della Manna si utilizzano con massima delicatezza il gocciolatoio e il calice.
" E' un itinerario di storia e di fede, quello proposto dalla Mostra - dice don Lino D'Onofrio, vicario generale della dioces - con cui si approda alla riscoperta delle radici della chiesa e della cristianità sul territorio. Una riscoperta, che coniuga il bello e l'arte. E' la riscoperta del passato che interpella il presente. Una correlazione, che fa leva sul martirio, cui fu sottoposto San Felice per la professione di fede vissuta con ferma determinazione. Un'esperienza di vita e di santità ammirevole".
E quella delle persecuzioni anti-cristiane è una terribile storia, che si consuma ancora, come le cronache dell'attualità raccontano...

Convento di Santo Spirito - foto-mostra-palumbo-1DA "I MULINI DI DIO" ALLA FELICIS IMAGO: FEDE ED ARTE, BINOMIO FORTE
I temi della "FELICIS IMAGO", per la linearità di linguaggio delle opere pittoriche, si sviluppano in parallelo con i contenuti de " I MULINI DI DIO" la bella e interessante "personale" di Ciro Palumbo, allestita nelle Sale del restaurato complesso conventuale di San Spirito, che ha fatto rilevare nei registri di partecipazione un ragguardevole flusso di visitatori e largo consenso di critica, con il sipario calato il due novembre; sipario che era stato alzato il 18 ottobre. Un successo per l'iniziativa dell'assessorato ai beni e alle attività culturali, di cui è titolare l'architetto Cinzia Trinchese, in collaborazione con le associazioni Meridies e Pandora.
La-leggerezza-dello-Spirito 500x257I venti oli su tela e gli otto oli su carta dell'artista torinese - tutti inediti- propongono la suggestione della ricerca dell'infinito e di Dio, fonte di vita. Un linguaggio di intense tonalità coloristiche e di eccellente fattura, quello di Ciro Palumbo, che richiama i profondi tormenti e le inquietanti atmosfere di Pieter Brueghel, il celebre pittore fiammingo, la cui produzione costituisce una componente importante nel panorama artistico europeo del '500; produzione, di cui è sintesi ed espressione esplicativa la ben nota opera della "Salita al calvario" . E nella simbologia dei multiformi profili umani e paesaggistici delle opere di Ciro Palumbo si rispecchia il senso della vita e del bene, che prevalgono sul male.