Cultura e Spettacoli

LA CORALE DUOMO HA ESEGUITO IL “TE DEUM” AD AVELLINO PER CELEBRARE NICCOLO’ JOMMELLI

L'Associazine Polifonica "Corale Duomo" di Avellino ha celebrato l'anno dedicato al trecentesimo anniversario della nascita di Niccolò Jommelli (11 settembre 1714), nell'ambito dei festeggiamenti religiosi in onore di Maria SS. di Montevergine, organizzati dalla Parrocchia di rione Mazzini ad Avellino, con l'esecuzione del "Te Deum" del compositore italiano.

corale-duomo-di-avellino - Copia 500x375Eleonora Davide – Avellino – 07.09.2014 - Il concerto, dal titolo "In Nativitate Mariae Virginis" si è tenuto nella Chiesa di Maria SS. di Montevergine giovedì 4 settembre, alle 20.00, dopo la celebrazione liturgica officiata dal rev. don Ranieri Picone.
Il maestro Maurizio Severino, organista e preparatore del coro avellinese, ha fortemente voluto il "Te Deum" di Jommelli due anni fa il 20 ottobre, per il Concerto di Chiusura del Trentennale della Corale. Prima di quella data, l'ultima volta il brano era stato cantato ad Avellino circa trenta anni prima e quindi questa è la seconda uscita in pubblico del brano in tempi recenti. È difficile, infatti, trovarne esecuzioni anche su Youtube.
"Ho avuto la partitura dal mio Maestro di Esercitazioni Corali, Virginio Profeta. Il padre, il grande musicologo Cherubino Profetaha raccontato il maestro Severino - l'aveva trovata cercando nell'immensa mole di scritti contenuti nella Biblioteca del Conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli".
L'attività principale dei maestri che guidano la Corale è quella di ricercare ed elaborare lo straordinario patrimonio musicale derivante dalla Scuola Napoletana del '700, a cui Jommelli apparteneva. L'opera della Scuola musicale napoletana è pervasa da uno spirito arditamente innovatore e creativo. In "Memorie per servire alla vita del Metastasio ed elogio di Niccolò Jommelli" di Saverio Mattei, erudito napoletano del XVIII secolo, l'autore indica Jommelli, prima ancora di Gluck, come il vero riformatore del melodramma. Esaltava le arie di Jommelli che fossero allegre e concitate; le riteneva più difficili per il rischio che diventassero "mottetti insipidi". "Per Matteiracconta ancora Severino - la musica non deve sempre mirare alla commozione dell'uditore, ma deve anche andar "dilettando, sorprendendo e rallegrando"; in quest'ultima frase Mattei fissa in parole il carattere sperimentale ed eversivo dello stile napoletano".
Il " Te Deum", come sappiamo, è un inno cristiano di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell'anno appena trascorso. Jommelli articola il "Te Deum"in quattro sezioni e lo scrive per soprano, contralto, tenore, basso, coro a quattro voci miste, orchestra da camera e basso continuo. La tecnica compositiva risente del gusto tipico della Scuola partenopea; si caratterizza infatti per la straordinaria espressività, per la libertà nell'uso delle fioriture e degli abbellimenti che rendono il carattere giocoso. Breve, ma di grande intensità è la Fuga finale "In te Domine speravi", canonicamente perfetta e basata su un tema di sei note. A partire da tale scaletta ascendente, Jommelli realizza una costruzione grandiosa, elaborando il tema fino ad esaurirne tutte le possibilità espressive.
Oltre al maestro Severino che ha accompagnato all'organo la Corale, a dirigere è stato il maestro Carmine Santaniello, direttore del Conservatorio "Domenico Cimarosa" di Avellino; voci soliste il soprano Romilda Festa e il mezzo soprano Rosanna Lombardi. Sono stati eseguiti brani d'organo e di arie sacre.